A volte mi sembra di essere chiamato per nome da ciò che ogni giorno mi circonda. Parlo degli orologi naturalmente. A darmi la speranza – non dico la certezza – di non aver ancora raggiunto certi limiti irreversibili, è che per chi come me ha la fortuna di lavorare in mezzo alla sua passione tutto ciò rientri nella norma, quindi quando le sento non ci faccio più neanche caso. Qualche giorno fa mentre scorrevo velocemente alcune immagini live scattate da me del Breguet Classique 5707 Le Réveil du Tsar, sentii proprio quelle voci che insistentemente mi dicevano: “In un Breguet il quadrante è (forse) uno degli elementi che meglio racconta del genio che li firmava”. Obbedendo, attraverso quello montato dal “Le Réveil du Tsar” che di diverse lavorazioni a guilloche ne presenta cinque , proverò a darti qualche informazione storica proprio su questo particolare che in effetti ancora oggi caratterizza enormemente questo marchio.
I quadranti Breguet nella storia
Gli appassionati lo sanno bene: nei quadranti Breguet ha trasferito il suo DNA – in seguito ripreso e sviluppato da altri orologiai come dimostrano quelli protagonisti in questo articolo – i quali influenzeranno a loro volta altri, come starà in questo momento accadendo in giro per il mondo.
Le prime opere di Abraham-Louis Breguet presentavano quadranti praticamente identici a quelli degli orologiai del suo tempo; smaltati, erano dotati di numeri romani per le ore e cifre arabe per i minuti. Siamo nel 1770 all’epoca del oramai famoso orologiaio Jean-Antoine Lépin (1720-1814). Già in quegli anni, il maestro di Neuchâtel aveva sviluppato le sue famose “cifre arabe” oggi comunemente citate dal mondo orologiero intero come “cifre Breguet”. Nei segnatempo prodotti prima del 1790 per segnare ogni singolo minuto ai numeri seguivano delle stelline, mentre ogni cinque minuti l’intervallo era scandito da un giglio stilizzato. Dopo la Rivoluzione i quadranti smaltati saranno utilizzati solo negli orologi subscription, negli orologi turchi e in qualche segnatempo estremamente complicato.
E’ intorno all’anno 1786 che Breguet conia le basi del suo stile unico, ai tempi assolutamente innovativo. Al posto dello smalto egli pensò di utilizzare l’oro e l’argento, e vi apportò la famosa rabescatura cui diverse tecniche contraddistinguono anche il Classique 5707 Le Réveil du Tsar, una tra tutte i numeri romani delimitati da un cerchio lavorato in modo da restituire un effetto marcatamente levigato.
Alla fine del XVIII secolo il suo genio era oramai da tempo esploso. A contribuire a evidenziare l’elemento quadrante furono naturalmente anche tutte le complicazioni meccaniche che esso nascondeva. L’orologiaio usava posizionare la lancetta dei secondi a sinistra e a destra del quadrante; a quei tempi fu il primo e l’unico a saperlo fare, e proprio per questo motivo iniziò a prenderci gusto presto spostandola anche a ore 12.
Come un Re con il suo giullare egli si stancò presto di quel gioco. E’ da qui in avanti che comparvero i primi quadranti che visualizzavano indicazioni come riserva di carica, le fasi lunari e l’età della Luna segnati in vari settori. Essi rappresentavano il posto ideale per inserirvi diversi tipi di rabescatura che, introdotta in orologeria proprio da Breguet, toccò con le sue opere le vette più alte di questa lavorazione, che in francese si dice guilloche.
Nel 1812 introdusse i quadranti eccentrici, stile che fu egregiamente sviluppato da suo figlio Louis-Antoine a partire dal 1823, cioè dall’anno della sua scomparsa.
Curiosità
Con la lavorazione guilloche, testimone l’uso che ne viene fatto ai nostri giorni nell’alto di gamma, Breguet portò l’ennesima innovazione in orologeria. Diversamente da quanto accadeva per il buon numero di fornitori di quadranti smaltati – dedicati unicamente a questa difficile pratica – per affinità di materiali utilizzati erano i cassai a fornire i quadranti in oro e argento. Breguet si serviva della ditta Tavernier tuttavia – come indicano gli scritti dell’epoca – essa si occupava solo dei modelli con guillochage semplificato, mentre quelli a più trame, come quello dell’odierno Le Réveil du Tsar, venivano eseguiti nella manifattura. E’ noto che nel 1795, a testimonianza che già a quell’epoca la contraffazione degli orologi era un problema serio, per individuare le copie delle sue opere Breguet introdusse la famosa “firma segreta”. La incise con un “pantografo a punta secca” nei pressi del numero 12; negli orologi con quadrante smaltato si trova subito sotto, in quelli a guilloche figura a fianco di entrambi i lati. (come potrai notare in seguito – nel Le Réveil du Tsar si trova sul giro delle ore tra ore le 4 e le 5 e tra le 7 e le 8)
Le macchine per eseguire la rabescatura che conseguentemente all’introduzione della tecnica furono costruite da li in avanti – se “macchina” si può chiamare un morsetto con una punta che si avvicina a un volano su cui è fissato il particolare, il tutto azionato e guidato dalla mano – sono oggi assolutamente introvabili. Qualunque orologiaio sarebbe disposto a fare il “giro del mondo a piedi” pur di riuscire a impossessarsi di una anche se completamente da ricostruire.
Piccolo break con il Video del Classique 5707 Le Réveil du Tsar
Come scrivevo all’inizio dell’articolo, nel caso specifico questo Breguet Classique mette sotto al suo quadrante funzioni di tutto rispetto che rimanendo in tema con la collezione possiamo definirle sia classiche sia originali. Oltre a leggere l’ora il suo movimento a carica automatica presenta le funzioni di svegliarino con indicazione di un secondo fuso orario, data e piccolo giro delle ore per la regolazione della suoneria e indicatore della riserva di marcia della suoneria, infine indicatore di inserimento della suoneria. E’ provvisto anche di suoneria al passaggio. La sua cassa che misura 39 mm di diametro è in oro rosa, ma è disponibile anche una versione in oro bianco.
Siamo giunti alla fine dell’articolo il quale più che una recensione del Le Réveil du Tsar voleva essere un chiaro omaggio a uno degli elementi principi del marchio. Oramai anche “le voci” tacciono da tempo.
Maggiori informazioni sugli orologi Breguet www.breguet.com
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