A sentire gli orologiai indipendenti realizzare un movimento meccanico “en blanc” – cioè partendo da zero – è un’opera molto difficile da compiere, nonostante la tecnologia oggi a disposizione possa far credere l’incontrario.
Voglio iniziare da qui a parlarti del McGonigle Tuscar, l’ultimo segnatempo realizzato dai due fratelli orologiai indipendenti AHCI John e Stephen McGonicle.
A Baselworld 2011 ho avuto l’occasione di parlare con John il quale, dopo avermi stretto la mano e porto con i guanti bianchi il Tuscar, mi disse: “Iniziai a riparare segnatempo di tutti i generi in Irlanda e in Inghilterra; dopo due anni frequentai la scuola svizzera di orologeria a Dublino, e in seguito il WOSTEP a Neuchâtel. In seguito lavorai prima per Audemars Piguet, poi nel 1997 per Christophe Claret, occupandomi sempre di orologi molto complicati; quando io e Stephen l’anno scorso decidemmo di realizzare il nostro Calibro di manifattura, davvero non ci rendevamo conto alle difficoltà a cui stavamo andando incontro.”
Per i due irlandesi il Calibro McG01 è più di un movimento meccanico: è l’assoluto. La cassa nel Tuscar, per quanto sobria ed elegante, sembra esser lì solo per necessità. La platina anteriore è un intreccio di sottili elementi che mettono a nudo i ruotismi e i rubini, grazie a un quadrante in zaffiro con pochi numeri arabi incisi. Il ponte che regge il bilanciere sembra l’estremità della chela di un granchio mentre pinza il meccanismo regolatore, quasi a voler afferrare il tempo che scorre inesorabile.
Continua John: “Nel Tuscar volevamo solo leggere le ore, e ci siamo concentrati per farlo con alta precisione; abbiamo aggiunto solo un indicatore della riserva di carica, ma il design doveva essere pulito ai massimi per evidenziare le finiture e i principali elementi meccanici dal lato del quadrante. Per ottenere questo risultato abbiamo dovuto sviluppare un movimento da zero; sin dalla fase progettuale, non siamo potuti mai scendere ad alcun compromesso”.
Il diametro del bilanciere di 12.8 mm non fa che confermare le parole di John: le dimensioni oversize della spirale libera, lo fanno somigliare più a un cronometro da osservatorio che a un orologio convenzionale…
Curiosità: il nome Tuscar deriva da alcuni scogli con sommità un faro, che molti avvistano per primo quando, navigando da direzione Est, sono diretti in Irlanda.
Dice Stephen McGonigle: “Per garantire il successo del nostro Calibro, siamo lieti di aver coinvolto nel progetto Alberto Papi, illustre progettista svizzero, che ci ha aiutato nel design e nella definizione delle caratteristiche.”
Il Tuscar è ora disponibile anche in una nuova cassa in oro 18 k rosso, in edizione limitata di 20 esemplari. Ecco le sue caratteristiche:
Movimento
Calibro: McG01 meccanico a carica manuale.
Due bariletti di carica collegati in parallelo.
Riserva di carica: 90 ore.
Bilanciere: a curva Breguet
Diametro del bilanciere: 12.8 mm
Frequenza: 18.000 a/h
Ruota dello scappamento in oro (per funzionare senza olio)
Rubini: 31
Cassa
Oro rosso 18k 5N (cassa e corona di carica)
Diametro: 42.5 mm
Vetro: zaffiro – entrambi i lati con trattamento antiriflesso
Impermeabilità: 30m
Quadrante e lancette
Quadrante minimalista in zaffiro
Lancette in acciaio lucidate a mano
Cinturino e fibbia
In cuoio alligatore impuntato a mano
Fibbia ardiglione in oro rosso 18 k
In chiusura i saluti di John e Stephen a tutti i “Malati di polso” di Orologi di Classe.
contaminuti
Commenti
mi sono sempre piaciuti gli scheletrati e questo è molto bello perchè c’è quel mix di moderno (evidente nel disegno dei ponti e di tutto il movimento) e classico (se penso alle dorature presenti).
Il ponte del bilancere è davvero stupendo ed è impressionante come in così poco tempo questi fratelli si siano fatti conoscere al mondo. Se ha lavorato con Claret un motivo ci sara’…… 😉
Alberto Papi è parente di Giulio?
In realtà, fatto che almeno io ho appreso non più tardi di tre anni fa, i fratelli McGonigle sono sulla scena dell’Alta Orologeria – prima dietro le quinte – da quasi vent’anni. Come sai gli indipendenti per diffondere il proprio brand puntano quasi esclusivamente sugli appassionati della rete (forum e blog). John a Baselworld iniziò proprio insistendo su quanto sia egli che Stephen avessero trovato – a progetto in opera – molte difficoltà nel realizzare il loro Calibro. In effetti come anche tu noti il risultato è davvero qualcosa di speciale. Sarebbe bello misurare la precisione di quell’enorme bilanciere! Anch’io quando ho letto Alberto Papi mi sono per un attimo fermato… Ma non è un errore: sia nel comunicato sia nel sito è proprio scritto così. Chiederò, grazie!
Michele, ho chiesto a John McGonigle. Mi ha confermato che Alberto Papi è il padre di Giulio: il loro rapporto è molto solido e costruito negli anni in cui, insieme al fratello Stephen, hanno realizzato con Alberto un grande numero di prototipi per Christophe Claret. Adesso Alberto Papi lavora per conto suo.
grazie, bella curiosita’ quella che Alberto sia il padre di Giulio e non sapevo che Giulio fosse figlio d’arte 😉
Buon giorno,
Il calibro McG01 è veramente bello, per lo stile impiegato, ma posso dirvi che i calcoli tecnici sono stati molto complessi e delicati è stato un lungo lavoro d’ingegneria.
Il risultato ottenute ripaga tutti gli sforzi fatti.
Saluti cordiali
Alberto Papi
Buonasera Alberto! Grazie per il suo commento: è bellissimo sapere che un Maestro orologiaio come lei ci legga!
Vorremmo saperne di più. La contatteremo presto.
Cordialmente
Massimo