È possibile che ti sia già capitato di osservare un orologio adornare il polso altrui, e in quel preciso istante, di essere sopraffatto da un senso di invidia incontrollabile. Un’emozione intensa, passeggera, che svanisce quasi immediatamente, lasciandoti con poco più che un lieve ricordo. Di quel breve momento, l’unica certezza che rimane è la consapevolezza di aver avuto un incontro ravvicinato con un’opera d’arte in miniatura, un capolavoro portatile.
Credo che navigare nelle infinite pieghe dell’Alta Orologeria possa essere complicato come i movimenti che spesso ticchettano all’interno di quelle casse così luccicanti. Per me agli inizi è stato così.
Se la tua passione per gli orologi è agli inizi, oggi spero che il tuo viaggio verso l’illuminazione orologiera farà un bel passo avanti; se qui sei di casa potrebbe essere un’occasione per riflettere. La mia esperienza mi ha insegnato che in questo mondo l’eccellenza può venir fuori da un segnatempo creato interamente a mano come dall’ultimo innovativo orologio al quarzo. Molti miei colleghi inorridiscono quando sentono queste parole ma per me è così. Ci sono voluti molti anni per raggiungere questo stato, e per quanto mi riguarda lo ritengo una crescita.

Questo articolo vorrebbe essere una guida attraverso i segni distintivi dell’orologeria: 20 orologi famosi che non si sono limitati a scandire il tempo ma hanno lasciato – in modo molto diverso – il segno nella storia.
Indice Contenuti
ToggleDefinizione di un Orologio Iconico
Insisto che un orologio per diventare iconico debba saper trascendere dalla sua mera funzionalità simboleggiando un’abilità – artigianale e non – e un design riconosciuti da più generazioni. È il frutto di diverse componenti tra cui il prestigio del marchio, pietre miliari, e le caratteristiche innovative che insieme o separatamente lasciano un segno indelebile nei registri storici.
Eredità del marchio
Alcuni orologi raccontano una favola fatta di momenti vissuti memorabili. Omega, ad esempio, ha inciso il suo nome nella storia legando lo Speedmaster Professional al polso degli astronauti che hanno messo piede per la prima volta sulla Luna. E fu scelto dalla NASA solo per le sue doti non per un’abile mossa commerciale.

Quel leggendario segnatempo non è solo un prodigio di funzionalità ma un simbolo della conquista umana fissato per sempre nel tempo. Ogni marchio o orologiaio che ha scritto pagine e pagine di storia ha costruito la sua eredità attraverso l’incessante ricerca della perfezione.
E le loro opere mantengono vive le proprie tradizioni.
Il patrimonio di un marchio è legato anche alla sua capacità di innovare e ispirare. Prendiamo ad esempio Seiko, che ha rivoluzionato l’orologeria introducendo il primo orologio da polso al quarzo al mondo il giorno di Natale del 1969.
Queste marche di orologi più che segnatempo hanno creato dei punti di riferimento che ridefiniscono ciò che ci aspettiamo da loro. I collezionisti li inseguono per la loro meccanica e per ciò che raccontano: vicende di pionieri, di avventurieri e di doti che tuo figlio e tuo nipote condivideranno a loro volta. Fa parte di questa categoria anche un abbordabilissimo G-Shock e così altre creazioni contemporanee che purtroppo non avrò abbastanza spazio per ricordare.
Significato storico
Gli orologi che più amiamo servono sempre meno a tenere il tempo ma sono leggende e simboli di momenti storici significativi. Si sono immersi negli oceani più profondi e sono stati al nostro fianco nei momenti più importanti della nostra evoluzione come per rappresentare una soluzione.
Il Jaeger-LeCoultre Reverso, ad esempio, è oggi uno tra gli orologi più di classe che esista ma è nato come orologio sportivo. La sua cassa reversibile serviva a proteggere il vetro dell’orologio durante le combattute partite di polo.
Oggi nella sua collezione vi sono esemplari complicatissimi ed è l’orologio più riconoscibile del brand. Tra qualche anno festeggerà il suo centesimo anniversario e a Le Sentier si staranno già preparando da un po’. La sua eredità si intreccia con il savoir-faire di Jaeger-LeCoultre che anni fa era il fornitore di movimenti meccanici anche per nomi di primo piano come Audemars Piguet, Patek Philippe e Vacheron Constantin.

Orologi iconici come il Rolex Submariner o il Patek Philippe Nautilus sono molto più che dichiarazioni di mode: sono l’involucro di decenni di artigianato e testimoniano punti cruciali dello sviluppo orologiero.
Audemars Piguet con il Royal Oak ha rivoluzionato il settore, che al momento della sua uscita era in piena crisi innescata dal quarzo, introducendo l’acciaio nell’alto di gamma: un vero e proprio game-changer che ha ridefinito l’orologio di lusso segnando la nicchia ancora oggi più richiesta e trascinando tanti altri nomi più e meno conosciuti.
Gli Orologi Iconici più Famosi
Nel nostro viaggio alla scoperta dei mostri sacri dell’orologeria, ci addentreremomo ora in un elenco di segnatempo che hanno superato sé stessi per diventare simboli di artigianalità e design o anche di robustezza e prestazioni di riferimento.
Ogni proposta che compare tra questa rassegna dei per me migliori orologi iconici occupa un posto di rilievo nella storia, tanto da continuare ad affascinare chi abita e chi entra solo ora in questo mondo fatato.
Rolex Submariner

Il Rolex Submariner è una vera e propria leggenda. Progettato originariamente per i subacquei professionisti ha rapidamente superato le sue radici utilitarie per diventare un orologio da indossare tutti i giorni e praticamente eterno.
Come tutti i Rolex non si distingue per essere un segnatempo di Alta Orologeria ma la qualità c’è e tanta, dall’acciaio indistruttibile alla meticolosa fattura di ogni particolare passando per movimenti non sofisticati ma indistruttibili. L’impermeabilità – caratteristica che da oltre 100 anni vede Rolex all’avanguardia, lo hanno reso prima uno degli strumenti più efficienti in mare e da un po’ un accessorio molto ricercato sulla terraferma.
Questo subacqueo ha avuto un ruolo da protagonista su molti polsi ed è stato visto in numerosi film, il che ha accresciuto il suo status di icona tra gli orologi famosi. In definitiva non è che un orologio da immersione, ma la volontà di Rolex di continuare a effettuare piccoli ma continui miglioramenti unita a un lusso sobrio, lo rendono la scelta ideale per chi apprezza i segnatempo da polso classici e riconoscibili.
Omega Speedmaster Professional

Sono sempre stato stregato dall’Omega Speedmaster Professional, un segnatempo che incute rispetto per la sua concezione tecnica e per il suo significato storico. Nato come cronografo sportivo automobilistico è un testimone del tempo sempre a portata di mano, celebrato per aver fatto parte delle missioni lunari della NASA con equipaggio a partire dal 1965.
Pensaci: questo è l’esatto orologio che ha ronzato nello spazio e sperimentato per primo la gravità zero durante alcune tra le più straordinarie avventure dell’umanità al di sopra del nostro pianeta!
L’Omega Speedmaster Professional soprannominato Moonwatch si è guadagnato i gradi di “primo orologio indossato sulla Luna”. Fortunatamente Omega ha mantenuto il suo design originale, sempre attuale, migliorandolo di volta in volta sino a avvicinarsi con l’ultima edizione del 2021 a una somiglianza mai raggiunta prima con la storica referenza 105.012 che il 20 luglio 1969 portava al polso l’astronauta Neil Armstrong.
Chi ama gli orologi adora il Moonwatch e ne loda la robustezza e precisione di marcia soprattutto con l’ultimo calibro manuale con scappamento coassiale, il che la dice lunga sul perché sia tenuto in così alta considerazione: la sua reputazione di orologio tra i più eccellenti di tutti i tempi è ben meritata.
Audemars Piguet Royal Oak
Apparso nel 1972 grazie a un’intuizione visionaria del designer Gérald Genta, è un’icona dell’orologeria moderna. Il Royal Oak ha rotto gli schemi tradizionali proponendo un design rivoluzionario e un approccio completamente nuovo alla creazione di orologi di alta fascia. Grazie a lui Audemars Piguet sarà per sempre ricordata per aver realizzato il primo orologio di lusso in acciaio inossidabile, sfidando la norma che associava l’esclusività al polso solo quando presenti metalli preziosi come l’oro o il platino.
Caratterizzato da un design unico con una cassa sfaccettata e una lunetta ottagonale con viti esposte, il Royal Oak ha ridefinito l’estetica degli orologi premium. Il suo quadrante, noto per il motivo a quadrettini denominato “Tapisserie”, è diventato un tratto distintivo del marchio. Il bracciale integrato e la sottile cassa hanno contribuito a scrivere le regole per un genuino orologio di lusso adatto sia a occasioni formali sia casual.
La fama dell’Audemars Piguet Royal Oak deriva non solo dal suo design innovativo ma anche dalla sua fattura artigianale. La sua influenza è avvertibile oggi per aver ispirato numerose altre creazioni nel settore e per essere una delle collezioni più riconoscibili e desiderate dell’Alta Orologeria.
Patek Philippe Cronografo Calendario Perpetuo
Come appassionato di orologi, anche se rimarrà per sempre un sogno, non posso fare a meno di ammirare il Patek Philippe Ref. 1518 per la sua irraggiungibile eleganza e delizia tecnica. Introdotto nel 1941, è un orologio di eccezionale prestigio e importanza storica nell’orologeria. Essendo stato il primo cronografo da polso con calendario perpetuo prodotto in serie da una manifattura rappresenta un traguardo significativo. Combina la complicazione del cronografo con quella di un calendario perpetuo, un siglillo di altissima orologeria.
Costruito solo fino al 1954 ne furono prodotti appena 281 esemplari rendendolo da subito un pezzo estremamente raro e ricercato dai collezionisti. Oggi la sua quotazione può tranquillamente superare il milione. La cassa era disponibile in oro giallo o rosa e raramente in acciaio inossidabile, fatto che proprio per l’abitudine di Patek Philippe di costruire pochissimi pezzi in quello che nominalmente è un metallo povero, lo ha fatto diventare uno tra gli orologi più costosi al mondo.
La Ref. 1518 è considerata iconica non solo per la rara combinazione di complicazioni e la limitata produzione, ma anche per il suo ruolo pionieristico nell’orologeria di lusso. La sua introduzione ha segnato un punto di svolta nella produzione di orologi complicati influenzando il concetto di orologio alto di gamma. Il design equilibrato, la raffinatezza tecnica e la sua storicità lo rendono un oggetto di desiderio per gli appassionati e i collezionisti di orologi più abbienti del pianeta.
Chi non pur avendo i mezzi non riuscisse ad arrivare a un 1518 può “consolarsi” oggi con un Patek Philippe 5270. Introdotto nel 2011, nel 2020 è stato creato nella versione 5270J lettera che sancisce la presenza di una cassa in oro giallo.
TAG Heuer Monaco
Creato nel 1969 da Jack Heuer, l’ora nominato TAG Heuer Monaco è un orologio che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’orologeria. Si distingue per un design unico caratterizzato da una cassa quadrata, una novità per un segnatempo sportivo. Il Monaco è stato anche uno dei primi orologi al mondo ad adottare un movimento con cronografo automatico, innovazione che ha rappresentato una svolta.
La sua fama è stata ulteriormente amplificata dalla sua apparizione nel film del 1971 Le Mans, dove l’attore e pilota Steve McQueen lo indossava, consolidandone l’immagine come un’icona di stile e prestazioni. Questa associazione ha reso il Monaco particolarmente popolare tra gli appassionati di corse e i piloti di Formula 1 dei primi anni ’70.
Oggi come allora il TAG Heuer Monaco è un orologio piuttosto accessibile e altamente desiderabile, con decine di varianti prodotte nel corso degli anni, anche se io non mi sposterei mai dalla leggendaria livrea blu con contatori panda. Ora è animato dal calibro di manifattura Heuer 02, un movimento meccanico automatico che offre ben 80 ore di riserva di carica. Il Monaco continua a essere un orologio di riferimento per il suo impatto storico, il suo design distintivo e il suo legame inseparabile con il mondo delle corse automobilistiche.
Cartier Santos

Realizzato per superare il tempo stesso, con un aspetto sempre attuale il Cartier Santos incarna l’eterna eleganza. La sua caratteristica non è tanto quella di essere solo un pezzo famoso quanto di aver rivoluzionato il modo in cui la società considera gli orologi da polso.
Progettato inizialmente da Louis Cartier per l’amico aviatore brasiliano Alberto Santos-Dumont nel 1904, è uno dei primi orologi da pilota e da polso mai realizzati. La sua praticità e la sua raffinatezza hanno aperto nuove strade liberando gli uomini dagli ingombranti e meno pratici orologi da tasca e collocando Cartier tra i marchi più conosciuti.
Elegante ma diverso dalla massa, il Santos sfoggia una lunetta quadrata che all’epoca era considerata all’avanguardia ma che oggi è un segno distintivo di classicità.
Penso che possedere un pezzo come questo dimostri un grande apprezzamento per la storia: lui in cambio restituisce una forte identità. Dopo questo doveroso omaggio la mia attenzione si sposta verso un altro asso dell’orologeria: il Breitling Navitimer.
Breitling Navitimer
Da bambino sognavo di fare il pilota di aerei; come spesso accade la vita prende altre pieghe ma è facile comprendere come il Breitling Navitimer occupi un posto speciale nel mio cuore di appassionato di aviazione. Come si fa a non amarlo? Con lui è come avere al polso un pezzo di cielo.
Introdotto nel 1952, il Navitimer non era un semplice orologio ma uno strumento di volo fondamentale capace di eseguire una varietà di calcoli come il consumo di carburante, la distanza di volo, e la conversione di miglia in chilometri, e tutto questo molto prima dell’avvento delle calcolatrici elettroniche grazie alla sua intelligente lunetta a regolo calcolatore.
I piloti si affidavano a lui durante il volo e la sua precisione e affidabilità erano ineguagliabili. In breve tempo è diventato uno degli orologi più riconoscibili per gli aviatori e anche da coloro che rimanevano incantati – senza capire come usarlo – da tutta quell’infinità di scale!
Credo che indossarne uno oggi dia una scarica di adrenalina. Se lo avessi ogni tanto lo guarderei ma non per leggere l’ora. Personalmente sono più affascinato dai modelli vintage.
Jaeger-LeCoultre Reverso
Introdotto nel 1931 il Jaeger-LeCoultre Reverso è un capolavoro dell’orologeria che combina eleganza e funzionalità in un modo unico. Lui era stato originariamente progettato per i giocatori di polo britannici in India che avevano bisogno di un orologio resistente agli urti durante le partite. La soluzione innovativa di Jaeger-LeCoultre fu di creare un orologio con una cassa girevole che potesse essere capovolta per proteggere il quadrante durante il gioco esponendo un dorso in metallo resistente agli impatti.
Con la sua cassa rettangolare e le linee geometriche, il design art déco del Reverso è diventato un faro. Il meccanismo di rotazione della cassa non solo fornisce una funzione pratica, ma aggiunge anche un tocco distintivo.
Il Jaeger-LeCoultre Reverso è diventato famoso per la sua raffinatezza estetica ma anche per la sua raffinata meccanica. Nel corso degli anni è stato declinato in numerose versioni alcune esageratamente complicate. Questa combinazione di bellezza e meccanica sofisticata lo ha reso un classico atemporale, apprezzato dagli appassionati di orologi e dai collezionisti di tutto il mondo.
È un ottimo esempio di come un marchio dovrebbe portare avanti nel tempo un orologio di riferimento.
Bulgari Octo Finissimo
Chiuso il capitolo Reverso, addentriamoci ora nella moderna maestria di Bulgari con il suo Octo Finissimo. Questo segnatempo si è ritagliato una nicchia nell’orologeria grazie al suo design ultrasottile che sfida le norme tradizionali dell’orologeria.
La collezione Octo nacque nel 1980 e alle sue spalle c’erano nomi di primo piano come Daniel Roth e il solito Gérald Genta. Il primo Octo Finissimo è del 2014 e come si evince dal nome si tratta di una sotto collezione che ha superato ogni aspettativa conquistando dal 2014 al 2020 sette record di orologio più sottile al mondo per le categorie: Tourbillon Manuale – 5mm (2014), Ripetizione Minuti – 6,85mm (2016), Automatico – 5,15mm (2017), Tourbillon Automatico – 3,95mm (2018), Cronofrafo GMT – 6,90mm (2019), Tourbillon Cronografo Scheletrato Automatico – 7,4mm (2020), Calendario Perpetuo – 5,80mm (2021), e con quest’ultimo nello stesso anno si è pure aggiudicato il premio più importante Aiguille d’Or al GPHG. (fonte Italian Watch Spotter).
Vanta un’impressionante maestria artigianale che unisce lo stile italiano alla precisione svizzera.
Hamilton Ventura
Ma un orologio deve per forza somigliare a un orologio? Con la sua distintiva forma a scudo Hamilton Ventura è un inno all’individualità. Presentato nel 1957, ha scritto il suo nome negli annali dell’orologeria per essere stato il primo orologio al mondo ad essere alimentato da una batteria elettrica. Questa innovazione ai tempi straordinaria rappresentava non solo un passo avanti quantico nella tecnologia delle due lancette, ma anche il precursore sia di una nuova era di design sia di movimenti.
L’Hamilton Ventura comunica una personalità coraggiosa e un po’ ribelle attraverso la sua cassa asimmetrica che si distingue nettamente dai tradizionali design rotondi o quadrati. La sua forma straordinaria, che ricorda le ali di un uccello in volo, rappresenta il desiderio di libertà e la volontà di superare le barriere convenzionali che avrebbe caratterizzato gli anni ’60.
È stato indossato da Elvis Presley nel film “Blue Hawaii” del 1961, consolidando la sua posizione come simbolo di stile americano cool e ribellione. Il suo fascino e influenza sulla moda orologiera sono stati solo amplificati da questa associazione con una figura così significativa della cultura rock.
Nel corso degli anni il Ventura ha continuato a evolversi, mantenendo il suo design distintivo ma apportando modifiche tecniche e stilistiche per adattarsi ai tempi. Possedere un Ventura è come avere la parte della storia che racconta l’epoca in cui i nostri amati compagni da polso hanno iniziato a sperimentare forme e soluzioni tecniche coraggiose. È un orologio per coloro che apprezzano chi sfida le convenzioni.
Seiko Astron
Immagina di dare il via a una nuova era nella misurazione del tempo. Ti sembra poco? È quello che ha fatto Seiko con il lancio dell’Astron. È un precursore: il primo orologio da polso alimentato al quarzo lanciato sul mercato il giorno di Natale del 1969.
Questo spirito innovativo ha rinforzato la reputazione di Seiko tra i migliori orologi da possedere e il fatto che per allacciarti qualcosa di speciale, a prescindere dalla tecnologia che lo anima, spesso non devi spendere una fortuna. Purtroppo ha anche innescato la “Crisi del Quarzo” (1975-1985). In questo decennio si stima che abbia avuto un impatto significativo su circa 100.000 post di lavoro in Svizzera. Circa il 60% delle aziende orologiaie e l’80% dei posti di lavoro nel settore andarono perduti. L’entrata a regime del marchio Swatch avvenuta 2 anni prima è comunemente associata con la fine della crisi.
Tuttavia Seiko non si è limitata a offrire un cronometraggio preciso, ma ha convertito l’intero campo verso i movimenti al quarzo, influenzando anche alcuni dei marchi di orologi più noti di oggi. Con il suo design elegante e il suo valore storico, tieni d’occhio questo pezzo: non si tratta solo di un altro orologio, ma di un segnatempo che ha segnato una nuova era.
Unisce la precisione a un significato storico.
IWC Pilot’s Watch
Lasciando quella pietra miliare del Seiko Astron, la mia attenzione si dirige ora a un segnatempo sinonimo di avventura nei cieli: l’IWC Pilot’s Watch. La sua natura militare lo rende un orologio schietto, preciso e duraturo, e oggi non devi essere per forza un pilota per volare con lui al polso.
IWC produce questi robusti orologi dal 1936, assicurandosi sempre che soddisfino i requisiti specifici per il volo; caratteristiche come la protezione antimagnetica e i quadranti di facile lettura li hanno sempre contraddistinti.
Come ogni collezionista sa bene, un orologio iconico va oltre. Il Pilot’s Watch di IWC non fa eccezione. Dall’aiutare i piloti durante le missioni più importanti all’essere il fedele compagno in una giornata informale, questo pezzo incorpora sia lo stile che la profondità storica, elementi che incarnano ciò che significa possedere uno degli orologi più rappresentativi mai creati.
Qui hai un’ampia scelta: puoi andare alla ricerca di un modello vintage (non troppo, eviterei quelli con indici luminosi al Radio) oppure acquistare l’ultimo modello uscito, l’IWC Pilot’s Watch Mark XX che vedi nella foto e avrai sempre la certezza di avere allacciato al polso un pezzo del più illustre costruttore di orologi da pilota di tutti i tempi.
Universal Genève Polerouter

Se osservi con attenzione il Polerouter realizzi subito perché questo segnatempo si è guadagnato un posto tra le leggende. Fu creato da Universal Genève nel 1954 su commissione della compagnia aerea SAS (Scandinavian Airlines System) che cercava un orologio resistente ai campi magnetici per i suoi piloti.
Il design dell’orologio fu affidato a un giovane Gérard Genta, che all’epoca aveva solo 23 anni. Fu il suo primo lavoro per un importante marchio dell’orologeria. Genta creò un orologio dalle linee eleganti e pulite, con cassa tonneau, quadrante nero con indici applicati e logo SAS.
Il nome “Polerouter” deriva dal fatto che l’orologio era resistente ai campi magnetici generati dai poli che s’incontravano durante le rotte artiche. Montava il calibro automatico 215, con rotore microrotore, che Universal Genève brevettò nel 1958. Fu uno dei primi movimenti automatici con microrotore della storia.
Il successo del Polerouter fu enorme e l’orologio fu prodotto fino al 1969 in diverse varianti, tra cui il Polerouter Date, Sub, Jet e De Luxe. Rimane un’icona del design orologiero firmato da Gérald Genta. Oggi è un orologio molto ricercato dai collezionisti e alcuni modelli possono raggiungere quotazioni elevate. Ma molti altri si possono acquistare a prezzi ancora ragionevoli, e sono anche un’occasione unica per possedere un modello con microrotore, eccellenza meccanica.
Sono un pezzo importantissimo nella storia dell’orologeria del XX secolo. E poi a metà dicembre 2023 è accaduta la magia! Breitling ha acquistato Universal Genève che da anni non era più attiva. Prepariamoci a vedere il ritorno di una leggenda.
Junghans Max Bill
Nel 1961, l’artista e designer svizzero Max Bill collaborò con Junghans per creare una linea di orologi da polso dal design minimalista e funzionale. Bill era un esponente del movimento Bauhaus, nota scuola di design, arte e architettura. Il fatto curioso è che deriva da un orologio da cucina precedentemente creato dal designer.
Adoro il modo in cui il vetro bombato cattura la luce: dà vita e profondità all’orologio senza sacrificarne la leggibilità. La sua sobria eleganza lo rende abbastanza versatile da poter essere indossato con un abbigliamento casual o per completare un vestito elegante in modo impeccabile.
Investire in un Junghans Max Bill non significa solo leggere l’ora, ma anche possedere un orologio di culto che a un prezzo raggiungibilissimo continua a influenzare l’orologeria moderna.
Blanpain Fifty Fathoms
Il Blancpain Fifty Fathoms ha una storia davvero affascinante. Tutto iniziò nei primi anni ’50 quando Jean-Jacques Fiechter, allora CEO di Blancpain appassionato di immersioni, ebbe l’idea di creare un orologio subacqueo che fosse robusto, impermeabile e facile da leggere sott’acqua.
Dopo vari tentativi nel 1953 nacque il Fifty Fathoms, il primo orologio subacqueo moderno. Fiechter gli diede questo nome ispirandosi al Canto di Ariel tratto da La Tempesta di Shakespeare.
L’orologio attirò subito l’attenzione di molti pionieri delle immersioni, come il capitano Robert “Bob” Maloubier e il tenente Claude Riffaud della Marina Francese che stavano formando il primo corpo di sommozzatori da combattimento che si chiamerà “Nageurs de Combat” – come ha riportato il nostro Robert nel suo affascinante articolo dove ha definito il Fifty Fathoms l’orologio di Nettuno. Dopo averlo provato con successo fino a 100 metri di profondità (1 fathom circa 1.8 metri, l’equivalente delle nostre ‘braccia’) adottarono il Fifty Fathoms come orologio ufficiale dei loro palombari.
La sua fama si diffuse in fretta e la Marina Americana lo scelse come equipaggiamento dei suoi sommozzatori della UDT (Underwater Demolition Team). Fu utilizzato anche da Cousteau e dal suo team durante le riprese del famoso documentario “Il mondo del silenzio”.
Dagli anni ’80 l’evoluzione del modello si era fermata, fino a quando Marc A. Hayek non ha ripreso le redini di Blancpain. Appassionato anche lui di immersioni, Hayek ha rispolverato il Fifty Fathoms dandogli una nuova vita con il modello 50th Anniversary nel 2003.
Da allora il Fifty Fathoms è tornato di nuovo a splendere con continue innovazioni tecniche frutto delle esperienze di Blancpain maturate nel campo delle immersioni. È considerato un’icona per la sua estetica inconfondibile e per aver ridefinito gli standard degli orologi subacquei con caratteristiche all’avanguardia che si ritrovano ancora oggi in tutti i segnatempo moderni, una tra tutte l’immancabile lunetta girevole.
Nel 2023 si sono festeggiati i suoi 70 anni.
Casio G-Shock DW-5000C
Nato nel 1983 dalla visione dell’ingegnere Kikuo Ibe, il DW-5000C fu il primo orologio G-Shock della storia. Dopo oltre 200 prototipi, Ibe riuscì a creare un segnatempo resistente agli urti grazie ad una struttura interna ammortizzata. Esteticamente il DW-5000C si distingueva per la sua forma squadrata in resina e le dimensioni generose.
Presentato come il primo orologio “indistruttibile”, il Casio G-Shock non riscosse però un successo immediato. Considerato troppo massiccio ed eccessivo, faticò ad imporsi in un mercato dominato dagli orologi eleganti e raffinati. Solo verso la fine degli anni ‘80 il suo design grintoso conquistò il pubblico più giovane.
Da allora la fama del DW-5000C è cresciuta fino a diventare un’icona, capostipite di una linea di orologi con oltre 3.000 varianti. La sua estetica squadrata, immutata in oltre 40 anni, il suo essere il primo G-Shock della storia e la qualità costruttiva ne fanno un modello ricercatissimo dai collezionisti, con valutazioni superiori ai 2000€ per i pezzi d’epoca. Una leggenda che ha rivoluzionato il concetto stesso di orologio sportivo.
Non importa se quasi chiunque lo veda al tuo polso pensi che tu sia un poveraccio o uno che non capisce nulla di orologi. Lui è una star e collezionabilità e quotazioni a parte del DW-5000C, ha già un posto fisso nella storia dell’orologio. Non male per un marchio nato nel 1946 come produttore di componenti meccanici per i movimenti e che nel 1974 si era dedicato a costruire calcolatrici.
Cartier Tank
Immagina di far scivolare sul tuo polso un Cartier Tank. È come indossare un’opera d’arte con alle spalle un passato affascinante. Lui ha adornato i polsi di innumerevoli personalità di spicco, diventando uno degli orologi di lusso più desiderati di tutti i tempi.
La sua cassa rettangolare diversamente elegante e quei grandi numeri romani sono una definizione di classe allo stato embrionale; il Tank di Cartier è rimasto pressoché invariato dalla sua introduzione nel 1917. Sono sempre colpito da come il suo design esprima eleganza in un modo che neppure tra cent’anni sarà fuori moda, e di come sia adatto a ogni occasione. Sia che lo abbini a un paio di jeans e una t-shirt bianca sia che spunti dalla manica di un vestito di alta sartoria, non manca mai di dirti: “Ehi io sono io”.
È da non credere che le sue linee pure derivino dai carri armati della Grande Guerra. Il Cartier Tank rappresenta da più di un secolo l’essenza stessa dell’orologio dressy.
Patek Philippe Nautilus
Il Nautilus fu creato nel 1976 su richiesta dell’allora presidente della manifattura Philippe Stern. Voleva un orologio sportivo in acciaio che potesse competere con il recente Audemars Piguet Royal Oak.
Per disegnarlo, Stern si rivolse a Gérald Genta, la stessa penna che aveva dato vita al Royal Oak. Genta si ispirò allo scafo di una nave da crociera, la SS France, creando il caratteristico design a forma di oblò con le tipiche “orecchie” e il bracciale integrato.
Presentato al salone Baselworld del 1976, il Nautilus ref. 3700/1A riscosse subito un grande successo nonostante il prezzo assai elevato per un orologio sportivo in acciaio. Di lì a poco diventò un simbolo, molto ambito dagli appassionati ma solo nell’ultimo decennio è stato scambiato per un prezzo 4 volte il suo prezzo di listino.
Nel 2021, dopo 45 anni, Patek Philippe ha messo fuori produzione la referenza 5711 in acciaio, l’orologio discendente diretto di quel primo Nautilus del 1976. Ciò ha scatenato speculazioni sul perché, nonostante la sua iconicità, gli Stern abbiano “diseredato” il Nautilus in acciaio a favore dei modelli in oro e platino.
Secondo lo stesso presidente in carica Thierry Stern la famiglia ha voluto sottolineare come i Patek più rappresentativi siano quelli in metalli preziosi. Ma il Nautilus originale rimane un’icona indiscussa nella storia dell’orologeria, avendo segnato insieme al Royal Oak la nascita degli orologi sportivi di lusso. Senza nuove referenze in acciaio il suo status leggendario persiste, ma prima era un’altra storia.
Omega Ploprof
Chiamato così dalla composizione dei due termini francesi “Plongeur Professionnel”, il Ploprof è nato nei primi anni ’70 dalla collaborazione tra Omega e la società francese di immersioni COMEX, la stessa che ha sviluppato per Rolex diversi modelli. L’obiettivo era di creare un orologio subacqueo professionale che potesse resistere alle altissime pressioni delle immersioni in saturazione. Con grande sorpresa oggi con quell’enorme cassa di acciaio o di titanio è considerato un segnatempo molto alla moda.
Il suo design era rivoluzionario per l’epoca: la cassa monoblocco in acciaio garantiva l’impermeabilità senza bisogno di valvole di sfogo per l’elio (un po’ come fare a braccio di ferro ogni volta che ti immergi); la lunetta girevole bidirezionale con pulsante di blocco era più sicura di quelle tradizionali, e la corona completamente incassata evitava qualsiasi rischio di infiltrazioni.
Nonostante l’estetica massiccia, quasi brutale, le prestazioni erano eccezionali, come testimoniato dal subacqueo David Stevens che lo utilizzò in numerose missioni per la BP sulle piattaforme petrolifere di tutto il Pianeta. Il Ploprof divenne subito un successo tra i professionisti, ma conquistò anche personaggi famosi come Gianni Agnelli che ovviamente indossava anche lui sopra la camicia.
Dopo quasi 40 anni, nel 2009 Omega decise di far rinascere questa icona con il nuovo Ploprof Co-Axial, migliorandone le caratteristiche tecniche: impermeabilità a 1200m, movimento a carica automatica, materiali più leggeri. Il design però rimase fedele all’originale, a partire dalla caratteristica lunetta blu.
Ancora oggi il Ploprof è considerato un capolavoro dell’orologeria subacquea. I modelli vintage sono ricercatissimi dai collezionisti e nelle aste raggiungono quotazioni elevatissime. Omega celebra periodicamente questo modello con edizioni speciali, come l’ultima versione del 2023 per i 75 anni della collezione Seamaster.
Rolex Cosmograph Daytona Paul Newman
Si lo sò, sono in compagnia di milioni di appassionati ma da sempre amo particolarmente il Daytona Paul Newman, la ref. 6239. Tutto ebbe inizio nei primi anni ’60 quando Rolex presentò il Cosmograph Daytona, un cronografo sportivo pensato per il mondo delle corse automobilistiche. Tuttavia, a distinguere il modello che in seguito sarebbe diventato noto come “Paul Newman” furono alcune particolarità estetiche: i contatori a contrasto (chiamati Panda o Reverse-Panda) posti a ore 3, 6 e 9, la grafica con numeri in stile art déco e la scala dei minuti dello stesso colore dei contatori.
Nonostante queste peculiarità, inizialmente il Daytona Paul Newman non riscosse grande successo. La svolta avvenne silenziosamente tra il 1968 e il 1969 quando la moglie dell’attore Joanne Woodward regalò a Paul Newman un Daytona ref. 6239 con quadrante “esotico” bianco, facendo incidere sul fondello la dedica “Drive Carefully Me”.
Quell’orologio, che Newman non si toglieva mai, acquisì grande visibilità cominciando a diventare un riflesso condizionato del marchio coronato. Ci volle del tempo, ma il legame con la star di Hollywood rese il Daytona Paul Newman un’icona. Nel 2017, l’esemplare appartenuto a Newman è stato battuto all’asta per la cifra record di 17,8 milioni di dollari.
Il Paul Newman è stato realizzato in sei diverse referenze. La più iconica è la 6239, il modello indossato da Newman, con pulsanti a pompa e lunetta in acciaio. La 6263 è invece la versione più ricercata e costosa, con quadrante panda, pulsanti avvitati e meno di 20 esemplari esistenti. Se vuoi conoscere altri particolari leggi la mia guida sul Rolex Paul Newman.
I prezzi per un Paul Newman partono oggi da circa 240.000 euro, ma possono raggiungere diversi milioni per i modelli più rari e ambiti come il Paul Newman Lemon. La sua importanza storica e collezionistica è indiscutibile: il Paul Newman ha scritto un capitolo fondamentale nell’evoluzione del Rolex Daytona.
Gli Orologi Iconici nei Film
Nel cinema alcuni orologi da polso diventano simboli di personaggi ed epoche È proprio nella settima arte che gli orologi assumono un significato che va ben oltre la semplice misurazione del tempo. Alcuni modelli, grazie alle loro apparizioni in pellicole famose, sono entrati nell’immaginario collettivo diventando vere e proprie icone.
Chi tra loro ha superato l’esame di recitazione ha dato un valore aggiunto alle narrazioni, consolidando il proprio status di oggetti cult nella storia dell’orologeria e del cinema.
Rolex Submariner ref 6538 in “Agente 007 – Licenza di Uccidere” (1962)

Nel ‘62 il Rolex Submariner 6538 conquistò i riflettori in uno dei momenti più magici per gli orologi al cinema. L’impeccabile interpretazione di Sean Connery nei panni di James Bond in “Agente 007 – Licenza di uccidere”, con al polso questo modello divenuto leggendario, ne rafforzò la sua posizione negli annali del cinema e dell’orologeria.
In quel film lui e Bond sono un tutt’uno, ovvero soprannaturali come l’agente segreto più conosciuto al mondo ci ha poi insegnato attraverso decine di avventure. Rappresentava una robustezza surreale, proprio come l’Agente 007.
La caratteristica corona extralarge che gli valse il soprannome di “Big-Crown” (da noi ribattezzato Coroncione) e l’assenza delle spallette di protezione facevano di questo Submariner un modello che gli appassionati continuano ad osannare ancora oggi.
Questo classico vantava una capacità subacquea straordinaria per l’epoca, adattissima all’agente più straordinario del mondo, spingendosi fino a 200 metri di profondità. È indubbio che quella pellicola contribuì a lanciare il Submariner e a farlo conoscere al grande pubblico.
Porsche Design Orfina Chronograph in Top Gun (1986)

In crociera ad alta quota al polso di Tom Cruise, il Porsche Design Orfina Chronograph divenne un simbolo di sicurezza di sé nel primo film Top Gun. Il suo aspetto total black e l’aria di un preciso cronografo rispecchiavano i jet supersonici e l’azione adrenalinica di questo blockbuster.
Hollywood ha il tocco magico nel mettere in primo piano segnatempo iconici, e l’apparizione di questo orologio al polso di Maverick creò uno status nell’immaginario pop.
I fan notarono subito la struttura robusta e lo stile essenziale dell’Orfina Chronograph che rispecchiava il carattere e la professionalità di chi lo portava. Questo momento nella storia del cinema ha mostrato come gli orologi potessero diventare simboli di uno stile di vita dove coraggio e precisione sotto pressione diventano una sola cosa.
Quell’orologio era parte integrante della leggenda dei piloti Top Gun.
TAG Heuer Monaco in Le Mans (1971)
Passando da un cronografo supersonico come quello visto in Top Gun ad un diverso tipo di segnatempo immemorabile, sono rimasto affascinato dall’apparizione sul grande schermo dell’allora chiamato Heuer Monaco con la sua inconfondibile cassa quadrata. Per meglio rendere l’idea di quanto quel film e la storia che raccontava mi aveva stregato, oltre una decina d’anni fa acquistai il DVD originale proveniente dal Regno Unito pagandolo una follia.
Dopo essere apparso al polso di Steve McQueen durante il realistico film sul mondo delle corse e della 24 Ore di Le Mans, con riprese originali dell’attore al volante della Porsche 917 Gulf, questo orologio ha lasciato un segno indelebile. La sua presenza fu un trionfo di product placement e una significativa testimonianza del fascino grintoso del cronografo progettato da Jack Heuer che usava trascorrere i weekend in pista a contatto con i piloti della Grande Formula.
Il sorprendente quadrante blu e la vistosa cassa ad angolo retto del Monaco rappresentavano una rottura col design tradizionale, distinguendolo come uno dei migliori orologi sportivi mai creati. Ma non fu solo la magnetica presenza di McQueen a elevarne lo status. Il Monaco vantava all’epoca dell’uscita del film innovazioni tecniche avanzatissime come essere uno dei primi cronografi automatici ad arrivare sul mercato.
Dicono che la vita imiti l’arte, e in questo caso una leggenda sullo schermo ha trasformato un orologio innovativo nell’oggetto del desiderio di collezionisti e appassionati di corse. Il TAG Heuer Monaco non serve tanto a segnare il tempo: serve a entrare nella storia.
Omega Speedmaster Professional in Apollo 13 (1995)

Spostandoci dalle piste di Le Mans allo spazio infinito, nel 1995 in un film cult diretto da Ron Howard e magistralmente interpretato da Tom Hanks, l’Omega Speedmaster Professional approda sotto i riflettori in un contesto completamente diverso, dove anche oltre la nostra atmosfera possono nascere momenti drammatici.
Durante la missione Apollo 13 del 1970 il celeberrimo Omega Speedmaster Professional altrimenti chiamato Moonwatch, ha dimostrato tutto il suo valore. In quell’occasione questo orologio leggendario non si limitò a segnare il tempo ma addirittura salvò l’equipaggio.
Assegnato al compito di cronometrare una manovra cruciale di riaccensione dei motori per correggere la rotta della navicella, lo Speedy contribuì a riportare gli astronauti sani e salvi a casa dopo che un’esplosione a bordo aveva messo a rischio le loro vite.
In condizioni così estreme la sua prestazione gli assicurò un posto nella storia e ne consolidò lo status di uno degli orologi più iconici mai realizzati da Omega. Pochi mesi dopo la felice conclusione della missione Apollo 13, il 5 ottobre 1970 la NASA assegnò allo Speedmaster il prestigioso “Silver Snoopy Award”.
Il riconoscimento istituito con Snoopy come mascotte non ufficiale dell’ente spaziale, simboleggiava l’abilità di sdrammatizzare le situazioni difficili e rappresentava un “cane da guardia” per la sicurezza in volo.
Avere un Moonwatch al polso è come avere sempre con te un frammento di storia e non circoscritta agli orologi.
Conclusione
Siamo arrivati alla fine. Se sei riuscito a leggere sin qui complimenti: questo è il momento per riflettere sul viaggio attraverso il tempo che questi campioni hanno il privilegio di continuare a segnare.
Questa non è una classifica. Non bisogna per forza avere un portafoglio a sei piani per possederne uno e ove non fosse possibile arrivare conoscerli ci ha comunque regalato delle belle storie. Il club è sempre aperto: magari il prossimo orologio iconico è già tra noi, basta solo lasciargli il tempo di scrivere la sua leggenda.
Ricorda: sia che porti i segni di un savoir-faire ultracentenario sia che celebri il progresso tecnologico, un orologio ben scelto dice molto sulla capacità di chi lo porta di saper apprezzare i momenti più preziosi della vita.
Ora mi piacerebbe leggere in un commento la tua opinione.
Commenti
Bellissimo servizio, davvero.
Avrei inserito forse anche il primo swatch e il Citizen acqualand.
Complimenti di nuovo!
Grazie Luigi! Sono d’accordo, ma li hai aggiunti tu 😉 perfetto
Ottimo servizio grazie per gli aggiornamenti.
Grazie Flavio! 🙂
Penso che ci stava bene anche il mitico Omega seamaster 300 2023 cosa ne pensate?
Grazie per il commento! 🙂 Assolutamente si, ma a lui abbiamo recentemente dedicato una recensione-confronto con il Planet Ocean 600 https://www.orologidiclasse.com/omega-seamaster-diver-300m-sumer-blue-vs-seamaster-planet-ocean-600m-diver-blue/
Articolo meraviglioso. Come sempre traspàre il piacere di condividere la passione per questo mondo.
Come sempre si potrebbe proseguire con altri cento racconti ed ognuno di noi può portare la sua esperienza.
Per quanto riguarda me (io non me ne intendo di movimenti quindi forse il mio commento è un pó rozzo), il primo orologio è stato un flick flack (che trovo iconico ma non vorrei essere ingenuamente nostalgico). Poi “da grande” mi comprai un g-shock (che ho sempre tenuto sulla schermata del cronometro non so perché), semplicemente epico, ce l’ho da 27 anni ed è ancora esteticamente contemporaneo.
Ho poi avuto la fortuna di potermi regalare uno speedmaster ed un mark XVIII, che reputo non solo oggetti, ma veri e propri traguardi personali.
Credo che all’elenco dell’articolo si dovrebbe aggiungere (oltre al mitico flick flack) il seiko willard ed il casio del buon m j fox in ritorno al futuro.
Grazie ancora per questi bellissimi articoli!
Grazie Claudio! Nel tuo percorso hai sviluppato una sana e profonda passione, complimenti! 🙂
Bellissimo articolo, se posso permettermi aggiungerei il glycine airman, credo abbia a modo suo aggiunto un qualcosa di importante nella storia orologiera.
Grazie Manuel! 🙂 Altrochè se ha aggiunto qualcosa… Adoro quell’orologio, il meritato posto che ha nella storia dell’orologeria e come orologio militare in Vietnam! Grazie per averlo ricordato..
Sarà stata sicuramente una dimenticanza Zenith El Primero!!!
Grazie per il commento! 🙂 No, è che non c’e abbastanza spazio per citare tutti gli orologi iconici, ma per quelli che mancano ci siete voi.
Bellissimo articolo
Ho però notato che manca una casa come la Vacheron Costantin che è il marchio più antico (1755) che ha mantenuto per sempre la produzione. Così come non viene citato il 222 che per il Design e per la rarità dell’orologio è senz’altro uno fra i più iconici di sempre. Cordiali saluti Gian Paolo Chittolini
Grazie per il suggerimento! 🙂
Buongiorno Massimo
Che dire, come sempre articolo interessantissimo, ed in più questa volta ne hai scritto di storia… complimenti.
Leggendolo, come non ammirare il Patek Philippe Ref. 1518, che rimarrà per sempre un sogno nel cassetto, oppure il mitico Rolex submariner ref. 6538 che con quella sua corona senza protezione è una meraviglia per tutti gli appassionati.
Poi in Cartier, il Blancpain, lo Speedmaster… insomma tutti orologi che hanno almeno un primato e per questo sono entrati nella storia.
Hai fatto benissimo ad inserire anche il Casio DW-5000C che ha davvero fatto e sta facendo ancora la storia dell’orologeria mondiale.
Se ne potrebbero aggiungere altri, ma a che pro? hai fatto già una carrellata pazzesca.
Grazie
Grazie Lorenz! 🙂 Se vuoi aggiungere i tuoi, si il benvenuto!
…aggiungo (film) “IL LAUREATO”, indi il bellissimo AP
Grazie per il commento! 🙂 Perdona Luca, immagino volessi dire un Girard-Perregaux che si dice che sembra proprio grazie a quel film gli allora proprietari del marchio vollero chiamare “Laureato”.
Quanto ai modelli riportati…Non plus ultra!
Da incorniciare la pubblicità della Omega ( vi ringrazio per averla “scovata”) riportante con perfetto understatement…Come possa un uomo accontentarsi di un orologio dal costo corrispondente a meno di un centesimo di quello della tuta indossata.
E qui sta la magia della vera passione per l’orologeria che scevra da ogni finalità speculativa, sa cogliere la raffinata superiorità progettuale caratterizzante creazioni pressoché uniche.
Best Regards
Grazie!
La mia opinione spero non infastidisca nessuno..mia nonna nata nel 1886 lavorava per dirla breve come promoter per varie case d orologeria sia americane che Svizzere…e ho tanti circa 300 orologi della sua collezione..nomino qualche maison .Buren Bulova Ogival Imperial mondia movado da Rolex prince e chi ne ha piu ne metta ma vengo al sodo. Tutti gli orologi che come lei dice hanno fatto la storia secondo me hanno influenzato molto chi non se ne intende di orologeria.
Ci sono orologi che di marche sconosciute hanno una lavorazione della cassa imparagonabile con metalli più ricercati e meccanismi più raffinati ma nessuno apprezza ciò…e questa mia nonna ne sapeva molto di queste cose perché era a contatto con i titolari di queste maison e sapeva chi faceva orologi di prestigio a differenza della marca..buona orologeria a tutti sperando che in ogni marca sebbene la più blasonata si pensi al lavoro che c era dietro
Grazie per aver condiviso questa bella storia Antonio! Trovo che tu abbia ragione: seguendo la loro natura spesso i veri tesori in orologeria sono nascosti, ed è per questo che a mio parere bisogna osservare tutto e dappertutto. Questo articolo però è dedicato agli orologi iconici, perciò non necessariamente i più raffinati ma quelli che per una ragione o per l’altra hanno lasciato un segnao nella storia.