Da sempre Patek Philippe offre a catalogo pochi esemplari in acciaio, così com’è noto che sia proprio un orologio di quel comune materiale, il Nautilus, tolto di produzione a inizio anno, il segnatempo con cui il grande pubblico identifica il famoso marchio svizzero.
Oggi vorrei parlarti del recente Patek Philippe 4947/1A-001, un calendario annuale declinato per la prima volta con cassa rotonda stile Calatrava e bracciale in acciaio. Anche se trattasi di un orologio completamente diverso, chi ha mancato il Nautilus e vuole un segnatempo con il simbolo della croce di Calatrava dovrebbe considerarlo, in quanto – esclusa la componente moda (che al sottoscritto lascia il tempo che trova) – è superiore sotto tutti i punti di vista.
I Calendari Annuali Patek Philippe
Un orologio calendario annuale è capace di indicare data, giorno, mese con esattezza in quanto il suo meccanismo conosce la lunghezza di tutti i mesi dell’anno escluso febbraio, alla cui fine deve essere regolato, perciò una sola volta l’anno.
Per quanto nel 1925 Patek abbia realizzato il primo orologio da polso al mondo con la più nobile complicazione del calendario perpetuo, che conosce la lunghezza di tutti i mesi dell’anno e deve essere regolato solo quando occorrono le eccezioni del calendario gregoriano, in cui vengono soppressi gli anni bisestili degli anni centenari non multipli di 400, il calendario annuale è già un bell’esempio di memoria meccanica.
È curioso ma per vedere il primo Patek Philippe con calendario annuale bisognò attendere sino al 1996. Introdotto con la referenza 5035J – lettera che identifica una cassa in oro giallo – fu eletto orologio dell’anno dalla rivista Montres Passion. Esempio di genuina eleganza, dalla metà degli anni 2000 questa referenza non è più in produzione.
Calendario Annuale: Funzionamento Logico
Come funziona un calendario annuale?
I suoi meccanismi sanno riconoscere i mesi di 30 giorni da quelli di 31 perché i ruotismi sono stati programmati per agire in questa sequenza: X Y X Y X Y X X Y X Y X dove “X” sono i mesi da 31 giorni e “Y” i mesi da 30 giorni. Nota che per un calendario annuale tutto fa sempre riferimento a sole a due lunghezze (31 e 30), quindi anche il mese di febbraio lui lo considera di 30 giorni.
Patek Philippe 4947/1A-001 Calendario Annuale
È l’ultima interpretazione di un calendario annuale di Patek Philippe. La sua presentazione ufficiale risale ad aprile 2021.
Si tratta di una versione completamente inedita che si caratterizza per una cassa da 38 mm in stile Calatrava abbinata a un bracciale a cinque file di maglie sempre in acciaio.
Il Calatrava è per eccellenza l’orologio elegante più conosciuto al mondo, ma mentre nelle versioni solotempo è d’obbligo comprarlo in un metallo prezioso (anche perché viene prodotto solo così), in questa referenza complicata cui al calendario annuale la Maison ha aggiunto le fasi lunari (si dovrebbe chiamare Calendario Completo), vedo benissimo l’acciaio che lo alleggerisce e gli dona un tocco di sportività che si traduce in un’alta personalità. È un vero peccato che sia impermeabile solo fino a 30 metri, il che impone di fargli vedere l’acqua al massimo quando lavandoti le mani potrebbe arrivargli qualche schizzo.
Il quadrante è spettacolare. Finalmente dopo tutto il verde – colore tormentone del 2021 – cui anche Patek ha adottato per il Nautilus in acciaio d’addio, ecco riapparire l’intramontabile tonalità blu notte impreziosita da una doppia satinatura verticale e orizzontale con motivo shantung.
Per gli indici delle ore in oro bianco invece che i numeri romani sono stati scelti quelli arabi che meglio si intonano con il quadro informale di questo 4947/1A-001 Calendario Annuale in acciaio. Le lancette sono a foglia.
Anche per le indicazioni del calendario annuale si è fatto uno strappo alla regola “ginevrina” che solitamente vede giorno e mese spalmati in due finestre sotto le 12. Qui, anche per omaggiare il primo calendario annuale della Maison del 1996 che ho mostrato sopra, si è preferito mantenere il suo schema a cerchi. La data è a ore 6 e appena sopra c’è un’apertura che mostra le fasi lunari.
Movimento
Il fondello in zaffiro mostra il calibro 324 S QA LU a carica automatica dove spicca un rotore centrale in oro giallo 21 carati con incisa la croce di Calatrava.
Oltre agli smussi lucidati degli elementi visibili, di tradizione molto crociata le decorazioni a Côtes de Genève circolari. L’organo regolatore possiede la molla della spirale Spiromax in Silinvar che identifica il silicio proprietario. Inaugurato dal brand nel 2005, con caratteristiche di amagneticità e scorrevolezza il silicio sta interessando sempre più modelli di Alta Orologeria.
Prezzo
Patek Philippe 4947/1A-001 Calendario Annuale ha un prezzo di 42.360 Eur.
Opinione Personale
In orologeria l’inizio del ventennio del 21° secolo sarà purtroppo ricordato più per le speculazioni di alcuni modelli Rolex (tutti i professionali), Patek Philippe e Audemars Piguet, che per scoperte e innovazioni.
Patek e Audemars hanno reagito togliendo rispettivamente di produzione il Nautilus e il Royal Oak Jumbo vendendola come una “pulizia” e uno scacco al mercato parallelo. Rolex tace e tira ancora la corda.
Alla fine chi avrà ragione? L’ipotizzata “bolla” prima o poi esploderà? Non lo so e francamente non è che mi interessi molto. Neppure della crociata intrapresa da anni dal presidente di Patek Philippe, Thierry Stern, che da sempre ripete nelle interviste “abbiamo a catalogo orologi d’oro ben più preziosi del Nautilus”.
Credo che bisognerebbe valutare con più attenzione un Patek Philippe come questo nuovo 4947/1A-001 Calendario Annuale, e orologi di altri marchi, in base a quello che offrono, non alla loro visibilità. Lo stesso comportamento accade per altri beni di largo consumo come gli smartphone.
La maggior parte di coloro che comprano un iPhone non si preoccupa di spendere anche 1.500 euro per un telefono, e questo solo perché è considerato il Nautilus in acciaio della telefonia. Di sicuro non è il miglior telefono, ma quello che tutti riconoscono anche da lontano. Oltretutto un prezzo del genere per un device che in fatto di privacy alla fine offre solo promesse e grandi lezioni di marketing.
Ebbene si, il titolo di questo post che cita un’alternativa al Nautilus era una provocazione.
Non dico che spendere oltre quarantamila euro per un calendario annuale in acciaio sia l’affare della vita anche se proviene da una signora Maison come Patek Philippe, ma lo è senz’altro come valore di prodotto rispetto a pagare un Nautilus 5711 120.000 euro.
Insieme al portafoglio apriamo anche gli occhi.
E tu che ne pensi?
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Commenti
assolutamente d’accordo, infatti ho preferito acquistare un calendario perpetuo di Montblanc piuttosto che avere un semplice ROYAL OAK o NAUTILUS. hO PREFERITO DARE ASCOLTO ALLA MIA PASSIONE PIUTTOSTO CHE AL PORTAFOGLIO.
Grazie per il commento e complimenti per il tuo calendario perpetuo Montblanc, gran bell’orologio! 🙂
Questo orologio non mi piace! Sarà un gusto mio e forse altri avranno opinioni diverse. Piuttosto che del Nautilus mi sembra una brutta copia del 5146J.001 in oro giallo, recentemente tolto dalla disponibilità dal sito Patek (non ne compare più il prezzo di vendita a nuovo) di cui con Massimo abbiamo magnificato. Rispetto al 5146 è sparita l’indicazione della riserva di carica. Penso che un orologio elegante (non sportivo) debba avere il cinturino in pelle e non in metallo come proposto. Certo, la pelle è meglio non bagnarla ma questo tipo di orologi non ce li vedo al mare ma in altri eventi anche senza la presenza di acqua
Grazie per il commento Riccardo! La tua opinione ci sta benissimo…
Buongiorno,
il modello Nautilus, in qualsiasi versione, rimane unico come design e sportività.
Che l’abbiamo tolto credo sia solo poiché era l’unico a far impazzire gli ignoranti in materia “meccanica orologi” ma dal forte ego.
Il Nautilus rimane e rimarrà un boom storico per richiesta e prezzo assurdo…, ma sempre un bel oggetto !
Questo nuovo modello lo trovo interessante ma non da distinguo…
Avrei messo gli indici a bastone che i numeri arabi poco sportivi (secondo me)
Marco Porro
Grazie per aver espresso e documentato la tua opinione Marco!
Caro Massimo sempre complimenti per l’accuratezza dei tuoi articoli. Onestamente concordo con Riccardo e dico che non piace neanche a me. Naturalmente, come sottolineo sempre, un orologio và visto e indossato prima di esprimersi ma questo 4947 proprio non mi attira. Non ne vedo il senso. Fare un modello in acciaio per Patek significa creare un pezzo che diventerà ricercato negli anni per il fatto che non è stato usato un materiale nobile ma il “vile” acciaio. Un 5204 oppure un ripetizione minuti li vedrei come oggetti fortemente desiderabili ma un “semplice” calendario annuale senza la riserva di carica che ,come elemento veramente bello, ha solo il quadrante sembra quasi dire “acquistatemi perché comunque sono un Patek”. Anche no,grazie. A quella cifra acquisto un FpJ, un Laurant Ferrier. Anche il cal. 324 è usato per molti altri Patek pur essendo molto ben rifinito.
In sostanza ,ottimo prodotto sicuramente ma per me non minimamente appetibile.
Quello che Marco dice è sacrosanto: “ogni orologio va visto…”.
Però il problema non è di facile soluzione.
Questi orologi costano decine di migliaia di euro ed è difficile che un venditore/concessionario lo abbia in vetrina, specie se non si vive o non si può raggiungere una grande città.
Se lo si vuole acquistare si comincia col dover dare un acconto (anche importante) e poi attendere del tempo, se va bene mesi… Quindi la “vetrina” virtuale sul web diventa uno dei pochi mezzi per poter vedere l’orologio prima di “cacciare” dei soldi. In questo caso parliamo di questo Patek 4947 ma il discorso vale anche per altri marchi
Grazie per il commento Marco! 🙂
Concordo esattamente con la riflessione di Riccardo. Ogni pezzo,che naturalmente comporti una spesa cospicua, andrebbe visto indossato ed “esplorato ” per così dire. Non è semplice trovare e quindi verificare questi orologi. Quando si parla di Patek ,come anche di Lange&Söhne o AP oppure VC senza dimenticare JlC che adoro come brand, bisognerebbe andare sulla fiducia. Per fare un esempio, ho indossato lo Zeitwerk e ,per quanto lo trovi un pezzo straordinario di orologeria e storia del modo in cui segnare lo scorrere del tempo, al confronto con il crono 1815 la mia scelta sarebbe andata a quest’ultimo. Sul catalogo e foto il primo risulta pazzescamente attraente.
A mio avviso questo Patek ha un design molto pulito nonostante le complicazioni e non è una cosa scontata. Avrei preferito i piccoli secondi nel quadrante fasi lunari e qualche stellina in meno. Ottimo anche il colore del quadrante: un blu che non stanca.
Grazie per il commento Andrea!
Buongiorno Gentile Massimo…
Che dire…Un nome un programma Charles Gérald Genta classe 1931 Ginevra…Le sue leggendarie realizzazioni quali il
Patek Philippe Nautilus , o
l’Audemars Piguet Royal Oak non sono semplici icone sono a parere di molti la perfezione e l’equilibrio assoluti ( curioso notare tra le altre cose che per la cassa di entrambi i modelli , Genta trasse ispirazione dagli oblò delle navi…), Il resto come diceva Paul Verlaine:
»Non è che letteratura « N’est-ce pas?
À bientôt
Alex
Gentile Massimo,
concordo pienamente con le tue argute osservazioni, sei persona dalle sublimi competenze in materia di alta orologeria , pacato e democratico nella gestione degli interventi sul tuo wonderful blog.
Effettivamente la corsa al rialzo che contraddistingue il Nautilus ha raggiunto livelli “eccessivi”, come mi dicevano a Londra: ” It’s the market baby” e giocoforza in base al principio domanda/offerta…Its price really boosted ( We Could say…Too much).
Il mio era un semplice omaggio ad “un genio dell’orologeria” è altresì vero che il mondo intorno a noi evolva e come ben rimarcò Isaac Newton giunge il momento di porsi sulle spalle dei giganti… In modo da poter vedere (in questo caso direi “rimirare”) ancor più lontano.
Meilleurs Saltations
Alex
Grazie per il commento Alex! Il sottoscritto non ha mai messo in discussione Monsieur Genta (leggi questo articolo omaggio che scrissi quando venne a mancare), ma piuttosto chi è convinto che le sue creazioni – per quanto uniche – siano il meglio che ci sia nell’orologeria. Se fosse ancora vivo con l’intelligenza di cui egli era dotato avrebbe dissentito anche lui di fronte a veder pagare 120k Euro e oltre per un Nautilus in acciaio. Esiste molto di meglio e cambiando marchio/marchi… Tuttavia come avrai visto e come sempre rispetto chi la pensa diversamente. Alla prossima 🙂
Grazie Alex! 🙂 Ma figurati.. Ci sta tutto, anche che si neghi un po’ l’evidenza se um orologio piace, anche se non era il tuo caso. Alla prossima!
Gent. Sig. Massimo Scaleso, sono pienamente d’accordo con la sua opinione.
Sono un expertise di orologi prestigiosi ,ho collaborato per dare luogo a volumi orologi di prestigio, nonche’ collezionista.
Ritengo che solo un’ inesperto puo’ pagare il Nautilus Jumbo 40 mm. ref.5712 della Patek Philippe euro 120 mila pur consapevole che la domanda/offerta, determina il prezzo di mercato.
Aggiungo anche la disonesta’ di tanti concessionari della Patek Philippe che invece di vendere il Nautilus a prezzo di listino, lo danno ad un loro ” delfino” per poter chiedere imballatto, sottovuoto, anche 150 mila euro ( ho prontamente segnalato tutto cio’ all’ amministratore delegato della Patek Philippe ).
Per concludere ritengo che il Patek Philippe Gondolo ref.5135G, ( non piu’ in produzione, prezzo di listino nel 2007, euro 37 mila ) complicato , calendario annuale , sia ben superiore per eleganza e raffinatezza al Nautilus.
Saluti cordiali.
Grazie per il commento Dario! Mi auguro di leggere presto altri tuoi autorevoli commenti.
Buongiorno a tutti,
Ogni volta che San Patek commercializza qualcosa di nuovo si aprono paragoni e rimandi al passsto ….
L’orologio in acciaio è sportivo ma non affascina e non costa quanto un Rolex che ha più appeal in questo genere, seppur il calendario è più intrigante.
Trovo particolarmente non piacevole il quadrante con le due lunette di lettura sei umana sfalsate all’asse centro orologio “2” e “10”
Troppi “occhi” all’interno di un quadrante pulito
Degustibus!
Se si sceglie per un Patek si sceglie per le complicazioni, non per le mode
Nautilus deve avere e arrivare alla fine, ha fatto scrivere e perdere la testa o il senso fin troppo
In fondo indica l’ora
Marco
Grazie per il commento!