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Roger W Smith Open Dial: l’orologio extra-piatto “secondo me”

Con Open Dial Roger W Smith esprime la sua visione, e quella della tradizione orologiera anglosassone, a proposito degli orologi extra-piatti.

di Massimo Scalese 4 MIN LETTURA

 

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Freddo, apparentemente calmo, determinato oltre i limiti dell’immaginabile. E’ il ritratto di Roger W Smith. Dire che egli sia “solo” un orologiaio indipendente è estremamente riduttivo. Per ora, in quella che potremmo chiamare l’era post Danielssuo maestro, è l’unico a portare avanti il patrimonio culturale di una tra le più onorabili scuole orologiere. Oggi, oltre a sottolineare le eccezionali e rinomate capacità di Smith, attraverso l’orologio Open Dial proverò a mettere in luce alcuni aspetti della sua singolare personalità.

Roger W. Smith Open Dial

Open Dial e le tradizioni

Orologeria meccanica è rispetto per le tradizioni”. Tutti lo scrivono, tutti lo dicono, pochi lo dimostrano con i fatti. Tuttavia, in un mestiere artigianale come questo, esiste uno stato ancora più sublime che è quello di prendere un meccanismo, la scuola cui rappresenta, e reinterpretarlo seguendo le regole della propria mettendoci pure dentro una bella dose d’ironia e classe! In quattro parole “semplicemente” Roger W Smith Open Dial.

Cosa dicono

Premessa. Concettualmente un movimento extra-piatto non fa parte della cultura orologeria anglosassone né, a dire il vero, di quella sassone. A un primo e superficiale approccio il primo aspetto che emerge è che entrambe hanno in comune la platina a ¾; in altre parole, osservando il Calibro dalla parte posteriore, tutti i ruotismi sono alloggiati al coperto su un unico ponte, escluso il bilanciere che è montato in un ponte a parte. Ambedue le scuole, e nella fattispecie quella britannica, sono ancorate a un passato molto lontano in cui la classicità ha sempre prevalso su ogni altro campo. Ad essere sinceri, volendo mantenere l’illustre architettura costruttiva appena enunciata, esse non sono mai state inclini a dimostrare la loro virtuosità nello spessore di pochi millimetri.

L’opinione di Roger W Smith

Tornando a bomba su Open Dial, Roger W Smith ha scritto nel suo sito web: “il profilo sottile e piatto dei movimenti meccanici ultrasottili, così poveri di vita, spirito e di fervore, hanno sempre spento il mio entusiasmo”. Pur avendo l’orologiaio dell’Isola di Man una visione tutta sua, in queste parole mi è sembrato di “leggere” quelle del maestro Daniels: profetiche, ma altrettanto affilate. E in tutto questo cosa c’entra Open Dial?

Il mondo tridimensionale di Open Dial

Mettendo per un attimo da parte il campanilismo di Smith, che in chi dedica la sua vita per intero a una causa come un mestiere artigianale ci sta benissimo, la meraviglia di questo orologio è che potresti trascorrere più di una giornata intera solo ad osservare il suo movimento. Se noti esso è spesso si pochi millimetri, ma l’orologio che ne risulta alla fine ha una cassa di altezza normale e per niente sottile… Si tratta del Series 2 disponibile anche con un classico quadrante. E’ nella versione Open Dial a mio avviso che Roger esegue un’autentica magia, che è quella di dimostrare la padronanza assoluta delle dimensioni e dell’arte della sottigliezza con elementi ricavati da piattine in acciaio di persino 0,50 mm di spessore, ma in un modo tutto suo. Con Open Dial egli è stato in grado di creare un orologio al 100% tridimensionale dove lancette, anello esterno con sopra gli indici dei minuti marcati da cifre arabe, e piccoli secondi a ore 6, sembrano letteralmente galleggiare sopra al Calibro con un marcatissimo quanto sbalorditivo effetto tridimensionale. Ecco nel contempo spiegato il perchè ho usato nel titolo il termine “extra-piatto secondo me” riferito chiaramente alla particolare visione di Smith.

Possiamo ritrovare i primi orologi tridimensionali viaggiando indietro nel tempo sino a oltre duecento anni fa dritti dritti nelle creazioni di Abraham-Louis Breguet, cui questo orologio si occupa in primis di omaggiare. Chiude la filosofia di Open Dial lo scappamento coassiale, soluzione avanzatissima inventata da Daniels che, come oggi lo stesso Roger ammette, era molto più ossessionato di lui dalla ricerca della semplicità a tutti i costi. Non a caso e per tutta la sua vita il grande mentore di Smith, stella del firmamento orologiero scomparso lo scorso anno, ha omaggiato in tutti i modi nelle sue opere il genio di Neuchâtel.

Anche questa volta, nonostante gli spessori “non tornino” mai per tutti alla stessa maniera, orologeria e tradizioni possono dormire sonni tranquilli.

Maggiori informazioni su Roger W Smith e la sua orologeria http://www.rwsmithwatches.com.

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