Lo dico sempre.
C’è qualcosa di misteriosamente unico in un orologio interamente creato a mano.
E non capita tutti i giorni che dietro a un capolavoro come quello che vedi in questo articolo ci sia un orologiaio di soli 25 anni. Per essere precisi a compimento del prototipo uno in meno.
Lui si chiama Theo Auffret e nel 2019 è stato uno dei tre orologiai ad aggiudicarsi la Young Talent Competition, manifestazione supportata da F.P. Journe – marchio dell’omonimo maestro orologiaio AHCI che tutti gli anni premia i giovani più promettenti.
Chi è Theo Auffret
Diplomato al Lycée Polyvalent Edgar Faure di Morteau, cittadina della Francia orientale che tra l’altro ospita lo stupendo museo di orologi Haut Doubs, Auffret non è mai rimasto con le mani in mano.
Dopo la scuola è andato subito a lavorare da Jean-Baptiste Viot orologiaio parigino istituzione nel campo che – dopo aver lavorato per marchi famosi come Vacheron Constantin e Breguet a citarne solo un paio – oggi è considerato una divinità sia come creatore indipendente che come restauratore. Credo che Viot sia il mentore di Theo.
L’ultimo anno del suo apprendistato il giovanissimo orologiaio lo ha trascorso all’Ateliers 7h38 dove opera l’italiano Luca Soprana, deus ex machina e firma dei complicatissimi segnatempo di Jacob & Co.
Ti Presento: Theo Auffret Tourbillon à Paris
In un’epoca dove persino per tracciare una linea si ricorre a un computer fa sorridere conoscere che il Tourbillon à Paris sia invece stato creato con disegni a mano libera su carta, come Viot ha insegnato a Theo.
Auffret utilizza la macchina a controllo numerico solo per tagliare alcune ruote del movimento del suo tourbillon, scelta che ha perfettamente senso (e che è la stessa di tutte le manifatture storiche) per ottenere una precisione altrimenti irraggiungibile da qualunque umano. Il resto (praticamente tutto) è scolpito dal metallo grezzo e decorato e rifinito a mano.
Il Tourbillon à Paris è un segnatempo decisamente classico.
La prima particolarità è che la sua cassa dalle gentili dimensioni di 38,5 mm di diametro per 12 mm di spessore può essere a scelta in platino, oro, argento o acciaio ma il prezzo finale è sempre lo stesso.
L’orologiaio indipendente dice che in contesto di 20 orologi – tanti quelli che prevede di costruire di questo modello – il costo del materiale non incide più di tanto. Ciò fa al contempo riflettere come il punto sia lavorarlo. I vetri possono essere in minerale curvato a mano o in zaffiro.
È un orologio che rivela quasi interamente i suoi complicati meccanismi. Se ci fai caso anche il cricco con l’intero sistema di carica qui sono completamente alla luce del sole. Perciò anche dargli la carica dev’essere un’esperienza emozionante.
Il quadrante è anche questo a scelta in argento, platino o oro. L’affissione del tempo è quella tipica di un regolatore con le ore sul piccolo quadrante che è posizionato intorno le ore 5 e la sfera dei minuti al centro.
Leggermente spostato a destra delle 12 abbiamo il bariletto di carica, sempre a vista, e a ore 8 il tourbillon.
I ponti squadrati ricordano un po’ lo stile dei primi movimenti Breguet complicati firmati da Abraham-Louis in persona con la sua genuina impronta tridimensionale successivamente ripresa e sviluppata prima dall’antica orologeria inglese poi da fenomeni come George Daniels e Daniel Roth.
Movimento
Theo lo ha creato en blanc appositamente per questo orologio.
Come facevo notare prima la sua struttura è largamente aperta. La carica è manuale e offre un’autonomia di 50 ore. Oscilla a 18.000 alternanze/ora – la frequenza più vintage per un orologio da polso.
Anche il tourbillon è completamente aperto. Intorno a lui c’è uno stupendo ponte che lo sorregge: il design della gabbia ti riporta anche quello indietro di centinaia d’anni.
La molla del bilanciere è a spirale libera, perciò la marcia si regola agendo solo sui molteplici eccentrici posti a varie distanze che si vedono montati sulla ruota del bilanciere.
Opinioni e Prezzo
Il Tourbillon à Paris è molto diverso da un tourbillon di scuola svizzera di una grande Maison.
Theo Auffret lo ha progettato pensando a com’erano i tourbillon di due secoli fa: discreti nell’aspetto a quei tempi erano studiati per essere portati nel panciotto e considerati semplicemente per essere governati dal principio meccanico allora più preciso al mondo. Non apprezzati per lo spettacolo cinetico che offrono come oggi, infatti riportavano il meccanismo addirittura nascosto nel retro del movimento.
Ma la bellezza e rarità di Theo Auffret Tourbillon à Paris va ricercata nei particolari, in come è rifinito e com’è la sua costruzione meccanica che volutamente appare piuttosto essenziale. Anche dalle sole foto si può notare che il livello di dettaglio è diverso da quello di un tourbillon di larga manifattura.
Questo orologio è per chi potendoselo permettere è arrivato all’ultimo stadio di passione e collezionismo e ha deciso di allacciarsi al polso qualcosa che la rifletta, ben consapevole che pochi siano in grado di cogliere finezze a questi livelli.
Basta guardare i ponti.
Esclusi un paio in acciaio, che sorreggono la seconda ruota e il perno della gabbia del tourbillon, sono tutti tagliati dall’argentone (german silver) grezzo e minuziosamente smussati negli angoli e satinati ai lati.
Sempre i ponti e anche la platina principale sono decorati con carbone infuso ad olio.
Un tempo con questa tecnica si decoravano i migliori orologi e cronometri; tra l’altro questa lavorazione consente anche un restauro più facile. Gli angoli sono limati a 45° per formare una smussatura omogenea e successivamente lucidati con pasta e legni speciali.
Il Tourbillon à Paris ha un prezzo di €108.000 escluse le tasse.
La scatola è fatta a mano da Walter Bellini, artigiano ebanista italiano.
Theo Auffret lo cede a subscription modalità – ideata duecentocinquant’anni fa dal genio Abraham-Louis Breguet – che prevede un anticipo all’ordine e il saldo alla consegna dell’opera. L’orologiaio chiede un tempo di attesa dopo l’ordine di circa 10 mesi.
Ma qui non si tratta di una mera transazione commerciale.
Per Auffret l’acquisto a subscription mette in moto altri meccanismi unici come la natura del suo tourbillon.
Dopo che l’ordine è stato effettuato egli organizza un incontro con il cliente nel suo atelier di Parigi, o dove egli risiede, per discutere insieme ogni opzione e personalizzazione secondo il suo gusto personale.
Potrebbe sembrare l’ennesima azione di marketing, e bisogna ammettere che tutto questo genera un certo fascino, ma è semplicemente una modalità vecchia come il mestiere dell’orologiaio che meglio si confà a un pezzo fatto veramente a mano.
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Commenti
Caro Massimo
Per commentare questo “oggetto” pazzesco che misura il tempo vorrei partire parlando di un altro orologio. Da pochissimo la casa coronata ha mostrato al mondo quel millimetro in più e quei colori nuovi che turberanno sicuramente notti di appassionati e alimenteranno desideri oltre ad anni di attesa. Tutti lì ad aspettare questi pezzi nuovi…….belli e fatti benissimo nulla da dire ma……..C’è sempre quel ma,due lettere che pesano come un blocco di marmo, che chi ama l’orologeria conosce molto bene.
Abbiamo poi un certo Theo Auffret che a 25 anni presenta al mondo un piccolo 38.5 mm carica manuale regolatore ore decentrate tourbillon che a vederlo sembra dover essere ancora rifinito……secco, essenziale severo quasi a voler mettere al polso un orologio di 200 anni fa per ponti e routismi. Lo chiama Toubillon à Paris. Fatto tutto a mano. Ok,è un genio,è arrivato tra i primi tre al Young talent competition di FpJourne (un altro signore che qualcosa sà di orologi) ma rendiamoci conto di cosa porta sul mercato questo Theo Auffret. Il modo dell’orologeria è strano e più lo seguo più mi accorgo di questa sua meravigliosa stranezza. È un mondo di scatole cinesi,tantissime scatole che partono dal commerciale meno raffinato al commerciale raffinato al commerciale esclusivo al commerciale di lusso e di gran lusso fino ad arrivare agli indipendenti o parzialmente indipendenti e alla fine troviamo gente come Theo Auffret, Jan Baptiste Viot, Asaoke ,Calabrese ,Kudoke e altri che non cito,che magari pochissimi conosceranno e che hanno la capacità di realizzare oggetti senza quel MA di cui parlavamo prima. Questo pezzo di Theo Auffret è arte artigianalità veramente allo stato puro. Complimenti.
Complimenti anche a te Marco e alle tue parole che fanno intendere senza esitazione che cos’è la meravigliosa “stranezza” di un orologio artigianale! 😉