Facile scrivere complicato quando c’è di mezzo un calendario perpetuo.
Ma del 1741 PT è il volto che devi osservare con attenzione.
Urban Jürgensen & Sønner – primo marchio tra l’altro a costruire un orologio da polso con scappamento a détente – ha presentato quest’anno un calendario perpetuo con cassa in platino e un meraviglioso quadrante a Grenage.
Prima una piccola storia…
Il recentemente risorto minuscolo brand svizzero di super orologeria di lusso ha una lunga storia alle spalle. Danese di nascita verso la fine del ‘700, prima di diventare l’orologiaio di Re Federico VI di Danimarca, Urban Jürgensen trascorse molto tempo a perfezionare la sua formazione; lavorò a Parigi negli atelier di Bethoud e Breguet, a Londra da John Arnold – grande esperto di cronometri da marina, a Ginevra e infine a Le Locle.
Il quadrante di questo calendario perpetuo è uno schianto.
Lo sfondo argentato è lavorato secondo un’antica e tradizionale tecnica chiamata anche Grenage. La base di partenza è un disco di argento massiccio.
Tutte le incisioni, pazientemente eseguite a mano, sono successivamente riempite con della lacca. Dopo il consolidamento l’intera superficie viene passata con una speciale carta diamantata in modo da livellarne la superficie.
A questo punto arriva il momento di costruire il fine effetto Grenage con un mix di argento, sali e altri ingredienti cui ciascun marchio come Urban Jürgensen & Sønner mantiene segreti.
Due anni fa durante una delle mie visite alla manifattura Glashütte Original ho visto eseguire l’argentatura a frizione di un quadrante. Nonostante lavorazione e risultato siano diversi anche in quel caso alla mia innocente domanda sugli ingredienti utilizzati sono seguiti solo dei grandi sorrisi.
La reazione chimica unita alla preparazione e a tutti i trattamenti restituisce una granularità mozzafiato.
I numeri arabi applicati sono in oro bianco e richiedono due fasi di taglio.
Non da meno, e sempre per rimanere al di fuori di questo complicato segnatempo, è il disco delle fasi lunari.
Le parti in blu sono ottenute scaldando l’acciaio mediante la tecnica chiamata azzurratura e successivamente lucidate a mano.
Le cavità sono perforate e poi riempite di polvere d’oro.
Non chiamarle “anse”
Le anse a goccia della cassa in platino che misura 41 mm sono forgiate una ad una, saldate sulla carrure, e successivamente amalgamate ad essa con un trattamento calorico che a seconda del metallo può raggiungere anche gli 800 gradi.
Guardiamo ora la parte meccanica
Il Calibro P4 QP SC di manifattura Jürgensen, cui ultime due lettere stanno per secondi centrali, è a carica manuale. Con un doppio bariletto a bordo presenta una riserva di carica di circa 60 ore.
Giorno della settimana e mese sono segnati rispettivamente a ore 9 e ore 3. La data appare in un quadrantino a ore sei, e all’interno è marcato il ciclo quadriennale degli anni bisestili che permette a ciascun calendario perpetuo di richiedere virtualmente la prima regolazione solo nel 2100.
Impeccabili, come del resto ci si aspetta da un segnatempo del genere, le finiture.
Gli orologiai hanno trovato pure il modo di stilizzare il ponte del bilanciere che scheletrato sembra seguire il profilo di ruotismi e ingranaggi a vista.
Costa tasse escluse 91.200 CHF.
Cosa ne pensi?
Può il quadrante di questo Urban Jürgensen & Sønner 1741 PT aggiungere qualcosa in più a un orologio che è in grado di misurare misura meccanicamente (quasi) l’eternità del tempo?
Commenti
la finezza meccanica e formale di questo orologio sintetizzano un ideale di estetica di grandissimo valore.
per chi sa apprezzare tali bellezze, anche se non potrà mai permettersele, mettono in pace con le cose bruttissime che stanno capitando oggi nel mondo.
Grazie Sergio! Parole profonde e da vero appassionato le tue.
Il disegno del dial e della cassa sono fatti da Voutilainen?
Paiono ricordarlo molto..
Almeno ufficialmente no, però hai ragione! Ricorda soprattutto nella sfera delle ore “lollipop” alcuni Vingt di Kari Voutilainen come questo. Grazie e complimenti per l’occhio!