Come vengono realizzati dei cinturini per orologi artigianali? Fino a qualche settimana fa non ne avevo la benché minima idea. L’occasione me l’ha offerta una visita a D.Verso laboratorio per la lavorazione delle pelli nato nel 1985 dalla grande passione per i cavalli di Ferdinando Scimone (uno dei soci fondatori), passione che un tempo fu anche mia.
Tutte le loro creazioni nascono dalla perizia sulla lavorazione del pellami per ottenere selle e finimenti.
Non mi dilungherò a raccontarvi la loro storia, salvo nominare che oramai da diversi anni D.Verso progetta e realizza prodotti per famosi marchi di lusso come il cinturino bombato del Breitling Chronomat.
Piuttosto, come prima immagine vi mostro in alto il vecchio casale sito sulle colline del Monferrato dove la produzione e gli uffici, tanto per non aver nominato prima il nome dei cavalli invano, convivono con una vera scuderia.
Fasi della lavorazione di un cinturino artigianale
Vi racconto il percorso della mia visita. In un’atmosfera che riflette anche negli interni una vecchia casa di campagna, varcata la porta mi trovo in una stanza di medie dimensioni. Qui una macchina manuale chiamata “spaccapelle” serve a portare il materiale allo spessore desiderato.
E’ il passaggio immediatamente precedente alla prima parte del taglio delle pelli che, a seconda del particolare che si vuole ottenere, viene eseguito a mano con una fustellatrice o attraverso una macchina CAD/CAM.
Il primo metodo tradizionale viene preferito quando è di scena l’alligatore; in questo caso l’occhio è in grado di esaminare meglio il materiale selezionando la qualità. L’automazione, che utilizza i disegni fatti sul computer di chi all’interno si occupa di ricerca e sviluppo, viene utilizzata solo per alcuni pellami e per le fodere interne.
I due approcci di taglio messi a punto da D.Verso permettono di affrontare produzioni di piccolissimi numeri in tempi relativamente brevi.
Camminando sotto a soffitti di un corridoio che si abbassano e si alzano saliamo al piano superiore tramite una stretta scala e entriamo nella zona dove viene eseguita la “scarnitura”. Questa fase che assomiglia un po’ alla spaccapelle precedentemente citata è più accurata.
Nella stanza vicina viene eseguito l’assemblaggio rigorosamente a mano. A seconda del tipo di lavorazione ogni cinturino viene ultimato in maniera diversa. Qui una macchina serve a pressare alcuni cuoi come quello di struzzo per fare in modo che l’incollaggio con la fodera sia ottimale.
Spostandomi ancora tra i due grandi stanzoni al piano raggiungo un’area popolata da diversi piccoli macchinari non automatizzati che servono ad effettuare le varie rifiniture dei cinturini. Con una “si riga”, con un’altra si cura il bordo e con altre ancora lo si colora in tre distinte fasi di lavorazione. Vicino le macchine per apporre i marchi sulla fodera.
In un’altra zona si effettua la classica cucitura. Per alcune tipologie è prevista la modalità automatica, per altre è eseguita manualmente secondo i dettami di una singolare tecnica.
Il punto sellaio
Fiore all’occhiello della manifattura avviene tramite una morsa che il laboratorio fece costruire molti anni fa copiandola come funzionalità da quella che veniva un tempo utilizzata dai maestri sellai per cucire le selle. Si tratta di un esemplare in legno sulla cui parte superiore viene fissato il cinturino.
Come cuciva il sellaio?
Con in mano un punteruolo ricurvo che serviva a praticare il foro. Quest’ultimo veniva infilato nei due aghi quindi fatto passare attraverso. Prima che il foro si richiudesse si infilava l’altro ago e si tirava, e così di seguito. Adesso guardiamola eseguire su un cinturino in un video girato al volo.
Alcuni artigiani erano rapidissimi ad eseguire il punto sellaio – o punto sella – e andavano così diritti che a vedere il risultato finale difficilmente avresti mai potuto credere che tutto, allineamento delle cuciture comprese, fosse svolto a mano e a occhio. Chi si è fatto fare una sella su misura da uno di questi artisti del cuoio sa esattamente a cosa mi sto riferendo.
La tecnica
Come mi facevano notare in D. Verso applicare il punto sella a un cinturino è, perdonate la ripetizione, diverso che su una sella. Mentre essendo dritta la correggia di cuoio posizionata in parallelo al piano della morsa è più facile da manovrare nel percorrere una distanza piuttosto ragguardevole, con un cinturino che è molto più piccolo, e che presenta una caduta e sul quale l’imperfezione si nota maggiormente, le problematiche aumentano.
Tuttavia in entrambi i casi la tecnica artigianale è la stessa, a parte i fori che sono fatti precedentemente con la macchina da cucire. Questo accade perché sarebbe impossibile fare un foro a mano così sottile e preciso come lo richiede di norma un cinturino ben realizzato. D’altronde per utilizzi assai diversi anche il filo utilizzato per cucire la sella è molto più spesso.
Fibbie
Di solito essendo le fibbie personalizzate dai vari marchi vengono fornite dai clienti. Per quanto riguarda quelle montate dai cinturini già pronti e acquistabili anche via il sito di e-commerce sono standard, ma coerenti con il modello originale. Come molti già sapranno, ad esempio esiste in commercio una fibbia ardiglione precisa chiamata comunemente “tipo Rolex”.
Il resto dei locali
Dimenticavo. Al pian terreno oltre alle prime lavorazioni troviamo anche dei locali adibiti a magazzini per le pelli: qui ho visto una varietà praticamente infinita di alligatore della Louisiana con scaglie e colori di ogni. Mancano all’appello solo il reparto di progettazione e sviluppo e gli uffici amministrativi.
Conclusioni
La giornata dai colori marcatamente autunnali, più che adatti per immergersi nella campagna e nei mestieri di una volta – animali compresi – volge oramai al termine. Prima di salutarci l’ultimo scatto è dedicato a uno dei cavalli liberi nel paddock. Per me è sempre un bell’incontro.
Visitando D.Verso ho imparato che – gusti e fornitori eletti a parte – per avere a disposizione un prodotto artigianale non bisogna per forza rivolgersi a un artigiano da bottega.
Oggi, e non solo in orologeria, si sceglie sempre più di operare nella fascia superiore non per snobismo, o perché è più bello riempirsi la bocca del termine “migliore”. È risaputo che proprio nella categoria di prodotto “cinturini orologi”, complici al solito davanti a tutto i produttori del mercato cinese, è letteralmente impossibile – non dico fare soldi – ma riuscire a stare solo a galla, se il confronto si svolge esclusivamento sul piano del prezzo più basso, a dispetto naturalmente della qualità.
Quest’ultima sembra davvero ottima, d’altronde se così non fosse difficilmente alcune Maison blasonate sceglierebbero i cinturini D. Verso come primo equipaggiamento.
Sulla tenuta del prodotto nel tempo non posso esprimere invece alcun giudizio, così come per qualsiasi altra azienda concorrente: l’obiettivo di questa visita era quello di vedere per la prima volta con i miei occhi com’è fatto un cinturino che nasce su basi artigianali.
Nonostante ogni singolo pezzo passi comunque sempre dalla pezza di cuoio al prodotto finito grazie all’opera manuale, D.Verso è in grado di affrontare senza scendere a compromessi quantitativi piuttosto elevati.
Con il dovuto riconoscimento dell’opera che si avrà di fronte, molto interessante l’opportunità “100% tailored” per l’appassionato o il restauratore che ha la necessità di veder realizzato dietro un dettagliato elenco di specifiche anche un solo cinturino fedele all’orologio dell’epoca.
Scoprite altri dettagli visitando il sito web.
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