Orologi subacquei

Quasi non ci facciamo più neanche caso e oggi diamo per scontato che un orologio da polso possa resistere alle infiltrazioni dell’acqua, ma alle spalle di questa conquista vi sono anni e anni di ricerca che come risultato hanno restituito vere e proprie “corazze” così resistenti da far invidia persino ai mezzi blindati militari più avanzati.

Omega Marine 1932

Tra i primi orologi impermeabili mai costruiti si ricordano gli Omega Marine e il Cartier Tank “Étanche” in grado di opporre resistenza alle infiltrazioni dell’acqua nonostante le loro casse fossero di forma rettangolare. Ogni angolo è molto più vulnerabile alla pressione esercitata dall’acqua di quanto invece avvenga con una cassa a forma circolare. Ma la vera rivoluzione per l’impermeabilità arriva nel 1926 da Rolex con il brevetto della famosa cassa Oyster che presentava una forma tonda con corona e fondello avvitati.

Oggi i processi costruttivi hanno fatto passi da gigante: se gli orologiai di un secolo fa avessero la possibilità di vedere anche un modello non progettato all’origine per essere impermeabile, sarebbero colti da una grande invidia per le sue caratteristiche di tenuta. L’arrivo delle guarnizioni in gomma e del silicone sono stati senza dubbio gli elementi che hanno consentito il più grande passo in avanti.

Rolex DEAPSEA SPECIAL

Il record d’immersione assoluto per un orologio appartiene sempre alla Rolex ed è del gennaio 1960 ottenuto con il modello DEEPSEA SPECIAL che, legato alla chiglia del battiscafo Trieste guidato dall’ingegnere ed oceanografo svizzero Jaques Piccard e dal luogotenente della Marina statunitense Don Walsh, raggiunse nella Fossa delle Marianne la profondità di ben 10.916 metri. Si trattava però di un prototipo che per resistere a quelle pressioni presentava un cristallo curvo e sporgente talmente pesante da rendere impossibile la sua portabilità. Fu comunque un impresa memorabile, tra l’altro teoricamente impossibile da migliorare visto che in natura non si è a conoscenza di una zona più profonda in tutto il nostro pianeta.

Fu un esercizio che servì più che altro ad accumulare esperienza: è noto che normalmente un orologio subacqueo viene utilizzato da un sommozzatore a profondità che non arrivano ai 50 metri nonostante già le norme ISO 6425 siano in grado di assicurare un impermeabilità minima di 100 metri. Ai nostri giorni le prestazioni d’ impermeabilità base superano di molto l’ effettiva necessità di un utenza, anche professionale: Il Rolex Submariner è certificato per resistere a 300 metri e Omega Seamaster Planet Ocean raddoppia arrivando a 600 metri.

I numeri crescono rapidamente: I giapponesi, storicamente bravissimi nel realizzare modelli impermeabili, propongono a prezzi più che abbordabili, un grandissimo numero di orologi in grado di garantire uan tenuta stagna anche di 1.000/1.200 metri. A profondità di 2.000 IWC si impone con Aquatimer 2.000; scendendo ancora di 1.000 metri, a 3.000 troviamo il Breitling Avenger Seawolf.

Sinn UX EZM-2B

Continuando a scendere dobbiamo utilizzare, visto che difficilmente potremmo assicurarcelo al polso, un Rolex Sea-Dweller DeepSea. Nel 2009 alla fiera di Baselworld è stato presentato da Cx Swiss Military Watch il 20.000 FEET, l’orologio subacqueo registrato nel Guiness World Records per il nuovo primato di profondità - 6.096 metri - per un modello equipaggiato da un movimento meccanico (addirittura anche provvisto di cronografo).
Se si vuole “toccare il fondo” bisogna affidarsi generalmente a segnatempo con la cassa riempita di olio di silicone oppure da oli di tipo minerale che hanno la proprietà di essere incomprimibili. Questo accorgimento obbliga di conseguenza ad utilizzare un movimento al quarzo anziché meccanico. A questa categoria di subacquei estremi appartengono il Bell&Ross Hydromax certificato per 11.000 metri e il Sinn UX (EZM 2B), collaudato per 39.000 piedi, che corrispondono a ben 12.000 metri di profondità.