Le finiture e le decorazioni, parlo di quelle eseguite a mano in un movimento meccanico, sono la vera ricchezza di un orologio. Insieme agli elementi che pulsano in un Calibro, esse sono lì a testimoniare la vita presente e passata di una manifattura, o della scuola iniziata da un orologiaio indipendente.
Premessa
Perchè gli artigiani orologiai incominciarono a decorare i movimenti? Per varie ragioni, prima di tutto per motivi pratici. Per rispondere alla sempre più crescente domanda di precisione e riduzione delle dimensioni, un movimento meccanico diventava giorno dopo giorno più complicato, aggiungendo nuovi elementi e di dimensioni sempre più piccoli. Di pari passo alla miniaturizzazione aumentava la necessità che quei “pezzi” – essendo più piccoli e vicini – fossero meglio tagliati raccordati tra loro, quindi più rifiniti. Inoltre, tutte queste cure avevano come obiettivo che gli elementi stessi raccogliessero meno polvere e che la loro forma li rendesse più facili da pulire.
Quando arrivò il momento di mostrare i meccanismi di un orologio ci fu un ulteriore spinta a finire e decorare un Calibro meccanico. C’è da tener presente che ai nostri giorni è una pratica quasi obbligata: utilizzando anche al posto del fondello (o come li chiamo io B-side), il cristallo in zaffiro – e mettendo a nudo un movimento – ha richiesto che le finiture dello stesso diventassero ancora più impeccabili.
Finiture e decorazioni in un movimento meccanico
La finitura in un movimento meccanico incomincia con il trattamento del metallo. In orologeria meccanica un segnatempo viene da sempre costruito per durare virtualmente in eterno: è una regola non scritta, ma è una delle più importanti. Per questo motivo anche i grandi maestri orologiai contemporanei come Roger W. Smith, Kari Voutilainen, Philippe Dufour, Thomas Prescher – solo per citarne a caso alcuni – sono generalmente contrari all’uso di materiali innovativi di cui non si conoscono le prestazioni alle lunghe distanze. Per prevenire l’ossidazione un ottima soluzione è quello di effettuare un trattamento galvanico sicuramente a elementi come platine e ponti.
Poi si incomincia con finiture estetiche come il perlage che di solito viene eseguita su platine, ponti o rotori di un Calibro. Visivamente si riconosce per un elevato numero di incisioni circolari a “rosellina” che sono quasi sovrapposte tra loro. Generalmente si ottiene inserendo su una fresa a colonna una punta di legno di bosso con applicata una pasta speciale. Sarà quest’ultima, insieme al movimento circolare della punta mentre viene a contatto con il metallo, a lasciare quel tipico segno.
Così in un mondo fatato dove tutto diventa concesso la funzionalità si sovrappone ai dettami artistici ed estetici, e le ore dedicate a finire un movimento scorrono come i secondi. Le Côtes de Genève puoi trovarle ricavate industrialmente da un macchinario o, se eseguite a regola d’arte, da un orologiaio che ottiene l’effetto delle onde senza asportare il materiale, agendo e creandole con la punta delle dita. Vengono anch’esse ricavate con una fresa e sono generalmente applicate a platine, ponti, masse oscillanti. Una variante dell’orologeria sassone a questa finitura è rappresentata dal nastro di Glashütte. Come dimenticarsi di menzionare le Herringbone – letteralmente decorazioni “a spina di aringa” così chiamate e definite dal purtroppo recentemente scomparso Maestro George Daniels che le descrive nel suo libro-manuale “Watchmaking”.
L’incisione è una decorazione che immutata ha attraversato i Secoli. Solitamente viene eseguita sui ponti con i soli strumenti di manifattura che lo stesso incisore ha messo a punto (bulini, ceselli, lime e scalpelli). Ciò che conta maggiormente è la mano e l’occhio dell’artigiano che la guida e la controlla.
Anche viti e minuteria subiscono le cure più maniacali: le prime con teste lucidate e dai tagli perfetti devono essere azzurrate, ma per quel preciso periodo di tempo e temperatura. Molta cura richiedono le ruote con finitura a grani circolari o a raggi di sole e il contorno delle platine a polvere.
La lucidatura a specchio ha dell’incredibile. Essa è ottenibile solo a mano e consiste nel lucidare un componente sino a che la sua superficie non rifletta la luce in una sola direzione. E’ una firma dell’Alta Orologeria e la si può trovare in ponti, ponti dei tourbillon, viti o alcuni pezzi speciali.
E’ negli anglagee, cioè nello smussamento di tutti gli spigoli vivi dei componenti, o nel berçage (arrotondamento) che si vede maggiormente la mano dell’artista. Sono tra i lavori che eseguiti con tecniche e “trucchi” individuali portano via in assoluto il maggior tempo per finire un movimento. Se pensiamo le centinaia di elementi di cui può essere formato un Calibro di Alta Orologeria – per quanto non dovrebbe mai essere nè il primo né l’unico parametro di valutazione – si può comprendere come sia facile sfiorare o superare importanti soglie economiche.
Termina qui quest’articolo in cui, per motivi di spazio, mancano ancora parecchie opere di chiamiamole “chirurgia orologiera”, ma a tal proposito ti consiglio di non tralasciare le letture consigliate.
Il mondo delle finiture e delle decorazioni è tutto da scoprire e, se si pensa quanti marchi di Alta Orologeria e orologiai indipendenti ci siano al mondo, non so se sia possibile arrivare a conoscerle tutte in profondità, almeno come la intendo io.
Il punto è che addirittura spesso neanche i marchi sembrano così interessati ad approfondire ad alti livelli questi argomenti. Perchè? Perchè è davvero faticoso e oneroso produrre e spingere un’approfondita documentazione culturale, raccontare attraverso i mestieri la propria storia e in chissà quante lingue. Dal punto di vista del ROI qualcuno preferisce investire su un “più diretto”, a volte più caro, ma anche più redditizio testimonial in barba a fare cultura.
Forse però, a meno che tu non lo sia già, un giorno dopo esser diventato tu stesso un appassionato competente sorriderai quando una sera incontrerai qualcuno che fiero del suo orologio purtroppo non sarebbe capace di andare molto lontano dal saperne nominare il marchio con una pronuncia perfetta, e il nome della celebrity che come lui lo porta al polso.
Letture consigliate
- Affari di Manifattura: Cotes de Genève e Nastro di Glashütte
- Alta Orologeria: 10 esempi di finitura – A. Lange & Söhne
- Intervista: Roger W. Smith un orologiaio indipendente del Nord
- L’Arte Della Perfezione Manuale: Philippe Dufour
- Kari Voutilainen:”Swiss Made”? Meglio “Hand Made”! (intervista)
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