Maîtres du Temps: l’unione fa la forza…

Christophe Claret, Peter Speake-Marin e Roger Dubuis, il meglio dell'Alta Orologeria contemporanea insieme creano Maîtres du Temps Chapter One.

di Robert Daolio 2 MIN LETTURA

 

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Cosa succede quando tre dei più grandi maestri orologiai si chiudono in una stanza? O si accoltellano, e non sarebbe carino, o ne nasce un capolavoro al cubo. Fortunatamente dall’unione delle capacità di Christophe Claret, Peter Speake-Marin e Roger Dubuis nulla di irrimediabile, piuttosto qualcosa di decisamente esagerato (nell’accezione più invidiosa del termine, naturalmente): il Chapter One.

Ad avere la straordinaria intuizione di unire talenti di questa portata, così diversi ed allo stesso tempo così affini è stato un nome noto nel settore, Steven Holtzman, che ha creato il marchio Maîtres du Temps.

Tornando al “nostro” Chapter One, ecco una rapida carrellata delle sue complicazioni: tourbillon, cronografo monopulsante, datario e GMT retrogradi, giorno della settimana e fasi lunariindicati su rulli cilindrici al 6 ed al 12.

Per questa meraviglia che conta ben 558 componenti si è dovuti ricorrere ad abilità decisamente fuori dal comune, tenendo presente tra l’altro la non facile comunione delle diverse complicazioni sopracitate e la cosa più sorprendente è che funziona!

Il cuore di questa splendida creatura è il calibro manuale SHC02, dotato di 58 rubini, riserva di carica di 60 ore e 21.600 alternanze/ora.

Il tutto incastonato in una cassa in oro rosa a 18 carati dalle dimensioni non proprio discrete: 62.60 mm x 45.90 mm. Cinturino di coccodrillo e fibbia deployant ovviamente anch’essa in oro rosa, vetro zaffiro con doppio trattamento antiriflesso anche per il fondello.

Bene, dal momento che 400.000 franchi svizzeri sono una cifretta di tutto rispetto e che il mio cassetto dei sogni è perfettamente dilatabile, credo che riuscirò a trovare un posto anche per questo oggetto, anche se chiamarlo così mi sembra quasi di bestemmiare.

robert

 

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