Note dell’editore: Questo articolo è stato originariamente scritto nel 2008; ora viene riproposto aggiornato e approfondito nel testo oltre che accompagnato da nuove immagini.
Oggi parleremo dell’affascinante storia di Panerai.
Dopo qualche traversia nella sua seconda vita, fortunatamente da civile, il marchio è diventato un oggetto di culto soprattutto nelle terre d’oltreoceano. Questo grazie al fatto che a supportarla è stato per molto tempo un convinto Sylvester Stallone, immediatamente dopo per la spinta operata dal gruppo Richemont.
Però Panerai la fama “dell’orologio per l’uomo che non deve chiedere mai” se la guadagnò all’inizio del secolo scorso nelle azioni di guerra più cruente, e non per effetto di testimonial.
La Bottega di Firenze
Nel 1860 Giovanni Panerai aprì proprio sul Ponte delle Grazie a Firenze un negozio dal nome “Orologeria Svizzere” che portò per la prima volta nella città gigliata grandi marchi come Rolex, Girard Perregaux, Patek Philippe etc.
Nel 1934 a seguito della morte di Guido l’azienda passò ai figli: Giuseppe fu in grado di guadagnarsi la fornitura alla Regia Marina Italiana non solo di segnatempo, ma anche di strumenti di misurazione come bussole e sestanti; Maria invece si occupò della produzione e del negozio del poi divenuto celebre nome OFFICINE PANERAI.
Il “Progetto RADIOMIR”
Gli esperimenti per realizzare una speciale miscela di materiale in grado di ottenere luminescenza cui fu dato il nome di RADIOMIR non tardarono ad arrivare.
Prima dell’ultimo conflitto all’azienda furono commissionati una serie di strumenti come torce, bussole e profondimetri da polso. In particolare Panerai si specializzò nei mirini: questi contenendo del Radio in misure abbondanti restituivano un’abbondante luminosità e questo consentiva di puntare i bersagli con precisione millimetrica anche in totale assenza di luce.
Il sistema di puntamento Radiomir si distingueva però anche per il suo insolito metodo di di assemblaggio: a differenza di altre sostanze luminose quella inventata dai fiorentina non si applicava come una vernice ma, costituita da polvere, era racchiusa in minuscoli tubi di vetro che venivano applicati direttamente sui mirini. Il sistema diventò subito la prima scelta sia per i fucili ma veniva usato anche per l’artiglieria e per i siluri.
Parallelamente si iniziò anche a realizzare i primi prototipi di casse a tenuta stagna per orologi da polso.
Il primo segnatempo subacqueo
La stessa tecnologia utilizzata nei mirini fu adottata nel primo leggendario orologio subacqueo di Officine Panerai. Nel 1938, due anni dopo che i test ebbero gli esiti positivi con il I Gruppo Sommergibili, Panerai iniziò a produrre e a distribuire il Radiomir, un segnatempo di 47 mm di diametro con cassa a forma di cuscino in acciaio che inizialmente montava un meccanismo derivato da un segnatempo da tasca Cortebert, da indossare con un largo cinturino sopra la muta subacquea.
Il quadrante era nero per offrire maggior contrasto rispetto a sfere e indici rivestiti dal magico sistema messo a punto in tutta segretezza.
Per vedere la famosa “mezzaluna” brevettata che serra la corona di carica contro la cassa ottenendone l’impermeabilità che oggi equipaggiano i modelli LUMINOR bisogna attendere il 1943 in pieno conflitto.
Dal 1940 al 1943 il Gruppo Gamma nei ranghi della X MAS compirono imprese leggendarie con questi Panerai al polso che permettevano agevolmente di superare i 200 metri di tenuta stagna.
Si pensa che tutta la produzione bellica non avesse superato le 300 unità. Di tanto in tanto se ne vedono in qualche asta: provate a comprarne uno!
Il Luminor 1950 Marina Militare
Dopo la guerra si decise di interrompere l’uso del rivestimento in Radiomir che fu giudicato troppo pericoloso e sostituito dal trizio.
In quegli anni fu realizzata una serie di 50 pezzi per l’esercito egiziano con una lunetta girevole per calcolare i tempi di immersione.
L’Egiziano
Nel 1956 la Marina Militare Egiziana si rifà viva richiedendo stavolta un segnatempo con caratteristiche più avanzate; in primis si voleva che la corona di carica fosse protetta. Nacque così “L’egiziano grosso” caratterizzato da una enorme cassa di 60 mm e dalla presenza di una una ghiera girevole.
Alla commessa degli egiziani seguì negli anni ’60 quella della Marina Israeliana. Per loro Panerai realizzò un curioso Luminor – il Doppioponte – con corona e il famoso sistema di protezione anche a sinistra che serviva a bloccare la lunetta girevole.
L’era Dino Zei
Nel 1972 a seguito della morte di Giuseppe Panerai subentra Dino Zei, giovane ufficiale della Marina proveniente dal COMSUBIN, il Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei”. Il marchio cambia anche ragione sociale diventando da G. Panerai & Figli a Officine Panerai Srl.
Zei che negli anni aveva maturato una grande esperienza lavorando a fianco di Giuseppe Panerai continuò a dedicarsi nel campo della ricerca e sviluppo di marchingegni di precisione bellici. Per quanto riguarda gli orologi nel 1988 realizza un prototipo di orologio subacqueo studiato per le grandi profondità.
Per la prima volta il marchio “OP” faceva la sua apparizione su un orologio. Con quadrante nero, numeri arabi 3,6,9, 12 e indici trattati al trizio era dato per impermeabile sino a 1.000 metri, ma Panerai lo testò con successo a una pressione corrispondente a oltre 10.000 metri e fatto provare ai sommozzatori della Marina Militare Italiana. L’obiettivo era di sostituire i vecchi Panerai Luminor ma l’affare non andò mai in porto.
Poi il silenzio fino al 1993 anno in cui le Officine Panerai realizzano serie limitate del Luminor e di un cronografo chiamato Mare Nostrum.
Dall’era pre Vendome ai giorni nostri
A seguire nel 1995 viene realizzata una serie limitata chiamata Slytech in omaggio appunto a Stallone che lo indossa durante le riprese del film Daylight.
Dopo un cupo periodo lo storico marchio fiorentino fu costretto a capitolare e a vendere la sua fiaba ad uno dei due grandi colossi orologieri mondiali: il gruppo Vendome ora Richemont.
Il marchio ne è uscito rafforzato dalle politiche di produzione e vendita della multinazionale svizzera, ma lo charme per fortuna è rimasto e sempre rimarrà solo italiano.
Commenti
Una puntualizzazione Sig.Contaminuti; Giovanni Panerai avrà certamente aperto la sua bottega su Ponte alle Grazie nell’anno 1860 ma va detto che prima di portare Rolex in città avrà dovuto attendere almeno una cinquantina di anni dato che Hans Wilsdorf creò il marchio ROLEX nel 1908.
Potrebbe dire qualcosa di più sul “Panerai Rolex Radiomir 1946”?
La ringrazio sempre per i Suoi servizi e La saluto cordialmente.
Vincenzo
Grazie per la giusta puntualizzazione Vincenzo! Certamente: ancor prima di iniziare la produzione del Radiomir, avvenuta come avrai letto nel 1938, Panerai interpellò Rolex per i movimenti e – per i prototipi – anche per casse e corone. Quel Radiomir del 1946 dovrebbe appartenere alla storica referenza 3546.
Stimato sig. Contaminuti, nel ringraziarla per la sua perizia e precisione, mi permetta la Richiesta di una informazione. Da sempre ho letto dello stretto legame fra Rolex e panerai. Ultimamente sento qualche voce discordanti, e mi rivolgo a Lei. Le risulta che Panerai Abbia mai montato calibri tipo LEMANIA, (ad esempio come gliOmega) o tipo Felsa (ad esempio come Roen). Non le nascondo che dirimere la questione ha un certo risvolto personale. Ebbi un panerai marina, assegnato quando prestavo servizio di leva come ufficiale di Complemento in Marina Militare. Orgoglio poi radiato che ho riscattato.lo tengo tuttora con me, con orgoglio. È stato stato necessario ripararlo, e parlando con l’ orologiaio Salta fuori, che monterebbe il calibro del Seamaster. Obietto che panerai ha sempre montato o movimenti Unitas,Angelus, o Rolex, e dal 2005 I suoi calibri tipo P… Aggiunge che ve ne sono anche col Felsa. Rispetto il parere di un professionista, nn cambia il valore affettivo dello orologio, Ma mi sorge una tremenda curiosità. É una cosa plausibile?
Ciao Simone, grazie per il commento! Premetto che non sono un grande esperto di orologi vintage ma anche dopo una ricerca in rete e per quanto mi riguarda non ho mai sentito di Panerai animati da movimenti Omega o Felsa. Penso che la cosa migliore sia rivolgersi a Panerai stessa. Io visto il periodo lascerai che la situazione si stabilizzi e poi li contatterei da questa pagina https://www.panerai.com/it/it/secure/forms/contact-us.html magari facendo riferimento al tuo commento riferito a questo articolo: solitamente i marchi dell’altezza di Panerai sono sempre propensi a chiarire situazioni. Nel frattempo puoi anche chiedere lumi in un forum di orologeria: A QUESTO LINK trovi quelli da me selezionati. Una volta chiarita la situazione torna qui a lasciare un commento.