Per il centesimo anniversario della “Vecchia Signora” occorso nel 1997, l’allora presidente del club Vittorio Caissotti di Chiusano fece le cose in grande.
Di origini nobili, per lui forse fu spontaneo rivolgersi a Jaeger-LeCoultre chiedendole di realizzare per questa solenne data uno speciale Reverso. Si sa che gli orologi, specialmente quelli di lusso, sono oggetti perfetti per ricordare.
Nondimeno la scelta di utilizzare l’orologio più iconico della manifattura, che si presta benissimo per riportare dediche e loghi anche molto estesi. Si dice che Caissotti e gli Agnelli avessero deciso per un orologio in edizione limitata per non dimenticarsi delle blasonate famiglie torinesi, che avrebbero fatto carte false per di averlo.
Ma a noi quello che più interessa è esaminare questo specifico pezzo che con una cassa in oro bianco appartiene all lotto più raro di quei cento esemplari numerati, disponibili anche in acciaio e oro rosa.
Reverso Juventus
Venticinque anni fa il Reverso – cui nome in latino significa “Mi giro”- era esattamente come quando apparì, o com’è oggi Quel marzo del 1932 Renè Alfred Chauvot non poteva immaginare che depositando la sua idea all’ufficio brevetti di Parigi, avrebbe scritto la storia e marchiato per sempre la Maison fondata un secolo prima da Antoine LeCoultre.
E un quarto di secolo questo Jaeger-LeCoultre Reverso JuveCentus se l’è anche lui già buttato alle spalle.
La cassa in oro bianco misura 26 mm x 42 mm, praticamente la stessa dei Reverso dei nostri giorni che fa segnare 27,4 mm x 45,6 mm. Immancabili e al solito posto anche le due serie di tre linee frontali orizzontali.
Il quadrante è quello classico del Reverso argento ma con indici delle ore applicati in oro bianco.
Il retro riporta la scritta longitudinale laccata “JUVECENTUS” su sfondo nero che si estende su un numero 100 stilizzato color ocra. L’esemplare che vedi reca inciso il numero 050/100.
È animato dal calibro Jaeger-LeCoultre 822 a carica manuale. Si tratta di un movimento di forma con un’architettura vintage a ponti separati obliqui, decorato a côtes de Genève che a piena carica offre 45 ore di autonomia, ma che purtroppo per la natura dell’orologio non è visibile.
Le condizioni di questo esemplare sono NOS, come nuovo, mai indossato prima d’ora.
Viene fornito con l’intero corredo originale costituito da scatola, garanzia e dalla documentazione firmata da Jaeger-LeCoultre sui cento anni della Juventus.
Beneficienza
L’asta è gestita da CharityStars, organizzazione internazionale con sede anche in Italia a Milano che si occupa di raccogliere fondi per beneficienza da aziende e privati. Visita la sezione Orologi e Gioielli.
Questo Reverso JuveCentus proviene infatti da una donazione privata.
L’asta è appena iniziata e terminerà il prossimo 6 marzo.
Commenti
Questo tuo articolo e la foto che mostra l’altezza della cassa, mi ha fatto ricordare perchè personalmente non ho mai amato il Reverso: per non essere mai stato un ultrapiatto, anche se spacciato per elegante d’eccellenza, e per quanto riguarda il comfort al polso, anche se ultimamente lo hanno migliorato. Se come icona e popolarità non ci sono paragoni, nello stesso genere ritengo il Cartier Tank Basculante più raffinato. Seppur di un anno successivo e con molte meno edizioni, è stato progettato dalla stessa ditta del Reverso: Spécialités Horlogères SA. Il Basculante meccanico monta un F. Piguet 6.10 che ha poco da invidiare al JLC anche se non è un movimento di forma, ed insieme alla diversa soluzione meccanica per “reversarlo” lo fanno un vero ultrapiatto a 5.8mm. Speriamo comunque l’asta vada a gonfie vele, anche se gli interisti non se lo fileranno proprio…
Ciao Lorenzo, anch’io adoro gli ultrapiatti ma credo che il Reverso misuri 8,5 mm di spessore per una precisa scelta. Di fatto noi tutti (me compreso) lo collochiamo sempre nella categoria degli orologi eleganti, ma per i motivi per cui è stato creato alla fine è uno sportivo, forse meglio un otorologio diversamente sportivo. Come sai, sino all’arrivo del ciclone Bulgari, Jaeger-LeCoultre è stata il marchio che insieme a Piaget e Vacheron si è sempre contesa il primato dell’orologio più sottile al mondo, quindi non credo che sia per incapacità se a Le Sentier non hanno mai sviluppato un sistema basculante più sottile – dato che possono realizzare calibri manuali anche inferiori ai 2 mm di spessore. Questo inciso non toglie che per un utilizzo statico che la maggior parte di noi fa oggi di un orologio come il Reverso (non tutti giocano a polo), un segnatempo sempre basculante ma molto più piatto come il Cartier che hai segnalato è una validissima alternativa. Grazie per l’arguto commento!