Il dado è stato lanciato, non si torna più indietro. Anche perché quando François Junod, creatore di automi tra i più apprezzati al mondo, decide di usare le sue non comuni capacità per partecipare alla creazione de “Il Giocatore Veneziano” di Daniel Roth, il risultato non può che essere un passo in avanti. Un gran bel passo avanti, mi permetto di dire. La storia degli automi negli orologi da polso è lunga più di quattrocento anni e questo mirabile ritorno, considerando la comunione con una ripetizione minuti, lascia decisamente meravigliati.
L’automa, che riprende una tela del Caravaggio, “I Bari”, muovendo le braccia scopre il risultato del lancio ogni volta diverso e con la possibilità di azionarlo in sincrono con la ripetizione minuti oppure indipendentemente da essa.
Il quadrante, racchiuso da una cassa in oro bianco, in ogni suo particolare è stato dipinto a mano e questo rende unico ogni pezzo (e sono pochi): quindi, il valore aggiunto di portare al polso un gioiello del quale non esiste esatta copia.
Finiture di altissimo livello, movimento meccanico a carica manuale Daniel Roth (Calibro 7300), suona a richiesta le ore, i quarti e i minuti. Questo è il risultato di oltre tre anni di studi e sembrano anche pochi se si considera la difficoltà di inserire un automa in miniatura con meccanismo aleatorio e una ripetizione minuti indipendenti tra loro in un contesto di tale fattura.
Per finire, se siete così fortunati da portarlo al polso, non avete neanche bisogno di giocare a dadi…
robert
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(Regalo per questo articolo a Robert… La dedica di Monsieur Roth a “gli orologi hanno un blog?”, firmata davanti ai miei occhi il 31 Marzo durante BASELWORLD 2009! – contaminuti)