Tre è un buon numero anche per una collezione di orologi di tutto rispetto. Un cronografo sportivo, un subacqueo – meglio se 100% acciaio e dai connotati vintage, e poi? Un orologio ultrapiatto come Junghans Meister Driver Handaufzug ad esempio, da caricare con due dita mentre con le altre due sfiori il suo “corpo sempre molto in forma”.
Ultrapiatti moderni e ultrapiatti tradizionali
Con qualche accorgimento i movimenti automatici di oggi permettono di realizzare orologi sino a circa 7 mm di spessore. Sto parlando di segnatempo mossi da Calibri ETA o simili, non certo di quelli animati da movimenti di manifattura come Bulgari e Piaget che ragionando di millimetro in millimetro di spessore appoggiano gli elementi del movimento direttamente sul fondo delle casse facendo così a meno della platina principale.
Un tempo per spingersi a diete estreme con i movimenti a ricarica bisognava per forza ricorrere a un rotore decentrato, posizionato dove c’era spazio in mezzo ai vari ponti e alla ruota del bilanciere. Ciò era anche una conseguenza del fatto che i primi movimenti meccanici automatici di grande produzione derivavano dagli ancora più enormi Calibri che muovevano gli orologi da taschino.
Ma questo sforzo tecnico ci ha lasciato movimenti affascinanti con micro rotore decentrato come gli oggi abbordabili e reperibili in buoni quantitativi nel mercato del vintage, spettacolari Polerouter di Universal Genéve,
Ora a prescindere dagli orologi sottili da record, un classico ultrapiatto automatico possiede quasi sempre il micro rotore, ma la vera natura dei segnatempo ultra slim è per me quella di avere un cuore a carica manuale.
Perciò grazie al Peseux 7001, nome di progetto meccanico ultrafine dalla nascita datato nell’oramai lontano 1971, e oggi etichettato ETA in quanto rilevato dallo Swatch Group a metà degli anni ’80, anche se contemporaneo Junghans Meister Driver Handaufzug si può collocare di diritto tra gli orologi ultrapiatti tradizionali.
Uno sguardo al Junghans Meister Driver Handaufzug
Junghans, il marchio di orologeria tedesco nato alla fine del 19° Secolo – e normalmente più conosciuto dalla comunità degli appassionati per l’iconico Max Bill – affonda molte delle sue origini sull’entusiasmo per il mondo delle auto.
La collezione Meister Driver prende spunto dall’amicizia sorta all’epoca tra Arthur Junghans – figlio del fondatore Erhard Junghans – Wilhelm Maybach e Gottlieb Daimler, nomi che hanno scritto pagine memorabili nella storia delle quattro ruote. Tutti e tre avevano in comune la passione per la meccanica di precisione.
Il quadrante del Meister Driver Handaufzug riprende la grafica dei contachilometri montati sulle potenti e lussuose Maybach e Daimler dei primi decenni del Secolo scorso.
Di questo segnatempo ne esistono due versioni: quella oggetto di questa recensione è la Ref. 027/3607.00 e riporta numeri arabi da 1 a 12 su sfondo nero, mentre la ref. 027/3608.00 mostra sul giro delle ore a sfondo grigio e quadrante chiaro numeri sempre arabi ma con scala dei minuti da 0 a 55.
Come si vede nelle foto live il vetro bombato in SICRALAN, materiale che come resistenza si pone a metà tra il plexiglass e lo zaffiro, esalta il quadrante nero cui indici delle ore sono riempiti di sostanza luminescente SuperLuminova.
Il quadrante è laccato nero con rifiniture effetto soleil e i piccoli secondi, cui colore dello sfondo riprende quello dei numeri, sono nella tradizionale posizione a ore 6.
Con 37,7 mm di diametro la cassa in acciaio si avvicina anche come misure a quelle degli orologi ultrapiatti vintage. Lo spessore è di 7,3 mm. Il fondello in zaffiro fissato da cinque viti mostra i dettagli del movimento a carica manuale che a quarantasei anni dalla sua concezione rimane un punto di riferimento nella fascia degli orologi ultrapiatti abbordabili.
Come è abitudine per coloro che pur utilizzano Calibri di base ETA vogliono differenziarsi Junghans ci ha messo del suo e dal vetro si può notare una serie di elementi sostituiti e lavorati come platina e ponti rodiati, viti in acciaio azzurrate, l’incisione della scritta Junghans sul ponte del treno del tempo, e qua e la decorazioni a cotês de Genève.
Una volta decifrata la scritta Handaufzug (letteralmente “carica manuale”) non lascia dubbi su questo Junghans. Oggi è da ritenersi un regalo del tempo stesso poter comprare un orologio ultrapiatto mosso da un movimento a carica manuale come il Peseux 7001.
Il cinturino del modello qui recensito è in pelle grigia mentre in quello dell’altra versione è color crema.
Il prezzo di listino è di 1.170 Euro.
Max Bill a parte ultimamente Junghans ci ha abituati a segnatempo assai curati nel design mossi da affidabili Calibri, e così sono anche le novità 2017 che ho visto a Baselworld.
L’orologio Meister Driver Handaufzug offre quella spinta in più, il Calibro 7001 (Peseux), che per quanto non sia raro è sempre un elemento molto invitante quando l’obiettivo è allacciarsi al polso un orologio ultrapiatto accessibile.
Maggiori informazioni su prezzi e reperibilità sul sito web Movitalia, distributore ufficiale Junghans per l’Italia.
Commenti
Buongiorno,
il mio nome è Antonio,
fin da piccolo avrei voluto avvicinarmi a questo mondo che trovo ad dir poco affascinante,
ma le mie possibilità sono rimase ai soliti marchi economici,
ora però vorrei acquistare un buon prodotto, vorrei un ultraslim che possa durare nel tempo e che magari non perda molto valore, ho letto la descrizione di questo Junghans,
che ho trovato online a circa 900 euro,
vorrei un consiglio se acquistare queso o guardare altro intorno alla stessa cifra.
Grazie mille
Ciao Antonio, grazie per la domanda! Lo Junghans Meister Driver non è l’unico orologio ultrapiatto nella fascia di prezzo intorno ai 1.000 Euro, ma personalmente è uno tra quelli che preferisco per marchio, estetica e finiture.
Se vuoi restare nell’interpretazione di questo ultrapiatto con movimento a carica manuale puoi cercare qualche alternativa sempre dando un occhio agli orologi con movimento ETA 7001 (Peseux).
Grazie mille
e buona serata