Cosa c’è ancora da scrivere sulla tecnologia tattile che già non sappiamo? Per esempio che va all’orologeria il merito di averla resa per prima disponibile al consumatore. Seguendo la sua mission di antico marchio svizzero da sempre impegnato sia sul fronte tradizionale (concorsi di cronometria e di precisione), sia su quello altamente innovativo (primo orologio antimagnetico), Tissot oltre vent’anni fa iniziando a sviluppare la linea T-Touch portò al polso un’interfaccia di comando sofisticata e altamente intuitiva.
Genesi del progetto
Dopo una lunga esperienza come cronometrista di eventi nel mondo dello sport sviluppata sul campo, e non solo come testimonial, la Maison di Le Locle si trovò nel 1992 ad affrontare il problema di come gestire una nuova generazione di orologi sportivi multifunzionali. Per semplificare la selezione di ora, data, cronografo, sveglia, ma anche di indicazioni al tempo assai più avanzate come altitudine, tempo atmosferico, temperatura e bussola, già a quel tempo la strada del “touch” appariva come la via da intraprendere.
Complice anche la tecnologia allora a disposizione i prima passi non furono per niente semplici. Il sistema di comando digitale doveva integrarsi con il già rilevante ingombro dei singoli sensori cui limiti imponevano che quello adibito a misurare la pressione atmosferica fosse posizionato a contatto con l’esterno, quello che restituiva la bussola fosse al riparo sia dai forti campi elettromagnetici sia dagli elementi metallici cui il movimento stesso era costituito. Infine che quello adibito alla temperatura fosse a contatto diretto con l’aria. Se ci mettiamo anche la componentistica elettronica di vent’anni fa, era piuttosto difficile mantenere entro certi limiti le dimensioni della cassa.
Un altro problema stava nel display LCD. Più funzioni necessitavano più spazio per indicarle. La grafia dei dati da mostrare restituiva schermate sempre più grandi e rimpicciolendole diventano più difficili da leggere. Se non si fosse trovata una soluzione un multifunzione come il T-Touch sarebbe assomigliato più a un tester che a un orologio, e le limitazioni imposte dalla necessità di uno schermo a cristalli liquidi enorme lo avrebbe relegato a essere fruibile sola da un utenza molto ristretta.
Soluzione e sviluppo del T-Touch
Combinando dentro un orologio con cassa di forma tonda e bracciale di metallo tutti i sensori, e scegliendo di mostrare tutte le funzioni sia attraverso un quadrante analogico (avanzato visto che avrebbe dovuto mostrare anche parte dei dati complessi) e un display digitale più ridotto, i tecnici Tissot avevano trovato la soluzione. Rimaneva a questo punto solo da affrontare come comandarli.
Cinque anni più tardi nel 1997 Tissot inizia a sviluppare il T-Touch cui progetto necessitò altri quattro anni di sperimentazione e prototipazione prima di raggiungere la fase di commercializzazione. Durante questo periodo la tecnologia tattile subì un’evoluzione che la portò assai lontano dal punto dov’era partita. La strada dei moduli tattili intrapresa da Tissot era assolutamente inesplorata; il passo successivo all’ottimizzazione delle dimensioni, risolta grazie all’accoppiata analogico-digitale, era la semplicità di utilizzo.
A dieci anni dal lancio della tecnologia tattile il know-how sviluppato dal marchio rimane coperto da segreto. Tuttavia anche dopo l’uscita di diversi nuovi modelli la funzionalità dell’interfaccia proprietaria sembra ancora oggi ugualmente ripartita nei sensori e nello speciale trattamento del cristallo in zaffiro. Tissot T-Touch è un orologio che si focalizza a fornire un numero predeterminato di indicazioni fruibili in ambito sportivo e ricreativo, ma punta tutto sui dettagli, la chiarezza, e la semplicità d’uso.