È dura mandarlo in pensione.
Il Nautilus 5711/1A, ossia il Patek Philippe più amato in assoluto, ed espulso dalla produzione a inizio 2021 dal presidente Thierry Stern, è riapparso ieri 6 dicembre e sfrontatamente in un’edizione limitata con quadrante blu-azzurro per celebrare il 170° anniversario della partnership tra la Maison di Ginevra e Tiffany & Company.
Il suo nome è Patek Philippe Nautilus Ref. 5711/1A-018 Tiffany & Co.
La star scaturita la prima volta nel 1976 dalla magica penna di Gérald Genta ha subito reagito male alla decisione di Stern di metterlo in castigo per aver negli ultimi anni rubato la scena a tutte le collezioni del brand.
Lo scorso luglio ad un’asta Antiquorum tenutasi a Monaco un esemplare dell’ultimissima serie con quadrante verde oliva appena uscito dalla manifattura è stato battuto per 416.000 Euro.
Follie degli orologi sportivi di lusso alla moda, cui siamo oramai abituati.
170 Anni Trascorsi Insieme
Sia Patek Philippe (1839) che Tiffany & Co. (1837) sono state fondate a due anni di distanza l’una dall’altra, è facile perciò comprendere come i due giganti dello sfarzo siano da subito andati d’amore e d’accordo.
È del 1851 la prima intesa ufficiale inerente la vendita al dettaglio dei segnatempo Patek Philippe sul mercato statunitense. Nel 1876 arriva un secondo accordo che nomina Tiffany & Co. rappresentante generale per gli Stati Uniti nonché investita di un tale potere da poter gestire gli interessi locali della manifattura di Ginevra al posto suo.
Nel periodo che va dal 1900 al 1930, Tiffany & Co. Ha giocato un ruolo chiave nelle relazioni tra Patek Philippe e i grandi collezionisti di orologi americani, come Henry Graves Junior per il quale la manifattura realizzò una vasta gamma di orologi super complicati.
Nel 2008, Patek Philippe intensificò ancora la relazione con il gioielliere americano aprendo una boutique all’interno del famoso negozio Tiffany a New York sito sulla Fifth Avenue che attualmente è in fase di ristrutturazione. Qui da sempre si può ammirare l’intera collezione della manifattura.
Patek Philippe Nautilus Ref. 5711/1A-018 Tiffany & Co
Perciò per commemorare un sodalizio che dura da 170 anni Patek Philippe ha creato un’edizione limitata di altrettanti Ref. 5711/1A-018 Nautilus in acciaio con il famoso quadrante Tiffany Blue®.
All’esterno questi Nautilus si riconoscono immediatamente per il quadrante con i soliti motivi orizzontali a sbalzo insolitamente azzurri, il tipico colore del gioielliere newyorkese.
Osservandolo da più vicino si possono notare alle 12 la tipica scritta “Patek Philippe Geneve” – mentre alle sei Tiffany & Co.
Tutto il resto è uguale ai modelli di serie.
Il Nautilus Tiffany 5711/1A è declinato nell’ultima versione che risale ormai al 2006 e che sarà ritirata dal mercato nel 2022, diciamo ufficialmente perché praticamente già da inizio 2021 questo modello è più introvabile del solito.
Il fondello in zaffiro reca la scritta commemorativa “170th Anniversary 1851-2021 Tiffany & Co. – Patek Philippe”. Osservando meglio l’anno 2021 reca all’interno del numero “1” le quattro lettere in stampatello LVMH bianco su nero, in memoria all’omonimo gruppo orologiero che ai primi di gennaio 2021 ha completato l’acquisizione di Tiffany per la cifra di 15,8 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda il settore dell’orologeria e la gioielleria LVMH, uno dei gruppi mondiali leader del lusso, è proprietaria inclusa Tiffany di 7 marchi/Maison. La multinazionale avrebbe senza dubbio la possibilità di rimpiazzare Patek in seno a Tiffany con le sue risorse interne ma credo che ciò non accadrà: dal punto di vista commerciale non sarebbe una mossa felice.
E con questo Nautilus 5711/1A Tiffany & Co. penso proprio che il Patek più desiderato al mondo abbia giocato davvero l’ultima sua carta. Aspettiamocelo però continuare a fare faville nelle prossime aste.
La prima si terrà tra qualche giorno da Phillips a New York in associazione con Bacs & Russo. Il prossimo 11 dicembre Tiffany & Co. metterà all’asta uno di questi pezzi devolvendo il 100% del ricavato a The Nature Conservancy, un’organizzazione ambientale globale.
Sono certo che in quell’occasione diventerà il Nautilus in acciaio più caro al mondo. Non restano che pochi giorni per vedere come andrà a finire.
Commenti
Ciao Massimo, sono contento di poter dire: “avevo ragione”. Ho cercato un precedente post (del 7 apr 21) dove si parlava, dell’uscita (definitiva) di produzione, di questo pezzo ed ho trovato il mio commento dove ipotizzavo un suo ritorno con un altro colore del quadrante. Ed oggi ecco la notizia di un Nautilus azzurro
Complimenti Riccardo! 😉 Ci hai visto “lungo e bene”!!!
Sicuramente Patek ha una marea di persone (tra commerciali e Marketing) che tutti i giorni, 8 ore al giorno, pensano solo cosa e come gestire il mercato ed i clienti…. Però …. far uscire dalla produzione il Nautilus che è il modello che ha sempre venduto di più di tutto il loro catalogo, proprio non capisco.
Poi, sinceramente, queste versioni a tiratura limitata, sembrano fatte apposta per accontentare i soliti miliardari sparsi per il mondo….
Bo, la politica di Patek proprio non la capisco.
Ti capisco Lorenz. Senz’altro con queste manovre Patek Philippe è “uscita dall’imbarazzo” che da anni l’orologio preferito di una manifattura secolare e di tale livello era uno sportivo in acciaio, e con una richiesta 100X che generava problemi di consegna e conseguenti assurde speculazioni sul mercato grigio, cosa che nessun marchio di lusso (apparentemente) vuole.
Secondo, uscendo da questa situazione delicata Patek avrà la possibilità di “costruire” – come i crono perpetui degli anni ’50 – un altro orologio perfetto da collezionare, cui rialzi nelle aste (e tra 2 giorni ne vefremo delle belle), non faranno che aggiungere altra pubblicità.
Questo è quello che vedo, ma potrebbero esserci altri risvolti, e direi anche loro sicuramente speculativi.
Grazie del commento e alla prossima!
Battuto all’asta l’11 dicembre ad una modica cifra di 6,5 milioni di dollari….
Il mondo del collezionismo di orologi ha perso il lume della ragione per non dire altro.
In questo caso però…. secondo me… posso solo pensare che il collezionismo vero non centra nulla.
Qua non siamo di fronte ad un orologio a doppia firma (Patek e Tiffany) come altre volte in passato ha fatto Rolex, ecc… che spiegherebbe tali cifre.
Qua dovrebbero andare a fondo perchè, secondo me, siamo a che fare con schemi di riciclaggio di denaro, oppure di utilizzo degli orologi come strumenti monetari per qualsivoglia movimento lucroso…
Parere personale.
Grazie per la segnalazione Lorenz! Hai già detto tutto tu. Permttimi di aggiungere che un Patek Philip Nautilus 5711 in acciaio, che come edizione Tiffany con i suoi 170 pezzi oltre a essere stavolta davvero l’ultima, sarà pure anche uno dei Nautilus più rari, ma pagarlo $6,503,500 più i dititti d’asta non è collezionismo, è un’atra cosa. In situazioni come queste i veri e competenti grandi connoisseurs si defilano, e non è certo per mancanza di fondi.
Qui il collezionimo non c’entra nulla.
Me lo sentivo che sarebbe finita così, e l’avevo scritto in chiusura dell’articolo, ma non pensavo che si sarebbe mai arrivati a tali livelli. L’unica cosa veramente positiva è che tutti questi soldi finiranno in bene.