Il 16 agosto scorso la notizia della morte di Gèrald Genta aveva incominciato a rimbalzare tra un blog e l’altro di appassionati di orologeria, mesta e umile come la personalità del grande uomo di cui annunciava la perdita.
Nato a Ginevra ottant’anni fa, non trovo altre parole per ricordarlo che paragonarlo a una stella: la sua luce brillò in tutti i campi in cui egli si applicò, dalla creazione di orologi complicati che portavano il suo nome – manifattura che creò nel 1969 e vendette nel 1999 al Gruppo Bulgari – al design di segnatempo che ancora oggi sono “di riferimento”.
Dalla penna di Gènta, già perché a quell’epoca i segnatempo erano – sin dal passo successivo all’idea “fatti a mano” al 100%, si materializzarono il Royal Oak di Audemars Piguet, Il Nautilus di Patek Philippe, l’Ingegneur di IWC e il Constellation di Omega.
Manifatture e collaborazioni
Genta era di origini italiane da parte di padre piemontese, ventenne – appena dopo il diploma – iniziò a lavorare per Universal Genève, negli anni ’50 una delle manifatture più rinomate del panorama orologiero mondiale. (leggi qui per altri approfondimenti).
Da sempre i poligoni influenzarono tutta la sua creatività estetica: è opera del maestro la collezione Octo con l’evidente forma ottagonale della cassa; la troviamo anche nel fantastico Royal Oak di Audemars Piguet Royal Oak che apparve nel 1972.
Nel 1975 l’Ingegneur di IWC fu ridisegnato da Genta nella versione SL Jumbo ref. 1832. In questo modello, in particolare nel bracciale di acciaio, si vede lo stile che poi ritroveremo in contemporanea, o forse al massimo a distanza di meno di un anno, in un’altra sua top hit: il Nautilus di Patek Philippe. Antecedente a questi due capolavori, nei primi anni ‘70 il vulcanico ginevrino diede forma al Constellation di Omega “C-Model” ref. 168.009. Alcuni di quei segnatempo erano mossi da un movimento Bulova Accutron – che ai tempi tentava di difendersi come poteva dall’arrivo impietoso degli orologi con movimento al quarzo.
Nel 2001, mai pago di esprimere la sua creatività, aprì una nuova manifattura: Gèrald Charles. Forse chiamarla con il suo primo e secondo nome di battesimo fu una scelta obbligata dopo aver ceduto i diritti a Bulgari del suo primo marchio. Genta in quell’occasione dichiarò che con essa finalmente poteva riunire sotto un unico tetto le sue due grandi passioni: l’orologeria e la pittura.
Complicazioni
Incurante dell’insorgere della crisi che veniva dal Sol Levante, Gèrald Genta si buttò a capofitto nelle complicazioni meccaniche, in particolar modo in quelle sonore: egli fu la mente geniale di alcuni degli orologi più complicati mai costruiti. Dopo diversi modelli, nel 1994 presentò il Grand Sonnerie. Per lui davvero il numero 8 fu il numero della sua vita: cassa ottogonale, otto complicazioni, solo otto esemplari costruiti. Nel 1999, anno in cui vendette il brand a Bulgari, il trionfo: appare come una meteora Octo Grand Sonnerie Tourbillon che, per quasi un milione di dollari insieme a un movimento regolato da un tourbillon, offriva le caratteristiche ore decentrate, grande e piccola suoneria con la Westminster Chime orchestrata su quattro gong in grado di riprodurre alla perfezione gli originali rintocchi del famoso campanile Big Ben.
Di Genta sono senz’altro da non dimenticare gli orologi da polso con ore saltanti e lancetta dei minuti retrograda, interpretati sia nella collezione Arena, sia in altri segnatempo in compagnia o di un allegro Topolino, o di Minnie e di altri personaggi di Walt Disney che sostituivano con il loro braccio la lancetta dei minuti.
Opera incompiuta
All’inizio di quest’anno fu diffusa – sempre in rete – la notizia che Gèrald Genta fosse in procinto di realizzare un orologio per il marchio svedese Arlanch (http://www.arlanch.se). Nonostante il lavoro sia rimasto a un semplice schizzo, ora, c’è da scommettere che entrerà in produzione.
Conclusioni
Le sue opere sono uniche, iconiche e irripetibili. Nel mondo dell’Alta Orologeria – per tradizione in generale così poco incline ai grandi cambiamenti – “quelle curve” continueranno, io dico per sempre, a ricordarci la sua grandezza.
Comunque, a parte tutto questo,
Monsieur Genta, lei ci mancherà…
contaminuti
(foto orologi @ Antiquorum – IWC)
Commenti
Per me forse il più grande. Sarà che Nautilus, Royal Oak e Ingenieur rappresentano il top dell’orologeria di sempre…..
Nick
sicuramente il più’ grande di sempre….
Un genio…..
Anche per me ha realizzato i più bei segnatempo sportivi di sempre. Hai mica delle informazioni anche sull’Iwc Yacht Club II (quando è nato e quanto è durato, movimento ecc.).
Grazie
IWC Yacht Club II “sembra” per il suo design appartenere agli orologi disegnati da Gèrald Genta, ma in realtà – almeno io – non ne ho conferma. Comunque puoi trovare alcune informazioni a questa pagina.
Un mito che non tramonterà mai
Mi associo…una linea intramontabile, pulita ed elegante…perpetua…
Grazie per il commento Maurizio!
Inimitabile maestro di complicazioni, di design e grande conoscitore di materiali e abbinamenti !
Grazie per il commento Stefano!