Nel 2008 uno tra i primi articoli pubblicati nel mio blog amatoriale che si chiamava “blog-orologi” insegnava a distinguere i rintocchi negli orologi a ripetizione minuti. Oggi dopo oltre nove anni ho deciso di riscriverlo mettendo insieme a quel video storia, spiegazioni, approfondimenti, e evoluzioni tecniche, di quella che è in assoluto forse la complicazione meccanica più affascinante. Ne è venuta fuori una piccola guida.
- Che cos’è un orologio ripetizione minuti?
- Quando e perché è nata la ripetizione minuti?
- Come suona un ripetizione minuti?
- Tecnica ripetizione minuti
- Orologi ripetizione minuti abbordabili
- Come legge l’ora un orologio a ripetizione minuti
- Approfondimenti
Che cos’è un orologio ripetizione minuti?
Un ripetizione minuti è un segnatempo con una complicazione meccanica che azionata da un pulsante (solitamente a slitta) emette suoni per segnare ore, quarti d’ora e minuti.
Esistono diversi altri tipi di orologi a ripetizione che leggono parzialmente le unità del tempo come il ripetizione quarti o con suonerie più o meno sofisticate che saranno approfondite più avanti.
Si tratta di segnatempo dalla meccanica assai complicata. Secoli fa la ripetizione minuti era una complicazione assolutamente necessaria per conoscere l’ora quando l’oscurità lo impediva.
Oggi rappresenta la complicazione da sogno, sia perché durante la migrazione da orologio da tasca a orologio da polso si è molto evoluta tecnicamente (soprattutto negli ultimi anni) sia perché il suo prezzo rimane sempre piuttosto elevato; ma dalle note cristalline di un ripetizione scaturisce pura magia.
Quando e perché è nata la ripetizione?
Come chi inventò l’orologio non si può identificare in un’unica persona chi per primo realizzò un orologio a ripetizione. Sicuramente le basi di questa funzione furono stabilite nel 1676 dal reverendo Edwar Barlow che inventò un sistema che azionava la suoneria tramite un meccanismo formato in particolare da rastrelli e chiocciole.
Ma quando nel 1687 l’ecclesiastico inglese sottomise una richiesta di brevetto, la Clockmaker’s Company lo assegnò invece al segnatempo presentato qualche anno prima dall’orologiaio inglese Daniel Quare – un ripetizione ore e quarti molto simile nel comportamento a quelli odierni che si attivava premendo un pulsante, a differenza del modello di Barlow che invece di pressioni del pulsante ne richiedeva due.
Ma i tempi erano oramai maturi e durante il XVIII secolo la ripetizione minuti trasmigrò lentamente negli orologi da tasca sempre utilizzando quei rastrelli e chiocciole di Barlow che ancora più rimpiccioliti possiamo trovare oggi in molti orologi ripetizione da polso.
Ma da dov’è nato l’interesse per un orologio a ripetizione minuti?
Come accade per tutte le più geniali invenzioni da una reale necessità. Sino all’arrivo dell’elettricità quando nelle case i lumi a olio e petrolio venivano spenti sino all’alba era praticamente impossibile conoscere l’ora. Durante il giorno le cose andavano diversamente: chi non possedeva neppure un segnatempo poteva contare sui campanili che scandivano gli allora immensamente più lenti ritmi della giornata.
Video Ripetizione Daniel Quare – 1690 ca (courtesy Eternal Timepieces)
E di notte? Mica si potevano lasciare le suonerie attive. Il bello dell’orologio a ripetizione minuti è che suona si il tempo ma su richiesta. Prima di diventare così spettacolare la ripetizione minuti era vista “semplicemente” come una complicazione utile e per quanto più costosa dei normali segnatempo non veniva etichettata come un segnale di orologeria di lusso.
Come suona un ripetizione minuti?
Nei primi orologi a ripetizione da torre il meccanismo della suoneria, sempre separato dal movimento, si assicurava semplicemente che i martelli colpissero le campane il numero esatto di volte al passare di ogni ora.
Esso era costituito da un treno di ingranaggi e da una farfalla che regolava marcia e quindi la velocità con cui i martelli colpiscono il gong.
Timbri normali
Si può parlare di vera suoneria quando nel 1783 Abraham-Louis Breguet creando un ripetizione minuti pensò di sostituire i già ridotti campanelli con timbri (anelli) in modo da occupare molto meno spazio. Erano nate le famose “molle sonore” (così chiamate da Breguet SA – cui immagine è mostrata più in basso). In un primo momento esse avevano una forma rettangolare ma di li a poco diventarono circolari e furono avvolte intorno al movimento esattamente come accade oggi.
Solitamente i gong (“timbro” in inglese) sono minimo due e colpiti da altrettanti martelletti. A seconda delle diverse sequenze emesse i martelletti esprimono in suoni ore, quarti e minuti.
Ancora oggi lo schema è praticamente lo stesso. Tuttavia la bontà dell’esecuzione di un ripetizione minuti si esprime solo curando esageratamente ogni più minuscolo dettaglio. Prima di tutto il rapporto movimento/gong e dimensioni della cassa sono fondamentali per la purezza del suono, ma lo sono anche altri elementi del sistema che vedremo in seguito.
Timbri a cattedrale
Un timbro a cattedrale, solitamente in acciaio, avvolge la cassa anche due volte ma garantisce una qualità, un’altezza e riverbero del suono unici. Patek Philippe ha una grande esperienza nella manifattura di ripetizione minuti e timbri a cattedrale, ma molte altre Maison come Vacheron Constantin e Christophe Claret, e ultimamente anche Hublot, costruiscono anche loro ottimi esemplari con timbri a cattedrale. Il problema dei timbri a cattedrale è che qualunque sia la loro lunghezza essi devono essere fissati in un solo punto per poter beneficiare di una lunga nota di risonanza. Ovviamente in un orologio da polso c’è il problema che essi stiano esattamente in posizione nel tempo e nonostante urti accidentali che potrebbero occorrere in un normale utilizzo.
Nel seguente video si distingue la purezza del suono dei timbri a cattedrale del Christophe Claret Soprano.
Costruire un gong a cattedrale non è per nulla semplice come invece – a guardarli tutti – sembrerebbe. La maggiore lunghezza non basta. Sono curvatura, spessore (normalmente tutti nell’ordine di 0,5 mm) e ambiente di risonanza a fare la differenza. Non possono essere prodotti in serie e per ottenere alti livelli sonori e una precisa tonalità essi devono essere fatti a mano e testati diverse volte anche dopo essere stati montati.
Tecnica ripetizione minuti
Nonostante rastrelli e chiocciole facciano ancora parte della quotidianità meccanica della complicazione la tecnologia ha permesso di compiere passi da gigante anche in un meccanismo che almeno nella sua funzione è rimasto praticamente identico a quello inventato dal reverendo Barlow.
Fino a qualche anno fa – e ha ancora una rilevante importanza – una delle maggiori preoccupazioni stava nel scegliere quale fosse il miglior materiale per la cassa di un ripetizione minuti o, se preferite, quale metallo restituisca il miglior suono. La risposta genera a sua volta un’altra domanda che sembra ironica: quale tonalità preferisci esprimere? (e questo dipende si dal materiale della cassa ma i motivi della scelta sono opinabili).
Per rispondere anche a questo quesito, si è sempre saputo che l’oro rosa esprima un suono più caldo. Francois-Paul Journe per i suoi Souverain predilige l’acciaio perché afferma che è il metallo che restituisce la migliore risonanza. Patek Philippe invece dichiara di calcolare l’ottava della melodia a seconda del metallo, compresi i casi in cui la carrure – cesellata con pietre preziose – risuona diversamente.
Esempio #1
In un ripetizione minuti l’evoluzione tecnica non si è mai arrestata. Ogni migrazione della complicazione si è tradotta in evidenti vantaggi. Abbiamo visto che grazie al genio Breguet inventore nel 1783 delle molle sonore la ripetizione minuti è riuscita a entrare in un orologio da tasca prenotando la piccola cassa da polso che più recentemente ha scoperto i timbri a cattedrale.
La sfida oggi è non solo di rilasciare suoni incantevoli ma, altrettanto importante – se non di più, è ridurre il rumore dei meccanismi che fanno scaturire la melodia, da sempre il vero tallone d’Achille della complicazione.
Esempio #2
Nel 2013 Vacheron Constantin ha sviluppato nel calibro 1731 dopo quattro anni di ricerca un meccanismo totalmente silenzioso che prevede due cilindretti (chiamati “masselotte”) che fungono da freno sull’asse di rotazione del regolatore, in modo così da distribuire in modo regolare l’energia prodotta dalla molla del bariletto.
Il risultato vede combinare due forze contrapposte: la forza centrifuga e quella centripete. Quando il regolatore torna, la forza centrifuga fa sì che una delle estremità dei cilindretti si allarghi verso l’esterno, mentre l’altra estremità va ad appoggiarsi sull’asse per rallentare e stabilizzare la velocità di rotazione e garantire così una cadenza costante alla suoneria.
Inoltre nel Patrimony Contemporaine ultrapiatto Calibro 1731 Ripetizione Minuti per la prima volta la Maison per rendere il suono il più cristallino possibile ha disposto che i timbri che vengono colpiti dai martelletti invece di essere allineati uno accanto all’altro sono sovrapposti in altezza.
Orologi ripetizione minuti abbordabili
Ma quanto costa un orologio a ripetizione minuti? Tanto. Esistono dei “ripetizione a 5 minuti” che sono molto più economici e che come dice il loro nome sono in grado di suonare ore, quarti, e sequenze di cinque minuti, ma personalmente allora preferisco un “semplice” ripetizione dei quarti o un orologio con suoneria al passaggio.
Quindi rinunciare e mettersi l’animo in pace?
Assolutamente no. Se la motivazione di farsi un orologio del genere è mossa da una passione amorevole per questa magica complicazione si può mettersi – con calma e molta attenzione – alla ricerca di un antico orologio da tasca con ripetizione a minuti aggiungendo altro fascino.
Il video mostra il Vacheron Constantin di Michele Tonon (redattore di Orologi di Classe) intonare con sicurezza le sue magiche note e nonostante la sua veneranda età. Leggi la sua recensione.
A seconda di marchio e condizioni, si può a partire da poco più di un migliaio di Euro.
Come legge l’ora un orologio a ripetizione minuti
Ed eccoci ricollegati al post originale di nove anni fa. Ora che ne sappiamo qualcosa in più vi renderete conto come ascoltare una ripetizione minuti sia la parte più facile di questa complicazione.
Ore, quarti e minuti vengono quindi suonate tramite due martelletti che battono su due strisce metalliche che emettono suoni di diverse frequenze.
Di solito il suono delle ore ha un tono più basso (dong) di quello (ding) dei minuti, anche se il primo è più lungo e comunque di diversa frequenza. I quarti invece sono suonati alternando prima la nota che rappresenta i minuti e dopo quella delle ore (ding-dong).
Ok adesso facciamo un esempio pratico: sono le 10 e 56 minuti e questo Ulysse Nardin vintage batterà: 10 dong per le ore, 3 ding dong per i quarti e 11 ding per i minuti.
Ecco svelato il suo funzionamento. Adesso spegnete il monitor e provate solo ad ascoltarlo come si faceva oltre tre secoli fa…
Approfondimenti
Elenco di risorse per approfondire la complicazione.
12 risposte
Bellissimo articolo Massimo, complimenti per come sei riuscito a spiegare con semplicità e tanta passione,una complicazione così incantevole.. Molto bello il richiamo alla parte storica.
Due anni fa ho avuto la fortuna di visitare il SIHH e non puoi immaginare l’emozione quando mi hanno mostrato il Parmigiani Toric Kaleidoscope Minute Repeater che oltre a intonare note sublimi mostra ipnotizzanti cerchi muoversi al centro del quadrante..
Luka ti ringrazio molto, e mi fa molto piacere che l’articolo ti sia piaciuto! Complimenti per i tuoi gusti e per aver avuto l’opportunità di vedere live un ripetizione minuti del genere che devo confessarti non conoscevo, e allora sono subito andato a vedere di che si tratta.. Super! Io nel 2007 ho avuto la fortuna di visitare la manifattura (Vaucher) e molte delle aziende del gruppo a La Chaux-de-Fonds. Ma durante la mia visita a Fleurier che raccontai in un breve post mi ricordo dell’incantevole suoneria Wenstminster di un Toric ripetizione minuti! Che sia opera delle sue magiche mani o di quelle del team Vaucher solitamente il marchio fondato da Michel Parmigiani esprime Alta Orologeria con la A maiuscola..
L’ho riletto due volte e rivisto non so quante volte i video… Semplicemte magico.
Ottimo articolo.
Grazie
Hey Lorenz! Grazie a te per le tue parole… 😉 sono molto contento che ti sia piaciuto
SI, complimenti per la chiarezza dell’articolo e per il sito in toto…veramente veramente veramente!
Grazie Michele!
pochi passaggi ma efficaci per la comprensione della complicazione
ottima spiegazione
Grazie per il commento Enzo!
Sempre molto interessanti grazie.
Interssante, e bellissimo articolo descrizione perfetta e comprensibile.
Grazie
Grazie a te!
Grazie per il commento Ernesto!