Klings e la sua complicatissima visione orologiera sono nel cuore di ogni vero e documentato appassionato di Alta Orologeria meccanica. La prima volta che lo contattai oltre a inviarmi via e-mail una esauriente documentazione mi spedì a sorpresa anche un DVD zeppo di immagini in alta risoluzione per mostrami cosa intendesse per un anglage o una lucidatura a specchio. È diventata consuetudine sentirsi almeno una volta l’anno. Qualche settimana fa gli ho scritto e al mio abituale “any news?” l’orologiaio indipendente di Wechselburg (piccola cittadina della Sassonia) ha iniziato a parlarmi del Tourbillon Nr. 2. Grazie a un successivo scambio di e-mail con domande e risposte di approfondimento, ho scoperto che non solo l’orologio da tasca con tourbillon e fasi lunari che Klings ha realizzato tra il 2001 e il 2016 è il pezzo unico che l’artista si è costruito per se e a tempo perso, ma che non è neppure in vendita. Quindi con un pizzico di humor è anche il caso di dire che “non ha prezzo”; è quello che penserà chiunque leggerà fino in fondo questo post.
Orologeria e Arte: Christian Klings
Tourbillon Nr. 2 il Klings per Klings
È difficile accontentare un cliente come Christian. Chi sarebbe capace di superare in pignoleria un orologiaio indipendente del suo livello? A dirlo non sono solo quella ventina di (per la maggior parte) tourbillon volanti da egli realizzati in circa altrettanti anni di carriera, ma le soluzioni tecniche che essi contengono prodotte da una mente per cui fantasticare è di serie. Christian Klings non è solo capace di eseguire una complicazione o finitura a regola d’arte, ma è uno in grado di inventarti meccanismi cruciali come l’inedito scappamento desmodromico.
Origini, livello, e specifiche del progetto
Iniziamo dal cuore del Toubillon Nr. 2. Il movimento base è un Calibro Apogee realizzato in Svizzera all’inizio del XX Secolo. Delle sue origini è rimasto ben poco e Christian gli ha costruito intorno un vestito meccanico non solo estremamente complicato ma che sembra come essere sempre stato li.
Per prima cosa Klings ha pensato di aggiungere un tourbillon. Ma il particolare tecnico più esaltante è ancora una volta lo scappamento.
Le Ultime Meraviglie Di Christian Klings
Tourbillon con Scappamento a Detente
Mettere uno dentro l’altro due elementi del genere significa vivere in piena twilight-zone orologiera.
Ora un po’ di teoria.
Nello scappamento a détente l’impulso è dato al bilanciere da una sola semi oscillazione. Tranne che per l’angolo d’impulso, e il breve momento del contatto con la molla di passaggio, con questa soluzione il bilanciere è completamente libero di oscillare senza subire alcuna interferenza da parte dello scappamento.
In sostanza grazie allo scappamento a détente viene rilasciato un impulso diretto al bilanciere azione che permette di elevare l’isocronismo di un sistema basato su meccanica a altissimi livelli, e per questo secoli fa fu scelto di routine nei cronometri da marina che, grazie alla precisione di questo elemento, permettevano di calcolare con un’estrema esattezza la longitudine in mare aperto.
Ancora un paio di note generiche su questo meccanismo.
Chi ha compreso il concetto di scappamento a détente avrà già notato che proprio per la natura del meccanismo in questi segnatempo la lancetta dei secondi si muove a scatti di 1/3 di secondo. Tra l’altro è sempre per questo motivo che la frequenza del Tourbillon No.2 di Klings è davvero particolare: viaggia a 14.000 alternanze/ora. Anche il ticchettio di questi scappamenti è completamente diverso: è asincrono, e come determinato dalla sua costruzione in esso è chiaramente distinguibile uno scatto.
Ascolta il sound irresistibile di uno scappamento a detente appartenente a un cronometro da marina.
Immagina di vederlo dentro a un tourbillon ed ecco svelata una prima parte assai complicata dell’orologio personale di Christian Klings. Ho reso l’idea?
L’evoluzione alla ricerca del miglioramento degli elementi che compongono lo scappamento a dètente non si è mai fermata. Oggi c’è chi come Urban Jürgensen nel UJS Reference 11C SC e Christophe Claret nel Maestoso è riuscito a inserirlo persino in un orologio da polso.
Limitazioni
L’unica limitazione è che lo scappamento a détente necessita di essere sempre avviato in quanto per sua natura meccanica non è in grado di funzionare da solo con l’energia rilasciata dai bariletti – come avviene invece per qualsiasi segnatempo provvisto di un tradizionale scappamento ad ancora.
Tuttavia l’esecuzione di tourbillon più scappamento a détente è stata firmata solo da grandi orologiai.
E qui finisce la parte “più semplice” del Tourbillon No.2
Altri dettagli: Il sistema di sicurezza
Quando c’è di mezzo uno scappamento a détente la vita si complica e di parecchio e Klings ovviamente lo sapeva benissimo già quindici anni fa prima di iniziare a costruirlo.
Di seguito due disegni inediti illustrano il meccanismo aggiuntivo necessario al corretto funzionamento del Tourbillon Nr. 2. L’orologiaio di Dresda avverte che se da una parte gli scappamenti a détente sono capaci di restituire un ottimo isocronismo dall’altra sono molto sensibili sia a movimenti improvvisi sia a shock.
Così alcuni cronometri sono dotati di un meccanismo di sicurezza che previene che l’ampiezza dell’impulso non superi mai i 320 gradi in modo tale che l’orologio non marci mai troppo veloce. Ecco quello progettato da Christian.
L’arresto dei secondi con reset a zero e il sistema di avvio e arresto dello scappamento
Quando estrai la corona del Tourbillon No. 2 la lancetta dei secondi continua a marciare sino a che non raggiunge la posizione zero. Questa manovra richiede sino a 59 secondi. Nella parte bassa del disegno successivo appare anche l’indicatore di riserva di carica AUF/AB (carico/scarico) che a piena carica è di 30 ore. Non manca una croce di malta, accorgimento che blocca lo svolgersi della molla di carica nella sua parte finale quando la forza che rilascerebbe non sarebbe più sufficientemente costante da poter garantire una marcia isocrona.
Qui la modifica portata da Klings è il sistema di avvio e stop dello scappamento che permette così di far partire automaticamente dopo la carica anche uno scappamento a détente. Questa è una vera chicca. L’ho scritto all’inizio che Klings è un cliente difficile! Con questo dispositivo egli è riuscito a “piegare” anche la natura e i limiti di questo meccanismo.
Il sistema di arresto con reset dei secondi a zero dell’orologiaio è inedito e raro in un orologio con tourbillon ma qui Klings sottolinea semplicemente che la sua soluzione è affidabile.
L’orologio
Purtroppo molti dopo un articolo così sbilanciato sulla parte tecnica avranno già abbandonato la scena cliccando il tasto indietro del browser, ma come si fa a trattenersi dal descrivere nei particolari una simile eccellenza meccanica?
Ora due note sull’estetica. La cassa in oro 750k interamente fatta a mano misura 47 mm di diametro. Il quadrante argentée presenta fini incisioni con numeri romani e indici anch’essi incisi manualmente. Il disco delle fasi lunari è in oro 24k. Le finiture sono di una bellezza imbarazzante tuttavia sono nello standard di qualsiasi opera dell’orologiaio indipendente sassone.
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Concludendo
Il Tourbillon No. 2 è il vero figlio prediletto di Klings. Iniziato effettivamente nel 2002 per essere ultimato ha richiesto oltre 1.000 ore di lavoro.
In lui c’è tutta la capacità e personalità del bravissimo orologiaio indipendente AHCI che da sempre a partecipare a show e esibizioni preferisce stare a casa a lavorare per far poi parlare le sue stesse opere. Klings è un personaggio eccezionale. In uno degli articoli che lo riguarda ho tradotto i consigli che accompagnano la consegna delle sue opere: quattro righe al massimo, molto pragmatiche e trascritte su un foglietto di carta. Fortunatamente a Baselworld 2013 oltre che a conoscerci abbiamo avuto l’opportunità di trascorrere un po’ di tempo insieme.
In una delle risposte alle domande che gli ho fatto Christian ha aggiunto con somma trasparenza che all’origine del progetto del Tourbillon No. 2 aveva pensato di inserire anche un Remontoir (dispositivo supplementare che immagazzina forza motrice in modo da rendere sempre costante l’energia che arriva dai bariletti allo scappamento), ma poi egli ha rinunciato perché riferito al tempo in cui iniziò il progetto scrisse che “non aveva ancora accumulato abbastanza esperienza”. Fantastico.
Tuttavia egli ha concluso così: “Il Remontoir può sempre essere aggiunto in futuro, oppure inserito in un nuovo orologio. Oggi sono in grado di farlo”.