A poco più di due mesi dal cinquantesimo anniversario di quello storico 20 luglio 1969 conosciamo solo gli Speedy edizione limitata in oro realizzati in 1014 esemplari e lanciati da Omega a marzo. Ricordano quelli consegnati agli astronauti della missione Apollo 11 durante la cena di ringraziamento che si tenne a Houston il 25 novembre dello stesso anno, ma è evidente che manca all’appello ancora Omega Speedmaster Apollo 11 50th Anniversary Monwatch Stainless Steel Limited Edition, la referenza in acciaio che celebra il primo orologio a essere andato sulla Luna.
Che il nome sarà o meno quello giusto tutti – terrapiattisti a parte – non vedono l’ora che appaia il vero Moonwatch del giubileo. La febbre è molto alta: sembra che i più malati dell’unico cronografo certificato spaziale dalla Nasa abbiano lasciato una caparra al proprio concessionario di fiducia per garantirsi di possederne uno.
Qualche ipotesi
Chi scrive non ha tutti i numeri per prevedere come sarà lo Speedmaster del 50° anniversario in acciaio: i forum di orologeria invece pullulano di appassionati che conoscono tutti i più minimi particolari dei segnatempo storici e, quelli che hanno il pallino per gli Omega Speedmaster sono tra i più acculturati in assoluto.
Ecco un’elaborazione con photoshop di uno dei membri di Omega Forums.
Di sicuro con lo Speedmaster Apollo 11 50th Anniversary Moonshine Gold Limited Edition che abbiamo visto non è che Omega si sia molto sbottonata su quella che sarà la più importante edizione che rivelerà forse entro questa settimana.
Tuttavia si tratta di un bel pezzo tutto in oro giallo 18 k pensato, costruito e forte di più di un dettaglio che svela l’intenzione di farlo diventare da subito un pezzo da collezione.
È opinione di molti che la Maison di Biel/Bien non presenterà solo uno Speedy 50 Anniversary in acciaio ma che colga l’occasione per addirittura introdurre una nuova collezione di Moonwatch.
Provo a lanciarmi con le mie personali previsioni.
Stando alle logiche commerciali dovremmo vedere come minimo tre referenze mosse da altrettanti diversi calibri.
- Speedmaster Professional Moonwatch 50th Anniversary (solo acciaio?) con calibro Omega 321
- Speedmaster Moonwatch 50th Anniversary acciaio con calibro Omega calibro 9300
- Speedmaster Professional Moonwatch 50th Anniversary acciaio con calibro Omega 1861
Cominciamo con il punto interrogativo supplementare della prima della tre ipotesi.
Il 2019 si è aperto alla grande per i fan del crono spaziale; a fine gennaio Omega ha annunciato di aver resuscitato il calibro 321 nato a fine anni 50 da una collaborazione con la Maison e Frédéric Piguet famosa fabbrica di movimenti nella Vallée de Joux cuore anche di molti strepitosi Blancpain.
Quando ti riferisci ai primi Speedy atterrati sulla Luna punti coscientemente o non a solo quelli equipaggiati dal 321 con il suo caratteristico smistamento della cronografia governato da ruota a colonne realizzata in un unico blocco. Si chiamano anche Pre Moon. Il calibro 321 è stato il motore degli Speedmaster Pre Moon e del primo Moonwatch che ha camminato sulla Luna, la referenza 105.012.
È perciò abbastanza evidente che la riedizione del 321, progetto nominato internamente “Alaska” equipaggerà gli Speedmaster commemorativi top del cinquantesimo. Ma sarà disponibile solo in acciaio?
Approfitto dell’occasione per esprimere un’opinione personale.
Se come sembra vedremo uno o più Speedy animati dal progetto Alaska stavolta, come esecuzione di una riedizione, Omega supererà alla grande persino Rolex.
Mi spiego meglio.
Nel 2017 in occasione del lancio del Sea-Dweller del cinquantesimo ho fatto notare come Rolex per preservare i modelli d’epoca avesse cambiato – o dimenticato di proposito – qualche particolare nella sua riedizione mentre, sempre lo stesso anno, la casa dell’omicron nel lanciare le sue edizioni limitate Omega Trilogy 2017 almeno esteticamente aveva scelto di farne delle copie esatte dei modelli vintage.
Due strategie diverse, che entrambe hanno fatto discutere gli appassionati, e almeno per Rolex ciò si è dimostrato dai tanti commenti avversi per l’inserimento della lente ciclopica sul Sea-Dweller apparsi nella mia recensione e in giro per il web. Ma ripeto, al di la delle due diverse filosofie di realizzare una replica ufficiale e celebrativa, dotarle dell’ultimo e più avanzato movimento che si ha a disposizione come ha fatto Rolex è già un’ottima cosa, ma decidere come Omega che il suo Speedmaster Anniversario più rappresentativo, per quanto rivisto e migliorato, avrebbe montato lo stesso calibro che animava la ref. 105.012 di Armstrong è un passo ancora più avanti.
Ora però speriamo di vederli.
E mi sono accorto che non ho ancora risposto il perché di “solo acciaio?”.
Perché anche quando in casi come questi le edizioni limitate hanno motivo di esistere, tutte si riducono di numero e aumentano di prezzo man mano che si aggiungono contenuti. Perciò, e di sicuro, se uno Speedmaster sarà mosso dal 321 del progetto Alaska che sia anche in acciaio non sarà regalato, anzi, è possibile che Omega proponga una limited edition supertop di platino in pochissimi esemplari.
Nel contesto di versioni per il 50° anniversario, o come collezione a se, vedo come seconda opzione uno Speedy Apollo 11 50th Anniversary (non Professional) con movimento co-axial 9300.
Ci sta sia perché quel movimento anche se non ha nulla a che vedere con gli Speedmaster genuini è uno dei calibri top con cronografo in circolazione già montato nella collezione, sia perché Omega tiene moltissimo allo scappamento coassiale, visto che a crederci per primo era stato il vecchio Hayek che comprò il brevetto dal suo inventore George Daniels da tutti unanimemente ritenuto il più grande orologiaio del secolo scorso.
Insieme al calibro co-axial credo sarà l’occasione per vedere delle versioni del Moonwatch del cinquantesimo anche in acciaio e oro o in altre tonalità del metallo prezioso.
Infine è scontato che non potrà mancare il più abbordabile tra gli Speedy Moonwatch 1969-2019 mosso dal calibro 1861 evoluzione del 861, il cuore del ST 145.012 che iniziò a vagare nello spazio nel 1968 e fu il calibro che spedì il Moonwatch più a lungo sulla Luna, esattamente sino al 7 dicembre del 1972 data della missione Apollo 17.
La serie 861/1861 è super affidabile ma con uno smistamento delle funzioni del cronografo governate da un sistema a camme, come nei Valjoux 7750 per intenderci, purtroppo addio alla magica ruota a colonne.
Conclusioni
Arrivato in fondo all’articolo ti sarai accorto che non ho fatto alcuna ipotesi sull’estetica.
Questo sarà alla fine il punto più cruciale dei segnatempo del cinquantesimo. Credo (e spero) che a parte qualche tocco per far comprendere che si tratta di referenze speciali, i Moonwatch del 50° saranno molto vicini all’estetica del ST 105.012. È ammessa qualche scritta supplementare un po’ di stelle e un’immagine commemorativa di Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins.
Dopo questo lungo e doveroso benvenuto manchi solo tu Moonwatch del cinquantenario in acciaio.
Commenti
Ciao a tutti,
voci di corridoio mi dicono:
Acciaio con un pochino di oro
Immagine sul contatore di sinistra con Buzz Aldrin che scende sulla luna
Sullo fondello impronta del primo piede sulla luna
Informazioni corrette!
Grazie per le previsioni Luca! Non sarebbe niente male! 😉
Si davvero e complimenti! 😉