Un sondaggio condotto a luglio 2022 da Innofact per conto di Verivox, su 1.184 persone – un numero rappresentativo della popolazione in termini di età, genere e stato federale – ha mostrato che il 38 percento dei tedeschi quando vuole sapere che ore sono guarda lo schermo del proprio smartphone. Un altro 9 percento usa gli orologi che ha attorno a sé: a casa, in una stazione, in auto o al lavoro, ma almeno il 52 percento guarda l’orologio che ha al polso.
Come viene misurato il tempo
Come viene effettivamente misurato il tempo? Come fanno secondi, minuti e ore a finire dentro a un orologio? Come fanno a starci negli orologi a carica manuale o automatica, negli orologi al quarzo, negli smartwatch e negli smartphone?
Gli orologi meccanici sono la quintessenza della tradizione orologiaia, della maestria costruttiva, della cultura e del prestigio. Sono anche di grande valore e di solito durano a lungo nel tempo.
Questi orologi hanno movimenti che sono a carica manuale o automatica. In entrambi i casi, la loro riserva di energia è meccanica, ossia generata da una molla.
Gli orologi meccanici vengono caricati da un rotore. Il movimento del polso lo fa oscillare, caricando la molla. Gli orologi a carica manuale, invece, si caricano ruotando la corona. La molla è poi in grado di rilasciare l’energia immagazzinata per ore, o perfino per giorni, continuando a far ticchettare il movimento.
Gli orologi al quarzo hanno movimenti alimentati a batteria. Gli smartwatch invece sono dispositivi puramente elettronici, solitamente collegati a uno smartphone. Spesso la loro funzione primaria non è neppure quella di mostrare l’ora, quanto piuttosto di monitorare i dati corporei. Anche questi orologi hanno batterie che immagazzinano energia, e che devono per lo più essere caricate tramite una presa elettrica.
Come si raggiunge la precisione
Se i secondi hanno sempre la stessa durata e se gli orologi non vanno né troppo lenti né troppo veloci, è merito di un meccanismo che scandisce il tempo oscillando a intervalli regolari, e che è quindi responsabile del ticchettio.
In un movimento al quarzo, il tempo è scandito da un cristallo di questo minerale, che quando viene sottoposto a tensione oscilla ad alta frequenza e in modo molto regolare, come un diapason, ma più piccolo e più silenzioso. Ma da dove viene l’energia? Un orologio al quarzo richiede una batteria.
Nei movimenti meccanici non ci sono né quarzi né batterie. Il tempo è scandito da uno scappamento, composto da una molla, dalla ruota ad ancora, dall’ancora e soprattutto dal bilanciere: una piccola ruota che oscilla avanti e indietro in modo regolare.
Nel mondo, sono molte poche le case orologiere che producono da sole questi scappamenti: alla Nomos Glashütte, ad esempio, la manifattura che realizza il maggior numero di orologi meccanici in Germania, gli orologiai assemblano uno scappamento speciale chiamato Swing-System Nomos, sviluppato e prodotto in-house.
Cos’altro possono fare gli orologi da polso
Anche se la maggior parte delle persone continua a consultare un orologio tradizionale per conoscere l’ora, ci sono più smartphone che orologi in circolazione.
Dopo tutto, quasi chiunque possiede almeno uno smartphone, compreso chi indossa un orologio da polso. E stando a un’altra delle conclusioni dello studio, la probabilità che una persona indossi un orologio non è collegata all’età, ma aumenta con il reddito e con il livello di istruzione. Jens-Uwe Theumer, vicepresidente delle analisi di mercato di Verivox spiega: “Gli orologi da polso non sono solo strumenti per misurare il tempo, ma anche degli status symbol”.
Articolo realizzato in collaborazione con Nomos Glashütte.