“Una vera entusiasta”! E’ stato il primo pensiero dopo essermi congedato dal leader italiano del più grande costruttore di orologi al mondo.
Mi riferisco a Laura Burdese, dal 2006 amministratore delegato di Swatch Group Italia, incontrata Venerdì scorso 17 febbraio a Milano nei nuovissimi uffici di via Washington, e intervistata per provare a leggere – più che numeri e grafici di vendita – la sua passione per l’orologeria. Eccola.
contaminuti: Che cosa rappresenta un orologio per la donna di oggi?
Laura Burdese: Tante cose, ma innanzi tutto un accessorio di moda e, al pari, un oggetto importante come un regalo di una persona cara, un qualcosa che rispecchia delle emozioni personali.
cm: E per lei?
LB: Un oggetto che… non posso non avere: è il mio accessorio preferito. (piccola pausa e ridendo continua) Un compagno di vita!
cm: Marca e modello dell’orologio che non bisognerebbe mai smettere di produrre?
LB: Per chi lavora come me da tanti anni nel settore, ce n’è tantissimi. Mi rendo conto che dovrei nominare qualche orologio della concorrenza. Dico quindi davvero il primo che mi viene in mente senza ragionarci troppo sopra: Omega Speedmaster.
cm: Scelga una forma della cassa, un metallo, e una complicazione meccanica.
LB: Sono per le forme classiche quindi dico rotondo, per il metallo scelgo l’oro bianco e per la complicazione meccanica le fasi lunari.
cm: Che cosa ne pensa dell’alta frequenza ? (in un movimento meccanico)
LB: Per me non è la caratteristica fondamentale in un orologio meccanico e, al di là dei tecnicismi, è un “di cui”. E’ sicuramente un aspetto importante, ma non il più importante e ultimamente ritengo sia un po’ sopravalutato. A noi importa del cuore e dell’estetica degli orologi se ha un significato vero per il consumatore finale, sia esso funzionale o emotivo. Un esempio? A noi non piace il silicio perché va’ di moda o per motivi commerciali, ma perché rappresenta un vantaggio, un valore aggiunto per l’utilizzatore.
cm: Che cosa direbbe a chi compra – tra i suoi marchi – orologi falsi?
LB: Che cosa dico. Purtroppo mi capita spessissimo – anche tra conoscenti stretti – di trovare persone che viaggiando per l’Italia o per il mondo tornano fieri di aver trovato dei falsi eseguiti alla perfezione. Ogni volta dico loro che è un illecito in assoluto. La nostra azienda come altre – insieme a Assorologi – è da anni impegnata quotidianamente a lottare contro questa piaga ma, mi creda, noi non agiamo così solo perché perdiamo delle vendite, ma per – di nuovo – tutelare i consumatori che spesso non sanno di comprare un orologio falso. Ripeto, chi invece compra un orologio falso consapevolmente, non solo compie solo un illecito verso il nostro settore, ma anche un atto grave in generale verso la società: alimenta il primo gradino di una scala sociale della criminalità che si evolve poi in spaccio di droga nelle scuole ai nostri figli, etc.
cm: Quali – se ve ne sono – iniziative speciali ha in serbo Swatch Group per gli appassionati?
LB: Tantissime. Agli appassionati di Alta Orologeria posso anticipare che Breguet aprirà presto una boutique monomarca a Milano. Penso però che una delle iniziative più importanti nei confronti dell’appassionato in genere, sarà l’apertura al pubblico del Customer Care nella nostra attuale nuova sede di via Washington 70 a Milano, il primo di marzo prossimo. E’ un concetto nuovo di servizio all’utente finale. A noi non interessa decantare la nostra bravura nel riparare gli orologi o le nostre strutture; a noi preme di sensibilizzare nell’appassionato la cultura dell’orologio e della sua manutenzione, offrendogli l’opportunità di venirci a trovare anche solo per chiederci informazioni tecniche. Gli orologiai si prenderanno cura del “bambino” che sarà loro affidato mostrando dalle vetrate le loro mani all’opera.
cm: Visita mai sulla rete risorse o comunità di appassionati di orologeria?
LB: Si certo, pur sapendo essere un mezzo molto valido sia per comunicare sia per rimanere in contatto tra appassionati, non navigo spesso perché di tempo ne ho veramente poco: il fatto è che lavoro troppo. Lo faccio sempre quando so’ che ci sono delle azioni in corso che mi interessano, quando voglio magari monitorare l’andamento dei nostri marchi.
cm: Quale processo legato all’immissione sul mercato di un orologio, le piace più seguire?
LB: Nel lavoro la mia passione e il mio background è il marketing. Ho incominciato a lavorare vent’anni fa in Beiersdorf per la crema Nivea, poi in L’Orèal. Ho sempre fatto marketing nella mia vita fino a una decina d’anni fa quando ho prima approcciato il commerciale e poi pian piano incominciato a seguire tutti gli aspetti aziendali, tipici del ruolo che ricopro oggi.
cm: Coltiva una passione? Se si, quale?
LB: Nel tempo libero a disposizione, se non riguarda i miei bambini che sono la mia passione numero uno, quel poco che riesco lo dedico a fare Yoga e Pilates. E poi i viaggi. Appena possiamo viaggiamo tantissimo tutti e quattro come dei matti!
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contaminuti
Commenti
Il tempo passa ma non per Massimo che rimane sempre il numero uno !!!!!
Intervista piacevolissima, contenuti interessanti.
Mi fa piacere che Breguet apra una boutique a Milano. Spero che lo stesso venga fatto con altri marchi del Gruppo.
Grazie a tutti voi! Al momento e come certamente già saprai il gruppo ha attive nella città – oltre ovvio a quelle Swatch – le boutique Omega e Tissot. Con l’apertura di Breguet sarebbe “la prima volta” a Milano per uno dei (suoi) marchi appartenenti all’alto di gamma.
Grazie, Massimo, per questa intervista; certo è che monitorare l’andamento di ben 20 marchi non è cosa da poco…ultimamente mi ha molto colpito la drastica riduzione dei concessionari ufficiali Omega: molti rivenditori storici sono stati “tagliati”, forse a vantaggio delle boutique monomarca, e contemporaneamente sono stati aumentati (dico aumentati, solo in pochi casi ritoccati…) i listini delle quattro collezioni. Mi chiedo se con tale politica (valida?) Omega voglia avvicinarsi sempre di più ai prezzi e all’immagine della casa coronata, ma spesso i nuovi modelli, quantunque dotati di movimento di manifattura (l’8500 che equipaggia i nuovi Seamaster è davvero pregevole, ma il 9300 è un autentico capolavoro, anche per le summenzionate spirali in silicio…), risultano troppo modaioli (non voglio nemmeno pensare a Zenith e alla disastrosa “era Nathaf”…), scevri di quella “immobilità” estetica che ha da sempre caratterizzato gli orologi tecnici di Omega.
Grazie a te @perseo69 per il tuo bellissimo intervento! Per quanto riguarda la parte “commerciale” bisognerebbe girare la tua domanda a Laura Burdese o al brand manager Omega in quanto io mi occupo di altre mansioni. Per le tue – di nuovo dettagliate – visioni personali su Omega, mi trovo abbastanza d’accordo con te:
La casa dell Omicron ha incominciato oramai da parecchi anni un processo d’innalzamento del marchio, il suo target? Semplice a dirlo: innalzare il marchio lavorando sodo. Può darsi che i prezzi oggi sui listini abbiano contribuito a creare un confronto – sempre molto discusso tra gli appassionati ma raramente in maniera obiettiva – tra Rolex e Omega. Se fai un parallelo delle collezioni dei due marchi (tralasciando per un attimo il prezzo) ti accorgi che – mai come oggi – sono molto lontane l’una dall’altra, ma ciò non per mancanze nè di uno nè dell’altro marchio. Se oggi spesso si confrontano sulla stessa fascia di prezzo lo fanno perché entrambe vi arrivano con filosofie valide, ma molto diverse l’una dall’altra. Sta al consumatore la decisione con o senza essersi precedentemente informato: per status, per impulso, per ragionamento.
Sull’estetica non discuto perché è un fatto troppo personale. Comunque, a mio avviso ci sono dei Seamaster e Speedmaster che possono più o meno piacere, qualcuno – sempre per gusti personali – può sembrare modaiolo e magari lo è se abbiamo nel cristallino solo curve e colori classici, ma – di nuovo – per cercare di essere obiettivi – questo accade anche con tanti altri orologi che “spiritualmente” alcuni di noi non toccherebbero mai. Prendi i Rolex Daytona “leopardati” o diversi “dall’icona” che lo vuole solo in acciaio e forse solo con il quadrante color nero.
Infine i movimenti: come citavi la qualità eccelsa del Calibro 8500/8501 e ragion di più il 9300/9301, sono ritenuti all’unanimità i migliori movimenti meccanici della loro categoria. Di nuovo, questa è stata la visione di Omega; ci sarà chi non la considererà neppure buttandosi sull’acquisto di un Submariner odierno, sempre ripetendomi con il termine “l’icona dell’orologio subacqueo”, ma ironicamente anche questo – come certamente saprai – diventato “modaiolo” e discusso dai piristi in riferimento non ai colori, ma all’estetica (le nuove anse larghe). Ci sarà chi propenderà invece le sue scelte verso elementi al top dell’orologeria meccanica attuale.. con la possibilità di scegliere o meno un estetica modaiola. Così va il mondo! (per fortuna)
Caro Contaminuti, concordo su tutto ed approvo incondizionatamente la tua eccellente disamina; forse sono da sempre stato orientato su forme e colori classici, ma, a proposito di filosofie diverse che i due marchi perseguono, l’ultimo corso di Omega mi sembra che vada decisamente sull'”eracliteo”, con la proposta di un’infinità di modelli di svariati colori, edizioni limitate e/o commemorative e numerate, oltre agli immancabili tributi a James Bond, cavalcando forse in modo troppo disinvolto le istanze modaiole del momento: le dimensioni oversize delle casse (uno Speedmaster automatico di oltre 44 mm fa storcere il naso anche ai meno intransigenti…)ritengo siano un sintomo abbastanza importante, quantunque esemplificativo, di queste tendenze; Rolex si mantiene di più (e qui escludiamo l’orrendo Daytona leopardato ed il nuovo Seadweller, le cui sorprendenti caratteristiche tecniche non adombrano il mai dimenticato 16660) sugli assunti parmenidei; tutto è immobile, statico, sempre (o quasi) uguale a se stesso, perfettamente bilanciato; forse, ad un cinquantennio di distanza, la ghiera del Sub potrebbe diventare verde, ma tutto qui. Il movimento resta uguale (3135), migliorato con spirale Parachrom ed antiurto Paraflex, ma all’esterno non vengono toccati i canonici 40 mm, forse per una scelta ben precisa, quella di non mescolarsi con i troppi e troppi oversized in circolazione. E’ ovvio: diverse filosofie del tempo, ma anche diversi modi di concepire l’orologio. Sempre a proposito del Submariner, è pacifico che abbia perso un po’ di smalto in questi ultimi anni, anche perché, in questo settore, la concorrenza è spietata ed agguerritissima (Seamaster in testa); eppure, a parte le anse, non ti so dire quanto abbia apprezzato il quadrante del nuovo 116610, con gli indici a pallettoni (finalmente) ingranditi; ma, sempre a mio parere, si tratta di piccole escursioni, piccole varianti (pfui, dimenticavo la lunetta in Cerachrom…), ciò che è veramente nuovo non si vede. Lo Speedmaster, citato da Laura Burdese nella tua bellissima intervista, a parer mio, doveva rimanere all’interno dei canonici 42 mm e con movimento a carica manuale. Erano già sufficienti gli Speedmaster automatici prodotti a partire dall’era Biver…ma questo è un mio personale (forse limitato, magari un po’ arrogante…) modo di intendere la filosofia Omega e l’orologeria in generale.
Unicuique suum!