Il marchio con la corona ha sempre avuto una personalità molto singolare: se lo si osserva, negli anni ha stabilito più regole di quante ne abbia poi rispettate. Nelle dimensioni Rolex è quasi sempre rimasta insensibile alle nuove tendenze di mercato.
Per lei sono sempre state mode, un mondo e un atteggiamento in conflitto con la sua quasi immobilità.
Mentre negli ultimi vent’anni i suoi diretti concorrenti hanno creato orologi sempre più grandi, Rolex ha solo recentemente, e con molta riluttanza, iniziato a introdurre modelli più generosi.
Ad aggiungere millimetri i coronati si sono dimostrati persino più lenti di Patek Philippe, brand di Alta Orologeria che dello stile iper classico e retrò da sempre sono i suoi cavalli di battaglia.
Come ogni cambiamento deliberato a Ginevra, l’evoluzione delle dimensioni degli orologi Rolex è stata molto graduale. Da tempo immemorabile i coronati hanno seguito questa semplice regola: 36mm come massimo per gli orologi classici, 40mm per gli orologi professionali.
Ma non è sempre andata così.
Nei primissimi anni dell’attività Rolex e dell’orologio da polso stesso, qualsiasi pezzo che misurasse anche 36mm sarebbe stato visto come gigantesco.
Tutto, e non solo per Rolex, ebbe inizio quando l’orologio da tasca fu mandato in pensione per accogliere l’orologio da polso. I primi segnatempo da polsino erano piccoli perché quando nacquero oltre cent’anni ancora prima, furono pensati esclusivamente per il polso femminile.
Finendo sul polso maschile, nel corso degli anni gusti e dimensioni sono cambiati e di parecchio.
Ecco come si sono sviluppate le dimensioni Rolex e cosa potrebbe accadere in futuro.
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Il combattimento in trincea triste palcoscenico della Prima Guerra Mondiale dimostrò l’utilità di un orologio che per leggere l’ora non aveva bisogno di due mani, fu questo fatto a segnare l’inizio dell’ascesa dell’orologio da polso.
Prima di allora gli orologi da polso erano esclusivamente riservati alle donne, mentre quello da tasca era l’unico orologio ammesso per gli uomini.
A quei tempi i soldati si arrangiavano come potevano: oggi, di quegli orologi da tasca modificati con dei lacci per essere legati al polso o al braccio, se ne trovano ancora parecchi in vendita su eBay.
A meno che tu non li voglia comprare per collezionarli staticamente, ti sconsiglio di farlo se vuoi indossarli anche tu al polso come quegli eroi.
Essendo sprovvisti di qualsiasi dispositivo anti-shock al primo colpo importante rischieresti di rompere l’asse del bilanciere con la conseguenza, visto che per quegli antichi movimenti non esistono da tempo più ricambi, di ammutolire per sempre il tuo amato, a meno che non ti faccia ricostruire quell’elemento: una pratica assurdamente costosa.
L’ho già detto in altre occasioni: ai tempi di quel passaggio Rolex, che era in possesso della tecnologia più avanzata rispetto ai suoi competitori, presentò due innovazioni che resero possibile prima degli altri la costruzione di un vero orologio da polso: nell’ordine furono la cassa impermeabile Oyster e il movimento perpetuo a carica automatica.
Rolex Datejust 1945
Quasi interamente di forma rotonda, per garantire che le casse non si impigliassero nei vestiti quando venivano rimossi, i calibri che animavano quei primi Rolex da polso erano di pari passo circolari. I movimenti nei primi segnatempo da polso erano versioni ridimensionate dei vecchi meccanismi da tasca.
Le dimensioni di tutte queste creazioni nascenti erano minuscole per gli standard odierni. Sembrava esserci un limite autoimposto sui modelli tondi che non superavano i 32 mm, con da 26 mm a 29 mm la soglia superiore per i segnatempo di forma rettangolare.
Fino agli anni ‘40 Rolex è uscita raramente da queste misure e l’arrivo del Datejust segnò l’inizio dell’era moderna dell’orologeria da polso, almeno come la conosciamo oggi.
Rilasciato nel 1945 per commemorare il 40° anniversario del marchio, il Datejust arrivò all’improvviso con una cassa molto più grande che misurava 36mm. Quei millimetri in più erano stati previsti per accogliere la a quei tempi rivoluzionaria funzione della data rendendola sufficientemente leggibile, cosa che sarebbe stata difficile su uno scenario più piccolo.
Il Datejust ha aperto la strada ai modelli da 36 mm che sarebbero diventati la dimensione standard per un orologio uomo, e così è stato per decenni.
Con l’arrivo degli anni ’50, un nuovo genere di orologio faceva la sua comparsa. Si trattava di modelli progettati per essere indossati da coloro che si impegnavano nelle più disparate attività lavorative, anche pericolose, e sportive.
Questa nuova indicazione dell’orologio da polso che ancora una volta Rolex colse per prima con il Turn-O-Graph – il papà del Submariner e di tutti gli altri modelli professionali – segnò nuovamente un aumento delle dimensioni, sia per garantire maggior robustezza sia ancora una volta per rendere più facile la lettura.
40 mm Del Rolex Submariner
Il Submariner, il vero primo di quegli allora nuovi orologi strumento, partì nelle referenze iniziali anche lui con 36 mm ma già nel 1955 aveva aggiunto alla sua cassa un paio di millimetri. Quattro anni dopo, con la ref. 5512, era diventato il Rolex da 40 mm che è rimasto fino a pochissimo tempo fa.
Allo stesso modo il GMT-Master, l’altra icona del marchio, partito da 38 mm nel 1959 era cresciuto fino a 40 mm. Ancora oggi persino nelle sua ultima evoluzione GMT-Master II come il Batman è rimasto fedele a questa misura.
Nel corso dei decenni successivi Rolex ha rilasciato una moltitudine di diversi modelli tra le sue collezioni di orologi professionali che nel frattempo il marchio aveva ampliato.
Anche i modelli destinati ad essere utilizzati esclusivamente da professionisti che li sottoponevano alle prove più dure, come il Sea-Dweller nell’acqua, o l’Explorer II sulla terraferma (anzi nel sottosuolo), sono rimasti tutti entro i 40 mm.
Questo però fino al 2020, ma ne parlerò più avanti.
Rolex Yacht-Master II
Nel 2007 l’arrivo dello Yacht-Master II Ref. 116680, con i suoi 44 mm svelò il Rolex più grande di dimensioni, nonché il più complicato mai costruito.
Nei due anni successivi successe quello che non avresti mai pensato che a un Rolex potesse accadere.
Anche il Day-Date II e il Datejust II, due archetipi della più genuina e classica produzione Rolex hanno visto le loro casse crescere sino a 41 mm ma per poco.
A causa delle proporzioni non molto eleganti, sono stati presto sostituiti da modelli di dimensioni simili ma ridisegnati che sono ancora in produzione e si sono dimostrati molto popolari nonostante la presenza dei pezzi storici con le loro originali dimensioni.
Il 2008 ha visto la scomparsa del Sea-Dweller, sostituito dal colosso Deepsea, un altro modello da 44 mm. Riapparirà nuovamente nel 2014 in un’edizione a mozzafiato con gli indici a grandi pallettoni che tra le ultime rimane la mia preferita.
Poi, in rapida successione, l’Air-King, l’Oyster Perpetual e l’Explorer sono passati dai tradizionali 36mm ai 39mm.
Il Sea-Dweller ha fatto un ritorno trionfale nel 2014, ancora con i suoi consueti 40mm, ma tre anni dopo, c’è stata un’altra grande sorpresa quando l’edizione dei cinquant’anni si è presentata con una cassa da 43 mm.
Una delle ultime sorprese? Lo Yacht-Master da 42 mm presentato a Baselworld 2019.
Rolex Submariner 2020
Erano anni che attendevamo un nuovo Submariner. L’orologio più riconoscibile del marchio necessitava sia di aggiornamenti meccanici sia estetici.
Per quanto sia tecnicamente sia commercialmente è noto che Rolex non sbagli quasi mai, in realtà nessuno è perfetto e neppure lo è lei.
Con l’arrivo dell’ultimo Submariner Rolex, che ovviamente non l’ha mai ammesso pubblicamente, ha dovuto mettere una pezza circa le sue scelte stilistiche della cassa presentate con il restyling del 2010.
In quel frangente la Maison che cercava di proporre un subacqueo che sembrasse seguire le allora tendenze XXXL dell’orologeria, ma senza muoversi dai suoi – allora – granitici 40 mm. Insomma ha cercato di ottenere come dice il famoso detto “botte piena e moglie ubriaca”, ma è caduta in un tranello creato da lei stessa.
Dodici anni fa Rolex presentò un Submariner che mostrava le anse quasi completamente diritte e questo, a ragione, fece disperare i puristi del marchio.
In quel modo era si riuscita a non far sembrare i suoi subacquei dei “Boy” sul maggiorato polso dei russi, ma aveva anche intaccato la divina proporzione del subacqueo più celebre al mondo.
La soluzione è arrivata a settembre 2020 quando Rolex ha svelato l’ultimo Submariner, il modello tutt’ora commercailizzato.
Prima di tutto ha rimosso quel design delle anse diritte, ma molto furbamente stavolta ha approcciato la vestibilità per i polsi di maggiori dimensioni portando la cassa a 41 mm, ma non solo.
Per compensare il cambiamento di quel piccolo millimetro in più le anse sono state notevolmente snellite rispetto a quelle dei precedenti Submariner con referenza a sei numeri.
Per un omaggio alla linearità anche il punto d’attacco del bracciale in acciaio è stato ridisegnato più largo e ora tutto è al suo esatto posto, o quasi, come prima.
Futuro
Da questo articolo ne è venuto fuori che curiosamente anche Rolex negli ultimi 15 anni ha adattato le dimensioni dei suoi orologi ingrandendoli. Ma nel suo solito aplomb, senza mai stravolgere nulla e intelligentemente visto che gli stili cambiano di continuo.
Per ora il marchio ginevrino sembra “resistere” dal far crescere due dei suoi orologi più iconici: il GMT-Master II e il Daytona.
Ma potrebbe anche risolversi tutto senza fare niente visto che da un paio d’anni in orologeria il richiamo alle dimensioni più contenute di una volta si sta facendo sempre più forte.
E allora ancora una volta, a parte lasciare così lo Yacht-Master II – visto che di segnatempo particolare si tratta – non avendo la Maison con la corona nettamente sposato alcun partito – soprattutto quello delle dimensioni maggiorate – con qualche piccolo tocco, voilà siederebbe ancora una volta dalla parte giusta.
Ma chi c’è dietro il marchio Rolex?
Siamo sicuri che siano degli umani?
Tu cosa ne pensi?
Commenti
Buonasera Gentile Massimo,
neanche a farlo apposta in concomitanza l’anno scorso dell’uscita del “Nuovo Explorer I” da vero intenditore rimarcasti come il “ritorno” all’originale diametro di 36 mm fosse degno di rilievo;
di primo acchito ti contraddissi indicando che i 39 mm fossero il non plus ultra.
In realtà mi sbagliavo in seguito convenni sull’esattezza della tua indicazione e ritengo che come sempre il costante micrometrico sviluppo di modelli della casa coronata vada nella direzione di uno “sviluppo conservativo” ben distante da qualsiasi moda o trend passeggero.
Posseggo un Sea Dweller Triple six canonicamente assestato sui classici 40 mm ed i tre mm in più della last Edition nulla tolgono al suo fascino.
La mia logicamente non vuole essere un’indicazione assoluta, chi ama orologi di maggior “presenza” ha pieno diritto ad ottenerli; come in tutte le cose spesso ci si riconosce in massime dell’antica Grecia
( in questo caso il rimando è ad Aristotele) e decisamente “la virtù sta nel mezzo”.
Ergo né microbi né giganti, semplicemente…In equilibrio.
Regards
Alex
Grazie per il commento! Complimenti per il tuo Rolex professionale… Come ho scritto nell’articolo, a parte i modelli vintage adoro il Sea-Dweller del 2014. Comunque solitamente i Rolex sono tutti belli ed equilibrati siano da 36 da 39 da 40 e oltre. Ho già tirato le orecchie alla Maison per il fattaccio del Submariner del 2010 e sono stato sin troppo buono.. (comunque ognuno ha il suo stile) e se non l’hai mai fatto, vai su qualsiasi forum italiano o di qualsiasi paese e vai a vedere cosa ne pensano i veri appassionati del 116610, ma chiunque può avere un momento di smarrimento.. anche la grande Rolex. L’ultimo 126610LN ha riportato come dici tu l’equilibrio.
Ciao Massimo, secondo me Rolex fa benissimo a tenere contenute le misure dei propri pezzi. Questa moda di fare orologi giganti non mi soddisfa. Come ho già scritto in un altro articolo la misura per l’orologio che si indossa, di norma, non dovrebbe essere maggiore del proprio numero di scarpa. Ho una Tag Heuer Aquaracer gmt di 43 mm ma, anche se sono solo 3 mm in più, si sente la differenza da un 40 mm. Buona continuazione a tutti
Grazie per il commento Riccardo! In effetti negli ultimi 15 anni ci si era lasciati andare parecchio. Ora tutto sta rientrando più nella norma…
Buongiorno Massimo
Letto tutto l’articolo, come sempre ottima lettura.
Una info:
Hai scritto che lo Yacht-Master II Ref. 116680 è il più complicato mai costruito.
Ma non è stato lo Sky‑Dweller il più complicato di Rolex?
Grazie
Caro Lorenz buongiorno! Ottima osservazione. Beh non hai torto e anch’io nel passato mi sembra di ricordare di aver indicato in qualche articolo lo Sky-Sweller come il Rolex più complicato, ma se li paragoni la differenza non è poi molta. Di certo viaggiano in due direzioni diverse: Sky-Dweller ha un calendario annuale, molto scevro di indicazioni ma geniale (SAROS), poi ha una tutto sommato banale funzione GMT. Nell’insieme è più che altro un orologio “diversamente complicato”. Il 116680 è un cronografo flyback, non solo con countdown, che meccanicamente non è una cosa semplice ma sono pochi i cronografi che oltre a cronometrare il tempo consuetamente in avanti e con la funzione flyback lo fanno anche indietro. (A mia memoria ora c’è solo il Glashütte Original PanoGraph https://www.orologidiclasse.com/glashutte-original-panograph-in-profondita-video-hd/) In più in quello Yacht-Master II mi sembra che il countdown sia programmabile. Dipende un po’ per te quali funzioni sono più complicate di altre. Comunque non hai assolutamente torto. Grazie per il commento!
Grazie a te per la spiegazione
Grazie a te Lorenz! 🙂
Gentile Massimo,
quale modello di Rolex sceglieresti da regalare a tua figlia come regalo di laurea?
Vorrei che lo considerasse bello ora che ha 25 anni, che lo possa indossare nel quotidiano e che non se lo togliesse mai più…
Ciao Vale, dipende dal suo stile. Se è una persona piuttosto formale un Datejust, se è un tipo sportivo ma anche classico un Oyster Perpetual e magari con un quadrante di un colore vivace; ce ne sono molti e non dovrebbe essere difficile trovare quello della sua tinta preferita! 🙂