La vita scorre veloce, quindi ovvio anche il tempo. Ma c’è una grande differenza tra quello che diventa in un attimo, passato, e quello che già da oggi può a nostra insaputa essere un piccolo episodio di storia. Bisogna avere voglia di fermarsi ad osservare chi misura il tempo con passione: “come un volto dipinto da mille pittori dà mille ritratti diversi, così accade nell’alta orologeria che è arte allo stato puro.” Ma lo stile, può talvolta essere talmente unico da stravolgere il metodo. Steven Holtzman, l’uomo che ha fondato Maìtres du Temps, ha avuto l’intuizione, il tocco, la nota melodica che nessuno aveva mai neanche osato pensare prima: unire tre tra i più grandi maestri orologiai, Christophe Claret, Roger Dubuis, Peter Speake-Marin, per dare un albero genealogico ad un orologio che nessun altro può ad oggi permettersi di vantare.
Il web è come il pensiero: non ha ostacoli! Così sono riuscito a contattare il Sig. Holtzman e a chiedergli un’ intervista in esclusiva per blog-orologi.com , per provare a mettere a nudo i concetti che stanno dietro a Maìtres du Temps. Lui ha risposto subito in prima persona, perchè è solo SUA la grande passione che lo ha portato a questo unico progetto, dopo quasi un trentennio trascorso ai vertici dirigenziali dell’Haute Horlogerie concluso nel 2006 con il ruolo di presidente di Roger Dubuis USA. Eccolo rispondere alle mie domande:
30 Gennaio 2009
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contaminuti – Sig. Holtzman, lei è da tanti anni nel campo degli orologi… Qual è la ragione principale che l’ha portata, OGGI, a fondare Maìtres du Temps nel mezzo di un periodo dove tutto, “eccetto gli orologi” sembra andare in senso antiorario?
Steven Holtzman – E’ difficile per me pensare ad altro. Gli orologi mi scorrono nel sangue da sempre. Fin da giovanissimo, ho avuto una passione ed una predilezione per i segnatempo. Da bambino, sono rimasto fortemente affascinato dal mio primo orologio meccanico. Questa passione mi ha accompagnato per tutta la vita. Inoltre, sono cresciuto in una famiglia dedita all’industria orologiera. Mio padre possedeva un antico marchio americano, Gruen, che fu fondato agli inizi del 1900. Per me gli orologi sono uno specchio di come siamo. Essi sembrano sempre andare avanti; invecchiano e diventano più maturi. Gli orologi meccanici hanno il loro battito cardiaco; essi possono anche riflettere il nostro stile di vita.
cm – Pensa che la cultura orologiera sia abbastanza sviluppata e diffusa? “Cultura” in questo caso non significa POSSEDERE un orologio d’Alta Orologeria…
S.H. – Oggi come non mai, sembra che ci siano molti studenti della cultura orologiera. E’ una delle ragioni più stimolanti che permette a Maìtres du Temps di essere apprezzata. E’ importantissimo il fatto che oggi abbiamo blogs, trasmissioni televisive e sempre più pubblicazioni sugli orologi che ci aiutano a diffondere la cultura dell’orologio. La cultura è qualcosa che ha bisogno di essere acquisita, nutrita e incrementata dal punto di vista orologiero. Per alimentare la diffusione della cultura, in questo caso la conoscenza, è necessario che tutti noi siamo più attenti di fronte all’incredibile mole di informazioni disponibili. In questo modo continuiamo ad imparare, a leggere, a desiderare di più riguardo la cultura dell’orologio; non si tratta solamente di possederne uno, ma è più importante capire che cosa noi vogliamo da lui e perché lo vogliamo.
Nei mercati europei, sembra esserci una cultura più sviluppata per i segnatempo. Questa Comunità ha continuato ad apprezzare la filosofia della cultura dell’orologio per un certo periodo di tempo. Per fare un paragone, ci sono oggi molti vini prestigiosi nel mondo. Un tempo, era solo quello francese ad essere considerato il migliore, ma tutti sappiamo che in Italia come in California o in Spagna o ancora in Australia, ci sono uve di altissima qualità e alcuni vini fantastici che sono oggi considerati al pari o persino superiori ai migliori vini francesi. Come abbiamo visto, nel mondo vinicolo, sembra esserci maggiore apprezzamento per la cultura. Questo è quanto è accaduto con gli orologi; l’attenzione è salita ad altissimi livelli. Di nuovo, questo ci permette di apprezzarli di più.
cm – Mettendo insieme il Sig. Christophe Claret, il Sig. Roger Dubuis e il Sig. Speake-Marin lei ha unito tre dei migliori maestri orologiai del mondo, forse della galassia… Pensava che sarebbe stata comunque una buona idea, anche se non si fossero mai messi d’accordo, perché ognuno avrebbe comunque aggiunto all’orologio di Maìtres du Temp una diversa complicazione?
S.H. – L’idea di Maìtres du Temps era di costruire Chapter One in collaborazione con Mr. Christophe Claret, Mr. Roger Dubuis e Mr. Peter Speake-Marin; Chapter Two con Mr. Daniel Roth, Mr. Roger Dubuis e Mr. Speake-Marin, e così via. Abbiamo in mente, a vari livelli di progettazione, diverse collaborazioni con alcuni tra i migliori orologiai del nostro tempo. E’ un onore ed un privilegio essere parte di tali progetti. Il mio ruolo è quello di essere il très d’union; ognuno di questi orologiai ha la capacità di tirar fuori delle soluzioni. La parte difficile di questo processo è quella di cogliere e decidere quale soluzione utilizzare. In teoria tutte hanno un senso, ma solo una può essere scelta. Alcune parti dell’orologio, come lo sviluppo della gabbia del tourbillon nel Chapter One, è frutto di un mix delle idee dei tre orologiai. Altri elementi come lo sviluppo del movimento dei rulli rotanti e di come rendere resistente la parte esterna della cassa, sono nati dall’idea di un solo orologiaio.
Il concetto di orologio e di costruzione di un orologio in molti casi può essere interpretato in maniera differente da diversi orologiai. Per esempio se ha bisogno di manutenzione, tre diversi orologiai hanno tre differenti modi di revisionare lo stesso orologio. Ognuna delle tecniche utilizzate, seppur con lievi differenze, può essere una valida soluzione. Con ognuna di queste interpretazioni si ottiene comunque il funzionamento dell’orologio; lo stesso vale per l’assemblaggio. Come ogni persona ha un proprio battito cardiaco e un’anima, due orologi non potranno mai essere uguali; ci sono sempre piccole differenze. Questo è ciò che ci aiuta a stabilire il nostro indice di gradimento ed è alla base della Cultura.
cm – Che cosa è più importante e perché in Chapter One? Tradizione, innovazione o reinterpretazione?
S.H. – Questa è una domanda veramente difficile; tutti questi tre concetti devono essere tenuti in considerazione con la speranza che siano presenti in Maìtres du Temps. Ciò mi ricorda una storia che sentii tempo fa su Federal Express. I responsabili dei diversi uffici sedevano tutti intorno ad un tavolo; uno di loro esordì dicendo che il suo lavoro era il più importante poiché aveva l’incarico di gestire tutti gli autisti che consegnavano le spedizioni alle case e agli uffici. Un altro dirigente subito rispose che il suo reparto era il più importante perché svolgeva il compito di gestire le chiamate dei clienti che prenotavano i ritiri. Allora il capo dei responsabili di volo disse la stessa cosa, affermando che senza di loro la compagnia non avrebbe potuto consegnare le spedizioni via aerea da una città all’altra. La storia continua, di reparto in reparto, fino a che si giunse alla conclusione che ogni settore era altrettanto importante per il conseguimento del successo dell’azienda. Questa storia può essere ugualmente applicata alla tradizione, innovazione e reinterpretazione. Con Chapter One era molto importante creare un marchio che rispettasse e si poggiasse sulle tradizioni. Una delle direttive chiave di Mr. Dubuis era quella di avvicinare lo stile e la filosofia del marchio alle grandi tradizioni della manifattura Svizzera. Il contributo di Mr. Claret è stato quello della sua fabbrica innovativa e della sua abilità incomparabile nel costruire i componenti di un orologio e nell’assemblarli. Mr. Speake-Marin è un orologiaio indipendente emergente (AHCI – Academie Horlogere Des Createurs Independants) che ha portato molteplici soluzioni, idee e modi per reinterpretare il successo. Combinando insieme questi maestri orologiai e rispettando le tre importantissime fasi del progetto, speriamo di aver bilanciato la tradizione, l’innovazione e la reinterpretazione.
c.m – Maìtres du Temps è stata fondata per paragonarsi e, ovviamente, per competere con manifatture dall’esperienza ultracentenaria. E’ possibile scrivere una pagina nella storia dell’orologeria, oggi?
S.H. – Come disse Mr. Philippe Dufour, “ogni volta che un artigiano o un orologiaio va in pensione, una pagina nel libro della storia orologiera si chiude“. Nel filmato Time Concept, Mr. Dufour spiega l’importanza dell’artigianalità e della tradizione. Maìtres du Temps le ha fatte diventare la sua filosofia con Masters and their Craft – A Lifelong Pursuit of Excellence: questo è sempre inciso da qualche parte sui nostri segnatempo. E’ la filosofia che affianca un marchio; è ciò che speriamo ci permetterà di scrivere la nostra pagina nella storia dell’orologeria. Il nostro obiettivo è quello di entrare a far parte dei più grandi orologiai indipendenti del nostro tempo. Lo scopo è quello di creare orologi classici che non solo saranno apprezzati oggi, ma che lo diventeranno anche negli anni a venire. Ovviamente in questo caso, ce lo dirà il tempo!
cm – Per finire, dica qualcosa ai collezionisti ed appassionati italiani che navigano su blog-orologi.com
S.H. – E’ per me un grande onore aver potuto comunicare con blog-orologi.com E’ mia convinzione che il mercato italiano sia una delle due piazze più importanti del mondo. Le marche orologiere o ne ottengono l’approvazione oppure falliscono nel resto del mondo.
Steven Holtzman
CEO Maìtres du Temps
Come abbiamo potuto imparare dalle parole di Mr. Holtzman, concludo con: “La passione è amore: è difficile fingerla…”
Questo post sarà inserito, in compagnia di tanti altri collezionati da Maìtres du Temps, nella sezione Articles
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BEAUTIFUL