Una Porsche 917 di un timido celeste pastello interrotto da larghe strisce arancioni identificative dello sponsor Gulf e da grandi tabelloni bianchi tondi dove si usava apporre il numero di gara. Quella di Steve McQueen riportava il numero 20.
Tanta nostalgia, oggi immortalata dal TAG Heuer Monaco Gulf Special Edition. Novità Watches & Wonders 2022, il Monaco – cronografo che molti piloti GT negli anni ‘70 non si separavano da lui neanche in corsa – è tornato, e per la prima volta monta il calibro Heuer 02.
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Per questa “prima meccanica” del Monaco TAG Heuer ha scelto i mitici colori Gulf che distinguevano le Porsche 917 ufficiali tra gli anni ‘60 e ‘70.
Gestite dalla JW Automotive Engineering, ribattezzata Gulf Research Racing Company nel 1972, la scuderia inglese entrò nella leggenda per le sue partecipazioni alla classica di Le Mans, che vinse nel 1968, 1969 e 1975 con i colori dell’azienda petrolifera americana Gulf Oil, da sempre il suo più importante sponsor.
Nel 1970 il famoso pilota svizzero Jo Siffert – amico personale di Jack Heuer – fu l’istruttore di Steve McQueen, anch’egli al volante della leggendaria Porsche Gulf nel film Le Mans, immancabilmente anche lui accompagnato al polso destro da un cronografo Monaco.
La prima edizione TAG Heuer Monaco commemorativa Gulf uscì nel 2007. Oggi la Maison la riprende ma dotandola di un movimento con cronografo di manifattura dalle prestazioni eccezionali.
Orologio
Il design è come sempre sviluppato sui tre iconici colori Gulf, ma in questo orologio cambiano gli accostamenti cromatici: ora abbiamo uno speciale blu scuro, il turchese e l’arancione.
Sul quadrante dell’orologio la cromia Gulf si mescola con l’estetica dalla personalità unica del Monaco, primo cronografo con cassa quadra, e nel 1969 in assoluto uno tra i primi cronografi mossi da un movimento automatico.
I tre colori compaiono anche sui contatori dei minuti a ore 3. Il logo Gulf sul quadrante totalmente bianco è un’altra novità per i Monaco Gulf.
Il quadrante, molto curato anche come esecuzione, è spazzolato a raggi di sole opalino. Altro dettaglio, l’indice delle ore 12 è sostituito dal numero “60” lucido e rodiato, un rimando al numero di gara sulle auto da corsa Porsche Gulf.
Invariata la cassa in acciaio che misura 39 mm ed è impermeabile sino a 100 metri.
Sul fondello del TAG Heuer Monaco Gulf Special Edition, i designer TAG Heuer hanno lavorato ad una versione personalizzata della massa oscillante e della ruota a colonne con una speciale incisione colorata per abbinare il pantone arancione Gulf.
Movimento
Visibile dal fondello il movimento heuer 02 è realizzato in Svizzera presso la manifattura TAG Heuer di Chevenez. Oltre a vantare una riserva di carica di 80 ore, il calibro presenta la cronografia smistata con ruota a colonne che incorpora la più qualitativa frizione a innesto verticale, una soluzione tecnica che solitamente troviamo nei movimenti di Alta Orologeria.
Prezzo
TAG Heuer Monaco Gulf Special Edition costa 6.700 Euro.
Opinioni
Con il Monaco Gulf Special Edition il cronografo quadro più famoso al mondo alza il tiro.
La decisione di montare il movimento heuer 02 spinge meccanicamente parlando la collezione Monaco molto più in alto. A prescindere dal brand e dalla notorietà dell’orologio – che in questo caso non ha certo bisogno di presentazioni – come già riportato sopra è difficilissimo trovare un movimento proprietario con prestazioni meccaniche simili venduto a meno di 7.000 euro.
L’orologio compare già sul sito TAG Heuer ma il comunicato su Watches & Wonders 2022 dice che sarà disponibile tra poco più di un mese a maggio 2022 e venduto in tutto il mondo nelle boutique TAG Heuer come sul sito di e-commerce del marchio.
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Commenti
Buongiorno gentile Massimo
a livello puramente icastico questo “Gran Pezzo” di orologeria penso sbanchi decisamente , se poi sotto la bellissima livrea si celi un movimento che in base alla tua superiore conoscenza tecnica, si possa definire di alta orologeria; penso proprio che sarebbe tra le scelte del Tenente Frank Bullit ops pardon del pilota Michael Delaney al volante della sua 917 con i colori dell Gulf Oil Corporation mentre sfreccia a più di 300 km/h sul rettilineo dell’ Hunaudières…
L’orologio è really cool , la conformazione squadrata e l’impostazione grafica del quadrante costituiscono un equilibrato mix da sfoggiare tanto con un formal grey dress quanto in jeans e polo Ralph Lauren.
A mia figlia dico sempre: studia i classici…Non te ne pentirai mai, come in questo caso… Un classico semplicemente fantastico che farà la gioia dei cultori…
Best Regards
Alex
Grazie per il commento Alex! Beh il Monaco non si discute così come The King of Cool e le sue mitiche sgommate nei panni del tenente Frank Bullit con la Mustang Fastback! 😉 Ora seriamente parlando il movimento che monta questo Monaco (per la prima volta) è davvero super, non tanto perchè sia fatto a mano (visto che non lo è) o per le sue decorazioni, buone ma industriali esattamente al livello di un Rolex (a parte che lei per scelta non li decora) o di un Omega, ma perchè possiede tecnicamente il meglio che può vantare un cronografo meccanico. A differenza del sistema a camme, la soluzione della ruota a colonne è morbida quando azioni i pulsanti ma nello stesso tempo precisissima; a meno che siano 50 anni che non viene revisionato un movimento del genere non mostrerà mai un impuntamento delle funzioni cronografiche. Poi, imortantissimo, l’innesto verticale offre minore attrito. Mai osservato una ruota a colonne in azione? Negli ultimi anni grazie ai vetri in zaffiro o minerali puoi vederla mentre compie il suo compito diligentemente. È una soluzione molto antica ma il bello dell’orologeria meccanica è che è ancora la migliore. Non serve spendere migliaia e migliaia di euro per possedere un cronografo con ruota a colonne, bastano circa 400 euro come dimostra questo Lamberti (quello che compare nell’articolo è il mio) https://www.orologidiclasse.com/cronografo-lamberti-orologiai-chronodromo/. Comunque dall’ultimo decennio la ruota a colonne la montano tutti: a parte quello che ti ho appena segnalato, la montano cronografi da 2.500 euro a… infinito. Tornando a questo TAG Heuer Gulf un movimento così è all’ordine del giorno nella fascia dell’Alta Orologeria ma ha lo stesso identico schema costruttivo di un crono da minimo 20.000 euro o 40/60 e ancora a salire… Non sto dicendo che sono la stessa cosa: un cronografo di Alta Orologeria che costa 10 volte questo TAG Heuer hai più di un motivo per costare quelle cifre ed essere acquistato – se ti piace e hai i soldi. Ma offire un movimento del genere su un marchio di ottima qualità e storia come TAG Heuer a quel prezzo è un plus da sottolineare IMHO (In My Humble Opinion).
Grazie per le fantastiche delucidazioni tecniche…C’é solo da imparare!
Best Compliments Sir Max …
Alex
È un piacere Alex! 🙂 Alla prossima
Molto bello. Da possessore del modello 2018 (calibro11), preferisco ancora il mio come colori.
Grazie per il commento Stefano! Molto bello il tuo.. A mio avviso i Monaco sono tutti belli; questo ha qualcosa di più meccanicamente parlando, ma sono passati anche molti anni prima di poter proporre un calibro così a un prezzo del genere. Per chiarirci il calibro 11 è ottimo; nel 2018 la sua base era molto probabilmente quella di un ETA 2892-A2. Oggi, dopo che ETA ha chiuso lentamente ma da molto tempo i rubinetti – il caliber 11 heuer di base è un Sellita SW300-1. Quello che non mi piace di TAG-Heuer è che chiamare con il proprio nome i calibri va benissimo, e magari c’è anche il motivo se sono stati anche solo leggermente modificati, ma quando la base del movimento (ebauches) e molto più è o ETA (sempre meno) o Sellita, perchè non scrivere ad esempio: “Caliber 11 (base ETA 2892-A2)? È una brutta abitudine che hanno tanti marchi. Bisogna essere chiari verso il consumatore. Ma… molti, quando non riescono a mettere quella magica parola “manifattura” – che poi di nuovo non è veritiera perchè quasi tutti i “calibri di manifattura” NON sono fatti a mano ma sono semplicemente calibri proprietari, non scrivono neanche se il calibro base non è loro; che poi sia ETA sia Sellita sono movimenti ottimi rispetto alla maggior parte di movimenti chiamati “calibri di manifattura”. Perdona l’excursus ma era una precisazione che secondo me andava fatta.
Grazie molte per la precisazione. Sempre ben accette
Grazie a te per essere intervenuto! 🙂
Il Monaco mi ha sempre intrigato, ma non ho mai sopportato le versioni con indici non orizzontali, come questo, mi sembrano rivisitazioni estetiche mal riuscite, più conformi allo standard generale e meno peculiari discostandosi dal concetto originale del Monaco.
Palato fine! 😉 grazie per il commento Lorenzo
Ciao zio,
preso proprio l’altro ieri questo fantastico pezzo, addocchiato ormai da anni. Oltre alla meccanica, da te magistralmente ilustrata, mi colpisce da sempre la sua personalità inifinita nella “forma” e l’elegante sportività di cui è intriso. Un classico immortale che puoi indossare a 20/30 o 70 anni, senza alcun problema.
Adesso me lo godo, sapendo che non ce ne sono ancora troppi in giro.
Mi piace anche la soluzione della ghiera sullo stesso lato dei pulsanti crono, lasciando la parte sinistra liscia e pulita.
Un pezzo che vedi arrivare subito, da lontano. Prossima fermata? Speedmaster 3861…
Complimenti Massimiliano! Ottimo acquisto, così come la “prossima fermata”.