Voutilainen 28 Sarasamon è un pezzo unico di nome e di fatto. E’ uno dei due nuovi segnatempo che Kari Voutilainen esporrà in questa stanza a Baselworld 2013 che al solito condivide con i fratelli Bart e Tim Grönefeld, e Stepan Sarpaneva. Gli indipendenti sono fatti così: ciascuno di loro va avanti per la sua strada, poi una o più volte l’anno si ritrovano uno incollato l’altro ad accogliere con lo stesso calore ed entusiasmo clienti, giornalisti e blogger. In quel poco spazio è racchiusa tanta passione, il resto è superfluo.
Anche il comunicato inviato stamane da Kari Voutilainen è ridotto all’essenziale: a parlare sono un immagine, un elenco delle procedure eseguite per ottenere il quadrante, e qualche caratteristica dell’esclusiva parte meccanica. Dopo averlo letto ho pensato subito che – ammesso di averne le capacità – se fosse possibile riportare la sola manualità con cui ogni elemento estetico e meccanico del pezzo unico che è stato realizzato, per descriverlo ci vorrebbero non uno, ma svariati post.
Voutilainen 28 rappresenta una simbiosi unica (riferendomi adesso al senso astratto del termine) tra due ugualmente profonde ed eterne culture artigiane: da una parte c’è la tradizione nipponica o come a me piace scrivere “lo zen e l’arte della laccatura”, dall’altra un esempio assai pregievole di arte dell’orologeria meccanica ben rappresentata da scelte, tecnicismi e finiture ai vertici assoluti.
Tecniche (uniche) di laccatura utilizzate nel quadrante
Sotto la guida del maestro Kitamura lo studio Unryuan crea oggi opere che si posizionano al top della tradizione giapponese della laccatura, con quel pizzico di misticismo che riesce a fondere insieme ad un mestiere vecchio centinaia di anni elementi spirituali.
Il quadrante è stato sviluppato utilizzando le tecniche Saiei Makie e Somata zaiku che richiedono diversi mesi di lavoro a tempo pieno. Le materie prime utilizzate sono: Kinpun (polvere d’oro) Jyunkin-itakane (foglia oro) Yakou-gai (frammenti di guscio verdastri da una grande conchiglia) e Awabi-gai (frammenti di conchiglia di abalone della Nuova Zelanda).
Per realizzare il quadrante di 28 Sarasamon, sono stati dapprima creati solchi dall’oro, poi seguendo una metodologia assai antica riempiti con strati di un composto organico speciale. Utilizzando varie tecniche, con estrema cura sono stati inseriti nelle tracce pezzi minuscoli di guscio di conchiglia – rispettando un ordine preciso che consente a ogni frammento di catturare la luce e poi di rifletterla.
Seguendo una pazienza di taglio certosino tipicamente orientale, ben al di sopra dai limiti che noi europei riusciamo solo a immaginare, sono stati man mano applicati ulteriori strati di vernice di vari colori e oro che contribuiscono a dar forma all’opera finale. A ogni passo intermedio è stata eseguita una lucidatura.
Al termine di queste laboriose procedure il prodotto è un quadrante cui aspetto è eternamente cangiante in una finestra di colori e luccichii che sanno di magia.
La mano di Kari Voutilainen
L’orologio 28 Sarasamon fornisce l’indicazione di sole ore e minuti. Semplicemente? A leggere com’è fatto non sembrerebbe proprio. Al suo interno il movimento (a carica manuale? Anche se non dichiarato, dalle caratteristiche appare evidente..) è equipaggiato con uno scappamento che costituito da due ruote ottiene un impulso diretto.
Si, è un altro sistema a forza costante; non conoscendone i dettagli tecnici ma l’impostazione di massima per ora possiamo catalogarlo come un “sistema classico”, sul genere di quello del Chronomètre Optimum, ma è tutto ancora da vedere.. Pulsa a 18.000 a/h – frequenza cara all’orologiaio finlandese da tempo stabilitosi in Svizzera. Memore delle esperienze maturate con il suo famoso orologio da osservazione Kari lo ha munito di un bilanciere con molla della spirale libera a curva interna Grossman ed esterna Philips.
La cassa in oro giallo 18 k misura 37 mm di diametro per 10.80 di spessore. Del quadrante realizzato dallo studio Unryuan abbiamo già ampiamente parlato: insieme al Calibro è quello che fa di Voutilainen 28 Sarasamon addirittura due opere d’arte in una.
Un orologio manufatto da Kari Voutilainen, sia esso pezzo unico come questo o proveniente da una delle sue – se così possiamo ancora chiamarle – minuscole (di numero) collezioni, si apprezza “di serie” per le sue finiture; ma per approfondire questo aspetto c’è un articolo/intervista scritto apposta da Michele Tonon che potrai leggere a questo link.
La prossima settimana Baselworld 2013 svelerà decine di migliaia di nuovi orologi tra cui va conteggiato anche questo pezzo unico. Altre informazioni http://www.voutilainen.ch.
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