Soggiogati dalla meccanica cerchiamo quasi sempre di scoprire come funziona. Se mettessimo lo stesso impegno nel provare ad imparare il linguaggio espresso dal design degli orologi, voleremmo davvero in alto nel cielo della nostra passione.
Oggi lasceremo per un attimo i nostri amati compagni da polso intraprendendo un viaggio guidati da un insolito orologio da parete in legno che ci porterà diritti diritti all’architettura, arte cui intrinseco design ha regalato ben più di un’opera d’arte.
A proposito, prima d’iniziare da ricordare che tal architetto Alain Silberstein, parigino entrato nel mondo dell’orologeria da polso una trentina d’anni fa, fece subito faville con le sue originali policromie.
Entreremo in orbita grazie gli anelli cui è composto Arabesque, segnatempo di grandi dimensioni pensato per incantare i grandi spazi, anche quelli esterni.
Per muovermi al meglio in un ambiente a me quasi sconosciuto ho deciso di intervistare Filippo Sesti – l’architetto di Genova che l’ha ideato – facendo raccontare direttamente a lui com’è fatto, di cosa è fatto, e quale significati hanno le linee così inedite che erano nascoste in qualche angolo della sua creatività.
Altrettanto sorprendente e piacevole dalle sue parole è emerso che – pur non essendo certamente gli orologi il suo primo pensiero – anche Filippo è attratto dal nostro nettare.
Arabesque Orologio da Parete in Legno – Intervista al creatore Filippo Sesti
1) contaminuti: Come nasce il progetto Arabesque?
Filippo Sesti: Il progetto dell’orologio Arabesque, nasce nel contesto di un incarico più ampio che consisteva nel creare una serie di oggetti per un ditta che intendeva venderli online.
Arabesque è un orologio pensato per grandi spazi, come la hall di un albergo. Per questa ditta sono stati elaborati diversi progetti di orologi da parete; alcuni sono arrivati alla fase di prototipazione, ma poi le crescenti difficoltà incontrate con la produzione hanno portato al progressivo abbandono del progetto. Di Arabesque è stato realizzato un prototipo in legno, di diametro ridotto (100cm).
2) cm: Ce lo puoi descrivere tecnicamente?
FS: Tecnicamente è costituito da quattro anelli, ognuno dei quali ha un “layout” con gli archi posti in posizione differente, i quattro anelli vengono poi sovrapposti ottenendo il fitto intreccio di archi di cerchio che costituiscono il design dell’orologio.
L’idea dei quattro anelli nasce dalla necessità di dare tridimensionalità all’orologio: non volevo che fosse un disco piatto intarsiato, volevo proprio che gli archi di cerchio si intrecciassero tra loro.
Gli anelli poi formano una doppia ghiera su cui vanno applicati i numeri delle ore, infine 2 anelli “alti e sottili”. Immaginate di tagliare due anelli da un tubo di diametro adeguato, essi formano un “fianco” che dà ulteriore spessore all’orologio, ma siccome non sono posizionati al bordo esterno, ma arretrati verso il centro, creano un effetto scuretto. Questo per dar maggior corpo all’orologio che è di grandi dimensioni.
Per quanto riguarda i materiali, sono previsti 2 diversi tipi, cui scelta dipende dal costo finale che dovrebbe avere l’oggetto: l’acciaio corten ed il legno.
3) cm: Che significato hanno i materiali che hai scelto per quest’orologio design da parete?
FS: Il materiale è molto importante, trasmette subito una sensazione: caldo, freddo, luminoso, scuro, pregiato, povero etc. Definisce una cromia, insomma è davvero importante.
Per Arabesue ho pensato a tanti materiali prima di arrivare all’acciaio corten e al legno. Ho provato con la lamiera laccata bianca, con l’alluminio che è un materiale leggero e facilmente lavorabile, ma volevo che l’orologio trasmettesse sia un design stilizzato, molto geometrico (tutto è giocato su degli archi di cerchio), ma allo stesso tempo che fosse qualcosa di “pregiato”, un materiale ricco, pieno di calore…
L’alluminio è un materiale troppo freddo. Ho poi pensato all’ottone, ma era troppo difficlie da realizzare, e alla fine sono arrivato al corten, una lega pre-arrugginita in laboratorio, dagli effetti cromatici davvero notevoli.
Il legno come seconda soluzione ha molte buone ragioni: innanzitutto l’orologio risulta essere molto più leggero, quindi il legno ha una sua valenza pratica; in secondo luogo mi interessava usare un materiale caldo e naturale per realizzare un manufatto assolutamente artificiale e meccanico come un orologio è.
Tra l’altro il cromatismo del legno chiaro si accorda splendidamente con l’acciaio. In fondo trovo che un grande orologio da parete in legno sia qualcosa di veramente particolare.
4) cm: Quale movimento è previsto monti Arabesque?
FS: In fase di prototipizzazione abbiamo pensato a un semplice meccanismo elettrico, ma potrebbe anche essere meccanico. A questo proposito di recente si è parlato di poter realizzare una versione da esterno: in questo caso si userebbe sicuramente l’acciaio corten e anche il meccanismo penso sarebbe meglio fosse meccanico.
5) cm: A che punto è il progetto?
FS: Il progetto è ad un punto morto.
Come dicevo all’inizio, Arabesque faceva parte di una serie di orologi pensati per un’azienda che aveva in mente un programma di produzione e vendita. Purtroppo durante la fase di prototipizzazione, sia di arabesque, che di altri orologi, abbiamo avuto grossi problemi di produzione, non tanto di carattere tecnico sui prototipi quanto di affidabilità dei vari partner coinvolti, tanto che alla fine il progetto è stato abbandonato.
Attualmente mi piacerebbe trovare un’azienda interessata a produrlo, o anche un partner interessato a realizzare una versione da esterno, un pezzo unico; in fondo io sono un architetto e non mi dispiacerebbe vedere arabesque su una torre.. chissa….
6) cm: Pensi che Arabesque rimarrà un caso di orologeria isolato nel tuo percorso creativo?
FS: Non lo so ti ho detto. Ho disegnato anche altri orologi, non li ho realizzati ma sono un tema interessante. Ne ho disegnato un altro che mi piace molto: si chiama “spicchio” è molto minimale, ma è stato molto più difficile che disegnare Arabesque.
Arabesque alla fine è bello così, ma un arco di cerchio magari ancora ci sta, è in un certo senso un design ridondante.
Quando disegni invece un oggetto “minimal” devi stilizzare e togliere fino a quando raggiungi un equilibrio, dove ogni singola parte ha una sua precisa economia nel progetto, nulla puoi più togliere o aggiungere.
Ecco, un oggetto così forse per molti sarà anche meno bello, ma a me da molta soddisfazione perchè so che sono arrivato all’essenza della forma..
Chi è Filippo Sesti
(Italia 1966) vive a Genova dove fonda nel 2002 l’Officina D’architettura e Design (ODD).
Partecipa a concorsi di architettura e urbanistica, ha realizzato progetti di ristrutturazione e di interior design in contesto storico e di nuova costruzione a Genova e Milano.
In chiusura
Credo che il progetto di Filippo, come la sua visione rivelata in questa intervista, sia molto originale.
Se qualcuno lo trova interessante, o vuole solo saperne di più, può contattalo via il suo sito web.
contaminuti
Commenti
Molto bello ed originale, ma nell’articolo non ho trovato accenni ai costi di produzione, mi sapreste dire quanto costerebbe realizzarlo?
Hai ragione Federico: nell’intervista non era previsto approfondire i costi di realizzazione di Arabesque, ma puoi chiederli direttamente a Filippo Sesti contattatandolo dal suo sito web, cui link sono in fondo all’articolo. Grazie!
Ciao mi è piaciuto molto il design di quest’orologio ed in particolare hanno colpito la nia fantasia i materiali usati, mi domando se, che tu sappia, esistono altri esempi di orologi realizzati in legno