Quando penso fisicamente alla figura dell’orologiaio nella mia mente si susseguono una serie di immagini di stampo prettamente romantico, come se questo mestiere fosse qualcosa da salvaguardare e custodire rispetto alla più fredda produzione di massa moderna dove frese a 5 assi sostituiscono ampiamente l’essere umano, ritmi di produzione e numeri elevati surclassano calma e meticolosità di mani ed occhi sapienti, il nuovo che sovrasta la tradizione.
Immagino un piccolo laboratorio incorniciato da travi in legno ed un paio di finestre di grandi dimensioni, luce intensa e naturale che abbraccia una temperatura mite, aldilà del vetro una vista da togliere il fiato, la Svizzera. Banchetti da lavoro carichi di piccoli attrezzi d’epoca, qualche tornio tenuto in maniera maniacale come fosse il sacro Graal, lampade, disegni ed esplosi di qualche calibro.
Il silenzio scandito dal tic-tac di una pendola storica viene interrotto dal rumore di una lima pronta a svolgere ciò che deve.
Mi sembra d’esser tornato indietro di un paio di secoli solo a pensarci, eppure, il Maestro Daniel Roth è l’emblema di questa immagine.
Indice
- La rinascita
- Canoni di produzione e realtà Jean Daniel Nicolas
- Jean Daniel Nicolas Tourbillon
- Curiosità
- Chiusura di un cerchio perfetto
La rinascita
Nel 2000 Daniel Roth esce definitivamente di scena dall’azienda creata, rimanendo così libero di scegliere il proprio futuro. Con un know-how d’eccellenza come il suo avrebbe potuto percorrere una via sicura accasandosi in qualsiasi maison del settore.
In questo periodo essendo praticamente vicini di casa, Philippe Dufour ha contribuito nel visualizzare il nuovo percorso suggerendogli una strada già da esso percorsa e ad oggi sotto gli occhi di tutti.
Il Maestro ha già in mente il suo destino! Marketing, consigli d’amministrazione e finanziatori sono mondi che non gli appartengono, la sua unica missione è l’Orologeria espressa ai massimi livelli, la chiusura perfetta di un cerchio.
Decide così nel 2003 di fondare a Le Sentier il suo ultimo progetto: Jean Daniel Nicolas
Canoni di produzione e realtà Jean Daniel Nicolas
Libero da vincoli e strutture Daniel Roth dedica, ancora oggi, tutto il suo sapere appreso negli anni, e se già in passato la qualità dei materiali e lavorazioni era piuttosto alto, nel nuovo progetto viene esasperato tutto ai massimi livelli possibili.
Pochissime cose vengono fatte fare su specifica fuori dal laboratorio, come le spirali, i rubini, il vetro e la cassa. Tutto il rimanente invece è prodotto in maniera tradizionale e soprattutto senza l’ausilio di macchine a controllo numerico, perciò manualmente.
Lancette, platine, ruote tempo, bariletti sono solo alcuni dei componenti creati all’interno del proprio atèlier ed è forse scontato dire che il livello di finitura è rigorosamente elevato.
Nel nuovo progetto, nulla è fatto in maniera accomodante o a risparmio, la scelta è quella più impegnativa e le finiture sono tra le migliori in circolazione tanto da insidiare il Maestro Dufour considerato il massimo esponente in materia.
Ed è proprio così, con il suo più grande amore, che Daniel Roth fonda il suo sogno e chiude un cerchio aperto in Breguet molti anni prima: Tourbillon.
Jean Daniel Nicolas Tourbillon
La produzione è basata solo ed esclusivamente su questa complicazione, e tutto il progetto si svolge nel miglioramento pratico/funzionale di fruizione del segnatempo, tenendo in considerazione l’estetica a servizio del funzionamento.
Sono proposte due versioni del turbo a due minuti, entrambe però sono accomunate dalla medesima qualità costruttiva, la differenza sostanziale è nella forma. Una versione con cassa classica da 39mm ed una versione di forma da 40,7mm x 32,7mm.
Spesso e volentieri un appassionato pensa quale sia l’exit watch, ovvero l’Orologio definitivo! Ecco, Jean Daniel Nicolas Tourbillon 2 minuti rappresenta in pieno questo concetto. Dimensioni discrete, materiali nobili, lavorazioni superbe, esiguità di pezzi prodotti sono solo alcuni aspetti presi in considerazione.
Il movimento, creato totalmente nel suo atèlier partendo dal grezzo, ha una riserva di carica di ben 60 ore data da due bariletti, una frequenza di 18.000 a/h e si presenta agli occhi tramite il fondello aperto con una platina unica in argento tedesco non rodiata al fine di ottenere una brillantezza più viva al servizio di incisioni e decorazioni.
In questo settore i dettagli fanno la differenza, ed in questo caso il dettaglio di finitura della platina posteriore è un chiaro esempio di questo concetto, sembra infatti che il Maestro abbia preso ispirazione da un vecchio orologio da tasca americano che presentava una finitura a côtes de Geneve insolita. Innamoratosi a prima vista di tale finitura ha deciso che l’avrebbe adottata nel suo Tourbillon a 2 minuti, la caratteristica principale è il movimento semicircolare dato da una lavorazione piuttosto complessa rispetto al classico côtes de Geneve. Ad oggi è l’unico a produrre segnatempo con questa raffinatissima decorazione.
Gli anglage sono sapientemente rifiniti a mano nella parte vicino alle ruote dove angoli acuti spiccano nell’insieme, le scritte sono incise manualmente a bulino e dorate,le viti anch’esse costruite in laboratorio tramite tornio vengono lucidate e rifinite al rutenio.
Arriviamo dunque al quadrante, dove troviamo il tipico stile Roth nell’affissione di ore/minuti con numeri romani nella parte alta del quadrante con l’aggiunta della sfera che indica la riserva di carica nell’apposita scala, e nella parte bassa il protagonista di questo incredibile segnatempo, ovvero il turbo.
Ed è proprio il tourbillon a due minuti a rappresentare la massima maturità tecnico/estetica del Maestro, infatti rispetto al passato la scala dei secondi è posizionata nella parte inferiore del quadrante con un indicazione di 60 secondi ed è attraversata in maniera alternata da due lancette di colore diverso (una in oro ed una in acciaio bluita alla fiamma) solidali alla gabbia. Un ponte di forma complessa con spigoli accentuati rifinito magnificamente parte dalla cornice dei minuti ed ha il compito di sorreggere il tourbillon.
Nulla è lasciato al caso ed infatti il Maestro si prodiga in una difficilissima e meticolosa realizzazione di lucidatura a specchio in un ampia superficie sottostante al cuore del segnatempo bloccata da tre viti a vista azzurrate.
La finitura a clous de Paris è la regina incontrastata nella porzione di quadrante in oro rimanente che va ad incorniciare le due affissioni.
Curiosità
- L’acronimo Jean Daniel Nicolas è formato dalle iniziali dei componenti della famiglia Roth: Jean è il figlio di Roth, Daniel è ovviamente il Maestro e Nicolas è la moglie
- Il tourbillon a due minuti Jean Daniel Nicolas presenta la caratteristica insolita d’aver la terza ruota fissa e la quarta mobile all’interno della gabbia mentre solitamente avviene il contrario
- La lancetta dei secondi azzurrata alla fiamma è realizzata in acciaio, fatto piuttosto raffinato dati i vari equilibri delicati
- Ad oggi la Jean Daniel Nicolas produce 2 segnatempo all’anno su commissione e sembra l’obbiettivo sia riuscire ad aumentare la produzione a 3 pezzi
- Ad oggi sono stati prodotti 28 Tourbillon a 2 minuti in totale tra le due varie forme
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Chiusura di un cerchio perfetto
Parlare di Daniel Roth è sempre un emozione intensa, le informazione non sono molte e la riservatezza del Maestro ha contribuito assieme al suo modus operandi a creare un immagine che va al di là dell’orologeria stessa.
Il merito d’aver ricreato il mondo Breguet avrebbe scoraggiato qualsiasi temerario una volta finita l’avventura, eppure con determinazione e talento ha costruito un nuovo concetto rimanendo fedele alle tradizioni, ponendo il suo nome su segnatempo che rimarranno ai posteri.
La storia di quest’uomo sembra una metafora strettamente intrecciata ad una complicazione studiata ed amata fin dagli albori della sua carriera, ed ecco che quando viene messo da parte fino all’esclusione dalla sua stessa azienda, sa reinventarsi creando il suo ultimo progetto attagliato alle sue immense doti, proprio come se un cerchio aperto molti anni prima sia giunto,nonostante gli avvenimenti, a chiudersi perfettamente.
L’Orologeria è un mondo vasto, carico di storia e segreti, ricco di personaggi che hanno contribuito a scrivere intere pagine con innovazioni e miglioramenti d’ogni genere.
Scrivere di un Maestro così significativo per quest’arte non è cosa semplice, ma annoverarlo per le sue imprese è assolutamente un dovere per chi ama questo mondo.
Daniel Roth: storia di un genio.
Un pensiero lo dedico a tutti i miei amici appassionati delle opere del Maestro Daniel Roth in particolar modo a Michele Tonon che ha il grande merito d’avermi ‘iniziato’ e seguito con spiegazioni e delucidazioni in materia davvero importanti.
Per il supporto fotografico un doveroso ringraziamento lo devo a Ciaca, Sandro Range e Giuseppe T.
Infine, devo un grandissimo grazie a Claudio, profondo conoscitore, senza le tue ricerche in materia non sarei riuscito a ricostruire passo passo la storia del Maestro, il tuo contributo è stato assolutamente fondamentale.
Denny Grigolo
Commenti
Caro Denny, sono io che ringrazio te per il tuo racconto appassionato e il riconoscimento doveroso a Daniel Roth, Maestro senza il quale oggi non amerei tanto l’arte orologiera.
Claudio
Davvero straordinaria la carriera di quest’uomo,essendo io stesso un orologiaio non posso negare un pizzico di invidia!complimenti anche a voi x il completo servizio,saluti.angelo
Ciò che più mi affascina degli orologiai di vecchio stampo, che hanno iniziato a imparare la professione con lunghe sessioni pratiche sin dai tempi della scuola , è che non c’è mai un’età limite per arrivare a esprimere il meglio del proprio potenziale. Con Jean Daniel Nicolas, Daniel Roth ha finalmente liberato tutta la sua immensurabile arte (di cui ci aveva già dato un “assaggio” in Breguet). Siano di forma o tondi (gli ultimi sono i miei preferiti) i suoi tourbillon sono anacronistici, tanto prendono le distanze da qualsiasi esecuzione contemporanea sia di grandi maison sia di indipendenti (ps forse Roger W. Smith non mi sento di escluderlo). Grazie infinite per lo splendido lavoro che ci hai regalato Denny!
Complimenti, bellissimo articolo.