L’Arte Della Perfezione Manuale: Philippe Dufour

In orologeria, nelle finiture, la mano fa ancora la differenza sulla più perfetta, precisa e sofisticata macchina a controllo numerico.

di Michele Tonon 4 MIN LETTURA

 

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Spesso sentiamo dire, o diciamo: “Questo orologio è un opera d’arte…” certo, questo è un modo di dire per far capire il nostro apprezzamento ma quand’è che realmente si può definire tale? Ci avete mai pensato?

Ricordo bene quando sentii parlare per la prima volta di questo accostamento fra arte e orologeria e rimasi stupito che tale signor Philippe Dufour parlasse in questi termini del suo mestiere. Detto così può sembrare arrogante da parte sua ma non lo è… Dufour descrive e parla del suo lavoro con tale passione e quel pizzico d’ironia da riuscire a trasmettere ciò che pensa in modo garbato ed elegante. Se non dovessero servire le sue parole a rendere l’idea, ci pensa un qualsiasi orologio fatto da lui a convincere e a togliere tutti i dubbi!

L’arte della perfezione manuale: Philippe Dufour – foto @ dufourwatches.free.fr

L’arte in orologeria può essere sbadatamente confusa con la genialità e nessuno toglie a quegli orologiai che modificano il concetto di orologio, in taluni casi aggiungendo complicazioni di ogni sorta oppure con semplificazioni meccaniche, forse, ancor più ammirevoli, il fatto di essere dei geni.. E Dufour non si ritiene tale, sa di non essere un inventore. Come è giusto che sia fa ciò che sa fare con la prerogativa di farlo al meglio; cose semplici e perfette con il valore aggiunto di rifiniture fatte a mano! Perchè per Dufour l’arte è questa.

Si possono tentare strade nuove, materiali nuovi, concetti nuovi.. ma se proponi un classico e un qualcosa di già inventato allora devi renderlo perfetto curandolo nei minimi dettagli per offrire al cliente ciò che non può trovare in un prodotto industriale di massa. Ogni cliente collezionista è alla continua ricerca della perfezione che solo una macchina elettronica potrebbe dare ma che, invece, solo la mano umana sa rendere unica con i suoi limiti sapientemente controllati.

Philippe Dufour – “Anglage” – Simplicity foto @ dufourwatches.free.fr

Le macchine a controllo danno la massima precisione e questo è un bene. Il maestro Dufour non rinnega la tecnologia, solo, non ci vede emozione dentro… ed ecco che da qui ha inizio la sua arte. Prendere una base prodotta da tecnologie moderne e modificarne gli elementi nel modo che abbiamo visto, con queste rifiniture e con questa ricerca dell’eccellenza nel dettaglio è solo frutto di capacità rara e sopraffina.

A questo punto mi è venuta spontanea una riflessione sul significato che oggi si da’ alla parola manifattura e che spesso usiamo come valore assoluto per giudicare un orologio. Per noi la manifattura è il “fatto in casa” o in sede nel caso delle grandi industrie ma il significato più antico sarebbe il “fatto a mano” in modo artigianale. Ritengo che entrambe le cose abbiano il loro prestigio e che spetta solo a noi decidere cosa ci emoziona di più. Philippe Dufour non si può considerare una manifattura moderna ma certamente, lì dove interviene con la maestria che gli appartiene, rispecchia il significato più antico del termine.

Un orologio di Philippe Dufour non si trova nelle vetrine dei negozi, vengono commissionati da facoltosi collezionisti che dovranno attendere sicuramente più di un anno il lavoro del maestro per poi poterlo andare a ritirare personalmente e incontrare Philippe, poterci parlare, vedere il suo piccolo laboratorio, capire come è stato fatto tal personale capolavoro (segreti a parte), respirare l’atmosfera che circonda il suo atelier nella Vallée de Joux.

Philippe Dufour – Simplicity fondello trasparente foto @ dufourwatches.free.fr

Avete visto gli “Anglage” (definizione nel Glossario di Orologi di Classe)? Eppure non è una macro-foto quella sopra; avete notato che si vedono benissimo anche in queste foto scattate da più lontano. Anglage così arrotondati e lucidi che non serve un monocolo per andarli a vedere ed è così che deve essere un lavoro perfetto, quelle lucidature a specchio, gli spigoli sui ponti, le bisellature.. tutto visibile da lontano per poi lasciare al proprietario la dolce scoperta dei particolari più nascosti avvicinandolo sempre più! Dovete sapere (mi riferisco ai meno esperti e forse quelli che guardano meno il dettaglio) che a questo livello di finiture e difficoltà realizzative non esistono macchine in grado di sostituire la mano dell’uomo e non esiste mano dell’uomo in grado di ottenere tale perfezione se non mossa da enorme esperienza e sapienza di tecniche quasi ormai sconosciute!

Philippe Dufour – Simplicity foto @ dufourwatches.free.fr

Credo che l’orologeria meccanica meriti un rispetto particolare, un rispetto che ha guadagnato nel tempo dimostrando la validità del suo meccanismo (oggi viene usato più o meno lo stesso di due secoli fa), scalzando in parte l’era del quarzo e ritornando alla ribalta per una pura questione di nostalgia alle cose belle e tecnicamente difficili.. ma anche per un aspetto più romantico al quale il maestro Dufour rientra per diritto, quello di dare un’anima ad un orologio! Per me il nome di Philippe Dufour, più che al polso, va portato in un palmo di mano.

 

Commenti

  1. Ciao Giuliano
    Che io sappia Gauthier esce proprio dalla scuola di Dufour ed essendo anche Gauthier uno dei, pochi, migliori rifinituri al mondo, direi che sì…. possiamo chiamarlo “il Maestro”..

    1. Dici bene Marco! Dufour è da sempre riconosciuto come il maestro delle finiture. I suoi pezzi hanno oramai raggiunto quotazioni alle stelle come il Simplicity 20 Anniversario cui pezzo 00 di 20 esemplari è stato recentemente battuto ad un’asta Phillips per 1,361,000 franchi svizzeri. Purtroppo prima o poi dovrà smettere del tutto, ma ci sono altri già operativi pronti a sostituirlo come quelli che hai elencato tu a cui aggiungerei Kari Voutilanen e.. per fortuna è un elenco in continuo divenire.

  2. È veramente un capolavoro questa realizzazione di Dufour . Tra l’altro credo sia 34mm questo modello perché il Maestro realizza 34 e 37 mm. Le finiture sono pazzesche. È anche vero che probabilmente il numero di pezzi realizzati sarà intorno ai 50 annui,credo. Ormai i grandi maestri sono Dufour, Journe, Gauthier, Akrivia e pochi altri.

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