Premessa. Questo post vuole essere il primo di una serie di altre – chiamiamole – guide (visto che non solo sul web questo termine oggi è di moda) che, su base di riflessioni personali e opinabili, sono alla ricerca (più o meno disperata) di quel particolare che in un movimento meccanico sia in grado di segnare la differenza senza per forza servirsi di una Grande complicazione. In breve, sempre Alta Orologeria, ma non sulla bocca di tutti.
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Un orologiaio è come un surfista. Un attimo, lascia che ti spieghi! Se il cinema ci ha insegnato che l’ultimo dei due è costantemente alla ricerca “dell’onda perfetta”, anche chi prova per tutta la vita a incastrare in un modo sempre migliore leve, molle ed ingranaggi, è alla ricerca del “meccanismo perfetto”.
Si può dire Alta Orologeria solo se “l’affare” è complicato?
L’orologeria dei nostri giorni ci sta abituando a considerare “complicati”, solo segnatempo che posseggono come minimo un calendario perpetuo. Ovvio che lo sono. Per quanto da oltre duecento anni non rappresentino più in se una novità, fatto normale in un mondo tradizionale come questo, lo saranno, e per sempre. Allora in orologeria meccanica di un certo rango tutto ciò che sta più o meno al di sotto di quella complicazione è “tempo perso”? Assolutamente no! Lo dico, lo penso e tra poco farò due esempi che riguardano lo stesso particolare. Alcune soluzioni meccaniche, siano esse innovative o “solo” ripensate, sono al pari – se non a volte più meritevoli – di una complicazione stessa.
Anche in un orologio meccanico “i muscoli” sono importanti ma..
Visto che stiamo uscendo dai luoghi comuni (complicati), in questo primo articolo voglio partire dai “muscoli” di un orologio meccanico: dal bariletto, elemento che tiene avvolta la molla di carica che fornisce tutta l’energia necessaria a far funzionare quel micro-mondo che tanto ci affascina.
In un Calibro a carica manuale con un meccanismo regolatore convenzionale sembra un particolare quasi da trascurare. Hai mai letto, specialmente negli ultimi tempi, più di una riga a proposito di un sistema di carica su un orologio che non monti un tourbillon? Ben lontano da neanche pensare per un attimo di “saperne quanto un orologiaio”, dico che se voglio ottenere una riserva di carica di circa 48 ore, me ne basta uno, così usandone due – e con persino più di una funzione a bordo – posso arrivare anche sino a 168 ore e se ne aggiungo un terzo ad agevolmente superare una settimana.
La riserva di carica secondo George Daniels
Eppure in Alta Orologeria più di uno è convinto che, anche per un “normale solotempo” o giù di li, la durata della carica non sia mai il vero obiettivo da rincorrere.
Prendi George Daniels. Prima che ci lasciasse, nell’ultimo suo segnatempo il Maestro pensò che 36 ore di carica fossero più che sufficienti. Forse egli riteneva che chi avrebbe comprato una sua opera – tutte le mattine o al massimo entro sera – non resistendo senza osservarlo almeno una volta come se sembrasse la prima, si sarebbe ricordato puntualmente di caricarlo. Sapendo di che segnatempo si tratta, come dargli torto? Ma non è assolutamente questo il motivo della sua scelta.
Non starò certo qui a dilungarmi su chi era Daniels, ne’ sull’invenzione che l’ha consacrato come l’orologiaio più innovativo degli ultimi duecento anni; comunque, nonostante non ci siano dettagli tecnici approfonditi sul sistema di carica manuale utilizzato nel Anniversary Wrist Watch, nelle sue caratteristiche è riportato che in realtà sono 36 ore perchè tante sono “la parte migliore” della molla di carica montata al suo interno. Di fatto sarebbe tecnicamente in grado di fornire molta più energia. Va bene, non è una complicazione, ma è pur sempre da considerarsi una finezza: questa è per me Alta Orologeria.
Quell’orologio non sarà ai ripari di tutti gli agenti esterni come la postura, o gli shock, che inficiano la precisione di qualsiasi segnatempo meccanico – tourbillon compresi – ma limitare una riserva di carica per ottenere “forza costante” è una visione che dovrebbe suscitare la curiosità di un “malato di polso” più di tante altre complicazioni.
La soluzione di Chopard
Rimanendo in tema di bariletti di carica anche Chopard con il L.U.C Quattro, che già dal nome dice tutto, l’ha pensata – anche se in tempi e culture orologiere diverse – allo stesso modo. E’ l’unico orologio al mondo a possedere 4 bariletti di carica sovrapposti e accoppiati in serie, e potrebbe mantenere questo primato per un bel po’ visto che tale configurazione è protetta da brevetti, ma questi primati non c’entrano nulla con il beneficio che in realtà può fornire tale soluzione.
Anche in questo caso a Fleurier hanno pensato di utilizzare “tanta forza” non per sfiorare o superare la quindicina di giorni, ma per far oscillare un “comune” bilanciere – senza un tourbillon – per 9 giorni (216 ore) e trovarlo alla fine “fresco e pimpante” come se fosse al lavoro solo da qualche ora.
Conclusione
Sia che oscilli a 4 Hz (28.800 alternanze/ora) come il L.U.C. Quattro, sia a 2,5 Hz – 18.000 a/h, come è giusto che un orologio da polso come quello di Daniels pulsi, al pari di un dipendente che quando è soddisfatto dalle condizioni in cui compie il suo lavoro rende di più e senza fatica, il regolatore non mancherà a sua volta di “ringraziare” svolgendo meglio il suo compito, tra l’altro incessante.
Si può fare Alta Orologeria senza complicazioni, mai però senza “complicarsi la vita”. Alla prossima!
contaminuti
Commenti
Ho letto con molto piacere questo articolo e credo che un vero appassionato vada ghiotto per questo tipo di informazione. Grazie a voi per averla proposta ed aspetto già con curiosità la seconda uscita.
Grazie a te! E’ un grande piacere per chi scrive sapere che appassionati come te siano interessati ad articoli di questo taglio! Alla prossima guida allora…
Per qualsiasi suggerimento su argomenti da trattare fatemelo sapere scrivendomi tramite il form nella pagina Contatti!
Questo è veramente uno di quegli articoli che fanno fare all’appassionato passi avanti importanti nella sua cultura orologera.
Grazie.
Grazie Botman! 😉
Molto bello, spero sia il primo di una serie…
Sono un giovane che si sta avvicinando al mondo dell’alta orologeria,
Vorrei sapere se avete qualche libro interessante da consiliare..
Grazie
Grazie Andrea, fa sempre piacere sentire “la voce” di qualcuno che inizia da dove un giorno iniziò la sua di passione! 😉 A presto arriverà il secondo articolo.. Una delle Sacre Bibbie sull’Alta Orologeria è senz’altro “Watchmaking” (in lingua inglese o francese) di George Daniels: Il più grande orologiaio del Secolo scorso; se lo cerchi sulla rete lo trovi in vendita praticamente ovunque. Leggi a questo link un (dovuto) omaggio al suo grande genio.
Tuttavia, ogni fonte che parli di orologeria ha sempre in serbo qualcosa di prezioso da offrirti.. Sulla rete non trascurare blog e forum; A questo link trovi alcune risorse “amiche” di Orologi di Classe. QUI – invece – puoi scaricare un ebook gratutito con alcuni articoli su interessanti creazioni degli orologiai indipendenti. Per il resto, serviti pure: in questo blog ci sono oltre 1.600 articoli gratis da leggere!
Ciao e mi raccomando: fatti risentire…