Puoi prendere 1000 aerei, fare 100 volte il giro del mondo, travestirti come Diabolik, cambiare nome, alterare la voce, attraversare di nascosto l’Alaska o la Foresta Amazzonica, che nei posti più inpensati e dove meno te l’aspetti ne incontrerai uno: non sto parlando “degli italiani sparsi per il mondo”… Mi riferisco invece, ai maestri orologiai indipendenti: coloro che modificano, progettano e realizzano opere uniche. Checchè se ne dica oggi a proposito dell’ora che viene letta oramai solo sui cellulari, c’è un mondo sotterraneo che continua a pulsare, come la vita delle api in un alveare…
Non voglio dire che ce ne siano così tanti, ma sono ovunque: Aniceto Jimenez Pita fa parte di questa razza e non è nè lontano da noi geograficamente (Barcellona), nè tantomeno dal cuore di un qualsiasi appassionato grazie alle sue creature. Andiamo a conoscerlo.
Aniceto ha iniziato la sua attività nel 1971 e dopo pochi anni grazie al passaparola, (che è tuttora la miglior forma di pubblicità ndr), il suo nome incominciava a varcare i confini della Catalunya. La sua passione per gli orologi da polso, lo costringe ad iniziare questo lavoro da autodidatta: un pecorso che seppur più difficile e tortuoso, oltre alla manualità nutre la mente speculativa. Nel 2002, dopo aver acquisito un esperienza personale impressionante e aver contribuito ad avviare molti orologiai con i suoi insegnamenti, decide che con il suo marchio Pita era giunta l’ora di occuparsi di una piccola produzione artigianale. La filosofia è che tutto debba prendersi il tempo necessario; l’obiettivo, è il sorriso del cliente che è intervenuto nelle fasi di costruzione e personalizzazione del segnatempo che ha scelto, esattamente al pari del sorriso di chi l’ha potuto accontentare. Potremmo definirlo un sarto di alto livello? Ma forse non ci sono dei paragoni che possono calzare al 100% sul lavoro che fa Pita. La scelta dei materiali, la manualità nel lavorarli, la cura nel personalizzarli è già tanto… Ma Aniceto non è un semplice assemblatore: egli costruisce i SUOI movimenti meccanici che sono anche coperti da brevetti, come il Pita-TSM (Time Setting Mechanism), una soluzione per la carica di un movimento meccanico davvero particolare, la cui conseguenza ha anche un “impatto sull’estetica”: l’assenza della corona di carica…
Anicèto Jimènez Pita e suo figlio Daniel Jimènez Pastor sono rispettivamente le mani ed il management di questa piccola manifattura completata nell’organico da due orologiai, un tecnico CAD-3D e un gioielliere.
Daniel che si occupa della parte gestionale e manageriale dell’azienda, mi spiega che partendo da due diverse tipologie di clienti, la Pita ha sviluppato due linee di prodotto con diverse filosofie:
- Clienti legati al lusso: sono quelli che apprezzano l’unicità di un prodotto, la sua esclusività e la gioia per il lusso che l’oggetto stesso trasmette. Sono quelli che chiedono una completa personalizzazione e i materiali più preziosi.
- Clienti Appassionati: l’innovazione prima di tutto, vivere la scelta delle soluzioni tecniche a fianco dell’orologiaio che le suggerisce. Solitamente investono molto in proporzione ai loro guadagni negli orologi. Le personalizzazioni possono essere ripetitive, seppur realizzate con cura e in serie limitata.
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