Clamoroso! All’Asta Un Rarissimo Rolex Deep Sea Special del 1965

Realizzato nel 1965, da allora questo preciso Deep Sea Special non è mai stato messo in vendita

di Massimo Scalese 3 MIN LETTURA

 

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Rolex Deep Sea Special 1965

Non capita tutti i giorni di vedere all’incanto un orologio prototipo del Rolex Deepsea che per 56 anni non è mai appartenuto a nessuno. É un’altra delle numerose chicche proposte da Phillips in associazione con la Bacs & Russo, la casa d’aste di orologi più illustre del pianeta.

Il Rolex Deep Sea Special è un orologio davvero unico: pensare che negli anni ’60 il marchio svizzero fu in grado di costruire un diver capace di spingersi in immersione sino a 10 km sotto l’acqua è semplicemente sbalorditivo.

Rolex Deep Sea Special lato

Tuttavia, più che gli aspetti tecnici e la pura rarità di questo pezzo, è il significato storico l’aspetto più interessante del Deep Sea Special. Quell’orologio rappresentò la massima espressione di Rolex ai tempi che gli orologi subacquei erano gli unici strumenti da immersione.

Senza il Deep Sea Special probabilmente non ci sarebbe stato nessun Submariner o Sea Dweller come li conosciamo oggi.

Mai disponibile per l’acquisto prima d’ora, questo “Deep Sea Special” è un prototipo la cui tecnologia è andata a vantaggio degli attuali modelli commerciali che sinceramente spesso oggi l’acqua la vedono molto da lontano, ma non importa. Senza di lui, e della sua tecnologia pazzescamente innovativa per quei tempi, non ci sarebbero state le basi per costruire i diver di oggi.

Batiscafo Trieste Rolex Deep Sea Special
Batiscafo Trieste – credits U.S. Navy photo NH 96797

Nel 1953, Rolex sperimentò il primo prototipo legandolo all’esterno del sommergibile-battiscafo Trieste. L’orologio fu testato prima a 1.080 metri, poi sempre nello stesso anno sommerso a 3.150 metri.

Dopo aver completato i test iniziali, Rolex si imbarcò in una seconda missione nel 1960 con un secondo prototipo, pre-testando il nuovo modello in una camera ad alta pressione, modificando e aggiornando alcuni dettagli per migliorare l’orologio.

Questa volta, il nuovo “Deep Sea Special” fu creato per resistere alle condizioni più estreme, essendosi immerso fino a oltre 10.000 metri sotto il livello del mare nella Fossa delle Marianne, il punto più profondo conosciuto sulla Terra, con Jacques Piccard e Don Walsh.

Rolex Deep Sea Special fondello

Phillips è a conoscenza che il primo lotto di una manciata di pezzi fu utilizzato per i test professionali e che alcuni esemplari furono affidati a Piccard.

Dopo il successo dell’immersione nel 1960, Rolex produsse negli anni successivi una serie commemorativa, come il presente orologio numerato 35, per celebrare la sua impresa con quegli esemplari offerti solo ai più illustri musei della scienza, della tecnologia e dell’orologeria, insieme ai rivenditori più fidati e di lunga data e ai partner e dirigenti che contribuirono allo sviluppo del modello.

In particolare, il “Deep Sea Special” numero 3, l’esemplare che era legato al batiscafo Trieste, è attualmente esposto allo Smithsonian Institute di Washington D.C. Altri musei includono nomi come il Beyer Museum, il London Science Museum e il Piccard Museum Nyon (Svizzera), per citarne alcuni.

Rolex Deep Sea Special vetro

Questo segnatempo è così raro che entra a far parte di un club estremamente esclusivo, di cui solo 5 esemplari sono stati venduti in ambito pubblico, insieme ad altri pezzi posseduti ed esposti da istituzioni.

Sono passati 12 anni da quando l’ultimo esemplare è apparso sul mercato. Considerando che la maggior parte degli esemplari è di proprietà nelle istituzioni, è difficile prevedere quando un altro sarà sul mercato.

Il Rolex Deep Sea Special del 1965 che vedi è stimato CHF 1,200,000-2,400,000 e sarà battuto all’asta a la Réserve di Ginevra che si terrà dal 5 al 7 novembre prossimi.

Supererà le sue valutazioni?

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Commenti

  1. Davvero un “pezzo” da museo. Stupendo!!
    Se non erro il numero 1 di questa serie appartiene a Reza Ali Rashidian…. beato lui….

  2. Gentile Massimo…
    Ma tu non puoi farmi queste cose…Gasp c’è letteralmente da impazzire per noi fedelissimi della corona!
    Seulement une mot: Merci Beaucoup…Rien d’autre…
    A’ bientôt
    Alex

  3. Eh, un bel pezzo vero Alex?! Chissà a quanto andrà via… Grazie per il commento: imperdibile per la sua genuinità assolutamente giustificata! 😉

  4. Caro Massimo buon giorno. Possiamo dire che questo articolo mostra una piccolissima nicchia di oggetti conosciuti dallo 0,005% della popolazione mondiale. Due osservazioni:1) sarebbe molto interessante vederne il calibro e gli aspetti tecnici dell’epoca,2) ora mi spiego perché Rolex ha scelto di fare un Explorer steel gold dato che inizialmente sembrava anacronistica.
    Grazie come sempre.

  5. Un po’ di più Marco! 🙂 Come noterai leggendo il commento di Lorenz più in basso è come dici tu rarissimo ma i veri “connoisseurs” di vecchia data di Rolex lo conosconocono bene! 🙂

  6. Buonasera Gentile Massimo,
    al di là della relativa ristretta cerchia di chi sappia cosa successe il 23 Gennaio 1961 nel Mar delle Filippine o chi fossero l’oceanografo Jaques Piccard ed il suo dive-mate Tenete Don Welsh della US Navy e soprattutto cosa fosse saldamente ancorato all’esterno del batiscafo Trieste, è con una punta d’orgoglio che si possa dire che fu proprio grazie alla maestria dei tecnici italiani dei Cantieri triestini ( da qui il nome del mezzo) e di quelli di Castellammare di Stabia ( che saldarono la sfera abitabile appositamente forgiata nelle acciaierie di Terni) che il progetto dello svizzero Piccard potè concretizzarsi.
    Se poi uniamo l’altrettanto sublime maestria della maison coronata nel creare un unicum quale il
    Deep Sea Special allora veramente non rimane che una parola: assoluta unicità.
    Spero di cuore che questo gioiello venga battuto all’asta per una cifra stratosferica, del resto:
    “Noblesse oblige”…N’est-ce pas?
    Bye
    Alex

  7. Grazie Alex! Una dovuta precisazione la tua… Per quanto riguarda l’aggiudicazione puoi starne certo: altro che subacqueo, questo Deep Sea Special decollerà! 🙂

  8. Buongiorno gentile Massimo,
    Invito in ogni caso tutti gli appassionati della casa coronata (e non solo) a visitare il sito ufficiale Rolex nello spazio dedicato all’ex tenente della Marina Americana Don Walsh ed alla straordinaria impresa compiuta con Jacques Piccard il 23.1.60, al Link: Rolex e Don Walsh every-Rolex-tells-a-story.
    Don Walsh è ritratto con al polso un bel Submariner Date Ref. 116610 LV (Lunette Verte) “Hulk” , da rimarcare il nickname affibbiato al Rolex Deep Sea Special ancorato esternamente al batiscafo Trieste nella 9 ore della discesa nella Fossa delle Marianne : ” The Old Lady ” …Mica male per una” vecchietta” direi.
    Bye
    Alex

  9. Complimenti a Te gentile Massimo ed al tuo “Wonderful Blog” con cui la mia passione si mantiene costantemente updated.
    Nella vita ognuno di noi ha delle passioni : chi lo sport , chi il cinema, chi i libri e chi più ne abbia più ne metta; da parte mia posso semplicemente ringraziarti apprezzando la competenza, l’acume e l’unicità che caratterizzano i tuoi approfondimenti …Ad Maiora!
    Bye
    Alex

  10. Ciao, condivido con i lettori di questo interessante articolo un incubo: quel parziale color oro del Rolex Deep Sea Special del 1965 in parola, mi auguro che con sia da spunto per inserire nella produzione di serie del deepsea una versione mista steel/gold! Personalmente lo ritengo folle, ma dopo aver visto applicare la lente magnificatrice ad una referenza che scende fino ad oltre 1200 metri negli abissi marini, nulla lo ritengo impossibile. Voi cosa ne pensate, giusto piegarsi alle esigenze commerciali o meglio rimanere fedeli alla linea che ti tutela il prestigio conquistato e credo meritato del brand? Grazie

  11. Grazie per l’interessante riflessione Luca. Certo un Deepsea acciaio e oro non sarebbe proprio la mise ideale, e non lo era neppure per il Sea-Dweller quando la presentò nel 2019, ma Rolex ha sempre fatto ciò che voleva. La questione della lente magnificatrice è diversa. Quando è apparsa la prima volta sul Sea-Sweller del 50° nel 2017, molti si sono scandalizzati – e da un punto di vista tradizionale giustamente – perchè per appunto 50 anni quell’orologio non l’aveva mai portata, ma oggi le cose stanno diversamente. Nel 1967 un vetro in plastica non ce l’avrebbe mai fatta a usare una lente magnificatrice per chi sfruttava il primo Sea-Dweller fino in fondo, o giù di lì. Poi anche con l’arrivo dei primi modelli con vetro in zaffiro – dove mettere la Cyclope non avrebbe recato alcun problema, non è stata messa ma secondo me Rolex lì non aveva un altro prodotto che l’avrebbe impensierita in questa decisione, per cui lasciò correre facendo sembrare di pensare ancora alla tradizione del suo sub-professionale. L’arrivo del Deepsea ha mischiato tutte le carte. Rolex ha atteso l’occasione del cinquantenario del Sea-Dweller per mettere anche lì finalmente quella lente, che non è altro che l’espressione del suo pensiero: esiste qulcosa che migliora l’esperienza dell’immersione? il datario ciclopico. La tecnologia ora lo può soppoertare? Si. E allora lo piazzo anche sul Sea-Dweller… Ma azioni come queste non devono far gridare allo scandalo. È solo la missione di Rolex che migliora, corregge, sostituisce anche una sola vita se questa puà apporare una miglioria. Tuttavia questa non deve comunque essere scambiata come la migliore strategia quando esistono orologi con tecnologie più avanzate. Per me bisogna sempre cercare di distinguere il mito dalla realtà. Parafrasando quest’ultima frase Rolex è spesso il mito, ma a volte si rinchiude nei suoi limiti semplicemnte per motivi storici. Una scelta, ripeto. Poi però non deve lamentarsi se il suo storico Milgauss è da anni superato, non dico dai 15.000 Gauss che oramai ogni Omega è in grado di fornire come protezione ai campi magnetici, ma da qualsiasi marchio serio che oggi costruisce un orologio protetto dai campi magnetici. Oggi, 2022, Rolex infatti si trova con un antimagnetico praticamente inutile, a parte il mito di essere stato il primo a spingersi così in alto con le protezioni. Oggi non è l’ultimo ma neappure il primo e, come facevo notare, di tantissimo. Sono andato molto fuori argomento – e me ne scuso con tutti a partire da te Luca – ma bisogna sempre distinguere il mito dalla realtà, anche negli orologi… Poi per carità, fare la propria scelta ma consapevole.. Ti aspetto per altri commenti interessanti Luca! 😉

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