Bentornato al nostro appuntamento del martedì con Original Time, la rubrica dedicata alla visione orologiera di Glashütte Original. Oggi ti racconto la storia di un incontro speciale, quello tra la manifattura sassone e un’altra icona della tradizione artigianale tedesca: la porcellana di Meissen. Da questa collaborazione, nel 2007, nacque un orologio tanto discreto quanto straordinariamente unico: il Senator Meissen.
Se mi segui dagli inizi forse ricorderai un mio vecchio articolo intitolato “Nel minimo c’è il massimo!”, dedicato proprio a questo segnatempo. A distanza di quasi vent’anni, il fascino del Senator Meissen rimane intatto, anzi, è un esempio di classe genuina a cui ogni designer dovrebbe guardare se volesse creare un dress watch senza compromessi.
Cos’ha di così speciale la porcellana Meissen? Fondata nel lontano 1710, la Manifattura di Porcellana Meissen è una delle più antiche e prestigiose d’Europa, celebre per la sua “porcellana dura” di un bianco purissimo e per le sue decorazioni eseguite interamente a mano. Il suo celebre logo, le due spade incrociate blu, è un simbolo di qualità ed esclusività fin dal 1722. Questa porcellana, considerata fin dalle sue origini cinesi come una delle forme di ceramica più pregiate per delicatezza, longevità e il caratteristico colore bianco latte, era spesso offerta in dono e portava sigilli imperiali. Guarda questo vecchio video.
All’epoca l’idea di Glashütte Original fu quella di unire due eccellenze sassoni, creando per la linea Senator dei quadranti realizzati appunto da Meissen. Immagina la complessità: ogni quadrante in porcellana Meissen è un piccolo capolavoro. La base liquida di porcellana viene applicata su un disco e poi cotta a temperature elevatissime, tra i 1.200° C e i 1.400° C. Non un quadrante qualunque anche per i dischi, rigorosamente selezionati.
Definita la tela inizia la magia. Gli stretti indici a numeri romani (immancabili in un Senator), il nome Glashütte Original e, naturalmente, le identificative spade incrociate di Meissen vengono dipinti a mano con pennelli finissimi. Per ottenere la profondità e la vividezza dei colori desiderate, i pigmenti vengono applicati e cotti separatamente; ad esempio, i due strati che compongono il quadrante vengono cotti a 900°C, e le spade sono l’ultimo dettaglio ad essere aggiunto.
Si stima che per dipingere un singolo quadrante occorrano dalle 8 alle 10 ore di lavoro e una concentrazione assoluta. Il risultato è che non esistono due quadranti Senator Meissen perfettamente identici; ognuno porta con sé le tracce della mano dell’artista, quelle “imperfezioni” che ne testimoniano l’unicità artigianale.
Il Senator Meissen oggetto di questa collaborazione si presentava come un elegante “solo tempo”, con due lancette azzurrate che risaltavano magnificamente sul quadrante bianco latte, spesso incorniciato da una cassa in oro rosa da 40mm. A muoverlo, il calibro di manifattura 100-10, un movimento meccanico sofisticato, spesso solo 4.3 mm e decorato con la tradizionale finitura a nastro di Glashütte.
Questo calibro automatico vanta anche un ingegnoso sistema di ricarica intelligente che, in caso di bassa carica, permette alla massa oscillante di ricaricare i bariletti in entrambe le direzioni di rotazione, per poi passare automaticamente alla modalità unidirezionale. Un concetto tecnico esclusivo del brand.
Sebbene la collaborazione tra Glashütte Original e la manifattura di porcellana Meissen sia finita da tempo, gli esemplari prodotti dimostrano che talvolta – ma è raro – anche due marchi che, come in questo caso appartengono a mondi completamente diversi, possono parlare lo stesso linguaggio artistico e tecnico di altissimo livello. Questi orologi, disponibili all’epoca anche con diverse pitture sul quadrante o addirittura con tourbillon, rappresentano una categoria di segnatempo che solo pochi intenditori riescono ad apprezzare, poiché colgono la grandezza nei dettagli più discreti.
Il Senator Meissen è la prova che, a volte, dietro un’apparenza di classica semplicità si cela un universo di complessità artigianale. Un pezzo che, come scrissi tempo fa, è molto più “more” di quanto voglia apparire “less”.
Cosa ne pensi di questa affascinante fusione tra orologeria e arte della porcellana? Dimmi la tua nei commenti.