Gli orologi misurano il tempo e fin qui nulla da eccepire. Ma le ore, i minuti e i secondi sono per forza rappresentabili solo se disposti in un cerchio? E’ questa l’unica forma geometrica in grado di raffigurare una misura ripetibile all’infinito?
URWERK non è di questo avviso. In effetti se pensiamo a questa particolare lettura, essa dovrebbe essere mostrata solo come qualcosa che può procedere in avanti: il tempo non può per definizione andare a ritroso, almeno fino a che qualcuno non sarà in grado di costruire qualcosa che artificialmente potrà compiere questo miracolo!
Meglio fermarci qui. La ragione per cui un orologio legge l’ora tracciando un cerchio è che è semplicemente più facile da costruire visto che deve compiere un movimento ripetitivo: parliamo naturalmente di un orologio meccanico, non di un insieme di componenti ibridi che rivelano i loro calcoli su uno schermo LCD…
UR-CC1 è l’orologio retrogrado che nessuno è mai stato in grado di costruire prima: sul suo quadrante vi sono due cilindri retrogradi, uno che legge le ore, l’altro i minuti. Cosa c’è di più semplice? Più di tre anni di ricerca, sviluppo e test di numerosi prototipi, per assicurare che la rotazione e l’istantanea funzione di fly-back fosse in grado di leggere l’ora, ma con la stessa precisione di un orologio convenzionale. Il segreto è una TRIPLA CAMMA che fa ruotare il cilindro dei minuti. Da zero al sessantesimo minuto, il cilindro ruota fino a 300°, al termine del 60-minuto il cilindro istantaneamente (1/10 di secondo), torna indietro alla posizione iniziale grazie ad una molla extra piatta. Il movimento retrogrado del cilindro dei minuti trascina il cilindro delle ore facendolo avanzare (saltare) di un ora.
Al di là della teoria, se vi sembra poco, c’è una scelta accurata dei materiali (la “tripla camma” è in Bronzo-Berillio) e una grande cura è stata dedicata all’auto-lubrificazione del sistema per ridure al minimo gli attriti e poter assicurare una soddisfacente precisione di marcia.
Ma la genesi di questo progetto ha inizio nel lontano 1958, quando a Louis Cottier viene in mente l’originale idea di costruire un prototipo per Patek Philippe con una lettura lineare del tempo. Egli depositò l’anno dopo un brevetto, ma dell’orologio non si seppe più nulla. Avrà funzionato davvero? Nessuno oggi lo può dire. Patek Philippe lo ha messo in mostra nel suo Museo. Nel 1998 Martin Frei, co-fondatore di URWERK insieme a Felix Baumgartner ripresero l’dea, ma con esitazione: più che altro fu anche il suo design ad influenzare i futuri orologi URWERK , ma anche in questo caso la questione non ebbe un seguito. Nel 2006 i due decisero che bisognava riprendere questa strada ed ecco il risultato dopo tre anni di duro lavoro. Oggi solo 25 fortunati potranno possederlo.
“Non sono un vero nostalgico, ma ho sempre adorato i vecchi contachilometri delle Volvo anni ’60; mio fratello maggiore ne possedeva una… Ci sono stati veramente pochissimi orologi che leggevano il tempo linearmente: uno di questi si chiamava Cobra e fu costruito alla fine degli anni ’50 dal Sig. Louis Cottier e anche se sfortunatamente non entrò mai in produzione, oggi cinquant’anni dopo, URWERK vuole rendere omaggio a Cottier con la sua interpretazione del Cobra. (Felix Baumgartner)”.
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