Una cosa è certa, in una collezione, ipotetica o reale che sia, io un orologio futuristico lo vorrei assolutamente avere..
La sentirei incompleta senza..
Ora.. trovare un grande classico non è certo impresa difficile, il nome stesso (classico) ne rivela la comune diffusione!
Neppure un orologio moderno rappresenta grosse difficoltà nella ricerca.. ce ne sono per tutte le tasche e per tutti i gusti..!!
Ma un orologio futuristico, e spero converrete con me, è molto più complesso da trovare e anche da ricercare..
Dove cercare
Spesso, in questa disciplina (ideare e realizzare orologi futuristici) vi si cimentano marchi di alta gamma, i quali danno libero sfogo ad un design anacronistico che accompagni una meccanica altrettanto insolita e dal coefficiente tecnico molto alto … quindi costruiscono orologi meccanici da “mille e una notte” atti a far morire di invidia i comuni mortali che apprezzano e comprendono questa tipologia .. ma sono veramente in pochi a potersi permettere, economicamente parlando, tali meraviglie!
Però il mondo del collezionismo è vasto e una soluzione per ogni pretesa esiste sempre, anche per esigenze economiche modeste.
Domanda
Liberate per ora la mente da logiche attuali e contemporanee riguardanti l’orologeria, non pensate alle riviste e alle pubblicità di noti brand che vedete in giro, non pensate alle vetrine allestite con orologi iconici …
Invece …. a cosa pensate se volete identificare un orologio futuristico..??
Personalmente la mia mente va dritta agli anni ‘70
“Come..??” Alcuni di voi si chiederanno..!! .. “Pensi ad un orologio futuristico e vai in dietro nel tempo..?!?!”
Perché no..!? La visione del futuro c’è sempre stata, oggi come in passato.
A parer mio ecco uno splendido esempio di orologio Retro-Futuristico anni ‘70:
Avete capito cosa intendo per orologio futuristico..??
L’orologio in questione è un Amida Digitrend ed è di fatto un Vintage. Ad un occhio inesperto potrebbe quasi sembrare un quarzo a led ma in realtà è completamente meccanico ed il suo inconfondibile design, come moltissimi orologi anni ’70, non può non essere di ispirazione ad alcuni marchi attuali che costruiscono orologi per accontentare le esigenze sfarzose di facoltosi collezionisti..
Al contrario, invece, il Digitrend era proposto, a suo tempo, come soluzione economica per il mercato di massa e incassava una meccanica base!
(sappiamo che a volte la curiosità degli appassionati si limita a non approfondire molto le fonti di ispirazione.. e non vi dirò chi si è recentemente ispirato a questa “creatura” ma è certo che questo concetto di orologio è stato riproposto oggigiorno ed il suo design è più attuale che mai).
Fatto sta che il Digitrend è appetibile oggi a livello collezionistico proprio grazie al suo design assolutamente unico nel panorama orologiero e non certo per virtuosismi meccanici!
Cos’è un saltarello
Il saltarello è un orologio meccanico che può visualizzare le ore in modo analogico oppure digitale (come nel caso del Digitrend) e cambia le indicazioni in modo semi-istantaneo o istantaneo con uno scatto progressivo.
In poche parole il progredire delle ore non è continuo, come per gli orologi tradizionali, ma a scatto, di ora in ora. Questo procedimento è detto anche ad “ore saltanti”
Il Digitrend è un orologio saltarello.. e la sua modalità di visualizzazione associata il suo design lo rende a tutti gli effetti, ai miei occhi, un capolavoro artistico prima ancora di essere un orologio.. Se penso a questo oggetto, penso al filone artistico del Retro-Futurismo.
Cos’è il Retrofuturismo
Il termine nasce negli anni ’80 per identificare opere visionarie molto avveniristiche e tecnologicamente avanzate ma cronologicamente concepite nel passato!
Con il Retro-Futurismo solitamente ci viene in mente uno scenario suggestivo, utopico e positivo.. un esempio molto comune è la tipica locandina pubblicitaria anni ’70 dove si rappresenta una famiglia felice in un concessionario di auto a scegliere il nuovo modello dal design aero-spaziale!! Un po’ il contrario del filone culturale Cyberpunk ove lo scenario è spesso apocalittico e dettato dalla sopravvivenza in un mondo post-conflitto nucleare!!
Questo per dire che il retrofuturismo è in realtà molto concreto e reale, si basa infatti su l’immaginazione di una realtà futuribile.. e proprio gli anni ’70 la fanno da padrone per questo movimento artistico!
Il modo più immediato per definire il Retrofuturismo è questo: “Il futuro visto dal passato”
… ma attenzione a non confonderlo con: “Il passato mai realizzato nel futuro” che invece identifica meglio movimenti artistici come lo Steampunk.
Ma vediamo come veniva proposto l’Amida Digitrend nella pubblicità dell’epoca:
Amida progettò e realizzò il Digitrend con una tangibile aspirazione di vendita, proponendosi alla grande distribuzione di massa e non certo ad una nicchia di collezionisti.. e nonostante fosse un progetto futuristico e visionario, diventato prodotto concreto e reale tanto da essere ad oggi un Vintage!
Amida ideò un orologio allettante da un punto di vista avveniristico con un design proiettato al futuro o perlomeno rappresentava una sensibile idea e percezione dell’epoca.. ma doveva essere anche economico per contrastare l’avanzata del quarzo.
Dunque era un orologio economico.
Se però, il nostro obiettivo collezionistico è basato sul voler cercare ed ottenere un orologio con questo design, senza altre pretese, specie sul calibro, allora direi che il Digitrend è una scelta perfetta!!
Non è una copia.. anzi.. è l’ispiratore di alcuni orologi contemporanei .. e questo è un valore aggiunto a favore di Digitrend!!
E’ una dimostrazione che ha lasciato il segno.
La sua storia
Il Digitrend nasce dalla penna di Joseph Bamat e la sua caratteristica principale è l’affissione digitale (meccanica) di ore e minuti in posizione laterale e verticale rispetto agli orologi più tradizionali.
Questo tipo di affissione a me piace definirla un’illusione .. perché meccanicamente, lì dentro quella cassa futuristica, c’è un comune calibro saltarello con ore e minuti stampati su dischi rotanti posti orizzontalmente e sullo stesso piano del movimento .. ma l’illusione è data da un vetro prismatico che trasferisce l’immagine in posizione verticale, quindi eretta a lato !! Geniale…!!
(infatti noterete in foto come i numeri siano stampati a specchio per permettere al prisma di riflettere l’immagine capovolta)
Il suo brevetto viene depositato nel 1970 ma la sua produzione comincia dopo la presentazione a Basilea nel 1976.
Al suo interno c’è un calibro Amida 420 prodotto dalla Michael Berger Watch Company che dopo vari passaggi e fusioni diventerà l’attuale Swatch Group e quindi tutto assorbito da ETA.
Questo modello è stato proposto e commercializzato non solo da Amida ma anche da Hudson e Fontaine.
Il calibro invece veniva utilizzato da molte altre case come Ingersoll, Nelson, Lord Lane, Gladius, Endura, Dynasty ed era in precedenza proposto con 17 rubini ma in seguito, furbescamente, vennero sviluppati gli stessi movimenti con un unico rubino presente, questo permetteva di mantenere la dicitura “Jewelled” che donava prestigio all’orologio ma al tempo stesso permetteva alla casa-madre di risparmiare ed abbattere i costi per cercare di contrastare l’inesorabile avanzata del quarzo.
A quale categoria appartiene
Il Digitrend è a tutti gli effetti un “Driver’s Watch” ovvero un orologio da pilota automobilistico.
Quindi si ispira al mondo delle corse e offre una soluzione vantaggiosa di lettura al volante.
La posizione laterale e verticale del suo “schermo” nasce dall’esigenza di trovare un facile modo per leggere l’ora alla guida di auto sportive senza dover abbandonare il volante o ruotare il polso e togliere perfezione e precisione di guida in una disciplina che non prevede distrazioni!! (immaginate le mani al volante posizionate ad ore 9:15 con i gomiti leggermente piegati, guardatevi il polso e capirete a cosa serve il Digetrend).
In conclusione, con queste premesse e con il fascino suggestivo che questo orologio trasmette ancora oggi, direi che per chi non lo conosceva, abbiamo analizzato un pezzo di storia dell’orologeria anticonvenzionale.
Commenti
Complimenti per un altro bellissimo articolo Michele.. Mi sembra che sempre nello stesso periodo marchi come Girard-Perregaux e Heuer, e se non mi sbaglio anche anche Omega, avevano realizzato orologi esteticamente molto simili, anche se la forza o particolarità dell’Amida Digitrend penso stia tutta nel fatto che, come hai sottolineato tu, monti un movimento completamente meccanico.
Tra l’altro possiamo dire un movimento di manifattura, o almeno 100% proprietario.. 🙂
Secondo te dove e a quanto si può trovare oggi un orologio del genere? Grazie
Grazie per i complimenti Roby … Sì .. è vero che altri marchi uscirono con design simili ma erano appunto al quarzo con display a led .. che poi in quel periodo erano la rivoluzione che piegò tutto il settore dell’orologeria meccanica! Invece uno splendido esempio di questa tipologia “driver” con movimento meccanico è senza dubbio il Patek Philippe Cobra .. antecedente anche a questo Digitrend di una quindicina d’anni se non erro!!! (attualmente ripreso anche da Urwerk)… Dove trovare questi Digitrend oggi?? Ci vuole un pizzico di fortuna.. secondo me!! Magari nello scantinato di qualche orologiaio .. per il prezzo si parla di qualche centinaio di euro (fra i 300 e i 600) ma dipende molto da chi lo possiede e se te lo vuole vendere.. Ce ne sono pochissimi in vendita perchè spesso, chi ce li ha, se li tiene..