Un tempo sembrava impossibile che un marchio svizzero potesse mai cedere anche in parte la sua eredità orologiera oltre i suoi confini, e tanto meno a Oriente da dove poco più di cinquant’anni fa partì con il quarzo la più grande offensiva alla patria dei misuratori del tempo.
È a causa degli effetti e neanche tanto profondi della globalizzazione se oggi marchi elevetici storici come Corum sono passati di proprietà ai cinesi, che però naturalmente si guardano bene dallo snaturarli.
Con Citizen la direzione è stata diversa: è il colosso del Sol Levante che negli ultimi anni ha messo piede in Svizzera sia acquistando tagli relativamente grossi come il marchio Frédérique Constant, sia chicche produttrici di movimenti o di segnatempo di Alta Oologeria come La Joux- Perret nel 2012 e Arnold & Son, che da sempre adoro.
Il gruppo le ha lasciate intelligentemente indipendenti ma con l’inizio del nuovo ventennio a Tokyo qualcuno deve aver lanciato un’idea. E se fosse venuto il tempo di unire il nostro know-how e visione con quello degli svizzeri? Detto fatto il risultato ce l’hai davanti: si chiama Citizen 0200 Automatic ed è stato presentato mondialmente in settimana.
Calibro Citizen 0200 Automatic
L’orologio è inedito al 100%, sino all’ultima vite. Il suo nome deriva dal Caliber 200 Automatic, movimento che filosoficamente e praticamente è il risultato di una fusione senza presedenti tra Citizen, la sua visione e leadership nella precisione di marcia, e la certosina artigianalità svizzera.
È un movimento stupendamente decorato secondo i tratti più genuini dell’orologeria svizzera progettato per superare le ISO 3159, norme di cronometria che prevedono intensivi test da superare che durano 17 giorni prima che l’orologio possa finire nelle mani del rivenditore.
Molto similmente a come fanno oggi i grandi marchi tipo Rolex, Omega e Patek Philippe (e l’ente DKD tedesco che da sempre certifica cronometro i Glashütte Oiginal) tutte le prove – tra cui la regolazione di marcia in 6 diverse posizioni a diverse temperature, a differenza del COSC sono eseguite a movimento incassato. Qual è il vantaggio? Che quando tutto va bene nulla viene più toccato.
Per questo nuovo movimento e orologio Citizen ha impiegato concetti ed elementi di alta precisione. Il gruppo regolatore è composto da un bilanciere a spirale libera che fa a meno della racchetta. È una soluzione sempre più diffusa in orologeria che però solitamente interessa prodotti di fascia abbastanza alta.
I componenti deputati al meccanismo di regolazione sono prodotti utilizzando LIGA, una tecnologia di lavorazione che fa ricorso alla fotolitografia e elettrofusione che si adottano quando si deve produrre elementi ultraprecisi.
Il movimento del Citizen 0200 Automatic oscilla a 4Hz e può vantare una riserva di carica di circa 60 ore. Nella prima configurazione il Calibro 0200 è un tre lancette puro con un quadrante secondario dei secondi a ore 6. Il certificato di conformità Citizen che accompagna ogni esemplare assicura che ogni movimento Calibro 0200 è preciso entro almeno -3 / +5 secondi al giorno, valori che superano gli standard per i movimenti svizzeri certificati dal COSC.
Ha un nuovo look e diverso da qualsiasi altro meccanismo Citizen del passato. La sua estetica ci rimanda ai canoni tradizionali elvetici ma anche a un’interpretazione più contemporanea. Il marchio giapponese ha ufficialmenete dichiarato di essersi avvalso del know-how di La Joux-Perret. Il risultato è visibile e identificabile dalla spazzolatura satinata sui ponti, dai precisi anglage lucidati e da altre cure riservate ai metalli.
L’Orologio
Il Citizen 0200 Automatic si caratterizza esteticamente per forme estremamente classiche, ma con le sue linee e il bracciale in acciaio integrato punta senza troppi giri di parole agli orologi sportivi di lusso, categoria ritornata da qualche anno alla ribalta e che in tutte le declinazioni di prezzo continua ad essere richiestissima.
La cassa è larga 40 mm e 10,9 mm di altezza. La maggior parte della cassa e del bracciale presentano una finitura spazzolata mentre tutte le zone angolate che sono accuratamente lucidate a specchio riflettono la luce in modo accattivante.
Il quadrante nero trattato con la tecnica di elettroformazione mostra una superficie simile alla sabbia ondulata. 0200 propone indici a bastone applicati sorvolati da classiche lancette Dauphine insieme al logo del marchio Citizen. L’’orologio reca anche un classico simbolo del brand noto come “l’aquila Citizen” che guarda avanti grazie alla leggendaria vista dell’uccello rapace.
Prime Opinioni
Il Citizen 0200 Automatic è aria fresca e nuova nel marchio del Sol Levante, qualcosa che non ti aspetteresti dall’approccio iper razionale ma vincente di coloro che hanno inventato il movimento a carica infinita (luce) denominato Eco Drive.
Sarà la porta di entrata all’alito di gamma ? Non credo perché Citizen già la occupa con il suo sottobrand Campanola. Con un prezzo al pubblico in Europa che quando sarà in vendita dovrebbe aggirarsi intorno ai 5.000 Euro, in quella fascia di prezzo media – con un movimento di manifattura così curato – secondo me sarà un protagonista.
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Commenti
Maaa, come nel redazionale anche io sono poco convinto che il brand Citizen possa sfondare nel settore lusso, ormai ha la sua immagine di marchio specializzato in orologi a carica solare e comunque di fascia commerciale medio bassa.
D’altronde noi appassionati collezionisti siamo tutti un po’ vanitosi e l’idea di spendere 5000 euro per un Citizen o Campanola, oltretutto quest’ultimo conosciuto pochissimo da tutti, non ci alletta molto, rispetto a brand come Omega, Eberhard, Zenith etc di grande blasone e quindi che ci identificano al Top.
Piuttosto acquisterei Frederique Constant, sempre di proprietà del gruppo, che seppure di recente costituzione, ormai si è inserito bene nell’ambito dell’orologeria di lusso.
Se poi vogliamo, c’è anche la questione rivendibilita’, io personalmente non vendo i miei pezzi ma potrebbe capitare per finanziare altro acquisto e mentre per i brand sopra citati (sono solo esempi quei nomi tra le centinaia di case) posso sempre sperare di realizzare bene anche tra i neofiti che comunque sanno bene si parla di orologeria di lusso, come fai a vendere un Citizen o un Campanola a migliaia di euro?
Io personalmente, Che ho la fortuna di avere una ventina di pezzi, tra i quali alcuni abbastanza importanti, non spenderei mai 5000 euro per un Citizen.
Cordialità.
Stefano Alimenti
Grazie per il documentato commento Stefano! 😉
Ciao a tutti, concordo in pieno con quanto scritto da Stefano. La mia collezione, purtroppo per me, è più misera rispetto all’amico Stefano. Avendo dei soldi da spendere ma anche da investire e con un budget simile alla cifra (presunta perchè non ancora in commercio) di questo Citizen prenderei sicuramente un pezzo di altra marca tipo (in ordine alfabetico): Breintling, Omega, Panerai, TAG Heuer, Tudor, Zenith ecc… Forse ingiustamente ma oramai il nome, ogni maison, se lo è costruito nel tempo e chi ha fatto scelte di puntare ad un tipo di mercato medio/basso difficilimente riesce a fare un grande salto.
Buona continuazione.
Riccardo
5k per un Citizen con brand di alta gamma che a quella cifra offrono alternative? Nemmeno pensarci. Per rendersi competitivi e far passare “Citizen” scritto nel quadrante il prezzo deve essere molto molto competitivo. Rivendibilita’ zero. Parere personale ovviamente. Saluti
Grazie per il commento Mirko!
Grazie per il commento Riccardo!
Io invece non sono d’accordo. In troppi oggi hanno preso l’abitudine di pesare un orologio solo in base al nome del marchio e della sua rivendibilità (grazie Rolex) senza minimamente preoccuparsi prima di valutare e confrontare l’opera.
Chi ha visto e osservato nei dettagli un movimento La Joux-Perret sa bene di cosa sto parlando. Questo Citizen per le sue finiture eccome se li vale cinquemila euro; dovremmo soffermarci di più sui dettagli. Un Breitling con movimento base ETA se li sogna degli anglage del genere eppure costa anche lui quanto questo orologio, e così un TAG Heuer e mi fermo qui.
Sono completamente d’ accordo anche se non comprerei mai un Citizen per 5000€. Ho speso volentieri 2000 € per Frederique Constant Classic Moonphase che trovo un orologio molto elegante e ben costruito
Grazie per il commento Federico!
Grazie per il commento Nicola!
Concordo con Federico
Quanto costerebbe uno Svizzero di pari caratteristiche?
Se un orologio dimostra la sua qualità indipendente dal marchio, se me lo potessi permettere lo comprerei,
La mia valutazione sarebbe solo sull’Orologio non su questioni commerciali
Franco
Potrebbe essere un ottimo sistema per disincentivarne il furto o lo scippo da eventuali malintenzionati, magari convinti nella loro ignoranza, leggendone il marchio, di trovarsi di fronte ad un orologio di modesto valore.
Per altro verso, spenderei tali cifre per un orologio che appaghi l’ego esibizionistico, quindi solo per altre case orologiere, di diverso blasone
Ciao Massimo
Secondo me Citizen ha costruito un orologio top ad un prezzo anche competitivo per la qualità generale del prodotto.
Commercializzarlo con il marchio “Citizen”? forse è proprio questo il problema….
Nella testa del consumatore e dell’appassionato di orologi, il marcio “Citizen” è sinonimo di ottimi orologi al quarzo, solari, satellite wave ecc… non certo a orologi meccanici.
Ora, non ricordo o meglio, non ho più avuto notizie del calibro Citizen 0100, quel calibro al quarzo, forse il più preciso al mondo. Questo si, sarebbe stato un vero orologio “Citizen”.
Tornando a questo nello specifico, non basta aggiungere un’aquila stilizzata per far capire alla gente la qualità del prodotto…
Guardiamo SEIKO…. per la fascia alta (con tutte le caratteristiche che gli appassionati conoscono) hanno creato il marchio GRAND SEIKO. Marchio apprezzatissimo nel mondo (meno in Italia), ma negli Usa è molto apprezzato, forse anche di più del Rolex….
Ecco, forse Citizen dovrebbe creare un marchio che agli occhi del compratore, possa attribuire e riconoscere la fascia Top di Citizen.
E non parlo di Campanola…. che già il nome è tutto un programma e che in Europa in pochissimi sanno che è un brand di Citizen.
Chiamarlo GRAND CITIZEN ?? magari no, anche perchè forse non si potrebbe nemmeno fare per ovvi motivi di copyright.
Però scegliere un nome/marchio che ci sia il logo CITIZEN, ma con qualcosa in più, come questo orologio è: un top di gamma.
Grazie per il commento Lorenz! Forse lo 0200 Automatic è proprio il primo di una linea di orologi premium.
PS: lo 0100 è stato poi commercializzato nel 2019, ma coerentemente con le sue prestazioni uniche, anche se è al quarzo, a un prezzo tre volte più caro di questo Citizen. D’altronde gli investimenti per arivare a simili levelli (meno o più 1 secondo all’anno) ci saranno stati: trovi tutto qui: https://www.orologidiclasse.com/citizen-caliber-0100-eco-drive/
Non funziona con una marcha che vende orologgi da 150 a 5000 Euro (la massa sara attorno 400 Euro)…. never ever….anche se la
qualita e aposto per 5K…mancha il image (reputazione)…. la riconoschenza (sorry per il mio italiano)…
Grazie per il commento Franco!
Grazie per il commento! 🙂
Bel dibattito e tutte le opinioni, favorevoli o contrarie, sono interessanti e con giusti fondamenti, se posso replicare, sempre nel clima di massimo rispetto e cordialità ai colleghi appassionati, che ribadisco, sottolineano cose assolutamente giuste, è vero che La Juox Perret, rigorosamente svizzera ma di proprietà del gruppo Citizen fa movimenti di grandissima qualità, ma Citizen rimane comunque un marchio senza storia, a mio parere non ci si può comparare a case ultracentenarie che hanno brevettato innovazioni meccaniche anno dopo anno contribuendo ad arrivare ad una perfezione quasi assoluta.
Quello che voglio dire, sempre a mio parere, che una Citizen, forte economicamente, acquistando una maison svizzera di alta qualità non potrà mai avere il fascino ed il blasone dei marchi storici che comunque, anche rivisitando i comuni movimenti ETA, una delle più grandi manifatture, fanno orologi di qualità incredibile, guardate per esempio il meccanismo dell’Eberhard Extra Fort Rue a Colonne derivato dal 7750, semplicemente un “capolavoro”
Per quanto riguarda la questione commerciale invece Federico con il “grazie Rolex” sottolinea un argomento molto molto interessante sul quale mi piacerebbe che il sig. Scalese ci desse la possibilità di esprimerci, io avrei molto da dire in proposito e sono sicuro che sarebbe un gran bel dibattito.
Buoni orologi a tutti.
Stefano A.
Grazie per il commento Stefano! Si è venuto fuori un bel dibattito.. Grazie a tutti voi!. La possibilità di aprire un dibattito su Rolex o su qualsiasi altro argomento è benvenuta e non necessita di alcuna autorizzazione, ma tenerlo qui in un articolo non proprio “a tema” sarebbe fuori luogo.. Nel blog ci sono molti post che trattano del marchio cui alcuni si prestano particolarmente per credo ciò di cui tu voglia palare. Cercane uno tra tutti quelli etichettati Rolex https://www.orologidiclasse.com/tag/rolex-articoli/ Non vedo l’ora di leggerlo!
Perché non commercializzarlo proprio col marchio ” La joux Perret” che suona anche bene.
Grazie per il commento! Credo sia 1) perchè il nome La Joux-Perret abbia da molti anni, e prima che Citizen l’acquistasse, un’identità consolidata come produttore di movimenti di alto di gamma per terzi, e ancora oggi quella è la usa identità e professione. 2) Questa manovra è stata fatta perchè Citizen con il suo marchio desidera probabilmente innalzare con alcuni modelli il suo brand, inteso come fascia di prezzo da occupare, un po’ come diversi anni fa ha fatto Seiko creando Grand Seiko, come Lornz nel suo commento ci ha ricordato.
Caro Massimo come sempre i complimenti per la recensione accurata e precisa oltre che “neutra”. Certamente l’orologio si presenta di ottima fattura e con un grande calibro che,a quanto pare,poco o nulla lascia al caso. Va naturalmente visto dal vero e toccato oltre che indossato per apprezzarlo globalmente. Il resto dei discorsi sono,personalmente, fin troppo presenti sia nei forum che nelle riflessioni dei grandi appassionati. Si potrebbero fare esempi molto interessanti solo su brand molto blasonati. Cosa acquistereste tra un GP Laureato e un Submariner Rolex? Oppure tra uno JlC reverso gold e un Patek Calatrava? Tra un Daytona white gold e un FpJ cronometer Souverain platino cosa vi mettereste al polso? Spendereste 25000€ per un tre sfere Asaoka quando con 22000 potreste mettervial polso un VC patrimony gold? Philippe Dufour Simplicity è un orologino da 34 o 36mm che praticamente pochissimi conoscono ma è il massimo dell’orologeria. 44000€ per un tourbillon di Lorant Ferrier potrebbero essere tantissimi. Si potrebbe continuare per tantissimo tempo. Posso certamente convenire che questo non è un segnatempo per chi ha qualche migliaio di € da spendere per il suo primo vero orologio e che,dopo qualche anno, rivenderà perdendo poco rispetto alla cifra iniziale. Questo Citizen è per polsi che hanno già indossato brand blasonati ,per appassionati, curiosi, amanti di queste nuove e molto belle proposte.
Grazie massimo
Grazie per il tuo commento olistico Marco! Alla fine – ovvio – e com’è giusto che sia deve essere sempre chi compra a scegliere, ma oggi purtroppo siamo tutti troppo condizionati da “forze esterne” al prodotto stesso: quanto vale, riuscirò a rivenderlo… Argomenti comunque importanti in una valutazione ma non se isolati. Ci sta benissimo di lasciarsi andare, e anche di seguire le mode etc. ma ciò dovrebbe accadere solo dopo aver conosciuto bene qualsiasi proposta. Per me comprare un orologio è un lungo sogno che si divide in diverse fasi: immaginazione, conoscenza, approfondimento, valutazioni personali, decisione finale. Staccare subito un assegno e portarlo via al tuo polso come escluderlo senza conoscerlo prima sono tutte azioni non complete. Tutto ciò sempre e solo secondo il mio modesto parere.
Buongiorno, da più fonti ho letto che il prezzo dovrebbe essere sui 6000 euro, poi con gli sconti certo ci si avvicina più a 5000. Bel calibro ma con rifiniture non eccelse. Io sapevo che non si tratta di aquila bensì di un gallo che nel sol levante simboleggia il sole nel suo risveglio mattutino.
Saluti.
Grazie per le informazioni Rodolfo!
Grazie per il commento Marco!