Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel: Un grande ritorno

Audemars Piguet rispolvera lo Starwheel, un capolavoro meccanico unico.

di Massimo Scalese 4 MIN LETTURA

 

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di Massimo Scalese 4 MIN LETTURA

 

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Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel

Oggi imbattersi in un nuovo segnatempo con a bordo la rappresentazione delle ore vagabonde o ore erranti è sempre un grande evento.

Le ore vagabonde sono state inventate nel XVII secolo ma per quanto rare bisogna sottolineare che prima di ogni altro al polso Audemars Piguet con lo Starwheel nel 1991 diede una spinta a una complicazione che nel XX secolo era letteralmente sparita.

In questi giorni è stato presentato il nuovo Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel. Andiamo a scoprirlo insieme.

Ore Vagabonde e Starwheel

Cosa sono le ore vagabonde? Un’affissione delle ore vecchia quasi come il tempo meccanico. Nel 1656 Papa Alessandro VII che soffriva d’insonnia commissionò ai fratelli Campani di costruire un prototipo di un orologio silenzioso. All’epoca Matteo, Pier Tommaso e Giuseppe erano i leader assoluti nel campo della fabbricazione di cannocchiali, microscopi, lenti, e grazie alla richiesta del Pontefice lo diventarono anche per questi particolari segnatempo.

orologio da tasca ore vagabonde

L’intuizione dei Campani fu quella di usare in un campanile al posto delle lancette, dei dischi rotanti che marcando un semicerchio con la scala dei minuti incisa retroilluminata da una lampada a olio indicava l’ora corrente. Questa affissione è chiamata “ore vagabonde” per la continua impermanenza della loro indicazione.

Nel 1991 con l’Audemars Piguet Starwheel – che se clicchi sopra il nome potrai leggere una meravigliosa recensione live di Denny, fu il marchio che le riportò in vita, proponendo sino al 2003 una trentina di diverse referenze.

Audemars Piguet Starwheel
Audemars Piguet Starwheel – 1991

Oltre alla magia misteriosa dei numeri che ruotano completamente nascosti, le ore vagabonde Audemars Piguet le reinterpretò sullo Starwheel mettendo la meccanica completamente a nudo.

Nuovo Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel

Per il Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel e il rilancio del suo segnatempo a ore erranti a Le Brassus hanno scelto lo stile innovativo della collezione Code 11.59 lanciata ai primi del 2019. Questi orologi sono subito riconoscibili per una carrure ottagonale inserita in una cassa rotonda.

cassa Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel

Qui le ore vagabonde sono incise in bianco su tre dischi leggermente bombati realizzati in alluminio e tinti di nero con un trattamento PVD, poi abbelliti da una finitura opalina e microbillé. Essi appoggiano su uno sfondo avventurina blu.

Estetica

Questa novità tanto attesa dai nostalgici di uno tra i più rappresentativi orologi con questa singolare affissione del tempo, punta su tinte e riflessi che evocano lo spazio e le stelle. La cassa che misura 41 mm fonde la carrure ottagonale in ceramica nera con lunetta e fondello in oro bianco. Lo spessore di 10,7 mm non è da ultrapiatto, d’altronde il movimento con il complesso meccanismo che governa i dischi non potrebbe mai esserlo.

quadrante Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel

Come fosse metallo la ceramica alterna finiture lucide a satinate. Le superfici angolari sono perfettamente raccordate con quelle tondeggianti.

Il vetro in zaffiro a doppia curvatura fa da sipario al quadrante in avventurina blu, un cielo stellato che circonda l’intelaiatura dei tre dischi suddivisi ciascuno in quattro ore.

Il vetro zaffiro sul fondello mostra il movimento dell’orologio ponendo in primo piano la massa oscillante in oro rosa 22 carati tipico tratto della linea Code 11.59. Anche se non te lo aspetteresti il nuovo Stawheel offre un cinturino in caucciù nero con una minimalista fibbia ad ardiglione: un bel segnale di sportività.

Il Movimento Starwheel

Lo storico meccanismo Starwheel anima il Code 11.59 con il calibro di manifattura 4310 a carica automatica. Derivato dal calibro 4309 il modulo delle ore vagabonde è completamente nuovo. La riserva di carica di 70 ore è in linea con le prestazioni di un automatico dei nostri giorni.

movimento Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel

La visualizzazione dell’ora avviene tramite un carosello centrale che effettua una rotazione completa in 3 ore e sul quale sono fissati 3 dischi in alluminio che ruotano anch’essi . Ogni disco presenta quattro cifre numerate da 1 a 12 che puntano alternativamente al settore arcuato nella parte superiore del quadrante su cui è segnata una scala di 60 minuti. La lancetta dei secondi al centro, in oro bianco e leggermente curvata è tradizionale.

Caratteristiche Tecniche Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel

  • Referenza: 15212NB.OO.A002KB.01
  • Cassa: Carrure e corona in ceramica nera, lunetta, anse e fondello in oro bianco 18 carati, vetro zaffiro antiriflesso a doppia curvatura, fondello in vetro zaffiro antiriflesso, impermeabile fino a 30 m.
  • Dimensioni: 41 mm
  • Quadrante: Quadrante in avventurina blu, dischi di alluminio nero opalino, lancette in oro bianco 18 carati, réhaut nero
  • Movimento: Movimento automatico calibro 4310 di manifattura Audemard Piguet, 70 ore riserva di carica – ore, minuti, secondi al centro – frequenza 4 Hz – 28.800 a/h.
  • Cinturino: Cinturino in caucciù nero testurizzato con fibbia ad ardiglione AP in oro bianco 18 carati..

Prezzo

Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel costa €58.100.

Opinioni

Con le ore vagabonde siamo in piena zona di orologi e passioni. Audemars Piguet ha fatto bene a rispolverarlo: tanti come il sottoscritto aspettavano con trepidazione questo momento e la prova più sincera al solito l’ha fornito il mercato stesso. Sino a tre anni fa il primo Starwheel costava usato intorno ai 15,000 euro, ora 50.000 non bastano.

Il nuovo Starwheel ha cambiato la sua natura originale di orologio elegante per tuffarsi nel Code 11.59 una collezione che appartiene ad una categoria a parte, un mix di lusso anticonvenzionale e di sportività. Vedremo come reagirà la clientela che potrebbe cambiare da quella tradizionalista e andare incontro ai giovani.

Audemars Piguet ha comunque fatto rivivere un mito.

E tu come la pensi?

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Commenti

  1. Ciao Massimo, un bel pezzo soprattutto con la meccanica a vista. Mi chiedo: visto che si tratta di un ritorno con un nome stellare (Starwheel) forse si sarebbe potuto farlo indicando le 24 ore? Lasciando i tre dischi ma con otto ore piuttosto delle quattro presenti. Sarebbe stata una ulteriore complicazione ma il prezzo è già pari al suo nome (stellare)

  2. Grazie per il commento Riccardo! Molto interessante la tua idea!! Nessuno hai mai costruito un orologio con le ore vagabonde a 24 ore 😉 Forse qualcuno potrebbe prendere spunto dalla tua idea e realizzarlo. Per quanto riguarda il prezzo, premettendo in generale che non sono tanti coloro che possono spendere €58.100 per un orologio (e qui in particolare ci vuole anche un vero appassionato per cogliere questa complicazione che personalmente adoro alla follia), se pensi a quanto costano ora i primi Starwheel, questo Code 11.59 mi pare pure abbordabile. 😉 Solo un’opinione personale…

  3. Buongiorno Massimo
    Ottimo articolo, come sempre.
    Non vado matto per le ore vagabonde, anche se la complicazione è una meraviglia meccanica.
    Poi qua siamo al cospetto del remake del mitico Starwheel.
    Se non ricordo male un pò di tempo fa avevi fatto un articolo su un altro ore vagabonde, il Xerix Vendetta.
    Anche lui un bellissimo vagabondo ad un prezzo davvero abbordabile.
    Grazie

  4. Buongiorno Lorenz, grazie! Ricordi benissimo.. lo Xerix Vendetta (linkato nell’articolo) non è Alta Orologeria ma è come hai ricordato tu è abbordabilissimo.

  5. WOW! Che bella notizia, ecco uno dei Code 11.59 che mi piacerebbe avere. Anch’io adoro le ore vagabonde e visto il prezzo di uno Starwheel usato, non avrei dubbi e prenderei questo. Devo dire che i Code 11.59 con i quadranti più moderni o complicati, come i Tourbillon, gli scheletrati o il Supersonnerie iniziano ad intrigarmi di più della prima serie, inoltre li ritengo più in sintonia sia come design che come concetto a quello che dovrebbe rappresentare questa serie con un nome un pò complicato e tendente al futuro. Questa è una scelta giusta di AP per dare personalità e riconoscibilità ad un modello poco apprezzato agli esordi. Continuando così la serie avrà senz’altro più appeal. Brava AP, hai umiltà nel correggere gli errori in corsa e dare significato profondo a ciò che intendi comunicare, anche a chi non lo avesse capito subito, come me. Una delle pochissime maison che mi piacerebbe prima o poi possedere.

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