Come "complicare" la vita… ad un orologio

Un tourbillon con remontoir d’égalité e secondi morti: si può desiderare altro?

di Massimo Scalese 4 MIN LETTURA

 

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«Fin dai tempi più remoti l’uomo ha cercato di misurare il tempo dividendolo in frazioni uguali. E così facendo ha inventato la nozione di isocronismo. Ma è solo con i primi orologi meccanici che si è cominciato a cercare di rendere costante la forza che arriva allo scappamento. Non esisteva ancora la molla spirale e il bilanciere, chiamato foliot, aveva un battito irregolare, causato dall’arrivo di una forza legata alle imperfezioni della molla e degli ingranaggi.

A quell’epoca gli orologi possedevano un’unica lancetta, che compiva un giro completo in dodici ore: la loro imprecisione infatti non permetteva ancora di misurare i minuti. Dopo l’invenzione della molla motrice, che rese possibile fabbricare orologi da tavolo, un orologiaio del XV secolo, Jobst Bürgi, ebbe l’idea di aggiungere all’ingranaggio tradizionale un sistema indipendente, caricato a brevi intervalli dalla molla principale. Ora lo scappamento era in grado di fornire un flusso più costante di energia e conferiva all’orologio un’autonomia di diversi mesi. Nacque così il primo remontoir d’égalité.

Più tardi, nel XVII secolo, l’orologiaio olandese Christiaan Huygens inventò la molla spirale e il pendolo. Queste novità diedero agli orologi e alle pendole una precisione cronometrica prima impensabile. La lancetta dei minuti diventò di uso comune e il remontoir d’égalité venne trascurato per oltre un secolo. All’avvento del secolo dei Lumi, il Settecento, le esigenze imposte dalle osservazioni astronomiche e dal calcolo della longitudine per la navigazione in mare aperto richiedevano una crescente precisione. La lancetta per indicare i secondi si diffuse via via che gli orologi si perfezionavano. In Inghilterra l’orologiaio Thomas Mudge inventò un remontoir d’égalité destinato al cronometro da marina chiamato H.3, mentre in Francia il celebre Robert Robin, «Orologiaio del Re», ne inventava uno destinato ai suoi regolatori di precisione. Ma è nel XIX secolo che, paradossalmente, il remontoir d’égalité viene adottato su larga scala nella fabbricazione degli orologi per edifici, non per ovviare ai difetti delle molle (dato che in tutti gli orologi di questo tipo il movimento funzionava mediante pesi a trazione) ma per isolare il meccanismo orario dalle lancette esterne. Infatti le lancette esposte ai venti potevano alterare il funzionamento del meccanismo.

Tuttavia la fabbricazione dei remontoir d’égalité era assai difficile e complicata, ragione per cui nel XX secolo è stata di nuovo abbandonata quasi totalmente, tranne rare eccezioni.
L’orologiaio inglese George Daniels lo ha impiegato in un orologio da tasca con tourbillon. Anthony Randall lo ha inserito in una pendulette (orologio da tavolo o da viaggio) ispirata al principio dell’orologio H.4 di John Harrison. Io stesso l’ho usato in tre orologi da tasca con tourbillon, in una pendola «simpatica» e, in tempi più recenti, l’ho introdotto per la prima volta in un orologio da polso che è il primo modello della collezione F.P.Journe – Invenit et Fecit –, e a cui ho dato il nome di Tourbillon Souverain.

Ciò che rende affascinante il principio del remontoir d’égalité è il fatto che ogni orologiaio che si è impegnato nel realizzarlo ne ha dato una propria interpretazione personale: soltanto l’idea di base è comune a tutti.»

François-Paul Journe

Monsieur Journe quando vuole intervenire in questo blog, come vede, mouse e tastiera sono a sua disposizione… 🙂

F.P. Journe Tourbillon Souverain

Riprendendomi dalla magia… di questa lettura magistrale continuo a perseguire l’obiettivo di questo post che, come avrete capito, è quello di parlarvi del Tourbillon Souverain primissima opera orologiera di Journe.

Che François-Paul fosse da giovane rimasto letteralmente stregato dalla passione per il tourbillon, lo sapevamo e ne avevo già accennato in un post precedente. Ai tempi dei suoi primi passi (giovanissimo – oggi egli ha poco più di cinquantanni…) nell’universo orologiero, questa complicazione su di un orologio non era così nota al pubblico come ai nostri giorni, nè d’altra parte le sue tasche gli consentivano di acquistarne uno. Perciò appena ventenne nel 1982 decise di fabbricarlo, nel periodo in cui il quarzo dominava sull’orologio a movimento meccanico.

A quei tempi, forse il solo orologiaio inglese George Daniels era in grado di costruire un tourbillon oltre a François-Paul Journe.

Nel 1991 il nostro maestro orologiaio di Marsiglia costruì il primo orologio da polso firmandolo François-Paul Journe fecit à Paris. Possedeva la complicazione del tourbillon e naturalmente un remontoir d’égalité.

Dieci anni dopo egli firmò una collezione F.P.Journe – Invenit et Fecit, iniziando ovviamente da un tourbillon. Il primo modello della collezione Souverain, il Tourbillon Souverain, fu un’esclusività: un orologio da polso dotato di tourbillon e di remontoir d’égalité. Diventò subito il suo best-seller, ma nel 2003 Journe decise di interromperne la produzione perché intese offrire alla sua clientela il lusso aggiuntivo della rarità e, al tempo stesso, soddisfare la sua incontenibile spinta creativa.

Era giunta l’ora di fare un ulteriore passo avanti: nacque così il Tourbillon Souverain con la lancetta dei secondi «morta»; per rubare le parole al mio amico Robert un’altra “perfezione sfiorata“…

Al tourbillon inventato nel 1801 da Breguet, Journe aggiunse la fatica del remontoir d’égalité che permette di fornire a questa complicazione un’energia costante per 42 ore regolarizzando il bilanciere con una frequenza isocrona e la lancetta dei secondi morta – finezza unica per un orologio da polso – che viene spiegata col fatto che la lancetta in questione resta immobile (morta) fino a che il secondo non è interamente trascorso.

Scheda tecnica F.P. Journe Tourbillon Souverain

Calibro F.P. Journe 1403

  • Tourbillon con rotazione in 60 secondi
  • Gabbietta d’acciaio levigato
  • Spirale piatta con curva terminale Philips
  • Scappamento ad àncora laterale
  • Frequenza: 21 600 alternanze/ora
  • Bilanciere specifico a 4 bracci con regolazione inerziale
  • Lancetta dei secondi «morta»: scatta di secondo in secondo
  • 26 rubini / platìna e ponti in oro rosa 18 carati

Orologio

  • Cassa in platino, diametro 40mm
  • Altezza totale della cassa 10mm
  • Quadrante in oro 18 carati con conta ore in argento massiccio  lavorato a guilloché

Pochi sono i maestri orologiai contemporanei in grado di alimentare oggi, con nuove soluzioni, una scienza che appartiene al passato. www.fpjourne.com

 

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