Costruire un orologio non dev’essere facile.
La stessa cosa vale per una casa, un’automobile o una lavastoviglie, certo, però costruire un orologio ha un sapore tutto particolare: credo sia una via di mezzo tra la carpenteria e la magia. Avete mai osservato dei muratori mentre tirano su dal nulla una parete? Usano mattoni, assi di legno, filo a piombo, cemento, fatica e destrezza: dove prima c’era solo aria ora potete appendere un quadro.
Saper usare le mani per creare qualcosa ha un fascino che esprime intelligenza e fantasia, dedizione e caparbietà e molta pazienza.
E la magia? Beh, la magia è quel valore aggiunto di fronte al quale si rimane inebetiti, spaesati e con quell’espressione che si assume solitamente davanti a qualcosa che proprio non riusciamo a capire.
Molti di noi indossano l’orologio sfruttandone la caratteristica principale, cioè dirci che ore sono; altri lo mostrano orgogliosi per il marchio lucente che fa bella mostra di sé sul quadrante; alcuni si cibano della passione che trasmette semplicemente toccandolo, guardando le lancette muoversi e cercando di immaginare come le meraviglie che si celano all’interno della cassa possano vivere e collaborare tra loro; pochi possono dare un nome ai singoli elementi e spiegarci a cosa servono e come funzionano.
Ma solo pochissimi sono in grado di costruire un orologio.
A questo punto incontriamo un bivio: alcuni offrono la loro arte a grandi industrie orologiere mentre altri non possono fare a meno di lavorare in totale libertà, rischiando personalmente con prodotti magari eccessivi se non addirittura improbabili, ma sempre e comunque frutto di una sincera e pura ispirazione.
E’ difficile che degli artisti di qualsiasi categoria, vuoi per megalomania o per carenza di umiltà, si riuniscano sotto il nome di Associazione, ma quando càpita il risultato è di sicuro impatto e dal sapore esoterico, meravigliosamente quasi nascosto in un mondo di strani (che poi strani non sono) individui che manipolano il metallo per poi consegnarci il frutto del loro ingegno.
La storia degli orologi si sviluppa nei secoli ma che io sappia, solo nel 1984 l’idea di riunire in un’unica schiera mastri orologiai prende forma e concretezza: AHCI l’Académie Horlogère des Créateurs Indépendants.
Ai due membri fondatori, Sven Andersen e Vincent Calabrese, presto se ne aggiungono altri, tutti nomi d’eccellenza, fino ad arrivare a 36 ufficiali e 5 candidati portando sotto una sola denominazione artisti che alla manifattura orologiera hanno donato il loro genio.
Tra tanti orologi da polso, da taschino, a pendolo, ho scelto di mostrarvi un paio di creazioni scegliendolo quasi a caso, lasciando a voi il piacere di addentrarvi in questo mondo meraviglioso (per chi ovviamente non l’abbia già fatto..).
Buon viaggio.
Viene dalla bellissima Budapest, il suo nome è Aaron Becsei ed è piuttosto giovane per la strada che ha fatto e soprattutto per l’esperienza accumulata grazie alla quale riesce a presentarci segnatempo assolutamente straordinari.
Nella foto il Primus, un bel tourbillon tri-assiale, con riserva di carica (40 ore) ed una linea decisamente accattivante, in oro bianco e quadrante inciso a mano lasciando quel vuoto sulla sinistra che permette di osservare l’ipnotico muoversi del tourbillon anche capovolgendo l’orologio.
Questa mia vuole essere una breve panoramica, invito tutti ad approfondire i dettagli visitando i siti proprietari.
Bene, ora giudicate voi stessi quanto è straordinario il lavoro di Christiaan Van Der Klaauw. Qual’è la cosa più ovvia da fare quando si è appassionati di stelle e di orologi? Questa:
Il Planetarium, il più piccolo planetario eliocentrico al mondo. Se l’ora, la data e il mese non vi bastano, potete portare al polso un sistema solare in miniatura con Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove e Saturno in orbita regolare intorno al sole. Vederlo in movimento toglie il fiato a chiunque, figuriamoci a chi è portatore sano di questa sana passione.
Per finire, un piccolo consiglio datomi da un caro amico: cercate in quel meraviglioso e magico sottobosco degli orologiai indipendenti, troverete sempre qualcosa del quale stupirvi.
E non è poco.
robert
Commenti
Grande post Robert!!! Un grazie particolare per averci ricordato Aaron Becsei… Un enfant prodige, lontano dalla Svizzera… Ma incredibile orologiaio indipendente! 😉
Hai ragione contaminuti, penso esistano scuole orologiere con una storia antica alle spalle anche al di fuori della Svizzera e questo giova a chiunque sia appassionato. E Becsei è sicuramente uno di questi.
Da rimanere a bocca aperta…..
Fantastici!
M.
Non si può che essere d’accordo…sono una meraviglia per gli occhi!
“Molti di noi indossano l’orologio sfruttandone la caratteristica principale, cioè dirci che ore sono; altri lo mostrano orgogliosi per il marchio lucente che fa bella mostra di sé sul quadrante; alcuni si cibano della passione che trasmette semplicemente toccandolo, guardando le lancette muoversi e cercando di immaginare come le meraviglie che si celano all’interno della cassa possano vivere e collaborare tra loro; pochi possono dare un nome ai singoli elementi e spiegarci a cosa servono e come funzionano.”
in questo paragrafo hai scritto l’essenza di ogni appassionato.
Io non potrò mai permettermi le meraviglie degli orologiai indipendenti, ma godo solo al pensiero di quei movimenti, quegli ingranaggi che costantemente ruotano tra loro. Una vera magia.
Grazie per l’appassionato commento Lorenz! 😉