Qualcuno tra gli abituè di blog-orologi.com si sarà chiesto questa mattina: ma contaminuti è impazzito? Che stia attraversando un periodo difficile e l’ispirazione per trattare (da appassionato) l’Alta Orologeria si sia persa irrimediabilmente sotto i tasti del suo Mac?!?
Forse… Non sta a me giudicare quello che scrivo. Fatto sta che nonostante qui dentro si apprezzi l’orologio meccanico, ad iniziare dal suo apporto nella culturale dell’uomo attraverso i secoli, mi sembra doveroso dedicare uno spazio importante ai quarantanni dalla nascita del primo orologio al quarzo, il cui anniversario cadrà proprio tra dieci giorni il 25 Dicembre 2009.
SEIKO con il modello Astron fu la protagonista nel 1969 (curiosità, lo stesso anno in cui il Moon Watch scrisse il suo nome nella storia!).
Ma ripercorriamo le tappe di questa rivoluzionaria innovazione: tutto incominciò dieci anni prima nel 1959 negli stabilimenti Suwa Seikosha, ora conosciuti come SEIKO Epson, una delle aziende del gruppo ad occuparsi di orologi.
Grazie agli esperimenti di Pierre Curie (1880), si sapeva che quando una corrente elettrica attraversa un cristallo di quarzo, il cristallo vibra ad una altissima e costante velocità, ma la domanda rimase per molti anni di come applicare questo fenomeno.
Nel 1927 Warren Morrison – un tecnico Bell Laboratories USA – fu il primo a dimostrare che il tempo poteva venire misurato con precisione da un effetto “piezo-elettrico“. Sempre gli americani della Hamilton furono i primi al mondo – il 3 Gennaio 1957 – a realizzare un orologio elettrico alimentato da batteria, che non approfondiremo in questo articolo.
Nel 1959 Seiko installò in una stazione radio il suo primo orologio al quarzo. Sebbene fosse di dimensioni ragguardevoli con i suoi circa 2,1 metri di altezza e 1,3 di profondità esso era in grado di misurare con precisione l’ora. Oramai il progetto 59A aveva lanciato tutti i tecnici in una enorme sfida.
Nel 1962 Seiko riuscì a ridurre enormemente il dispositivo costruendo un cronometro marino che pesava comunque ancora 30 chilogrammi. Un ulteriore grosso passo avanti avvenne l’anno successivo: un timer portatile per usi sportivi pesava “soli” 3 Kg e fu utilizzato durante i Giochi Olimpici di Tokyo nel 1964. Questo strumento codice QC-951 venne venduto ad un asta per 125.000 YEN, pari a circa 347 $ del 1959. Ogni parte di questa macchina doveva ancora ridursi e si dovette lavorare parecchio sulle batterie, componente singolo che occupava un enorme spazio.
Ma il traguardo era proprio dietro l’angolo: il 25 Dicembre 1969, si proprio il giorno di Natale, arrivò nei negozi il Seiko Astron, il primo orologio in oro 18 k di dimensioni standard in edizione limitata di 100 esemplari. Seiko non aveva ancora realizzato che il successo del suo lungo lavoro avrebbe cambiato per sempre parte della storia degli orologi. Oggi dopo quarant’anni il quarzo ha avuto una bella evoluzione percorrendo ancora tanta strada.
Dal punto di vista innovativo e sociale, dal 1969 in avanti cambiarono parrecchie cose: l’orologio arrivò al polso di tutti praticizzando enormemente la sua funzione. Come tanti appassionati di orologi sanno bene, esso fu motivo anche di tante perdite di posti di lavoro: fu il prezzo inevitabile che l’orologeria Svizzera dovette pagare.
Ma l’uomo supera sempre se stesso e ai nostri giorni l’orologeria rimane ben delimitata dando la possibilità ad un fanatico di segnatempo di comprarsi uno Swatch da “rispolverare” per essere usato tra qualche giorno nel prossimo fortunato viaggio di Natale al caldo, lasciando a casa nella propria cassaforte i suoi amati e preziosi giocattoli.
Negli anni ’70 e ’80 tutto sembrava veramente nero per l’Alta Orologeria e qualche post prima di questo scrissi di come alcune tradizioni come gli Orologi da Osservazione furono abbandonati per “l’effetto quarzo” sull’interesse nel veder sviluppare movimenti meccanici di precisione. A quasi nessuno interessava più di quanto gli orologi meccanici potevano essere precisi; la stessa Seiko scriveva che Astron poteva essere fino a 100 volte più accurato di un movimento meccanico conclamando uno scarto di +/- 0.2 secondi al giorno.
Seiko riporta: “La frequenza del quarzo a quel tempo era di 8192 Hz, un quarto della frequenza attuale. Una delle principali caratteristiche di questo orologio era il movimento passo-passo dei secondi grazie ad un motore passo-passo aperto, che è diventato poi il simbolo degli orologi al quarzo.”
Il Master-Tourbillon di Jaeger Le-Coultre, vittorioso nella recente prima gara di cronometria tenutasi dopo 37 anni, pulsa nel 2009 a soli 4 HZ (28.800 alternanze/ora) e ha “meccanicamente” fatto segnare un errore giornaliero pari a 0.13 secondi/die.
Quanto appena scritto vuole essere uno spunto per confermare che il paragone tra un orologio al quarzo e uno meccanico non sarà mai possibile nè ora nè negli anni a venire.
Conforta sapere però che, anche se con il senno di poi, possiamo rilevare che oggi ogni cosa occupa il posto che merita: dopo anni di magra la Cultura degli orologi meccanici è tranquillamente osservabile veder crescere giorno per giorno, pur riconoscendo con obiettività e coerenza i successi di Seiko e la rivoluzione del quarzo da lei iniziata.
(le informazioni e le immagini sulla storia che ha portato al primo orologio al quarzo del mondo – Seiko Astron – sono proprietà e fonte ufficiale Seiko Japan – Seiko Italia)
contaminuti
2 risposte
Sono un affezionato al marchio seiko fin da bambino. Leggere questi cenni storici e sempre un piacere. Seiko pur essendo un marchio di massa nei anni 70 a costruito orologi automatici molto accattivanti non saranno il massimo della precisione ma a livello estetico sono inarivabili non ci sono rivali.
Grazie Paolo! No no… I movimenti meccanici Seiko non solo sono ottimi anche sul piano della precisione, ma lo sono sulla qualità e le funzioni che, soprattutto in certe versioni, non hanno nulla da invidiare all’orologeria svizzera. Tornando all’argomento di questo post – l’orologio al quarzo – Seiko è stata la pioniera.