Pazienza e mente maniacale orientate al miglioramento anche di un solo particolare magari inventato 400 anni prima: Questo è il I Comandamento del mondo orologiero.
E’ della Tissot di Neuchatel nel 1930 l’invenzione del primo orologio resistente ai campi magnetici che influenzano da sempre la precisione di marcia di un movimento meccanico.
Qui sopra la Referenza 6712-1 equipaggiata da un Calibro da 11 linee e 1/2 a 16 rubini con bilanciere monometallico e molla piatta di autocompensazione; esso rappresenta uno dei primi modelli Tissot ad essere in grado di ovviare il problema.
Ai nostri giorni poi, con l’intensità e la diffusione dei valori raggiunti, tale fenomeno viene chiamato addirittura “elettrosmog” e non si parla di campi in grado di disturbare la marcia di parti meccaniche in movimento come nostro segnatempo, ma purtroppo anche la nostra salute.
Torniamo al tema. Altra marca, che diede una grande importanza al problema delle interferenze fu IWC, da sempre costruttrice di veri orologi militari. Qualche anno dopo la Tissot, a Shaffhausen, idearono il loro primo “orologio da aviatore” – Mark IX – che montava un movimento Calibro IWC 83 collaudato per gli urti e gli sbalzi di temperatura e naturalmente antimagnetico.
Come è costruito normalmente un orologio con queste caratteristiche? E’ rivestito da una seconda cassa “interna” realizzata in ferro dolce naturalmente con un secondo fondello per accedere al movimento. Nella foto, il secondo fondello di un Rolex Milgauss 116400 GV
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