Quando penso all’orologeria indipendente mi viene in mente un iceberg: chi si vanta di conoscerla in realtà non ha visto che meno del 10% della sua creatività.
Uno di coloro che vive in questa dimensione orologiera è Kees Engelbarts cui arte apprezzo da un decennio, ossia da quando lo conosco.
Anche se sa mettere mano con disinvoltura su qualsiasi segnatempo complicato come Argentium Tourbillon che vedi in queste immagini, più che un orologiaio Kees desidera essere considerato un incisore.
Egli è stato il primo al mondo a eseguire la mokume gane sul minuscolo quadrante di un orologio, tecnica sviluppata nel XVII secolo in Giappone – al tempo usata per decorare impugnature e lame delle spade che dopo lunghe e certosine lavorazioni dona al metallo un aspetto simile alle venature naturali del legno.
Ed è continuando a seguire questa visione naturale che Kees Engelbarts scheletra orologi da parecchi anni.
Che cos’è un orologio scheletrato? È un orologio il cui movimento viene smontato e tutti o quasi i suoi elementi vengono intagliati, traforati e lucidati, operazioni rigorosamente eseguite a mano con l’ausilio di seghetti, lime e barre di stagno per mostrare l’armonica trasparenza del tempo.
Kees però, che se lo conosci è un tipo molto alla mano ma altrettanto originale, a proposito la pensa fuori dal coro.
Avendo un DNA più da scultore che da puro tecnico, l’armonica e ricorrente tradizionale scheletratura lo ha sempre annoiato. Di qui l’idea di giocare con le forme e scheletrare un orologio organicamente accostando a elementi tecnici e funzionali come molle, leve e ruotismi, ponti e platine che somigliano più a creature organiche.
Come è fatto Kees Engelbarts Argentium Tourbillon
Quando Kees inizia un progetto come Argentium Tourbillon prima di iniziarlo non prepara mai un disegno o un piano tecnico.
I contorni grezzi sono disegnati sulla platina e sui ponti con un pennarello per vedere quali parti del movimento sono essenziali e quali non necessarie si possono invece asportare. Naturalmente bisogna sempre pensare a un compromesso tra arte e stabilità dell’insieme dei meccanismi.
A questo punto comincia a tagliare via metallo grossolanamente e pian piano arriva a definire la forma finale. Una volta ottenuto l’aspetto desiderato inizia la rifinitura e la levigatura di tutte le parti. Infine la platina principale e i ponti che sono in German Silver (Argentone) vengono ossidati.
La cassa da 39,5 mm è realizzata in Argentium 935, una lega d’argento che utilizza il germanio al posto del rame e quindi non si ossida e non si appanna come il normale argento.
La cassa è stata prima temprata termicamente e poi spazzolata. Kees non ama lucidare le casse dei suoi orologi perché dice che la superficie non rimane mai molto a lungo lucida.
Per lui la cassa ha la funzione di una cornice che inquadra le opere d’arte che stanno all’interno dell’orologio: il quadrante e il movimento. Lo spessore complessivo dell’orologio finito è di 9,5 mm e possiede cristalli di zaffiro antiriflesso su entrambi i lati.
Pezzo unico come tutti i suoi orologi, la curiosità di questo tourbillon è che, non contento della secondo lui poca luce che entrava tra ruotismi e elementi organici Kees ha sostituito la cassa. Insomma “la cornice” non era all’altezza del quadro.
Il movimento di Argentium Tourbillon non specificato è un tourbillon a carica manuale, di fabbricazione svizzera, 23 rubini, che oscilla a 21’600 alternanze/ora e possiede 72 ore di autonomia, ma questo è solo un dettaglio perché l’artista di origini olandesi che da molto tempo vive in Svizzera potrebbe scheletrare organicamente qualsiasi movimento gli venisse sottoposto.
Commenti
Che dire; un autentico capolavoro…, un’opera d’arte. Viva l’arte, viva la bellezza.
Contento che ti sia piaciuto!
Ciò che mi impressiona è la genialità di questi artisti, mastri orologiai; tutto quello che viene realizzato deve essere pensato prima e proprio la valutazione sia tecnica, che riguarda la struttura e resistenza del calibro, che artistica entrando in sinergia sono l’espressione della grande competenza e genialità. Mi viene in mente Michelangelo “l’opera è già nel blocco di marmo,basta togliere la materia in più”.
Hai detto bene Marco! Pensa che Kees scheletra tutto “al volo”… come si vede nell’immagine seguendo solamente qualche traccia di pennarello. Che la sua visione possa incontrare o meno lui è l’unico a scolpire a mano un orologio scheletrato :-O