Nel regno dell’orologeria, quella dei piani molto alti, ci sono segnatempo così rari che se ne parla sottovoce. A volte, come un mago che estrae un coniglio dal cappello, un pezzo salta fuori dal nulla. È come se intervenisse una forza suprema per mantenere vivo quell’incantesimo e offrirci un regalo inaspettato.
La storia che ti sto per raccontare la conosco da un po’ ma per diversi motivi mi è stato chiesto di tenerla per me. Ora che ho il via libera te la posso raccontare.
Quello che vedi in questo articolo è il quinto Cartier Cheich in oro bianco (sinora si pensava che ne fossero stati manufatti solo quattro), un esemplare unico di cui quasi nessuno conosceva l’esistenza.
Storia Cartier Cheich
Negli anni ’80 Alain Dominique Perrin, allora CEO di Cartier, e Thierry Sabine, colui che inventò il rally per le due e quattro ruote un tempo chiamato Parigi Dakar, istituirono il Cartier Challenge una competizione nella competizione. Per vincere questo trofeo un corridore doveva arrivare primo per due anni consecutivi in una corsa che si svolge prevalentemente nel deserto. Il premio consisteva in un orologio Cartier Cheich.
Lo Cheich è uno degli orologi più iconici che Cartier abbia mai costruito. Come dimostrato parecchi anni prima con il modello Crash, la Maison parigina si è sempre distinta nel realizzare casse di forma uniche e molto creative.
Quella dello Cheich si ispira al tradizionale foulard di cotone Tagelmust, noto anche come “cheich”, indossato dagli uomini tuareg nel deserto del Sahara per proteggersi dal sole e pure il logo delle prime edizioni della Parigi Dakar. L’orologio mostra un drappo intrecciato di tre diverse leghe d’oro: bianco, giallo e rosa fuse insieme. È stato prodotto in due dimensioni, con o senza diamanti incastonati, per essere assegnato sia ai vincitori della gara maschili sia femminili.
Dopo l’annuncio del Cartier Challenge l’ex campione di motocross Gaston Rahier in sella a una moto BMW vinse le prime due gare di seguito diventando nel 1984 il primo e unico proprietario di un orologio Cartier Cheich, poichè purtroppo quella sfida ebbe una vita breve. Nel 1986 Sabine morì in un incidente di elicottero e Perrin ritirò il premio.
Fino ad oggi si pensava che fossero stati costruiti solo quattro esemplari, comunque ciascuno leggermente diverso dall’altro. Lo Cheich di Rahier è stato venduto a un’asta Sotheby’s del 2022 per oltre un milione di euro.
Il Quinto Cartier Cheich Oro Bianco
Ricapitolando i quattro Cartier Cheich noti sinora, nonostante siano diversi per dimensioni e altri particolari, hanno in comune una cassa di tonalità simile all’oro giallo generata dalla fusione del metallo prezioso giallo, rosa e bianco. Ma quindi che c’entra questo esemplare in oro bianco?
Il Cartier Cheich in oro bianco saltato fuori in questi giorni è un capolavoro ineguagliabile nonchè il quinto. Secondo ciò che afferma The Watch Boutique, lo store di orologi di lusso internazionale con sede anche a Milano in Brera che lo possiede, questo segnatempo è stato realizzato da Cartier nel 2010 in esclusiva per Giorgio Seragnoli.
Chi conosce bene le vicende del brand saprà che Seragnoli è stato uno tra i più grandi collezionisti al mondo di Cartier in metalli bianchi. Insieme a Osvaldo Patrizzi è stato il coautore del libro White Cartier Bianco che descrive minuziosamente 255 pezzi della sua collezione con casse in acciaio, oro bianco e platino.
Il quinto Cartier Cheich apparso ora che egli aveva commissionato a Cartie, non è illustrato nel libro in quanto pubblicato nel 2006, mentre come già detto l’orologio è stato prodotto nel 2010.
Questo Cheich con cassa in oro bianco reca sul fondello inciso “N° 1”. Quella scritta è un po’ sibillina ma ne comprendo il motivo poiché così Cartier, all’epoca che lo costruì, non ha messo nero su bianco che si trattava di un pezzo unico, lasciando forse uno spiraglio per il futuro.
Comunque, per ora, coerente con le sue dichiarazioni di non realizzarne più, sembra che chi le abbia chiesto un altro esemplare ha dovuto incassare un bel no. Appare però evidente che se da una parte sono tutti orologi rarissimi e particolari, quello in oro bianco è davvero unico.
Opinioni
Gli Cheich sono nati nell’era del quarzo, ma a prova di come Cartier li abbia sempre considerati qualcosa che non dovesse uniformarsi ad alcuna regola, il modello in oro bianco ex Seragnoli è animato da un movimento al quarzo mentre quello diventato milionario che apparteneva a Gaston Rahier monta un movimento meccanico.
Per concludere il quinto Cheich, che ha un quadrante leggermente diverso e più simile all’esemplare custodito nel museo del marchio, è davvero super speciale e non solo per la storia che c’è dietro. Con lui forse l’abilità di Cartier nell’elaborare casse dalle forma inusuali ha (per ora) toccato il livello più alto. Questa è la ragione per cui tutti gli abbienti collezionisti del pianeta lo cercano e il suo valore è schizzato alle stelle. Chissà quando questo sarà venduto che cifra toccherà…
Cosa ne pensi di questa magica scoperta?
Foto Credits @ Vincenzo Finizola www.vincenzofinizola.com.
Per saperne di più su questo Cartier o per vedere altri orologi da collezione visita il sito web di The Watch Boutique www.thewatchboutique.com.
Commenti
Che spettacoloooooo
🙂
un modello affascinante , con una grande storia passata, bravi a ricordarla
Grazie Carlo!