25 Anni Dopo: Come il PanoRetroGraph Ridefinì il Cronografo

La straordinaria storia del cronografo tedesco che unì micromeccanica e suoni in un capolavoro irripetibile

di Massimo Scalese 6 MIN LETTURA

 

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Glashütte Original PanoRetroGraph in primo piano con quadrante argentato guilloché e lancette blu, mostrando la Grande Data al 25, i contatori asimmetrici e le scritte 'FLY-BACK' e 'RÜCKZÄHLER'. Sullo sfondo sfumato in blu, ingranaggi meccanici sfocati che richiamano la complessità del calibro 60 e l'eccellenza orologiera tedesca. La cassa in metallo lucido è abbinata a un cinturino in pelle di coccodrillo blu scuro.

Di tanto in tanto ogni manifattura orologiera che si rispetti crea un capolavoro eccezionale, perché metaforicamente parlando vuole segnare il territorio mostrando ciò che è capace di fare. Sono passati 25 anni da quando, nel 2000, Glashütte Original presentò al mondo un orologio che avrebbe riscritto alcune regole: il PanoRetroGraph. Non era solo un altro cronografo di lusso, ma un master in Alta Orologeria, un’opera d’arte meccanica che portava con sé qualcosa che nessun altro orologio aveva mai osato proporre: la capacità di cronometrare il tempo sia in avanti come un normale cronografo sia indietro “RÜCKZÄHLER” (contatore all’indietro in tedesco – scritto sul quadrante a ore 8) calcolando precisamente un conto alla rovescia e suonando alla fine.

Nell’orologeria di alto di gamma odierna, si fa fatica ad incontrare creazioni meccaniche così elegantemente complicate, ma nel 2000, in un’industria già dominata da colossi centenari svizzeri, questo cronografo sassone dimostrò che c’era ancora spazio per stupire, che si poteva ancora scrivere un capitolo nella storia del cronografo reinterpretandolo, fondendolo con una ripetizione a minuti e il tutto senza mancare di rispetto alla tradizione. Oggi raccontandotelo, la rubrica Original Time ricorderà il venticinquesimo anniversario di qualcosa che non vedi tutti i giorni.

Il PanoRetroGraph: Anatomia di una Rivoluzione

Il Design Inconfondibile

A prima vista l’impronta stilistica della linea Pano è subito riconoscibile: il quadrante asimmetrico con ore decentrate e la Data Panoramica, la Grande Data del marchio che a differenza di quasi tutti i concorrenti non necessita della barretta centrale tra le cifre. È un linguaggio estetico, reso possibile da un sofisticato meccanismo nascosto che rende immediatamente riconoscibile un Glashütte Original anche da lontano.

PanoRetroGraph

Ma ciò che cattura davvero lo sguardo (almeno in questa versione) è l’elegante guillochage eseguito interamente a mano sul disco di argento massiccio rodiato che forma il quadrante. Le diverse trame incise e i giri delle sfere azzurrate accuratamente levigate creano giochi di luce che sembrano dar vita all’orologio anche quando lo vedi in foto.

La cassa da 39.4 mm era disponibile in oro rosa, oro bianco e platino. Un’altra particolarità di questo orologio, che caratterizza ancora oggi il PanoGraph, suo successore, sono l’assenza dei contatori, sostituiti tra ore 1 e ore 4 da dei dischi che in omaggio al suffisso del suo nome “Graph” scrivono i tempi, prendendo alla lettera il termine cronografo.

Il Calibro 60: Un Concentrato di Ingegno

Sotto questo abito sartoriale classico batte il vero protagonista dell’innovazione: il Calibro 60, un movimento di manifattura a carica manuale con 412 componenti. Numeri che impressionano, ma che non raccontano tutta la storia.

È un cronografo flyback, ma ciò che rende davvero speciale questo movimento è la sua capacità di misurare intervalli brevi sia in avanti che indietro – da qui il termine “Retro” nel nome. Puoi impostare il cronografo per misurare fino a 30 minuti, ma con una particolarità: durante questa modalità tutto procede a ritroso. La sfera centrale dei secondi, i dischi visibili attraverso aperture sul quadrante a spicchio (che reinterpretano in modo unico i classici contatori dei cronografi) – tutto scorre all’indietro, scandendo il tempo che manca alla fine dell’intervallo. Scopri come funziona guardando questo video di The 1916 Company raccontato da Tim Mosso.

Chi ha anche solo nozioni basilari di micromeccanica orologiera comprende quanto sia tecnicamente una sfida realizzare centinaia di componenti che funzionano sincronizzati tra loro in due direzioni opposte. È un’impresa che richiede precisione assoluta e che pochi possono vantare di padroneggiare. Le finiture poi sono da perdere la testa.

La Suoneria: Il Dettaglio che Cambiò Tutto

Ma la vera magia inizia quando il conto alla rovescia raggiunge lo zero. È qui che il PanoRetroGraph cala il suo asso nella manica: il gong che vedi avvolto attorno al movimento suona alla fine dell’intervallo, azionato da un martelletto come negli orologi a ripetizione classici.

Questo gong non è un semplice pezzo di metallo. È tagliato dal pieno e levigato interamente a mano, seguendo procedure paranoiche per ottenere note cristalline. È un processo che richiede settimane di lavoro da parte di artigiani specializzati, ed è proprio questo elemento che ha reso il Calibro 60 un movimento leggendario.

Glashütte Original Calibro 60 movimento di manifattura cronografo flyback integrato con conto alla rovescia programmabile e suoneria al passaggio tramite gong circolare. Decorato con coste di Glashütte, viti azzurrate e castoni d'oro.

Edizione Limitata

Trattandosi di un orologio tecnicamente rivoluzionario, rilasciarlo in edizione limitata era una scelta obbligata. La produzione del PanoRetroGraph è stata infatti rigidamente controllata, con numeri che ne hanno cementato lo status di oggetto da collezione.

La versione più prestigiosa, in platino 950, fu prodotta in 50 esemplari nel 2000. Tuttavia, a seguito delle richieste insistenti di collezionisti e retailer, Glashütte Original realizzò altri 100 pezzi nel 2001, portando il totale a 150 unità per questa lega. Si vocifera che alcuni esemplari aggiuntivi siano stati forgiati su commissione privata per clienti VIP, ma questi casi restano non ufficializzati.

Per quanto riguarda l’oro bianco 18k, la manifattura sassone ha confermato una tiratura di 150 esemplari, tutti prodotti tra il 2001 e il 2003. L’oro rosa 18k, invece, non è mai stato dichiarato ufficialmente “limitato”, ma fonti di mercato (tra cui cataloghi storici e annunci certificati) indicano lotti di 30-50 pezzi per serie, distribuiti (quindi non necessariamente prodotti) tra il 2000 e il 2007.

Dal RetroGraph al PanoGraph: L’Evoluzione Necessaria

Due anni dopo, nel 2002, Glashütte Original presentò il PanoGraph, che può essere considerato l’erede spirituale del PanoRetroGraph. Equipaggiato con il Calibro 61-03, questo nuovo modello mantiene la stessa spettacolare architettura interna del suo predecessore, con una differenza fondamentale: l’assenza del gong.

Glashütte Original PanoGraph
Glashütte Original PanoGraph – seconda edizione 2012

Il Calibro 61-03 conserva la funzione flyback del cronografo e l’inconfondibile estetica Pano, ma rinuncia alla complicazione sonora. È una semplificazione che molti appassionati hanno accolto con un misto di incomprensione e nostalgia. Se da un lato ha reso l’orologio più accessibile, dall’altro penso che abbia ha privato il mondo dell’Alta Orologeria di una vomplicazione unica e affascinante.

Tra le migliorie introdotte nel PanoGraph troviamo però una riserva di carica estesa e un nuovo sistema antishock. Nel 2012, come tutta la collezione Pano, ha beneficiato della nuova cassa più slanciata che si attiene al rapporto aureo.

L’Eco nella Comunità: Voci dal Mondo dell’Orologeria

Nel corso degli anni, il PanoRetroGraph ha conquistato un posto di rilievo nella storia dell’orologeria, come testimoniano le numerose recensioni entusiastiche di esperti appassionati e pubblicazioni di settore.

Hodinkee, uno dei blog più influenti di orologeria, e sicuramente il più visitato, ha definito il PanoRetroGraph originale “un mix di audacia tecnica e design che pochi hanno osato imitare”, sottolineando come anche a distanza di anni resti un pezzo unico nel panorama delle complicazioni contemporanee.

La recensione di JBHil II su Watch Talk Forums (2010) evidenzia il PanoRetroGraph come un “magnifico orologio” con finiture che rivaleggiano con i migliori movimenti svizzeri, lodando il design del cronografo asimmetrico e il Calibro 60 manuale. Pur apprezzando la suoneria e il quadrante bilanciato (NB: nella versione esaminata non decorato a guilloché), l’autore critica la fibbia pieghevole in oro per la scomodità e preferisce i cronografi tradizionali per praticità d’uso. Nota inoltre come il prezzo originale di $50.000 lo rendesse un oggetto da collezione, ma già quindici anni fa sottolineava il suo potenziale come “affare” nel mercato dell’usato per la rarità tecnica.

Non sono mancate anche alcune voci critiche anche se per la tristezza di non vederlo più. PuristPro ha osservato come “la rimozione del gong nel passaggio al PanoGraph abbia privato l’orologio della sua anima sonora”. Molti, compreso chi scrive, rimpiangono quell’incredibile calibro.

Conclusione: Un Capolavoro Troppo Avanti per i Suoi Tempi

Il PanoRetroGraph rappresenta uno di quei rari momenti in cui nell’orologeria la creatività prevale sul calcolo commerciale. La sua breve vita produttiva non è stata, come si potrebbe pensare, il risultato di un insuccesso di mercato, ma piuttosto di una scomoda verità economica: realizzarlo costava troppo.

La lavorazione del Calibro 60, e in particolare del gong ricavato da un unico pezzo di acciaio e calibrato attentamente per il suono, richiedeva settimane di lavoro da parte di artigiani altamente specializzati. Il risultato? Glashütte Original perdeva denaro su ciascuno dei pezzi costruiti. Per renderlo economicamente sostenibile, l’orologio avrebbe dovuto essere messo in vendita a oltre 120.000 euro – un aumento di prezzo di oltre il 100%, impossibile da applicare a un prodotto già lanciato sul mercato.

Questa realtà produttiva ha trasformato il PanoRetroGraph in uno degli orologi del marchio più ricercati dai collezionisti. Le sue quotazioni, soprattutto per il modello in platino, continuano a salire anno dopo anno, con un apprezzamento che testimonia non solo il suo valore storico ma anche l’intramontabile fascino di un’idea che osa sfidare i limiti a cui per un cronografo siamo abituati.

Conoscevi già questo gioiellino dell’orologeria tedesca? Cosa pensi di un cronografo meccanico capace di contare all’indietro e suonare alla fine? Condividi la tua opinione nei commenti!

 

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