Il vero fascino di un cronografo sta nel girare la sua cassa e supponendo che il fondello sia di vetro osservare incantati quell’incomprensibile intreccio di leve e ruote prima fermo, e poi mentre lo avvii, lo arresti e lo azzeri.
Cliccando su quei due pulsanti con la lancetta centrale puoi iniziare a misurare un intervallo di tempo breve, vederlo diligentemente assegnare dal meccanismo sottostante ai contatori dei minuti e delle ore, e diversamente da un calendario accorgerti di come una complicazione meccanica funzioni in tempo reale.
Ti pare poco?
Quale cronografo vintage comprare?
Ma subito dopo essere entrati in questo pathos la prima domanda che sorge è: quanto costa un cronografo? Uno meccanico, perché da appassionati è a questi che ci riferiamo sempre, ha la fama di non essere proprio a buon mercato.
Puntando a un movimento svizzero il calibro Valjoux 7750 ha avuto negli anni il merito di rendere i prezzi dei cronografi accettabili ma il contingentamento del gruppo Swatch che li costruisce nella sua fabbrica ETA ha costretto tantissimi marchi a ripiegare su altri movimenti come il Sellita SW500 che è quasi un clone del 7750.
Nella fasca di prezzo medio-superiore brand come TAG Heuer e Breitling hanno già da tempo sviluppato il loro calibro.
Per cercare delle alternative che tecnicamente non siano dei ripieghi basta guardare ad Oriente: Seagull è prodigiosa nella fascia ultra-economica e Seiko in quella media è capace di sopraffare anche qualche blasonato movimento in-house di alto di gamma.
Quale movimento scegliere?
Se possibile nella scelta di un cronografo è sempre da privilegiare lo smistamento della cronografia tramite ruota a colonne rispetto a un sistema a cremagliera: è più preciso, molto più morbido e senza impuntamenti, perché nell’ultimo il pulsante – dovendo far girare letteralmente la camma – per farla scattare ha bisogno di molta più pressione.
Che cos’è la ruota a colonne? È un elemento unico di acciaio a forma cilindrica con alla base una serie di denti a sega e nel suo corpo una serie di colonne trapezoidali. Le colonne vengono a creare una serie di pieni e di vuoti che servono a guidare con precisione e direttamente le camme che azionano le funzioni del cronografo.
Nonostante per sua natura un cronografo sia anche un cronometro, evitare la certificazione COSC può far risparmiare ancora qualcosa.
Ma una forza misteriosa ha deciso che è arrivato il momento di farci un regalo. Mettiamo che stavolta il disturbo si evidenzi nel voler comprare un cronografo vintage, ma nuovo di quelli costruiti oggi. Prevenire è sempre meglio che curare (male) quindi per prima cosa cerchiamo di documentarci.
L’offerta è enorme, ma quali potrebbero essere le migliori scelte da fare oggi?
Esaminiamone sette per tutte ma proprio tutte le tasche. I miei preferiti li ho scelti con molta attenzione ma ponendomi come unico paletto che fossero tutti mossi da un movimento meccanico.
Seagull 1963
Pazzesco! Fino a un paio d’anni fa costava 285 Euro, un prezzo già di per se bassissimo per un crono meccanico; ora, nel 2021, lo trovi per meno di 200 Euro.
A prescindere se le tue possibilità economiche siano molto più elevate questo Seagull sarebbe comunque da comprare: è il migliore cronografo vintage, look, e non solo per il prezzo che lo paghi. Ora ti spiego anche altre ragioni per cui dovresti farlo tuo.
Assai noto nel mondo degli entusiasti di orologeria, il Seagull 1963 è la riedizione di un cronografo richiesto agli inizi degli anni ‘60 dall’allora regime comunista per i piloti del reparto di Aeronautica Militare dell’Esercito di Liberazione.
Si narra che il prototipo sottoposto all’esame di 38 funzionari statali alla fine del 1962 fu approvato l’anno dopo. Ai tempi il crono originale, cui numero del progetto era 304, era equipaggiato dal leggendario Calibro Venus 175 prima scelta di diversi top brand come per fare solo un paio di nomi illustri Breitling e Minerva.
La replica è piuttosto fedele. Fuori il quadrante argento riporta i nostalgici numeri arabi dorati applicati che si alternano a indici e marcati da sfere azzurrate; la lancetta dei secondi centrali è color rosso fuoco così come la stella che può apparire colorata sia nei soli contorni o interamente.
Se vuoi vedere un cronografo Seagull 19 Zuan dell’epoca vai a questa pagina.
Nella prima versione al posto della stella vi era un logo con un circolino e una “V” inclinata dorata che mimava le ali di un aereo come indici delle ore e le sfere di ore e minuti, mentre come nella riedizione la lancetta centrale era rossa e quelle dei due contatori erano azzurrate. Nel crono originale la scritta “19 ZUAN” era riportata in basso.
Tornando al Seagull 1963 contemporaneo la cassa è classica e molto arrotondata e presenta come nei crono sportivi di oltre mezzo secolo fa i pulsanti a pompa.
Il Calibro montato oggi è un Seagull ST 19 copia molto fedele del Venus 175. È un valido movimento a carica manuale e lo è ancor di più considerando che ha lo smistamento delle funzioni tramite ruota a colonne, il prezzo dell’orologio e il contesto. Per maggiori informazioni sulla storia e l’evoluzione del ST 19 visita questo link.
Prezzo: 189 Euro
Okean Poljot 3133
Rimaniamo nell’orologeria che nonostante sia stata concepita sotto un regime ci ha lasciato splendidi cronografi vintage e perciò ha ispirato altrettanto valide riedizioni.
La storia ci riporta agli anni in cui la MWF (Moscow Watch Factory) rinominata nel 1964 “Poljot” produceva il Calibro 3017 basato sui movimenti Venus 150/152. A inizi degli anni ’60 i russi avevano acquisito disegni e tecnologia dagli svizzeri e i cronografi Strela furono tra i primi a montare quei Calibri.
Okean Poljot 3133 è un cronografo in stile militare: osservandolo all’esterno la cassa in acciaio dal profilo vagamente a tonneau e pulsanti coassiali uniti a una corona di carica di grandi dimensioni non lasciano alcun dubbio. Le dimensioni di 39 mm lo rendono indossabile da quasi tutti i polsi. Il vetro anche se leggermente curvo non è in plastica nè in zaffiro ma di un pratico minerale, l’ideale per un uso quotidiano rimanendo in economia.
Il movimento a bordo è il super collaudato Calibro 3133 Poljot molto simile a un Valjoux 7734 sia per la disposizione degli organi principali come ponti e bilanciere, sia per lo smistamento delle funzioni cronografiche in entrambi i calibri comandate da sistema a camma.
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La data compare a ore 6, posizione che la rende molto più discreta. Tocchi di blu e rosso qua e la ne fanno un cronografo piacevolissimo e dal rapporto qualità prezzo davvero notevole.
Zeppelin LZ 126 Los Angeles
Zeppelin è un brand low cost che peraltro propone anche degli interessantissimi orologi in pieno stile vintage. Uno tra questi è senza dubbio il modello LZ 126 Los Angeles, una versione commemorativa creata per ricordare che l’omonimo dirigibile non è solo legato a cupe imprese svolte nella Grande Guerra, ma ancor di più ai grandi viaggi di linea.
La versione LZ 126 era invece un “dirigibile in divisa”. Si chiamava Los Angeles perché prestò servizio nella US Navy sotto il nome di USS Los Angeles ZR3.
Molto interessante il cronografo vintage che lo ricorda oggi. Cassa da 42 mm con lunetta praticamente inesistente esattamente come si usava una volta; i pulsanti sono a baguette. Vetro in zaffiro anche qui leggermente curvo e impermeabilità garantita sino a 50 metri.
Due sono i particolari che più mi hanno colpito di questo cronografo “vecchio” solo all’apparenza:
Quadrante
L’ampio quadrante beige riporta nella parte interna indici marcati da numeri arabi che in corrispondenza di ore 3 e ore 9 lasciano il posto a dei marcatori applicati taglio cabochon. I tre quadrantini sono della giusta proporzione: secondi continui alle 3, conteggio delle ore del cronografo alle 6, e 30 minuti alle 9. Il tutto non è per nulla infastidito dal millimetrico e perfetto posizionamento della finestrella del datario tra le ore 4 e le 5.
Sfere a pera brunite e doppia scala tachimetrica blu e rossa completano questo delizioso contatore dei terzi – come si usava chiamare anticamente i cronografi.
Tra l’altro Zeppelin realizza questo crono anche con quadrante bianco o nero.
Movimento
Innanzitutto bisogna prestare attenzione perché dello Zeppelin LZ 126 Los Angeles ne esiste anche una versione al quarzo; quello che sto segnalando in questo articolo dei migliori cronografi vintage che si possono comprare nuovi oggi è la Ref. 7624-5.
Scommetto che non lo diresti mai ma è soprattutto la sua meccanica a rappresentare un best buy.
Già non sono tantissimi i segnatempo mossi dall’affidabile ETA Valjoux 7750, il movimento con cronografo più diffuso al mondo, a ostare meno di mille Euro. Se vuoi un 7750 di prima scelta per stare in quel prezzo devi ripiegare obbligatoriamente su marchi sconosciuti che assemblano però componenti di fornitura generica. E per quanto riusciranno ancora a procurarsi un Valjoux 7750 con il contingentamento imposto da qualche anno dallo Swatch Group proprietaria del marchio ETA che li produce?
Nello Zeppelin LZ 126 Los Angeles abbiamo invece a bordo un ottimo Calibro SII NE 88 di costruzione Seiko.
Al posto della camma dell’ETA 7750 può vantare la più avanzata soluzione cronografica della ruota a colonne addirittura con innesto verticale, solitamente offerta da calibri di manifattura che muovono cronografi da oltre 10.000 Euro; così i tempi di latenza sono ridotti al minimo e gli innesti più morbidi precisi.
A questo punto è giunto il momento di ricordare chi ha inventato il cronografo.
Junghans Meister Telemeter
Uscito nel 2014, ma osservandolo non si direbbe proprio, è il classico cronografo vintage bi-compax minimalista che appena lo vedi non riesci più a staccargli gli occhi di dosso.
Costruendo oggi orologi dal look retrò e design minimalista – come il famoso Max Bill – Junghans ha trovato un filone d’oro anche perché le sue esecuzioni sono impeccabili e con un ottimo rapporto prezzo/qualità.
È così anche per Il Meister Telemeter cronografo che trae ispirazione dai segnatempo sportivi degli anni ’50. Il quadrante è per me il suo pezzo forte. A partire dai due contatori contrapposti, a ore 3 per i piccoli secondi e a ore 9 per i 30 minuti, tutto è rotondo e ovattato.
Numeri arabi su una base argentata pronta a riflettere insieme a mille tonalità di luce altrettanti diversi stati stati d’animo e, a partire dal centro verso l’esterno, quelle tre magiche scale. La prima è quella dei minuti e a seguire in rosso la famosa scala telemetrica usata un tempo come strumento in grado di misurare la distanza di un fenomeno luminoso o sonoro come un fulmine con l’associato tuono. In guerra veniva utilizzata per conoscere tramite il colpo di un cannone la distanza delle batterie nemiche. Non manca all’esterno in nero la più diffusa scala tachimetrica.
La cassa in acciaio con pulsanti di forma ovale si è un po’ ingrandita rispetto ai crono del passato: oggi misura 40,8 mm e è spessa 12,6 mm. Il vetro è in SICRALAN una speciale lega a base di plastica indurita resistente a graffi e urti non esagerati e essendo molto bombato restituisce tutto il feeling dei cronografi di sessant’anni fa e oltre.
Il movimento a cronografo è lo Junghans J880.3 che di base è un ETA 2892 con modulo Dubois-Depraz 2030. Lo smistamento delle funzioni è a camma con innesto verticale. Junghans ha decorato e rifinito questo Calibro con elementi personalizzati visibili dal cristallo in zaffiro del fondello che è serrato alla cassa con viti.
Di listino costa 1.990 Euro ma lo si può trovare senza fatica a 1.500/1.600 Euro. Anche qui e nella sua fascia di prezzo è un ottimo acquisto. Inoltre tutta la numerosa linea Meister offre diverse alternative tutte dal look profondamente vintage.
Mido Multifort Patrimony Chronograph
Novità 2021, il Multifort Patrimony Chronograph è il classico cronografo vintage, realizzato con la tecnologia di oggi che permette di essere indossato tutti i giorni e senza patemi d’animo.
Mi spiego meglio. Collezionare orologi d’epoca è una passione incantevole che tra l’altro permette, guarda caso con i cronografi, di risparmiare molto. Ma tutto come sempre ha un prezzo.
Il vetro in plastica ti si graffierebbe subito e, a meno che tu non lo indossi solo alla sera, per una cena o per un’attività molto tranquilla, un vintage rischi di danneggiarlo in un attimo, oltre al fatto che, come tutti gli orologi antichi se non è spesso revisionato, non è per nulla preciso e affidabile.
Chiedi a un orologiaio: la resistenza al magnetismo di quei cronografi è molto inferiore a un modello di oggi, così come sono aumentate le probabilità di incontrare campi magnetici e la loro intensità.
Questo orologio riprende fedelmente un iconico modello del marchio, il Multichrono del 1937. Il vetro ad esempio è identico a quelli in plastica bombati tipici dei cronografi vintage di una volta, ma è del tipo “glasbox” in zaffiro che è molto resistente agli urti e ai graffi.
L’arrotondata cassa da 42 mm è melle forme la stessa dei nostalgici crono del passato. Il quadrante nero con rifinitura a soleil presenta dei misurati acccenni di rosso, sempre com’era d’uso una volta.
Fuori è 100% vintage e visto di fronte, ossia allacciato al polso, non è così facile accorgersi che sia uscito nel 2021. Mentre se lo giri il fondello sempre in zaffiro serrato da una giera a vite qualche sospetto te lo fa venire.
Da quella prospettiva si possono notare i componenti del Calibro Mido 60 accurataente rifiniti anche se industrialmente. Si tratta di un calibro che deriva dallo storico movimento Valjoux 7753 qui nella versione a due contatori con datario alle 6.
Invece delle 48 standard di un ETA-Valjoux la riserva di carica è di 60 ore, fatto che oltre a permettere di lasciarlo “fermo” senza indossarlo quasi un giorno in più, e con più energia a disposizione, estende anche la finestra di oscillazioni isocrone quando appunto non è utilizzato.
Costa 1.850 Euro ed esiste anche in una versione con cassa color oro rosa tramite un trattamento PVD, abbinata a un quadrante blu, che costa solo 100 euro in più.
Zenith Chronomaster Revival A3817
Aggiornando questo articolo questa posizione precedentemente occupata da El Primero A384 Revival, ha lasciato posto al Chronomaster Revival A3817 un cronografo che nel 2021 ha suscitato molte emozioni tra gli appassionati. Questo modello celebra il rivoluzionario movimento El Primero di Zenith uscito nel 1969, uno dei primi calibri con cronografo automatici.
L’orologio ha una cassa in acciaio da 37 mm dall’insolito stile squadrato con singolari anse integrate e sfaccettate verso il basso. Come il suo originale predecessore del 1971, il Chronomaster Revival A3817 presenta un quadrante bianco laccato con contatori cronografici nelle tonalità immediatamente riconoscibili del grigio e del blu, contatore dei secondi a ore 9 con indici blu, scanditi dall’unica lancetta blu sul quadrante.
La scala tachimetrica esterna serve anche da pulsometro. Lo scappamento ad alta frequenza di 5 Hz (36.000 A/ora) del movimento El Primero oramai lo conosciamo tutti bene: nel 1969 fu il primo calibro automatico ad alta frequenza con funzione di cronografo integrato.
La lancetta centrale del cronografo è rossa e non riporta nella parte prossimale la tipica stellina di Zenith. É un tricompax. Alle ore tre c’è un contatore dei 30 minuti, alle sei il quello che marca le 12 ore e i piccoli secondi sono alle nove, la finestra della data inclinata posizionata alle 4:30 non disturba il quadro pulito e retrò di questo Zenith.
Con a bordo il calibro El Primero 400, un movimento che ha scritto la storia degli ultimi cinquant’anni di orologi a cronografo, chiedendosi quale cronografo stile vintage comprare tra quelli appartenenti alla fascia superiore è una bella scelta.
Prezzo: 7.800 Euro con cinturino, 8.300 Euro braccialato.
Glashütte Original Seventies Chronograph Panorama Date
Per creare un cronografo stile vintage bisogna sempre curare molto l’estetica. Ma se il budget lo permettesse perché rinunciare a un movimento meccanico di alta manifattura e soprattutto dalle buone performance?
A volte un vintage odierno può “nascondere” (che poi solitamente basta solo girarlo e ci pensa il vetro in zaffiro a spifferare tutto) un pacchetto di soluzioni, prestazioni, e finiture che lo spediscono direttamente ai piani alti. Insomma parlo dei movimenti con cronografo integrato che le arcinote manifatture svizzere quotano solitamente tra i 20.000 e 30.000 Euro.
Per la parte prestazioni, un crono vintage look con una meccanica di alto livello – senza doversi svenare – è il Glashütte Original Seventies Chronograph Panorama Date. Quelle che propongo sono le ultime versioni presentate a Giugno 2021. Ma partiamo dall’estetica.
A inizio degli anni ’70 gli allora futuristici televisori a colore, evoluti anche nelle loro forme, ci misero un attimo a influenzare persino i designer di orologi.
Se l’unica regola che ti imponi per disegnare un orologio è che puoi partire (come sempre) da un cerchio ma rigorosamente non di forma tonda allora come la mettiamo? In che direzione deve andare la penna? Questo cerchio quanto lo faccio quadro e quanto rettangolare?
Il primo Seventies arrivò nel 2013. A quel tempo era un solo tempo tre lancette più Grande Data corredato da un bracciale in acciaio all’avanguardia; forse dopo quasi cinque anni è ancora in assoluto uno dei bracciali più tecnologici.
La forma della cassa del Seventies Chronograph Panorama Date è quadra: lo dice innocentemente la sua lunetta dal profilo molto arrotondato. Di fatto si raccorda a una parte inferiore di forma tonneau subito seguita dagli attacchi del bracciale o cinturino che sia (molto questi in pelle scamosciata).
Il quadrante è molto curato. È realizzato a Pforzheim nella fabbrica di Glashütte Original e è disponibile in due nuove varianti: verde turchese degradè o giallo, colorazioni tipiche degli anni ’70.
Per conoscere altri dettagli rimando all’articolo che lo tratta in profondità.
Quando il Calibro fa la differenza
Qualche anno fa la manifattura di Glashütte sentiva il forte bisogno di un nuovo Calibro con cronografo così – anche per fare un investimento per il futuro – decise di progettarlo da zero, o come si usa dire in orologiese: “en blanc”.
Ecco le caratteristiche/prestazioni più significative del Calibre 37 a bordo del Seventies:
- cronografo con rilevazione tempi a 1/4 di secondo
- ruota a colonne con frizione verticale
- funzione flyback
- Grande Data Panoramica (due dischi complanari e concentrici senza finestrella nel mezzo a scatto rapido)
- 70 ore di riserva di carica con un solo bariletto
- bilanciere con 4 viti per la regolazione di marcia
- rotore di carica bidirezionale
Le finiture sono come in tutti gli orologi del marchio sempre molto curate. Gli anglage dei componenti visibili dal fondello in zaffiro sono eseguiti a mano, come ho potuto riscontrare durante una delle mie visite alla manifattura.
Il prezzo per allacciarsi un “nuovo cronografo vintage” con un movimento top (e funzione flyback) sale ma con 12.900 Euro per la versione con cinturino in pelle, e 14.100 Euro per la versione braccialata a parità di livello di movimento stiamo ragionando con un budget che sta più nella fascia veramente bassa dei cronografi integrati cui accennavo prima.
Con il Glashütte Original Seventies Chronograph Panorama Date abbiamo terminato una panoramica dedicata ai cronografi che vogliono richiamare dei precisi periodi della storia dell’orologeria. C’è una bella differenza tra il fabbricare un segnatempo vintage e uno di stile classico.
L’unico problema è che di questi Seventies Chronograph ne hanno costruiti solo 100 esemplari per quadrante – venduti tra l’altro allo stesso prezzo delle versione non limitate – e sono in via di esaurimento.
Finisce qui questo lungo post sui cronografi da comprare oggi, dalle sembianze retrò.
Qualcuno vuole fare un commento e suggerire delle alternative sempre alimentate da un movimento meccanico?
Commenti
Prima di tutto complimenti per l’articolo Massimo! Come sempre chiaro, scorrevole e pieno di approfondimenti tecnici.
Da tre anni posseggo il crono Seagull e nonostante come hai fatto notare l’ho pagato poco meno di trecento euro ne sono entusiasta. È preciso nella marcia e negli innesti del cronografo, ho solo sostituito il cinturino NATO in dotazione con uno personalizzato costruito su mie indicazioni.
Grazie Aldo! Già, è davvero pazzesco poter comprare un cronografo vintage, oggi, che peraltro monta un movimento concettualmente progetatto oltre 50 anni fa, e con ruota a colonne, per meno di 200 eur: è da non crederci!
In orologeria meccanica riguardo al cronografo non esiste nulla di meglio della ruota a colonne. Si potrebbe ancora discutere sul tipo di innesto: orizzontale o verticale, ma per questo articolo credo ce ne sia abbastanza così.
Buonasera Gentile Massimo,
al Liceo il mio primo orologio “serio” fu il Porsche Design cronografo di un bel nero anodizzato che mi affascinò sin dal primo momento che lo calzai al polso , più volte mandato in “officina per il cambio olio” e rimpiazzato nel mio cuore solo dall’amatissimo Sea Dweller “Tripl six”.
Se non erro accanto al Design di Ferdinand Alexander “Butzi” Porsche figlio di Ferry e nipote del mitico Professor Ing. Ferdinand Porsche, montava meccanica Orfina Watch Company ; cosa ne pensi?
Complimenti come sempre
Alex
Gentile Massimo,
la tua insuperabile precisione e competenza mi fanno apprezzare ancor di più il mio
” Porsche”…
Ora lo porto in officina per una revisione definitiva…Del resto ci scorrazzo dal lontano 1978
ed ogni tanto, come ogni Porsche che si rispetti…E’ un pelo sovrasterzante…
Vielen Dank Gute Nacht
Alex
Ciao Alex! Porsche Design ha fatto la storia degli orologi “all black”. Mi ricordo che negli anni ’70/80 nella versione tre lancette – quella dei secondi arancione – era desideratissimo. In seguito Orfina costruì per “pd”, tale era una volta il logo che identificava Porsche Design costituito dalle sue due iniziali in minuscolo, anche un bellissimo cronografo. Tuttavia la meccanica utilizzata per quell’esemplare era ancora una volta costituita dall’immortale calibro Valjoux 7750 cui ho accennato in questo articolo, da molti anni diventato ETA-Valjoux e da parecchio tempo proprietà di Swatch Group. Almeno per Porsche Design non mi risulta che Orfina abbia mai montato meccanica proprietaria. Grandi orologi comunque, con più personalità dei Porsche Design di oggi… Grazie per averli ricordati! 🙂
Grazie Alex! E complimenti per il tuo Porsche, immagino il 911 SC (Super Carrera) rigorosamente raffreddato ad aria e immancabilmente sovrasterzante! 😉