Aggiornamento dell’ultima ora Altri dettagli importanti sul funzionamento del primo cronografo della storia
Se avrai già letto tutto l’articolo che inizia più in basso dopo il video, a quei tempi la sfida era la “misura dei terzi” – ossia i secondi, la terza unità del tempo.
Nonostante la sua frequenza elevatissima – 216.000 alternanze/ora, il primo cronografo della storia fu pensato da Louis Moinet per scopi astronomici, e per adempiere a questo utilizzo doveva rilevare i tempi funzionando di continuo per almeno 24 ore.
La domanda viene spontanea, ma oltre all’altissima velocità – e a tutto ciò che ne consegue a livello di “consumo” dei componenti, di quanta energia avrebbe necessitato per poter rilevare i sessantesimi di secondo per così tanto tempo?
Le informazioni rilasciate nel comunicato stampa da Louis Moinet (azienda) non affrontano l’aspetto energia, ma dichiarano che l’omonimo orologiaio aveva progettato uno scappamento speciale dotato di rubini e lubrificato ad olio in grado di poter funzionare alla perfezione per tempi molto lunghi.
Il primo cronografo nelle osservazioni astronomiche
L’obiettivo di Louis Moinet era quello di tracciare con precisione il movimento degli astri sulla lunetta.
E lo spiega egli stesso nel famoso Trattato di Orologeria del 1948 “Questa invenzione mi fu suggerita durante le mie osservazioni nell’occasione seguente: ero entrato in possesso di un piccolo quarto del circolo mobile del famoso Borda (autore del Circolo intero). Questo strumento, di accurata produzione inglese, in equilibrio su un rubino e per mezzo di ingegnosi contrappesi, secondo il suo autore avrebbe dovuto essere esente dall’inerzia propria dei movimenti della nave, fornendo a bordo informazioni precise come quelle rilevate a terra. Ma questo progetto non ebbe successo. Dal momento che acquistai lo strumento con uno scopo differente, vi aggiunsi, per l’osservazione a terra, un circolo dell’orizzonte diviso in minuti dal defunto Fortin, per mezzo di un nonio, due livelli incrociati, un asse mobile smerigliato e un supporto-treppiede a viti calanti, con divisione, ecc. Ma dal momento che la lunetta ha un’estensione ridotta, i fili del suo reticolato sono molto ravvicinati e fu proprio per rimediare all’inconveniente sopra esposto, ovvero la difficoltà ad osservare i fili, che immaginai il contatore di terzi, che è riuscito in modo ottimale, fornendomi esattamente la distanza dei fili reticolari”.
Il primo cronografo della storia era uno strumento di alta precisione, non il frutto di un virtuosismo fine a se stesso.
Video e Articolo
Ieri 21 marzo 2013 sarà ricordato non come un qualunque giorno d’inizio Primavera, ma come una solenne data per la storia dell’orologeria. Infatti, il marchio di lusso svizzero ha deciso di comunicare al mondo intero la sua recente scoperta che fu proprio il suo Louis Moinet tra il 1815 e il 1816 il primo in assoluto a costruire un cronografo, quindi il “nuovo” inventore della complicazione, che le statistiche dicono essere la più amata dagli italiani.
Moinet e il “contatore di terzi”
Tempo fa scrissi una guida sui vari tipi di cronografi: ora dovrò aggiornarla. E’ curioso pensare al fatto che sinora – blog chiaramente compresi – chiunque voleva riportare un minimo di origini di quello che quando nacque, più che essere un orologio era uno strumento in grado di misurare gli intervalli brevi, avrebbe dovuto per forza iniziare da Nicolas Rieussec e dal suo segnatempo che nel 1822 scriveva letteralmente il tempo con un pennino.
Questo meccanismo, che prima della scoperta comunicata oggi era considerato il primo esempio di questa complicazione, tra l’altro seguiva anche nel funzionamento il significato etimologico del termine composto, com’è evidente, dalle due parole “Chronos” (Dio del Tempo) più “graphos (scrittura, segno grafico). Vedremo se chi prenderà le difese di colui che sinora era proclamato come l’inventore, non farà leva su questo punto o se ci saranno comunque altri sviluppi.
Cronografo ad alta frequenza
Se da una parte ci tranquillizza il fatto che il cronografo inventato da Louis Moinet fosse da tasca e possedesse già tasto di avvio, arresto e azzeramento (niente pennino e carta), elementi che sono ancora oggi gli stessi che servono a “guidare” – anche ora dopo quasi duecento anni – questa complicazione, mi ha davvero emozionato riscontrare che il primo in assoluto di questi meccanismi, fu pensato per compiere ben 216.000 semi-oscillazioni in un ora, cioè viaggiava, (o viaggerebbe visto che ce l’abbiamo davanti agli occhi..) a 30 Hz (60 campionamenti al secondo), il che significa letteralmente volare se confrontato con la frequenza con cui viaggia la maggioranza dei cronografi meccanici all’inizio del terzo millennio (4 Hz).
Eppure, ai tempi in cui nacque, se per fare una battuta non si riusciva neppure a immaginare “l’alta fedeltà” che poteva rappresentare un grammofono, che sarebbe apparso solo alla fine del secolo, gli orologiai di quei tempi avevano iniziato oramai da molto tempo la loro crociata verso la precisione quindi, Moinet incluso, sapevano bene che più la frequenza sarebbe stata elevata, più con la velocità la misura del tempo sarebbe stata accurata.
Facile – per modo dire – andare veloci oggi con il silicio… Sebbene ci sia da notare che per ora siano commercializzati segnatempo che con bilancieri convenzionali non arrivano neanche alla metà della frequenza di questo “contatore di terzi”.
200 anni fa Moinet andava già forte
Abbiamo trascorso il 2011 e il 2012 a parlare molto dell’alta frequenza e probabilmente non è finita qui. Faccio notare che l’anno scorso De Bethune, nel comunicato stampa con il quale introduceva i 926 Hz del movimento sperimentale Resonique – tra l’altro basato sulla sincronizzazione tra un risonatore acustico e uno scappamento magnetico, (quindi non con un bilanciere standard) dichiarava “…De Bethune con uno scappamento in silicio nel 2006 ha raggiunto sperimentalmente la frequenza di 72.000 a/h, con una ruota e molla del bilanciere auto compensanti evidenziando il fatto che questi meccanismi possono raggiungere e superare a malapena i 10 Hz causa il naturale insorgere di problemi dovuti alla resistenza meccanica e all’uso nel tempo”. Il resto della notizia è a questo link.
Bisogna dire che alla luce di tutto, e con 200 anni di mezzo, la scoperta del cronografo di Moinet appare ancora più clamorosa.
Origine del primo cronografo della storia dell’orologeria
Una parte del comunicato di ieri cita gli scritti di Moinet: “… Nel 1815 ero venuto a Parigi esclusivamente per lavorare a questo progetto e creare un “contatore di terzi”. L’esecuzione complessa e tentata solo raramente di questo strumento dalla composizione innovativa, mi ha permesso di raggiungere appieno il mio obiettivo…”
A questo punto, penso sia importante – per chi nel caso non lo conosca – spendere qualche parola sulla vita – anche prima di questa scoperta – del brillantissimo orologiaio.
Chi era Louis Moinet
Francese di nascita, classe 1768, inizia a coltivare la sua passione per l’arte proprio nel nostro paese. Vive cinque anni a Roma, poi si trasferisce a Firenze dove si impratichisce del taglio delle pietre fini e si dedica nel contempo anche alla pittura.
Tornato a Parigi in piena Epoca dei Lumi prende la cattedra di professore delle Belle Arti al Louvre ed entra in contatto con altri artisti tra cui l’astronomo Lalande, il bronzista Thomire e, indovina chi? Il famoso orologiaio e inventore Jean Eugène Robert-Houdin; proprio lui che dopo essere stato allievo di Abraham-Louis Breguet si dedicò a costruire orologi misteriosi. Ne scrissi nell’articolo “Orologeria o Magia?” dedicato a illustrare le opere di un altro grande e contemporaneo creatore di orologi misteriosi: Konstantin Chaykin naturalmente.
L’arte orologiera
Dalla Francia Louis Moinet si sposta in Svizzera, dove trascorrendo lunghi periodi nelle montagne dello Jura, impara l’arte dell’Alta Orologeria, incontrando grandi maestri orologiai fra i quali Jacques-Frédéric Houriet da dove egli rilevò le attrezzature da orologiaio.
E’ tuttora piccolo il vero paradiso dell’orologeria meccanica, figuriamoci quanto lo era a quei tempi. Moinet viene nominato Presidente della Società Cronometrica di Parigi e frequenta tutti i più grandi nomi dell’olimpo orologiero tra cui: il (per me) leggendario Louis Berthoud, Louis-Frédéric Perrelet e Benjamin Vulliamy, orologiaio di Re Giorgio III a Londra.
Moinet non poteva ovviamente in quegli anni non entrare in contatto anche con il grande maestro Breguet cui si dice fosse legato da una profonda amicizia. Ci sarebbe ancora tanto da scrivere sulla vita dell’inventore del cronografo, magari lo faremo in altre occasioni dove – speriamo di poter approfondire meglio dal lato tecnico questa importante scoperta.
Ho ancora da segnalare due cose importanti: la prima è che alcune opere di Moinet sono custodite anche “a casa nostra” a palazzo Pitti e a Monticello, la seconda è che egli fu anche autore di un famoso Trattato di Orologeria che scrisse nel 1848. Degli odierni orologi Louis Moinet ne scrissi sin dal 2008 su http://www.blog-orologi.com prima che diventasse Orologi di Classe.
Troverai le caratteristiche tecniche del cronografo in un pdf.
Maggiori informazioni http://www.louismoinet.com
contaminuti
Commenti
Bell’articolo, completo ed interessante!
Nessuno avrebbe saputo fare meglio! 😉
Grazie Antonio! In verità, avrei dovuto entrare più a fondo nel tecnicismo di questo cronografo da 30 Hz!!! Ma, ammesso di averne tutte le capacità, non c’era “tempo..” e le notizie – almeno sui blog (e non come avviene sulle riviste), sono fatte per essere comunicate alla svelta!
Alla prossima! 😉
Infatti, sei stato velocissimo!
Alla prossima!
La storia mi affascina sempre! La mia passione sono le auto d’epoca, ma vedere questi meccanismi di 200 anni fa mi lascia a bocca aperta!
Auto d’epoca e orologi meccanici sono due mondi molto affini Andrea: più ci si addentra in uno, più ci si ritrova poi senza accorgersene nell’altro. Al di là dell’importante scoperta, sul profilo tecnico questo cronografo è incredibile.
Chissa’ cosa ne pensano, di questa sensazionale novita’, in casa Montblanc ?
Sicuramente tutto il mondo dei grandi e vecchi marchi di orologeria, più o meno vicini come produzione della complicazione alla data comunicata ora da Louis Moinet (Breguet ad esempio), staranno valutando questa notizia. Se tutto sarà – anche tacitamente – confermato, questo cronografo, ripeto, è tecnicamente comunque una “bomba”!
ACCIDENTI!!!!! per colpa della salute mi era scappata una BOMBA del genere!!!!!! … Complimenti Massimo notizia veramente UNICA … sei un mito!!! devo darmi da fare eper saperne di più…
ciaooo
Giuliano