Poco dopo che entri nel mondo orologiero puntualmente ti imbatti nel termine “connoisseur”, che etichetta coloro che nel campo sono più esperti ed esigenti. Ogni categoria di orologi da collezione vanta dettagli unici che consentono di comprendere le complessità, ma anche di guidare quali decisioni prendere.
Collezionare orologi non fa eccezione. Quelli che lo fanno investono tempo nella comprensione della storia, dei marchi, dei movimenti e delle complicazioni, sviluppano preferenze per tipi specifici di orologi. Tutto questo rivela come gli intenditori di orologeria gravitino spesso intorno ai movimenti a carica manuale, trascendendo la complessità e addentrandosi nel regno della bellezza senza tempo dei meccanismi a vista.
I segnatempo variano notevolmente in termini di complessità, finiture e rarità. Tuttavia, quando gli esperti di orologeria si confrontano emergono punti in comune, tra cui marche che occupano costantemente posizioni di rilievo, i modelli più stimati e le complicazioni ritenute essenziali per appartenere a un’orologiera di livello superiore. Tra queste, i movimenti a carica manuale sono spesso presenti nelle collezioni di orologi di alta gamma, sfidando l’idea che la complessità determini il valore di un segnatempo.
Il dibattito tra complessità e bellezza è sottile e ricco di sfumature poiché l’orologeria di alta gamma comprende vari aspetti, tra questi la attenta finitura dei componenti. Attraverso l’uso di fondelli trasparenti l’industria orologiera moderna ha spostato l’attenzione sull’artigianalità della finitura dei movimenti.
Di conseguenza, i componenti del movimento sono diventati i protagonisti dello spettacolo, rendendo i meccanismi a carica automatica meno desiderabili negli orologi top. I conoscitori di orologeria spesso preferiscono i movimenti a carica manuale per la loro disposizione, il loro design e la loro visibilità. Inoltre, va detto che i calibri più complicati sono rigorosamente a carica manuale.
Nonostante parliamo della creme, l’elenco degli splendidi calibri a carica manuale è molto ampio e comprende quelli che muovono gli A. Lange & Söhne, Blancpain, Breguet, F.P. Journe, Glashütte Original, Jaeger-LeCoultre, Montblanc per quanto riguarda i Minerva, Vacheron Constantin. Poi pezzi di indipendenti come Philippe Dufour e Kari Voutilainen, ma di nomi ce ne sarebbero tanti altri.
Spesso il desiderio di apprezzare il movimento nella sua interezza supera la comodità della carica automatica. Inoltre, la semplicità dei movimenti a carica manuale consente visuali più pulite e esalta il loro status di opere d’arte artigianali.
La classicità dei movimenti a carica manuale ne evidenzia l’importanza storica. Rispetto a oltre 500 anni di storia dell’orologeria, i meccanismi a carica automatica sono diffusi da meno di un secolo.
Nell’Alta Orologeria, dove la storia, il patrimonio e la tradizione sono molto apprezzati, i meccanismi più recenti potrebbero sminuire il valore percepito di un segnatempo. Per questo motivo, i collezionisti tendono a preferire calibri dal design tradizionale, con complicazioni e architetture classiche.
La carica manuale di un orologio è un rituale importante per gli intenditori di orologeria, che rappresenta un legame con il passato e un collegamento fisico con il loro percorso.
Questa iterazione crea ricordi visivi e tattili, stabilendo un legame con l’orologio che i meccanismi di carica automatica non possono replicare.
L’orologio a carica manuale, con la sua architettura classica, conferisce un significato, un valore e uno scopo che danno luogo a un momento unico che si ripete ogni giorno. Quando sei tu che con il tuo amato tra le mani mentre osservi con attenzione i suoi dettagli gli trasferisci amore e energia per affrontare la giornata. Poi lo allaccerai al polso e lui continuerà a fare il suo lavoro anche se non lo degnerai di uno sguardo.
Gli orologi a carica automatica, invece, si rivolgono a una categoria diversa di appassionati di orologi. Questa distinzione non sminuisce l’incredibile natura degli orologi automatici, ma mette in evidenza gli obiettivi divergenti di intenditori e appassionati.
Man mano che i collezionisti sviluppano le loro preferenze e opinioni, possono scoprire nuove categorie e apprezzare gli usi previsti degli orologi, anche se sono anacronistici rispetto ai dispositivi digitali che ci circondano oggi.
Infine, la predilezione per gli orologi a carica manuale tra gli esperti di orologeria nasce dall’interazione tra estetica, legame emotivo, abilità tecnica e sensazione di storia e tradizione che questi orologi esprimono. I segnatempo a carica manuale offrono un’esperienza unica e soddisfacente che molti collezionisti trovano attraente, sia che si tratti dell’intricata maestria di un capolavoro di fascia alta o del semplice fascino di un orologio meccanico economico.
Quando il labirintico regno dell’orologeria si dispiega, lascia che le tue preferenze si evolvano e siano plasmate dalla sua sconfinata varietà. Abbraccia la passione che ti scorre nelle vene, impara dalle esperienze degli altri e, infine, lascia che siano i tuoi gusti e valori personali a guidarti. L’universo dell’orologeria è vasto e ricco di diversità, e presenta una miriade di opportunità e di ogni livello per chiunque ne entri a contatto.
Nell’intraprendere il tuo viaggio orologiero, è fondamentale rimanere aperti a vari tipi di orologi, complicazioni e marche. Confrontati con colleghi collezionisti ed esperti del settore per ampliare la tua conoscenza e comprensione di questa passione senza fine. Partecipa a forum e consulta più fonti d’informazioni possibili. Assisti a eventi orologieri e visita i concessionari per migliorare la tua esperienza e creare connessioni all’interno della comunità orologiera.
Approfondendo il mondo dell’Alta Orologeria, ti imbatterai in segnatempo con storie incredibili. Alle esposizioni frequenta gli orologiai indipendenti o le associazioni come AHCI; anche se loro intuiscono che non sei un potenziale cliente, quando si tratta di orologi e passioni sono sempre disponibili a parlarne volentieri. Scopri le favole che avvolgono stimati orologiai e le scoperte pionieristiche che caratterizzano il loro mestiere.
Che tu sia orientato verso movimenti a carica manuale, meccanismi automatici o un mix di entrambi, l’aspetto più importante è scoprire come funzionano e conservare i concetti di quelli che ti hanno più colpito. Se puoi collezionali, ma questo è secondario.
Nel pianeta dell’orologeria meccanica in continua trasformazione, anche se nulla o quasi diventa mai obsoleto, emergono continuamente novità da scoprire e valorizzare su come arrivare alla stessa meta percorrendo soluzioni e strade diverse.
Perciò, mentre insegui la luce che ti indica la strada per la misurazione meccanica del tempo, che sia un orologio a carica manuale o automatico alimenta sempre curiosità, ricettività e l’attenzione. C’è sempre molto da imparare in questi che per molti sono incomprensibili e meravigliosi intrecci di ingranaggi.
Sei un tipo da orologio manuale o automatico? Dillo in un commento.
Commenti
Gentile Sign. Scalese.
Un articolo questo che esprime perfettamente il percorso di un’ appassionato,che con il tempo e l’ esperienza che aquisisce seguendo la propria passione trova le proprie preferenze, sia nei tipi di orologi, marchi,stili,e nei dettagli del colore dei quadranti, tecniche di lavorazione, ed altre infinita’ di particolari . A parte le grandi complicazioni di alto di gammma che solitamente sono a carica manuale, dal lato opposto, quelli piu’ semplici, gli orologi solo tempo, o formali, sono ancora spesso a carica manuale ( per fortuna ) anche per motivi pratici, non usandoli per il fine settimana, e riprendendoli il lunedi, o con pause piu’ lunghe, diventa piu’ semplice raggiungere la massima carica. Cosi come gli automatici sono il massimo negli orologi sportivi e subacquei, il manuale resta sicuramente una variane molto apprezzata , in quanto come dice lei, la carica manuale diventa un rituale del vero appassionato ( rigorosamente prima di allacciarlo al braccio, e sopra un cuscino o divano ).
Grazie per l’ articolo.
E questo è un commento da appassionato! Grazie a te 🙂
In teoria anch’io preferirei i carica manuale, ma la realtà delle proposte spesso non soddisfa le aspettative. Faccio alcuni esempi su top brand considerando i solo tempo, con le grandi complicazioni il rotore è di difficile implementazione.
Patek Philippe col 215 ps (21,9×2,55mm) ci ha dato dentro per decenni, è un buon movimento, ma niente più, inoltre è piccolo per una cassa moderna, anche da 37mmm, con effetto ciambellone che stona proprio dal punto di vista estetico, sull’ultimo 5196 é stato nascosto. Il PP cal. 240 (27,5×2,53mm) automatico con microrotore ha una qualità superiore sotto tutti i punti di vista, estetica compresa, ed è anche più sottile, cosa che non dovrebbe essere in teoria, oltre ad essere inserito a vista in casse più grandi.
Anche in Grand Seiko il miglior movimento é l’automatico 9SA5 sia dal punto di vista estetico che tecnico, basta guardarlo e studiarne la tecnica.
E i manuali di A. Lange & Soehne? Sul Saxonia Thin da 37 mm è adeguato, ma nulla più per il brand, il resto della gamma o ha misure troppo piccole o la platina un po’ vuota. L’unico che le azzecca tutte é il 1815 up/down, ma saliamo di prezzo. E se i movimenti con rotore siano meno belli da vedere rispetto ai manuali, guardate proprio il Lange Sax-o-Mat automatico con medio rotore, come sul Langematik. Rispetto a quasi tutti i manuali Lange, ed anche ai nuovi automatici per la verità, é uno spettacolo superiore.
Se vogliamo anche un full rotor scheletrato ed inciso a mano di Vacheron non è male…
Per finire, non solo con i manuali si gode del piacere della ricarica manuale, tutti i miei automatici se la beccano dato che ruotandoli spesso si scaricano prima di riprenderli. Anche li ci sono belle differenze. Col A. Langematik giro la corona che ruota liscia come l’olio e godo ben più di altri puri manuali.
In teoria ok i manuali, in pratica dipende…
Lorenzo, il tuo “dipende” finale riassume che ogni manuale così come ogni automatico va esaminato singolarmente, ed è quello che ho cercato di trsmettere in questo articolo per quanto l’argomento fosse i movimenti a carica manuale. Gli auotomatici non sono per niente figli di un dio minore. Ma quando si parla di calibri e in generale, per quanto il livello sia molto alto non bisognerebbe riferirsi solo alle Maison storiche; se si da un’occhiata alle creazioni degli indipendenti a volte sono su un livello irraggiungibile. Un movimento con rotore decentrato o microrotore è a parte offrire la funzione di ricarica automatica con uno spessore minore, esteticamente molto più vicino a un manuale perchè permette di osservare ponti e platine quasi per intero. Evviva l’orologeria dei piani alti qualinque essa sia e chi l’apprezza cogliendone i dettagli più nascosti! Grazie per il documentato commento. 🙂
Grazie Lorenzo1 Ben vengano i tuoi consigli e quelli di tutti!
Il tuo articolo è interessante, preciso, sintetico, ragionato ed intelligente come al solito. Ho argomentato solo per mettere in guardia i lettori a non assolutizzare i concetti. Questo “manuale” come quello “di manifattura” vengono spesso usati per erigere a più elitarie scelte e soluzioni che in realtà spesso non lo sono. Christiaan v.d. Klaauw fa miracoli su base ETA mentre alcuni movimenti “in house” fanno pena solo a guardarli. Sembra ovvio concludere che tutto dipenda dalla qualità, ma se riflettiamo anche sul fatto che oggi uno sportivo in acciaio costa più dello stesso modello in oro, probabilmente non è così scontata neppure quella.
Buongiorno Massimo
Ottimo articolo come sempre e come sempre l’ho letto fino in fondo.
Che dire…come ben sai io adoro i meccanici, per due motivi:
Primo: ogni volta che li prendo dalla vetrinetta e gli do la carica, e vedo la sfera dei secondi che solo dopo qualche giro di corona, lentamente si mette in funzione….che dire…è una meraviglia per i miei occhi, mi fa entrare in un tutt’uno con il meccanismo, un danza magnifica.
Secondo: non essendoci la massa oscillante, si può ammirare il movimento in tutto il suo splendore. Certo, come hanno scritto altri, ci sono movimenti e movimenti, movimenti con finiture incredibili e materiali blasonati e movimenti economici, ma entrambi hanno nel profondo la perfetta simbiosi tra ruote dentate e leve che fanno di un orologio meccanico un gioiello che per gli appassionati di micromeccanica.
Questa passione mi è nata da piccolissimo, quando mio nonno (pastore), ogni sera metteva nella stalla gli animali e poi si sedeva vicino a me per fumarsi la pipa. Nel mentre estraeva la sua “cipolla” dal taschino del Gilet e con molta calma, ricaricava il suo Zenith.
Ecco, per lui era come un rito, un rito che chiudeva la giornata lavorativa e finalmente poteva rilassarsi.
Grazie
Che bella storia che hai raccontato Lorenz! Si siete tutti dei grandi appassionati 🙂
Finalmente vedo un orologio a carica manuale con indicazione della riserva di carica abbordabile, il glasshuttte panoreserve. È una complicazione che mi ha sempre affascinato. Che altro c’è in giro?
Prova a vedere qui https://www.orologidiclasse.com/orologi-a-carica-manuale/ se c’è qualcosa che ti interessa! 🙂