La misura dell’intelligenza è la capacità di cambiare – Albert Einstein.
Non ho iniziato citando uno degli aforismi dell’uomo forse più geniale mai esistito per affermare che l’argomento che tratterò in questo articolo lo è a sua volta, né io ho le competenze per giudicarlo.
Il motivo è che anche se l’orologeria ci ha sempre dimostrato che le sue grandi scoperte si sono sempre perpetuate, è bello vedere che c’è ancora chi nel terzo millennio – con carta e penna e ben lontano da computer e sistemi CAD/CAM (a parte per spiegare meglio agli altri con un’animazione il risultato finale) – è capace di inventare un sistema che metta in discussione uno dei principi fondamentali di questo affascinante mondo micromeccanico: la molla della spirale.
Premessa
Agli inizi di questa arte gli orologiai si concentravano quasi esclusivamente nel cercare di livellare la curva di coppia della molla di carica. Ancora oggi è un punto cruciale dato che ad una forza costante seguono semioscillazioni altrettanto regolari e di conseguenza abbiamo un funzionamento più preciso.
Quando i maestri del tempo meccanico compresero che il problema principale nell’ottenere la precisione stava nel meccanismo regolatore, nel 1657 arrivò la molla del bilanciere che trasformò l’orologio da approssimativo segnatempo in uno strumento in grado di eseguire un cronometraggio più accurato.
Com’è noto la paternità di questa prodigiosa invenzione è ancora oggi molto dibattuta, ma da sempre i nomi più probabili sono solo due: il polimatico inglese Robert Hooke o il presunto matematico e orologiaio olandese Christiaan Huygens.
Questa scoperta venne ancora più valorizzata in seguito dall’invenzione dello scappamento a leva avvenuta nel 1759 ad opera dell’inglese Thomas Mudge.
Oggi, a oltre duecentosessant’anni dall’invenzione di Mudge, migliorata fin che vuoi tutti gli orologi meccanici funzionano ancora seguendo quel principio meccanico.
Calasys: Un sistema semplice ed efficace
Non starò qui a dilungarmi troppo sull’autore di Calasys. Se non conosci Vincent Calabrese (cofondatore dell’associazione degli orologiai indipendenti AHCI) il mio consiglio è di leggere questo articolo che sintetizza le sue origini e ricorda alcune sue imprese durante ben 64 anni di mestiere di orologiaio.
Conosco Vincent da una decina d’anni e tutte le volte che ci incontriamo mi spiega sempre qualcosa di nuovo, come fece nel 2013 riguardo la forza costante e il tourbillon (clicca per leggere l’intervista che gli feci).
Che cos’è Calasys? È un dispositivo che permette di sopperire ai punti deboli del bilanciere con molla a spirale, ossia i punti di attacco della stessa molla alla ruota, e altri effetti negativi tra cui il più importante che è l’influenza della forza di gravità, un problema che persino il Genio Breguet cercò di far fronte con il suo tourbillon, ma con risultati parziali.
Come per molte delle invenzioni di Calabrese, vedi il movimento a baguette presentato nel 1980 – il più semplice calibro al mondo che l’orologiaio successivamente vendette a Corum – Calays si basa su un concetto piuttosto elementare.
Innanzitutto fa a meno della tradizionale molla del bilanciere. Sull’asse del bilanciere essa è sostituita da un pignone che ingrana una ruota di cui vengono utilizzati solo una parte dei suoi denti, quindi un rastrello che oscilla avanti e indietro mentre i due bracci di una molla esercitano alternatamente una forza in opposizione alla rotazione.
L’ingranaggio è calcolato in modo che il bilanciere possa avere la massima ampiezza possibile e il rastrello il più piccolo angolo di rotazione possibile. Il concetto di oscillatore brevettato potrebbe essere applicato a qualsiasi tipo di scappamento che lavora in combinazione con un bilanciere a molla.
Questa animazione renderà tutto più facile da comprendere.
La prima obiezione che può sorgere è il problema dell’attrito dell’ingranaggio fra il pignone e il rastrello. Infatti non esiste un corpo in movimento che non produca attrito.
“Nel Calasys l’attrito è continuo e quindi è controllabile. Bisogna solo calcolarlo bene e applicare le soluzioni appropriate.” dice il Maestro.
Ecco il prototipo funzionante montato su un ETA 2824-2
Entusiasmante!
Come mi disse Calabrese una volta a Baselworld “Lo scappamento perfetto non è ancora stato inventato” ed incominciò ad argomentarmi questa affermazione riferendosi proprio ai limiti del tourbillon.
Da sapere che fu proprio egli a sviluppare il tourbillon volante di Blancpain, nonché la sua naturale e prima alternativa: il carrousel.
Prime Conclusioni
Il campo in cui si è mosso Calabrese è da sempre uno dei punti cruciali di un orologio meccanico: non sono molti quelli che sono riusciti nell’impresa di inventare e far funzionare un meccanismo che sostituisce il vecchio sistema di bilanciere con molla della spirale.
La prima conclusione provo a tirarla io: non facendo affidamento sulla molla della spirale cui peso della parte avvolta, spostandosi a seconda della postura genera semioscillazioni non isocrone, con Calasys questo problema non esiste, e questo non è poco.
Calasys è ad oggi già perfettamente funzionante, ma i suoi benefici in termini di precisione di misurazione del tempo non si conoscono ancora, o meglio, per il suo creatore non sono un segreto ma solo nel prossimo futuro potremo scoprire la sua evoluzione e eventuale adozione in un movimento stabile, compreso quale sarà il marchio che lo adotterà.
Commenti
Una piccola precisazione.
In questo bell’articolo viene indicato che il maestro Calabrese ha “origini” italiane ma in realtà Vincent Calabrese sebbene viva in Svizzera da alcuni decenni, ha tuttora passaporto italiano e non lesina occasione per ricordare che lui “è” italiano. Grazie
Grazie per la precisazione Angelo. Forse nell’articolo non mi sono spiegato bene, e nel caso chiedo venia. Tuttavia ho scritto “origini italiane” in quanto è noto – come riportato nel post linkato a “questo articolo” che appare appena sotto la foto frontale di Calabrese – che egli all’età di 17 anni si trasferì in Svizzera dove da cittadino svizzero iniziò e svolge tutt’ora la professione di orologiaio. É ovvio che insieme al passaporto elvetico abbia mantenuto anche quello italiano. Ecco spiegato l’uso proprio della parola “origini”.
Che dire…. orologiaio, inventore, innovatore pazzesco.
Spero di vedere presto il Calasys all’interno di qualche orologio dal prezzo “umano”.
Ciao Lorenz, grazie per il commento! Già… Vincent è davvero speciale.. Sempre schivo e non esibizionista è uno che fa parlare i fatti e la sua incredibile testa! Spero davvero anch’io di vederlo presto all’opera in un orologio in commercio.