“Viviamo tempi molto interessanti” diceva Christian Slater in un episodio di Mr. Robot, lui che insieme a Rami Malek è stato uno dei principali protagonisti della recente e fortunata serie tv.
Non mi sono venute in mente altre parole per introdurre la notizia che lo scorso Sabato 11 dicembre, all’asta “The 2021 New York Watch Auction” organizzata da Phillips, un Patek Philippe 5711/1A-018 con quadrante Tiffany Blue marchiato Tiffany & Co., è stato aggiudicato per $6,503,000, diritti compresi.
Di questo pezzo ne avevo parlato solo qualche giorno prima in questo articolo.
Quest’anno il Nautilus in acciaio, iconico segnatempo disegnato da Gérald Genta e realizzato la prima volta dalla Maison nel 1976, ha fatto molto parlare di sé.
Radiato dalla produzione, in quanto colpevole secondo la famiglia Stern di aver monopolizzato da anni tutte le attenzioni di coloro che desideravano un orologio marchiato con il simbolo dell’Ordine dei Calatrava, questo sportivo di lusso sembrava costretto da subito a far parlare di sè solo nel mercato del secondo polso.
Ma Patek Philippe non voleva metterlo in castigo?
Ben ci stava l’ultima edizione (così giuravano ad aprile a Ginevra) con un inedito quadrante verde oliva. Un tributo assolutamente dovuto.
Ma lo scorso luglio uno di questi tacciati come gli ultimi degli ultimi Nautilus in acciaio, è stato battuto per 416.000 euro a un’asta Antiquorum tenutasi a Montecarlo.
Ricordo che sul sito web Patek – dove rimarrà ancora sino a fine 2021 – il prezzo di listino riportato di questa referenza è di 30.860 euro.
Eccoci di nuovo ai nostri giorni, a quando da Ginevra annunciano l’edizione limitata a 170 esemplari del Nautilus con referenza 5711/1A-018 pensata per celebrare uno per uno gli anni che legano la manifattura con Tiffany e Co., storico gioielliere di New-York.
Hanno Senso 6,5 Milioni Per Un Nautilus In Acciaio?
Prima di iniziare questa analisi devo comunicarti un altro dettaglio. Sembra che l’esemplare Patek Nautilus Tiffany in questione sia stato inserito nell’asta all’ultimo momento, cosa che non ha influito sul prezzo finale, anzi.
Un’altra stranezza è che solitamente il top lot di un’asta di orologi – e che questo Patek lo fosse per quanto non ad una cifra del genere tutti ce lo aspettavamo – è inserito alla metà incirca. Si fa per attirare maggiormente l’attenzione sull’evento richiamando perciò il pubblico a seguirlo sin dall’inizio.
Come informato e informatore non posso dare dei giudizi personali nel riportare un evento: non sarebbe professionale. Ma porre alla tua attenzione alcuni fatti si.
E neanche voglio mettermi a commentare un’icona, indipendentemente dal fatto che sia di acciaio, e che non presenti alcuna speciale finezza del marchio che porta. Invece patron Thierry Stern negli ultimi tempi, almeno a parole, è sempre stato piuttosto severo: “A catalogo abbiamo orologi d’oro ben più qualitativi del Nautilus 5711/1A.”
Ora parliamo di questo Nautilus in particolare, perché è solo lui che è passato di mano per 6,5 milioni di dollari, e che guarda caso non dovrà fare neanche molta strada visto che l’offerta vincente è arrivata proprio da New York.
Il 5711/1A-018 con quadrante Tiffany Blue è si un Nautilus in acciaio, si una rarità di una rarità, ma esattamente come questo ce ne sono altri 169. Dato che nessuno ha mai parlato di un esemplare 0/170, perciò neanche numericamente parlando è un esemplare unico.
Voglio ancora darti un’ultima informazione prima di chiederti una tua opinione personale.
L’ho già ricordato nel titoletto.
Comunque sia questi 6,5 milioni andranno ad aiutare The Nature Conservancy, un’organizzazione senza scopo di lucro che si impegna a preservare l’ambiente. La sua sede è ad Arlington nello stato di Virginia.
È sempre un fatto meraviglioso quando un bene materiale, per quanto sia per pochissimi fortunati al mondo, passa di proprietà facendo del bene. I miei sinceri complimenti a Patek Philippe, a Tiffany, e a tutti coloro che hanno rinunciato a un guadagno per una buona causa.
Come accade ogni due anni per Only Watch – l’asta di orologi cui ricavato va interamente a supportare la ricerca per la distrofia muscolare – i lotti di Patek Philippe sono quelli che raccolgono più fondi di chiunque altro, e per decine di milioni di differenza.
Concludendo vorrei però farti notare che almeno per quanto riguarda l’orologeria c’è beneficenza e beneficenza.
C’è chi mentre fa anche del bene tenta di aggiudicarsi come è avvenuto all’asta Only Watch 2019 un Patek Grandmaster Chime 6300A-010, e lo paga persino 31 milioni di franchi svizzeri.
Una cifra assurda dirai, e lo è. Ma si tratta di un esemplare unico in acciaio – perciò una rarità nella rarità per un segnatempo della Maison – e a bordo ha venti complicazioni. Inoltre è l’orologio da polso Patek Philippe più complicato mai costruito sinora.
Ci vedo due cose belle in una: aiutare i meno fortunati, e non tanto per andare a dirlo in giro, e mentre si fa un investimento apprezzare un’opera d’arte, trovandosi si tra dieci anni un bel guadagno ma che orologeria, che pezzo da collezione: tradizione, manualità, tecnica, padronanza meccanica, e potrei continuare a nominare mille e più (folli) ragioni.
Vorrei comunque stringere la mano a colui che si è aggiudicato questo Nautilus, ma non avrei mai il coraggio di dirgli che il suo Tiffany & Co sarà anche speciale, ma non è nè nulla di particolare, non è un esemplare unico, e di listino, visto che è anche in vendita, gli altri 169 che rimangono costano $52.635 l’uno.
Cosa ne pensi?
Commenti
Non ha alcun senso.Io credo che siamo davanti alla solita storia che oramai si ripete da anni. O Patek Philippe o Tiffany, o tutte e due, hanno pompato i prezzi di aggiudicazione a beneficio della vendita degli altri. Ma vuoi che nel mondo non ci siano 169 straricchi per cui pagare milioni un orologio che è sulla bocca di tutti non sia assolutamente un problema? Altro che collezionisti. Svegliatevi. Ti faccio i miei complimenti Massimo per come hai gestito la notizia e al solito per la ricchezza di informazioni.
Grazie per il commento!
Ciao Massimo, in effetti questo “colpo” è davvero molto forte. Come hai già spiegato questo orologio non ha tutta sta attrattiva, in fondo si tratta di un pezzo con solo ora e data. Forse si è trovato nel posto giusto al momento giusto e chi voleva fare beneficienza ha preso questo treno. Non ho capito se questi 170 pezzi sono numerati. In questo caso avere il numero uno (come i campioni) potrebbe essere un plus ma pagarlo oltre 120 volte il prezzo iniziale… beata la persona che ha tutti sti soldi
Domanda diretta, risposta diretta: no, non avrei speso tutti quei soldi.
Mi piace cercare di immaginare perciò ci provo. L’asta è una gara tra diverse parti, certo una solo vince, ma anche le altre ci sono. Sarebbe curioso sapere la penultima offerta (poi superata) e quante parti facevano offerte
Grazie Riccardo. Si sono numerati, ma la domanda che ti faccio è… Tu se ne avessi la possibilità compreresti mai un Nautilus 5711, anche raro come questo per 6,5 milioni di dollari, o per un milione di meno? Lasciamo fuori la beneficenza.
Grazie per la rapida risposta! Se ti interessa conoscere più particolari sull’aggiudicazione leggiti l’articolo di Hodinkee https://www.hodinkee.com/articles/patek-philippe-nautilus-5711-tiffany-blue-phillips-new-york-2021 il più famoso blog di orologeria al mondo. Tanto più che per loro essendo di New York è stato facile assistere “live” all’evento.
Non ripeto il mio commento che ho fatto nell’articolo precedente dell’orologio in questione.
Lasciamo stare la beneficenza…
Qua si è persa la passione, si è perso l’amore per l’orologeria.
Si è aperta invece una porta verso le speculazioni.
Delusione totale.
Ha senso.
Primo perché patek Philippe , è una filosofia di vita , dal 1839 sono sempre stati guidati dall obiettivo di costruire i migliori orologi al mondo. È la ricerca di un mondo di perfezione che ruota attorno al valore dell’uomo.
Se ne potrebbe parlare per ore , PP è l ‘ ultimo baluardo a difesa dell alto artigianato.
Secondo i soldi vanno in beneficenza, quindi un gesto nobile ,. Terzo perché i soldi , come il tempo sono relativi , quindi chi si può permettere queste cifre è alla stregua di quando uno normale si un regalino .
Ciao
Grazie per il commento Lorenz!
Grazie per il commento Angelo!
Non scandalizziamo tanto non serve…ognuno di noi ci veda quello che vuole in simili operazioni: speculazione, omaggio a Tiffany, incoerenza di Patek, operazione che porterà alla rovina Patek, prossima vendita a LVMH.
Io ci vedo solo un omaggio a Tiffany da Patek.
Mi piace l’orologio? Ni.
Mi piace l’operazione? Ni.
Mi sono scandalizzato? Per niente!!!!
Se questo fosse un buon sistema per svuotare tasche di potenti a beneficio dei bisognosi, c’è ne vorrebbe……
…ma siccome è solo un sistema per far parlare dei brand rimane una sceneggiata nonostante la causa della beneficenza la vorrebbe rendere nobile.
Come si dice dalle mie parti : Ccà nisciuno è fesso…
Grazie per il commento Patriforwatch!
Mi sono scandalizzato?….Io no… ma dovrebbe vergognarsi chi mette in piedi queste sceneggiate…
Grazie per il commento Matte!
nella migliore delle ipotesi è la solita pompatura delle case produttrici ,nella peggiore è la altrettanto solita ‘operazione di maquillage del narcotraffico,la solita beneficenza di chi ha lo sporco da nascondere .
Ormai nelle aste è diffuso.
Il collezionismo è escluso da queste operazioni.
L’orologio è però molto bellino , anche se i 52000$ di listino sono comunque troppi.
Il nautilus spicca comunque per eleganza.
I patek sono grandi orologi ,con meccanica favolosa,però esteticamente negli ultimi tempi hanno decisamente meno classe rispetto ai modelli di 20 anni fa . Troppo carichi di orpelli inutili.
Buongiorno Gentile Massimo,
a riguardo una canzone dei grandi Pink Floyd del 1973 “Money” tratta dall’album “The dark Side of the Moon”…Risulta illuminante,
in alternativa invito a leggere: “L’etica protestante e lo spirito del Capitalismo” di Max Weber altra imperdibile chicca…
Best Regards
Per quanto tu lo ritenga già alto, temo che a fronte di come sono andate le cose per i rimanenti 169 Nautilus sarà impossibile parlare di prezzi di listino se non x20 x30 x… A meno che Tiffany & Co, abbia davanti a sè un super-cliente cui potrebbe persino regalarlo. Ma questa è un’azione di prassi e comprensibile nel mondo del commercio. Non va forse anche così con i “pochi Daytona” (a volte solo un paio) che un concessionario ufficiale Rolex riceve in un anno, e che perciò propone solo ai suoi migliori clienti, che di soldi magari con altri acquisti, gliene fanno entrare parecchi? Approfitto anche per confermare quello che dici: sull’eleganza del Nautilus, e in particolare di questa con quadrante “Tiffany Blue” non ci piove. Grazie per il commento Carlo!
Grazie per il commento Alex!
Buonasera, difficile rendere chiari dei concetti complessi in poche righe.
Sono stato più volte a studiare a Ginevra , nel quartier generale Pp di plan les ouates .
Posso garantire che senza Pp , non esisterebbe nemmeno l orologeria per come la conosciamo . Il regno dell eccellenza senza compromessi.
Non lo fanno per i soldi come succede per i poli del lusso , dove l interesse è soddisfare gli azionisti , lo fanno per tramandare un retaggio secolare.
Non si prendono gioco delle persone con la finzione della rarità, che alla fine è solo marketing , con produzioni industriali da oltre un milione di pezzi.
Lo scorso anno hanno messo all asta per children action un 6300A che ha fatto 32 milioni di euro. Più lodevole di altri brani che pagano fior di testimonial , PP non ne ha mai avuto uno.quante cose da dire.
Chiudo , con uno dei valori PP , sono dieci , la rarità, l’alto di gamma non è per tutti. Ed anche se in carriera avrei potuto permettermi uno sportivo , non mi sono mai permesso perché mi manca tutto il resto , come chi compra una Ferrara e poi non ha i soldi per la manutenzione o la benzina. Deve rivenderla. Ma oggi tutti pensano di fare business con gli orologi. Rolex è il marchio giusto per questi clienti , il resto è poesia. Ciao
Grazie per il commento Angelo!
Rispetto la tua opinione ma quello che hai scritto è off topic e non del tutto esatto. La storia di marchi come Patek Philippe e Tiffany & Co. non sarà mai messa in discussione, ma un illustre passato non giustifica oltre un decennio di aste gonfiate mascherate da azioni di beneficenza. Questa non è alta orologeria sono solo lezioni magistrali di marketing. Ai nostri giorni i veri collezionisti comprano Patek solo per speculare sul desiderio che le è stato abilmente cucito intorno. Oltre sessant’anni fa ai tempi dei cronografi con calendario perpetuo come la ref. 2499 Patek era molto diversa. Quelli si che erano pezzi da collezione. Adesso chi compra un Patek? Chi vuole status, riconoscimento e soprattutto speculare, non possedere vere opere d’arte. Parli di valori? Mi piacerebbe riscontrarli nelle opere che sono oggi a catalogo. Hai mai visto con i tuoi occhi la perfetta esecuzione manuale di un Philippe Dufour o afferrato la tecnica di un F.P. Journe Chronometre Optimum? Infine non nominare Rolex. Nel marketing è abile e spregiudicata esattamente come Patek Philippe ma almeno lei non millanta tutta questa artigianalità che non esiste più.
Grazie per il commento Marc! Per la cronaca ad oggi non è mai stato dimostrato che Patek Philippe “gonfi” le aste.
Vorrei cominciare ringraziando tutti i partecipanti a questo blog. Ognuno ha espresso le proprie idee e modi di vedere le cose (me compreso) che, magari, non tutti condividono ma questo va bene.
Massimo mi ha chiesto se (potendo e beneficenza a parte) avessi comprato questo orologio ed ho risposto di no.
Faccio una piccola valutazione: in questo caso la beneficenza era parte integrante del prezzo finale.
Se mi sono scandalizzato per il prezzo finale? Altro no.
Mi piace MOLTO DI MENO di gente che spende anche 28 milioni di dollari americani per fare un giro verso lo spazio. In questo caso è solo consumismo e (oggi dobbiamo essere green) tanto inquinamento con uso davvero inutile delle risorse del pianeta.
Buona continuazione
Grazie per il commento!
Operazione di marketing e speculazione indecente.
Patek e Tiffany che rilanciavano… che tristezza. 170 anni di know-how per partorire un copia e incolla del Rolex Oyster Perpetual?! Mah…
Caro Massimo
Come sempre molti complimenti per l’articolo. Che dire dopo tanti commenti interessanti e che denotano grande preparazione di chi ama questo oggetto incredibile che si chiama orologio. Ho sempre considerato in Nautilus come un gran bel pezzo, quasi sicuramente il più bello della triade PP AP VC anche se il RO fu il primo nel 1972. Grandi finiture ma il cal. 324 era in comune con altri. Sicuramente le declinazioni del RO , oltre alla bellezza dei cal. lavorati, surclassano le poche variazioni del Nautilus. Peccato che il RO sia 5 atm mentre il Nautilus 12. Personalmente Overseas non ha mai incontrato i miei gusti. Cosa penso di questi 6.5 mln? Che si debba distinguere semplicemente che un Nautilus dal quadrante “strano” ,un Nautilus da 30mila€ non appartenuto a nessuno di famoso o con nulla di molto particolare tranne la scritta Tiffany è stato pagato 6.5mln. Cosa mi dite dei 16mln del Daytona un pò rovinato del mitico Paul Newmann? Un orologino di 38 mm con un cal. forse Valjoux che nessuno voleva e che costava, credo, 170$? Oppure del Sub di Steve Mcqueen? Anche quello qualche milione…… Tecnicamente prendo un Nautilus, sempre trovandolo, e lo affido alle cure dei maestri di PP oppure all’azienda Artisan de Geneve perché lo rendano unico spendendo altri 30mila se va bene e ottengo un pezzo unico che ha un valore tecnico e artigianale superiore,oltre ad avere un orologio unico al mondo. Quindi : Nautilus da una parte e 6.5mln dall’altra. Li vale,non li vale……..qualcuno ha ritenuto opportuno spendere e attribuire un valore. Se Ronaldo vendesse una sua Bugatti ci sarebbe qualcuno che sborserebbe 10 o 20 o 50mln per averla…..Se Federer vendesse la racchetta della sua ultima vittoria a Wimbledon qualcuno potrebbe pagarla anche 1mln.
Scusandomi per la lunghezza del messaggio dico che questo Nautilus non mi piace perché amo il blu. L’azzurro Tiffany forse sta meglio ad un DayDate platino…..
Grazie per il commento Gianmario!
Grazie per il commento Marco, che al di là che sia come tutti gli altri opinabile, contiene però molti interessanti approfondimenti! 🙂
Grazie Massimo.
Buonasera Gentile Massimo,
giusto per serrare le fila su una delle notizie forse tra le più commentate del tuo wonderful blog, riporto pari pari una tua sagace indicazione posta a chiusa del presente articolo:
“non è un esemplare unico, e di listino, visto che è anche in vendita, gli altri 169 che rimangono costano $52.635 l’uno.”
in questa frase sta il sunto che meglio descriva un’operazione a mio avviso di “pure Wealth-Marketing”.
L’orologio di per sé per quanto bello , non ha nulla di speciale che ne possa giustificare un simile esponenziale incremento di valore : non è appartenuto a nessun personaggio di spicco della cultura, del cinema o dello sport…Non è stato nello spazio o sul fondo della Fossa delle Marianne.
C’è comunque un particolare che da solo conferisca lustro all’intera operazione…Ed in tal senso
” Noblesse obblige” : il ricavato andrà in beneficenza.
Questa modalità operativa molto cara al mondo anglosassone profondamente permeato dall’etica protestante che considera il “Money-Making” un segno della benevolenza divina, vede altresì i più fortunati elargire in base alla “Compassionate Charity” somme anche notevoli a favore dei bisognosi…
Il tutto in terra d’Albione ed altresì negli States è ormai diventato un vero e proprio ” Behavioral drive” ed interessa per intero il mondo dei “Luxury goods : dalle aste di Ferrari a quelle di gioielli quadri od opere d’arte…Complimenti agli ideatori della lodevole iniziativa.
Best Regards
Alex
I totally agree…U’r always: “Top of the Pops”…
Gnite Sir
U’r Welcome…
Grazie per il commento Alex! Si hai ragione quei 6.5 milioni andranno in beneficenza: l’avevo sottolineato sin dall’inizio e tirato in ballo verso la fine, quando ho ricordato che c’è chi per il Patek Philippe Grandmaster Chime 6300A-010 in acciaio messo all’incanto nel 2019 presso l’asta – e sottolineo di BENEFICENZA – Only Watch 2019, ha tirato fuori quattro volte il prezzo di questo Tiffany Blue. Ma è come paragonare una squisita quanto semplice pizza margherita con una Zillion Dollar Lobster Frittata: 6 banali uova, 280 grammi di caviale sevruga, aragosta ed erba cipollina per un costo 1.000 dollari. Ho sottoscritto che non avrei mai laaciato per iscritto un parere personale se “ne valga la pena o meno” pagare un 5711, ok non ordinario ma anche a 6,5 milioni di dollari e così farò. Ma la beneficenza, almeno a questi livelli secondo me c’entra poco. La beneficenza la fai e arrivi a 31 milioni di Franchi Svizzeri quando – sempre come ho scritto – ti porti a casa un Grandmaster Chime davvero unico, non solo come esecuzione ma anche come complicazione e maestria. Tra 10 anni con lui avrai in banca il valore di 1.000 bitcoin, solo che a differenza della cryprovaluta un Patek del genere può solo salire. Parli di beneficenza? Sfondi una porta aperta, ma allora fine a se stessa come direbbe il genuino significato del termine, non in “cambio” di un Patek in acciaio uno di 180 pezzi. Io la vedo così e rivolto al solo orologio che è stato venduto, non per la cifra per la quale è venuto via con la beneficenza di mezzo. In altre parole, non seve alcun Patek Philippe per fare una – come chiami tu e come dovrebbe essere – nobile iniziativa. Grazie per lo spunto! 😉
😉 grazie per animare sempre con commenti e riflessioni mai scontate questo blog
Non ho mai visto un Nautilus più brutto di questo e ce ne vuole per rovinarlo, ma visto che è andato a 6,5M è diventato per incanto bellissimo.
Due cose sono fondamentali per rendere un orologio affascinante: il nome sul quadrante ed il prezzo.
Qui ci sono entrambi.
Sarebbe divertente prendere esattamente quell’orologio, cambiargli solo il nome (ed es. Tissot o Glycine) come pezzo unico e vedere a quanto va.
Non prenderei il Nautilus 5711, che mi piace parecchio, neanche a 50.000 perchè sono già troppi, anche se adesso si vende facile al doppio, figuriamoci uno con quel quadrante ridicolo e a quel prezzo.
Aggiungo che oramai Patek Philippe pensa solo a fare i soldi, non è più il baluardo dell’alta orologertia, altrimenti non scivolerebbe in scelte qualitative opinabili. Uno dei tanti esempi lampanti? Il 5200 con i finti tre ponti. Ti dicono che lo hanno fatto per aumentare la rigidità e facilitare i costi di smontaggio. Invece nel 5100 erano tre ponti veri, e che si rompeva o costava troppo mantenerlo? Ma mi faccia il piacere…
Grazie per il commento Lorenzo! Con il senno di poi il 5200 che tra l’altro mostrai live in questo articolo non ha poi fatto molta strada.
Buonasera Gentile Massimo,
giusto per chiudere definitivamente il cerchio:
è da notare che Il ricavato dell’asta sia poi stato devoluto a “The Nature Conservancy”, un’organizzazione ambientale globale con sede ad Arlington, in Virginia, tuttavia è altresì doveroso sottolineare i notevoli vantaggi fiscali per l’acquirente dato che le donazioni vengano poi dedotte quasi interamente dalle tasse…
Una sostanziale riconferma della massima : “Nessuno fa niente per niente”…
Don’t U?
Good night
Alex
Grazie Per la più che pertinente e utile appendice Alex! 🙂 Dopo aver scritto questo articolo ero venuto anch’io a conoscenza dei benefici fiscali che talvolta vi sono negli USA, anche se dietro questo Patek Nautilus Tiffany Blue è venuto poi fuori un vero giallo dove sembrerebbe che, alla fine, se lo sia aggiudicato il secondo offerente cui, come ha raccontato il prestigioso blog Hodinkee in un secondo articolo (clicca per visionarlo) si tratterebbe di una persona tutt’altro che estranea a questo mondo. Per finire anch’io, buone finalità a parte che speriamo che non cessino mai, credo che si debba sempre essere capaci di distinguere quando gli aumenti di valore di un oggetto collezionabile sono fisiologici, come il grado delle sue condizioni e il passare del tempo, e quando indotti artificialmente. Poi per me che ciascuno faccia, spenda, doni, quello che vuole.
Gentile Massimo,
Concordo come sempre con le tue conclusioni…
Evviva i nostri amatissimi segnatempo !
…Costino quel che costino…
Gd‘nite
Caro Massimo, l’orologio e’ sempre stato un must e penso sia l’unico gioiello maschile da avere. Io ho una buona collezione e mi sono appassionato gia’ da tanti anni a Patek Philippe Nautilus. Gli ultimi acquistati sono proprio James Bond, mi piace chiamarlo cosi e Puffo. Mi piace averli e usarli. Che Puffo abbia preso questo valore e per me un onore ma gli ho solo cambiato il nome” King Puffo”. Penso che la strategia usata da Patek sia oggi quella usata da tutti e che abbia portato ottimi risultati quindi, W Patek continua cosi e aspetto il prossimo.PS Onore a chi ha usato questo oggetto a fin di bene sarebbe una cosa da considerare se me lo potessi permettere ma poi penso come faccio senza Puffo anzi King Puffo!?
Complimenti!